Ma è mai possibile che ogni topic sfoci sempre nello stesso argomento?
Comunque, ci sono vari modi per "cambiare il mondo" (quant'è altisonate questa frase), ma i principali si riducono al farlo nel o fuori dal sistema. Cambiare il mondo fuori dal sistema è tipico delle rivoluzioni, durante le quali tutti gli schemi vengono repentinamente stravolti, lasciando un nulla istituzionale per poi attendere che qualcosa lo colmi. Metodo ottimo per liberarsi in fretta di qualcosa che non funziona, meno consono per un progeto a lungo termine, dato che i suoi effetti non sono controllabili, visto che scaturisce da uno slancio istintivo più che da un progetto, e comunque, eliminando ogni cosa precedente, ci si ritrova privi di mezzi anche nel caso di un progetto iniziale. Tanto per fare un esempio, facciamo una sommossa uccidendo tutti i politici e cancellando le maggiori industrie, eliminando tutti gli uomini di spicco delle fazioni che volgiamo eliminare. Cosa potremmo costruire poi, ex novo? Decisamente poco rispetto a quello che avremmo distrutto, e dunque ci ritroveremmo nell'anarchia totale, nella quale ognuno cercherebbe di imporre il proprio nuovo ordine. Altro metodo è quello del cambiamento dall'interno. Questo ha dalla sua il fatto che sfrutta i mezzi del sistema in cui si sviluppa per cambiarlo, in più è efficace in quanto, muovendosi all'interno di esso, lo conosce e sa quali sono i punti cedevoli, quelli da conservare e quelli da eliminare. Il problema sta nel fatto che questo tipo di cambiamento è, in primis, molto lento, e, in secundis, di difficile attuazione, in quanto, per portarlo avanti, occorre far parte della classe dirigente, la quale tende però a "corrompere" coloro che ne fanno parte, nel senso che, una volta in essa, si perde la volontà di stravolgerla in favore della propria posizione, e comunque, anche nel caso che i propositi di cambiamento rimangano, essi saranno sempre smorzati, dunque ciò rallenterà ancor di più il processo. Inoltre questo metodo è altamente personalistico, in quanto attuabile solo da una ristretta cerchia di persone di potere. La storia ci insegna che entrambi i metodi tendono comunque a riassestarsi nel vecchi assetto precedente, con solo leggere modifiche, che dipendono spesso dal livello di coltura delle classi medio-basse. In definitiva, le maggiori possibilità di cambiamento, in ogni direzione, si avrebbero, a mio avviso, qualora ci fosse un tentativo interno coadiuvato da un buon livello culturale del ceto medio-basso
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Come cambiereste il mondo
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Originariamente Scritto da Bardock 91 Visualizza MessaggioMa che, io non ho mai avuto una maglia di Stalin o di Che Guevara.
Dai dell' ignorante a qualcun altro e non a me, fascista da quattro soldi.
Comunque, continuate tutti così, continuate a dimostrare di essere fascisti, per me va bene, tanto mi fate solo molta pena con il vostro arrancare nel tentativo di giustificare le azioni del fascismo, avrei voluto vedere se avreste detto la stessa cosa se davvero aveste vissuto quell' epoca, puah. Soprattutto mi fa ridere che sia uno come misaki a dire basta OT
Continuate pure a fare i fascisti, io ho concluso.(Taro Misaki©)
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Originariamente Scritto da Bardock 91 Visualizza MessaggioMa che, io non ho mai avuto una maglia di Stalin o di Che Guevara.
Dai dell' ignorante a qualcun altro e non a me, fascista da quattro soldi.
Comunque, continuate tutti così, continuate a dimostrare di essere fascisti, per me va bene, tanto mi fate solo molta pena con il vostro arrancare nel tentativo di giustificare le azioni del fascismo, avrei voluto vedere se avreste detto la stessa cosa se davvero aveste vissuto quell' epoca, puah. Soprattutto mi fa ridere che sia uno come misaki a dire basta OT
Continuate pure a fare i fascisti, io ho concluso.
siamo nel ridicolo più completo
comunque rispondo ad una tua frase:
avrei voluto vedere se avreste detto la stessa cosa se davvero aveste vissuto quell' epoca, puah
Se tu eri un onesto lavoratore che vivevi per i ca**i tuoi senza disturbare nessuno, nessuno ti torceva un capello. Certo che se poi facevi l'antifascista militante (tipo te) rischiavi di finire al confino (e non fucilato a differenza dei partigiani).
