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Io ho fatto la mia scelta senza pensare ad un futuro lavoro.
ho scelto Lettere e filosofia e mi sono laureata in antropologia culturale.
Ho studiato quello che mi piaceva.
Pensare al futuro lavoro mentre si sceglie la facoltà non è una buona mossa.
C'è stato un periodo in cui tutti prendevano scienze della comunicazione perchè sembrava ci fossero sbocchi lavorativi seri.
Risultato: migliaia di laureati in comunicazione che non fanno il lavoro per cui hanno studiato.
Almeno che non si scelga una facoltà scientifica altamente specializzata (tipo bio-ingegneria o fisica), ci sarà sempre il rischio di ritrovarsi tra le mani una laurea poco spendibile.
Tanto vale dare spazio alla passione.
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io ho scelto una facoltà molto affascinante ma quasi senza sbocco lavorativo!!! ho fatto restauro e in italia ci sono 10000000000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000000 0000 restauratori!!!! però è una scuola che mi piaceva tantissimo, poi devi anche pensare che la dovrai frequantare per arrivare almeno alla laurea breve e se non ti piace al 99% protresti anche lasciarla a metà
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ho sempre paragonato ampty a un dio e ora ho la sua benedizione
farò economia e la scelta della cattolica è maturata dal fatto che la bocconi è un ambiente che mi piace molto molto poco.
comunque il discorso non era fai qualcosa che non ti piace proprio, ma fai qualcosa che anche se non ti piace come qualcos'altro, almeno ti da più garanzie per il futuro.
io ho frequentato uno specifico corso di liceo scientifico in primo luogo per i prof che c'erano; sono al PNI fisico matematico e posso assicurare che benchè odi a morte la fisica, stringo i denti e sopporto.
questo era il senso della scelta; se vale magari la pena di fare una facoltà in cui una materia sola non ti piace, ma più diciamo valida.
come diceva Naoto, puoi ragionare in materia di piacere e basta quando non hai moglie e figli a carico.
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Direi che è il caso di prendere ciò che ti interessa di più. Forzarsi di studiare una materia che non ti piace è nella migliore delle ipotesi difficile, e nella peggiore controproducente (essere bocciati a tutti gli esami perché le materie ti sembrano arabo non è esattamente utile... Oltre a sprecare mesi della tua vita, la tua autostima potrebbe andare a puttane... E ammesso che riesci a laurearti con un voto ridicolo e due anni fuori corso, non è che la laurea ti servirà a molto...)
Poi, se sei davvero sicuro che una laurea in archeologia sia una condanna a morire di fame (non sono molto informato a questo riguardo, ma la mano sul fuoco non ce la metterei), e se anche psicologia ti piace, allora rifletti bene e prendi in considerazione anche quest'ultima. Non aver fretta di scegliere, io ho deciso definitivamente che corso di laurea fare a settembre... In ogni caso, se nei primi mesi vedrai che il corso che hi scelto non ti soddisfa, non esitare a cambiare prima che sia troppo tardi...
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Originariamente Scritto da Naoto Visualizza MessaggioSu questo ne possiamo discutere.
Io non so che conoscenza hai tu del mondo del lavoro e\o di come ci si entra, ne so da dove provieni quindi magari (ma è molto improbabile) da te la situazione è diversa rispetto al Sud e alle Isole maggiori.
Originariamente Scritto da NaotoPer insegnare devi prima fare la SSIS (2 anni), poi fare il concorso, poi entrare in graduatoria, poi fare anni di supplenze, poi prenderti una cattedra dove capita (anche lontano da casa), poi riuscire ad ottenere il trasferimento dove meglio ti aggrada e poi insegni.
Originariamente Scritto da NaotoPassiamo ad altro.
-Pubblicista? Scrittore?
-Giornalista
[ecc]
-Non parliamo di lauree in indirizzi archeologici, storici, filosofici ecc ecc. Che praticamente non hanno utilità nella ricerca del lavoro.