In Russia i contadini (o kulaki) vennero senza alcun motivo OBBLIGATI ai lavori forzati, alla fine oltre 20 milioni furono STERMINATI, e questo anche se non erano anticomunisti.
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Originariamente Scritto da †Evil Darkness† Visualizza MessaggioBardock quanto sei ignorante, ma le leggi le date??? Le persecuzioni avvennero nel 1943-1945 ovvero quando avevamo i tedeschi in casa e non c'era più nulla da fare.
E poi evita di fare inutili copia e incolla dai siti dell'ANPI, ormai si è capito che sei un antifascista militante, di quelli con la maglia del Che o di Stalin pronti ad uccidere chi non la pensa come loro...patetico...
se vuoi farti una cultura sull'antisemitismo fascista leggiti tutta la discussione, di alto livello culturale, avvenuta in questo forum tra me e Kaioshin (molto più preparato di te sull'argomento).
Ecco: http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...=antisemitismo
Saluti
Dai dell' ignorante a qualcun altro e non a me, fascista da quattro soldi.
Comunque, continuate tutti così, continuate a dimostrare di essere fascisti, per me va bene, tanto mi fate solo molta pena con il vostro arrancare nel tentativo di giustificare le azioni del fascismo, avrei voluto vedere se avreste detto la stessa cosa se davvero aveste vissuto quell' epoca, puah. Soprattutto mi fa ridere che sia uno come misaki a dire basta OT
Continuate pure a fare i fascisti, io ho concluso.
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Originariamente Scritto da Bardock 91 Visualizza MessaggioOh, dio, devo riiniziare a elencare tutto ciò che ha fatto il fascismo?
Devo dirti tutti quelli che sono morti grazie a mussolini? per favore, non postare certe frasi, ti rendi ridicolo, è semplice basarsi solo sul fatto che i partigiani hanno ucciso in piazza molti fascisti, ma perchè lo hanno fatto?
Riguardati qualche topic addietro, non voglio che anche questo sia chiuso, ormai siamo in OT.
Spoiler:Gli storici in genere concordano che, tenendo in considerazione oltre al terrorismo di stato (deportazioni e purghe politiche), le carestie e la mortalità in prigione e nei campi di lavoro, Stalin e i suoi accoliti furono direttamente o indirettamente responsabili della morte di almeno una ventina di milioni di persone. Secondo Aleksandr Yakovlev che dirige la Commissione per la riabilitazione delle vittime delle repressioni (creata dal presidente Eltsin nel 1992) ed ex braccio destro di Stalin (si veda la sua intervista sul Corriere della sera del 07 agosto 2003) probabilmente il maggiore esperto sull'argomento, i morti causati da Stalin furono oltre 20 milioni. Sulla cifra esiste però un ampio dibattito. Gli archivi sovietici, del tutto incompleti ed approssimativi, riferiscono che 786,098 persone vennero condannate a morte tra il 1930 e il 1953 per motivi politici (di cui 681,692 nel 1937 e 1938, durante le "grandi purghe", che però non vennero tutte eseguite in realtà gli arrestati furono oltre 42 milioni, e buona parte di essi morirono nei gulag; inoltre risulta che tra il 1921 e il 1954 2,400,000 persone sono state mandate nei gulag per reati politici (tra questi l'unico reato di parole era comunque solo l'incitamento a sovvertire o indebolire lo Stato) a questi sono da aggiungere i circa 40 milioni di arrestati per reati comuni, buona parte dei quali erano in ralta arrestati solo per motivi ideologici o, più spesso, senza alcuna ragione. Tuttavia molti ritengono questi cifre sottostimate. Lo storico e demografo russo Erlikman ha stimato 1.500.000 giustiziati (aggiungendo alla cifra degli archivi di 800.000 persone giustiziate 700.000 esecuzioni sommarie), 4.300.000 morti nei campi di concentramento amministrati dal Gulag e in prigione (agli 1.900.000 ufficiali ha aggiunto 2.400.000 non riportati; la cifra sale a 5 milioni con i 700.000 morti nei campi di lavoro dal 1922 al 1929), 1.700.000 morti nelle deportazioni (di 7.500.000 deportati) e 1 milione di civili e prigionieri stranieri morti a causa dell'Armata Rossa, per un totale di 8.500.000 morti causati da Stalin. In Georgia circa 80.000 persone vennero giustiziate nei periodi 1921, 1923–24, 1935–38, 1942 e 1945-50, e più di 100.000 vennero deportate nei campi di lavoro.
I condannati ai gulag per "reati controrivoluzionari" (per vedere di che cosa si trattavano vedi articolo 58 (codice penale della RSFSR) furono, in totale, secondo gli archivi, dal 1921 al 1954, 2,400,000 e i condannati totali (anche per altri reati) nello stesso periodo non superarono i 9 milioni. I confronti tra il censimento del 1926 e quello del 37 suggeriscono un numero 5-10 milioni di morti in eccesso rispetto a quanto sarebbe stato normale per quel periodo, dovuti principalmente alla carestia del 1931–34. Il censimento del 1926 fissa la popolazione dell'Unione Sovietica a 147 milioni, mentre quello del 1937 registra una popolazione compresa tra i 162 e i 163 milioni. Quest'ultima cifra è di 14 milioni inferiore a quanto atteso dalle proiezioni. Il censimento del 1937 venne invalidato come "censimento disfattista" e i responsabili vennero puniti severamente. Un nuovo censimento venne eseguito nel 1939, ma la cifra pubblicata di 170 milioni viene in genere attribuita direttamente ad una decisione di Stalin. Si noti che la cifra di 14 milioni non implica 14 milioni di morti in più, poiché fino a 3 milioni possono essere ricondotti a nascite mai avvenute a causa di una riduzione della fertilità o per scelta.
Il 5 marzo, 1940, Stalin e altri alti funzionari sovietici firmarono l'ordine di esecuzione di 25.700 cittadini polacchi, tra cui 14.700 prigionieri di guerra. Questo episodio è noto come Massacro di Katyn. Il 20 agosto dello stesso anno un agente dell'NKVD assassina l'antico avversario di Stalin Lev Trockij, esiliato in Messico.
Oltre alla morte nei lager Stalin provocò la morte di almeno alcuni milioni di persone per fame, le stime oscillano tra 1,54 (morti in eccessi registrati dagli archivi sovietici) o meno e 10 milioni (documenti che confermano la pianificazione della carestia sono contenuti in numerosi archivi). Questo quanto dichiarò alle Nazioni Unite alla vigilia della 61esima sessione dell'Assemblea generale dell'ONU (nell'estate 2006) il ministro degli esteri ucraino Boris Tarasiuk:
Collabora a Wikiquote « lo sterminio di massa pianificato appositamente dal regime totalitario comunista dell'epoca ha causato la morte di una cifra oscillante tra i 7 e 10 milioni di uomini, donne e bambini innocenti, cioè di circa un quarto della popolazione ucraina dell'epoca »
Le drammatiche testimonianze scritte di proprio pugno da contadini agonizzanti dalla fame ai propri fratelli, mariti e figli all'epoca inquadrati nell'Armata Rossa non giungevano mai ai rispettivi destinatari, in quanto venivano regolarmente intercettate dalla censura militare affinché le voci relative a ciò che stava effettivamente accadendo nelle zone colpite dalla carestia non si diffondessero per tutto il paese.
Risultano alcuni documenti lasciati da testimoni dell'epoca:
* Lettera scritta ad un artigliere dalla sorella residente a Krylovskaja, provincia di Rostov.
Collabora a Wikiquote « Non ti puoi nemmeno immaginare l'orrore che stiamo vivendo al paese. La gente sta morendo di fame e quando qualcuno entra in casa per chiedere un pezzo di pane se non glielo dai rischi che ti taglino il collo. Se vedessi quante persone affamate, ammalate e gonfie dalla fame ci sono adesso...è una cosa spaventosa. La gente è affamata sino al punto che mangia carne di cavallo putrefatta. »
* Lettera scritta dai genitori al soldato dell'Armata Rossa Yurcenko da Novo-Derevjanovskaja, Caucaso del Nord.