Più che altro io mi domando sempre che cazzo si iscrive la gente a filosofia se non ha il genio e l'interesse di dedicarsi alla ricerca e alla produzione di saperi, che è ciò a cui la laurea in filosofia dovrebbe servire; ma magari è un altro discorso.
Originariamente Scritto da sands of timesi ma alla fine, quando avrai una famiglia ed una laurea inutile che non riesce a rimediarti un lavoro, che succede?
penso anch'io sia deprimente fare un lavoro che non ti piace per tutta la tua vita, ma un minimo di sicurezza ci vuole.
Se hai una formazione mentale che ti garantisce di adattarti ovunque il lavoro lo trovi lo stesso, e ti adatti anche se è umile; se invece ti sei formato su cose che detesti, tralasciando quelle che ti avrebbero fatto respirare e sentire libero, allora la tua vita sarà detestata allo stesso modo. Tienilo presente, fai la tua scelta in base alla passione e preoccupati solo di essa.
p.s. ok Will, la Cattolica è ottima. Hai la mia benedizione.
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Originariamente Scritto da Naoto Visualizza MessaggioSands non per romperti le uova nel paniere ma neanche psicologia ti da lavoro sicuro sicuro...
Comunque per me si deve fare ciò che piace; sarò fatalista e un pò rassegnato, ma trovare lavoro stabile è veramente difficile se non impossibile.
p.s. Will/sands, dove avete intenzione di fare l'università?
Su questo siamo daccordo. Segui la passione e del resto fregatene, almeno fino a quando non hai moglie e figli a carico.
penso anch'io sia deprimente fare un lavoro che non ti piace per tutta la tua vita, ma un minimo di sicurezza ci vuole.
per fortuna non ho di questi problemi, perchè psicologia mi piace molto, anche se non ai livelli di archeologia
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Originariamente Scritto da EmptÿWords Visualizza MessaggioMa poi non capisco questa tendenza a considerare le lauree non in materie economiche/scientifiche/tecniche come lauree che non danno lavoro. Sarà mica che nei 150 atenei d'Italia dove si fa psicologia, lettere, lingue, filosofia, sociologia, storia, archeologia ecc ecc e tutte le scienze umanistiche (nel senso che, a differenza delle altre, non sono disumane) in generale, le decine/centinaia di migliaia di professori che le insegnano prendano una paga infima? Sarà che i pubblicisti, i ricercatori, i giornalisti, i saggisti e gli scrittori non vengono pagati per i diritti d'autore? Sarà che non vi siano migliaia di migliaia di scuole pubbliche dove chi prende una laurea ad indirizzo umanistico possa andare a vivere quietamente per il resto della vita?
Io non so che conoscenza hai tu del mondo del lavoro e\o di come ci si entra, ne so da dove provieni quindi magari (ma è molto improbabile) da te la situazione è diversa rispetto al Sud e alle Isole maggiori.
Prendersi una laurea in materie umanisiche (parlo di lettere e filosofia e simili) è, ahimè, professionalmente inutile. Professionalmente inutile nel senso che non ti permette di accedere alle classi concorsuali per poter insegnare ad esempio. Per insegnare devi prima fare la SSIS (2 anni), poi fare il concorso, poi entrare in graduatoria, poi fare anni di supplenze, poi prenderti una cattedra dove capita (anche lontano da casa), poi riuscire ad ottenere il trasferimento dove meglio ti aggrada e poi insegni. Ma andiamo per ordine:
-La SSIS è inutile: assolutamente inutile. Serve per dare ai futuri insegnanti quelle basi di pedagogia, psicologia, didattica, che l'università non ti da. Inutile per 2 motivi: 1) se una persona è capace di interrelazionarsi lo sa fare senza la SSIS e non saranno di esamini di pedagogia a farti capire come interagire col bambino o con le persone; se studi e ti aggiorni costantemente sarai un buon maestro\professore, altrimenti no; 2) nonostante la pompa magna con cui la SSIS è presentata, non ti insegnano nulla. SSIS è un modo diverso di dire:"Siccome non c'è possibilità di inserire tutti i laureati nelle materie umanistiche nelle scuole, allora creiamo un nuovo imbuto per fare ulteriore selezione, così invece di dover inserire 10000laureati l'anno, dobbiamo inserirne 3000 (cifre sparate a caso; inoltre con questa pantomima della SSIS diamo anche un ulteriore stipendietto ai prof universitari che partecipano". Questo fa si che alla fine, nonostante l'esame di ammissione, non è detto che parteciperanno alla SSIS (e quindi insegneranno) i migliori studenti usciti dall'università; semmai si potranno permettere altri 2 anni (e più) di dipendenza dai genitori, coloro che non devono mettersi subito a lavorare.