Collabora a Wikiquote « Quanta gente muore di fame; i cadaveri giacciono fino a 5 giorni lungo le strade senza che nessuno si preoccupi di sotterrarli. La gente ha fame, le forze per scavare le fosse non le ha più. Fa paura persino a guardare chi è ancora vivo...le facce stravolte, gli occhi piccoli e prima della morte il gonfiore diminuisce, diventando di un colore giallastro. Non sappiano che ne sarà di noi, ci attende la morte per fame... »
Basta OT
Comunque io nel mondo cambierei questa società dimmerda consumistica
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Bardock quanto sei ignorante, ma le leggi le date??? Le persecuzioni avvennero nel 1943-1945 ovvero quando avevamo i tedeschi in casa e non c'era più nulla da fare.
E poi evita di fare inutili copia e incolla dai siti dell'ANPI, ormai si è capito che sei un antifascista militante, di quelli con la maglia del Che o di Stalin pronti ad uccidere chi non la pensa come loro...patetico...
se vuoi farti una cultura sull'antisemitismo fascista leggiti tutta la discussione, di alto livello culturale, avvenuta in questo forum tra me e Kaioshin (molto più preparato di te sull'argomento).
Ecco: http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...=antisemitismo
Saluti
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Originariamente Scritto da Bardock 91 Visualizza MessaggioMa leggi o fai finta di leggere?
Rileggi bene, poi se vuoi continuiamo in privato.
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Originariamente Scritto da Garrincha Visualizza MessaggioRicordo comunque che gli ebrei nel fascismo erano molto bene integrati (in molti erano anche dignitari fascisti) e spesso trovarono in Mussolini un protettore. Le "persecuzioni" iniziarono allorché Hitler si impose.
Rileggi bene, poi se vuoi continuiamo in privato.
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Ricordo comunque che gli ebrei nel fascismo erano molto bene integrati (in molti erano anche dignitari fascisti) e spesso trovarono in Mussolini un protettore. Le "persecuzioni" iniziarono allorché Hitler si impose.
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@ Mystic Gohan '93
Leggi, stolto.
Spoiler:
La persecuzione degli ebrei italiani
; i perseguitati sono in parte (circa 46.600) ebrei effettivi e in parte (circa 4500) non-ebrei classificati "di razza ebraica".In un solo anno, dei 10 mila ebrei stranieri presenti in Italia, 6480 sono costretti a lasciare il Paese. Nel giro di poche settimane, 96 professori universitari, 133 assistenti universitari, 279 presidi e professori di scuola media, oltre un centinaio di maestri elementari, oltre 200 liberi docenti, 200 studenti universitari, 1000 delle scuole secondarie e 4400 delle elementari vengono allontanati dagli atenei e dalle scuole pubbliche del regno: una profonda ferita, mai completamente rimarginata, viene inferta alla cultura italiana. Molti illustri docenti sono costretti all’esilio (come Enrico Fermi, che ha una moglie ebrea);
II guerra mondiale, la persecuzione si aggrava
Campi di concentramento vengono aperti in ogni parte d’Italia. I più importanti sono quelli di Campagna e di Ferramonti. De Felice nel suo libro "Storia degli ebrei sotto il fascismo", parla di oltre 400 tra luoghi di confino e campi di internamento, ma non è stato ancora fatto un censimento attendibile. Ebrei vengono rinchiusi anche nelle prigioni delle maggiori città italiane, San Vittore a Milano, Marassi a Genova e Regina Coeli a Roma.
Non è finita. Nel maggio 1942 gli israeliti di età compresa tra i 18 e i 55 anni sono precettati in servizi di lavoro forzato(ma su 11.806 precettati, ne saranno avviati al lavoro solo 2038). Nel maggio-giugno 1943 vengono creati dei veri e propri campi di internamento e lavoro forzato per gli ebrei italiani.
Il 25 luglio del '43 viene destituito Mussolini e sciolto il partito fascista. Il governo Badoglio rilascia i prigionieri ebrei, abroga le norme che prevedono il lavoro obbligatorio e i campi di internamento ma – nonostante la sollecitazione dei partiti antifascisti - lascia in vigore le leggi razziali, che non sono revocate neppure dal Re. Badoglio scriverà nelle sue memorie che "non era possibile, in quel momento, addivenire ad una palese abrogazione delle leggi razziali, senza porsi in violento urto coi tedeschi". Un comodo alibi. .
1943, l'occupazione tedesca, la Rsi e le deportazioni
Nel centro-nord occupato dai tedeschi, invece, la situazione degli ebrei si aggrava ulteriormente. Già il 15-16 settembre 1943 i nazisti arrestano e deportano 22 ebrei di Merano, e negli stessi giorni rapinano e uccidono quasi 50 ebrei sulla sponda piemontese del lago Maggiore, a Meina, Baveno, Arona. Il 23 settembre il RSHA, la centrale di polizia tedesca che gestiva la politica antiebraica, comunica che gli ebrei di cittadinanza italiana sono divenuti immediatamente assoggettabili alle "misure" in vigore per gli altri ebrei europei. La prima retata delle SS è quella del 16 ottobre 1943 a Roma: quel sabato vengono rastrellati 1259 ebrei; due giorni dopo 1023 di essi vengono deportati ad Auschwitz (tra di essi vi è anche un bambino nato dopo l’arresto della madre); di questi deportati, solo 17 sopravviveranno.
La neonata Repubblica di Salò non è più tenera del fascismo con gli ebrei, anzi. La Carta di Verona del 14 novembre 1943 - il manifesto politico della Rsi - risolve il problema degli ebrei italiani nel capitolo settimo, affermando che tutti i membri della razza ebraica sono "stranieri e parte di una nazione nemica". L’Ordine di Polizia numero 5, emanato il 30 novembre 1943 e trasmesso il giorno seguente alla radio, annuncia che tutti gli ebrei saranno inviati ai campi di concentramento, fatta eccezione per quelli gravemente malati o di età superiore ai settant’anni. Tutte le proprietà ebraiche nella Repubblica di Salò saranno sequestrate e assegnate alle vittime dei bombardamenti alleati. Una legge del 4 gennaio 1944 trasforma i sequestri in confische (alla data di Liberazione il numero dei decreti di confisca sarà di circa 8mila; la Rsi si approprierà di terreni, fabbricati, aziende, titoli, mobili, preziosi, merci di famiglie ebraiche pari a oltre 2 miliardi di lire).
Già il 1° dicembre le autorità italiane cominciano ad arrestare gli ebrei e a internarli in campi provinciali; alla fine di quel mese iniziano a trasferirli nel campo nazionale di Fossoli, nel comune di Carpi, in provincia di Modena. Nella "caccia agli ebrei", i più accaniti sono i fascisti delle bande autonome, la banda Carità a Firenze, la banda Kock a Roma e poi a Milano, la legione Muti, e la Guardia nazionale repubblicana, le Brigate Nere, le SS italiane. Ma si macchiano di complicità con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorità italiane. Una "caccia" che durerà fino alla fine: il 25 aprile del 45, un gruppo di militi fascisti in fuga verso la Francia, si ferma a Cuneo per prelevare sei ebrei stranieri e li uccide, gettando i loro corpi sotto un ponte.
A Fossoli si realizza – come ha scritto Sarfatti – "la saldatura tra le politiche antiebraiche italiane e tedesca". Dal campo modenese, infatti, gli ebrei catturati dalle autorità italiane vengono inviati nei lager dell’Europa orientale. E che in quei luoghi gli ebrei non vadano in gita ma vengano uccisi, Mussolini lo sa almeno dal febbraio del ‘43, quando aveva ricevuto un rapporto segreto di Ciano sulle deportazioni e le "esecuzioni in massa degli ebrei" in Germania.
Il 15 marzo del ’44 Mussolini compie un ulteriore grave passo: istituisce un Ufficio per la razza, alle dipendenze della Presidenza del Consiglio, e vi pone a capo il super-razzista Giovanni Preziosi che sostiene apertamente che il "primo compito" della Rsi è "quello di eliminare gli ebrei". Preziosi si adopera per inviare nei campi di concentramento non solo gli ebrei puri, ma anche i cittadini di "origine mista", e per confiscare i beni anche degli ebrei "arianizzati".