Passiamo ad altro.
-Pubblicista? Scrittore? Sinceramente non serve una laurea umanistica per fare entrambe le cose. In teoria uno scrittore potrebbe avere anche solo la quinta elementare ed essere un autodidatta. Idem per qualsiasi altra "professione" tipo filosofo, ricercatore ecc ecc.
-Giornalista: io spero tu abbia messo la professione del giornalista più così per caso che per averci ragionato sù. Il giornalismo italiano è fatto di ignoranti e lacchè, di puttane e maggiordomi del pensiero. Dietro ogni giornalista, dietro ogni giornale, si agita una marea di interessi che determinano ciò che vien scritto e se non ti adegui ti tagliano. Ho un amico giornalista e me ne racconta di tutti i colori. Il giornalismo dovrebbe essere il punteruolo della democrazia, viceversa in italia è il grimaldello grazie al quale la democrazia viene scardinata. Non so se stai leggendo in questi giorni le indiscrezioni su tronchetti e sul possibile fatto che volesse scalare RCS ricattando le persone giuste con intercettazioni fatte dal suo entourage, è un ipotesi ancora sotto esame, ma ad esempio anche Ricucci voleva scalare RCS e non è solamente una questione di denaro. Per dirti: la visione romantica del giornalista non esiste, è un orpello ottocentesco con cui ci piace vedere questa professione, è un desiderio che abbiamo quando guardiamo Watergate, il desiderio che anche qui siano come quelli del film.
-Non parliamo di lauree in indirizzi archeologici, storici, filosofici ecc ecc. Che praticamente non hanno utilità nella ricerca del lavoro.
Originariamente Scritto da EmptÿWords Visualizza MessaggioLe lauree si prendono per essere preparati a fare il lavoro che ci piacerebbe fare. Se una persona ha una passione che crede possa guidare il lavoro della propria vita, allora deve seguirla e sbattersene le palle: se c'è merito, ovvero se si sa individuare la fortuna e procurarsi i mezzi di sussistenza, i soldi arriveranno senz'altro.
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Originariamente Scritto da EmptÿWords Visualizza Messaggiop.s. Will/sands, dove avete intenzione di fare l'università?
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Ma poi non capisco questa tendenza a considerare le lauree non in materie economiche/scientifiche/tecniche come lauree che non danno lavoro. Sarà mica che nei 150 atenei d'Italia dove si fa psicologia, lettere, lingue, filosofia, sociologia, storia, archeologia ecc ecc e tutte le scienze umanistiche (nel senso che, a differenza delle altre, non sono disumane) in generale, le decine/centinaia di migliaia di professori che le insegnano prendano una paga infima? Sarà che i pubblicisti, i ricercatori, i giornalisti, i saggisti e gli scrittori non vengono pagati per i diritti d'autore? Sarà che non vi siano migliaia di migliaia di scuole pubbliche dove chi prende una laurea ad indirizzo umanistico possa andare a vivere quietamente per il resto della vita?
Le lauree si prendono per essere preparati a fare il lavoro che ci piacerebbe fare. Se una persona ha una passione che crede possa guidare il lavoro della propria vita, allora deve seguirla e sbattersene le palle: se c'è merito, ovvero se si sa individuare la fortuna e procurarsi i mezzi di sussistenza, i soldi arriveranno senz'altro.