Prima dell’arrivo delle forze alleate, gli ebrei vengono trasferiti nel campo di Bolzano-Gries, luogo noto per le torture e gli assassinii. Dalla Risiera di San Sabba a Trieste un numero alto di ebrei viene indirizzato a morte sicura e lo stesso destino incontrano 1805 ebrei di Rodi e Kos. Le SS e la milizia fascista catturano e giustiziano sommariamente più di duecento ebrei (77 vengono fucilati alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo, insieme a molti partigiani). In questo sono aiutati da due collaboratori ebrei - a Roma e Trieste - che identificano i correligionari e li consegnano ai loro carnefici.
Per fortuna la persecuzione degli ebrei trova scarso consenso nel popolo italiano, salvo poche eccezioni;
Le cifre della deportazione in Italia
Quante vittime ha fatto la deportazione degli ebrei in Italia? Liliana Picciotto Fargion nell'aggiornamento del "Libro della Memoria" (Mursia) riscrive le cifre. Gli ebrei arrestati e deportati nel nostro Paese furono 6807; gli arrestati e morti in Italia, 322; gli arrestati e scampati in Italia, 451. Esclusi quelli morti in Italia, gli uccisi nella Shoah sono 5791. Ovvero circa il 20 per cento della popolazione ebraica italiana ( tra i rabbini-capo la percentuale sale al 43 per cento). A questi vanno aggiunte 950 persone che non si è riusciti a identificare e che quindi non sono classificabili.
Ci sono novità anche sul meccanismo della persecuzione. La Picciotto è convinta, sulla base delle circolari che i nazisti inviavano alle autorità italiane, che tra i ministeri degli Interni tedesco e della Rsi ci fosse un accordo preciso: gli italiani avrebbero pensato alle ricerche domiciliari, agli arresti e alla traduzione nei campi di transito (in particolare quello di Fossoli); i tedeschi alla deportazione nei campi di sterminio. "Manca il documento- precisa - ma i sospetti sono oramai quasi realtà".
Chi si salvò? Secondo i calcoli di Michele Sarfatti, i perseguitati che non vennero deportati o uccisi in Italia furono circa 35.000. Circa 500 di essi riuscirono a rifugiarsi nell’Italia meridionale; 5500-6000 riuscirono a rifugiarsi in Svizzera (ma per lo meno altri 250-300 furono arrestati prima di raggiungerla o dopo esserne stati respinti); gli altri 29.000 vissero in clandestinità nelle campagne e nelle città. Circa 2000 ebrei, tra i quali Enzo e Emilio Sereni, Vittorio Foa, Carlo Levi, Primo Levi, Umberto Terracini e Leo Valiani, parteciparono attivamente alla Resistenza (1000 inquadrati come partigiani e 1000 in veste di "patrioti"), pari al 4 per cento della popolazione ebraica italiana. Una percentuale di gran lunga superiore a quella degli italiani nel loro complesso. Circa 100 ebrei caddero in combattimento o, arrestati, furono uccisi nella penisola o in deportazione; cinque furono insigniti di medaglia d’oro alla memoria.
Comunque, sono dell' opinione che per cambiare il mondo sia necessario agire sulle grandi cose, come la politica, i grandi commerci, anche se è una cosa difficilissima, quasi impossibile.Last edited by Margera; 02 dicembre 2007, 15:34.
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Originariamente Scritto da Taro Misaki Visualizza Messaggio80 anni? e chi lo dice?per quanto ne so potresti uscire di casa e essere investito da un auto
non te lo auguro eh asd
4000 anni di degradazione? lol
Gandhi, Martin Luther King non hanno fatto niente?Tu stai fuori come un balcone
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Originariamente Scritto da Mystic Gohan'93 Visualizza MessaggioNel senso che noi non lo possiamo cambiare...
ognuno nel suo piccolo contribuisce nel cambiamento e nello sviluppo del mondo.
anche con il semplice buttare la carta per terra o in pattumiera, contribuisci a cambiarlo.
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Originariamente Scritto da Mystic Gohan'93 Visualizza MessaggioPer non andare in OT
Il mondo non si può cambiare...
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