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io nn ho l'età per dare un consiglio "giusto" ma farei comunque così:... frequenterei la facoltà che mi dà più sicurezza nel lavoro e poi una volta laureatomi e aver trovato un lavoro frequenterei l'altra facoltà per togliermi come dire uno sfizio....certo...chi me lo fa fare ma cominque se davvero m piacesse lo farei, questo naturalmente se dopo aver trovato lavoro dopo la prima laurea avessi ancora del tempo da utilizzare per questo. Certo è una cosa non facilissima da fare ma in molti la fanno
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Oggi come oggi la laurea, come giustamente chi prima di me è intervenuto, può essere considerata cartastraccia.
Alla luce di questa realtà non bisogna considerare la scelta della facoltà una porta più o meno agevole al mondo del lavoro.
Se ami una materia, certamente riuscirai ad eccellerci o quantomeno arriverai ad alti livelli e credimi, nel mondo del lavoro privato c'è ancora un bel pò di meritocrazia.
Diversamente nel pubblico vale ancora il concetto di "carta" "punteggio" etc...
Insomma occorre impegnarsi e credere in ciò che si studia per eccellere, e quindi avere molte possibilità di "riconoscimenti", piuttosto che "galleggiare" in qualcosa chè può offrire infine una solo una illusione di "lavoro"
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Originariamente Scritto da EmptÿWords Visualizza MessaggioConsiderando che le lauree attualmente sul mercato del lavoro valgono più o meno lo stesso (= carta straccia), e che, a meno di spendere l'iradiddio per laurearti in un'università privata tipo la Bocconi, una laurea in economia NON ti dà più possibilità di lavorare di una in psicologia, non ti resta che valutare quale delle due facoltà ti dà la preparazione migliore nell'ateneo da te scelto.
La scelta della facoltà che ti piace di più studiare mi sembrerebbe quella obbligatoria, visto che non augurerei a nessuno di farsi dai 3 agli x anni di università rompendosi i neuroni su cose che non piacciono solo perché la società ti dice che così troverai lavoro, per poi magari ritrovarti a 35 anni con tutti i rimpianti di aver sprecato la propria giovinezza a studiare cose che non ti danno soddisfazione.
In ogni caso, giusto per tranquillizzare tutti gli universitandi presenti, se il vostro corso scelto per comodità non vi piace avete tutta la possibilità di cambiare facoltà entro i primi mesi e passare alle cose più gratificanti.
p.s. Will/sands, dove avete intenzione di fare l'università?
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Originariamente Scritto da EmptÿWords Visualizza MessaggioLa scelta della facoltà che ti piace di più studiare mi sembrerebbe quella obbligatoria, visto che non augurerei a nessuno di farsi dai 3 agli x anni di università rompendosi i neuroni su cose che non piacciono solo perché la società ti dice che così troverai lavoro, per poi magari ritrovarti a 35 anni con tutti i rimpianti di aver sprecato la propria giovinezza a studiare cose che non ti danno soddisfazione.
In ogni caso, giusto per tranquillizzare tutti gli universitandi presenti, se il vostro corso scelto per comodità non vi piace avete tutta la possibilità di cambiare facoltà entro i primi mesi e passare alle cose più gratificanti.
p.s. Will/sands, dove avete intenzione di fare l'università?
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Considerando che le lauree attualmente sul mercato del lavoro valgono più o meno lo stesso (= carta straccia), e che, a meno di spendere l'iradiddio per laurearti in un'università privata tipo la Bocconi, una laurea in economia NON ti dà più possibilità di lavorare di una in psicologia, non ti resta che valutare quale delle due facoltà ti dà la preparazione migliore nell'ateneo da te scelto.
La scelta della facoltà che ti piace di più studiare mi sembrerebbe quella obbligatoria, visto che non augurerei a nessuno di farsi dai 3 agli x anni di università rompendosi i neuroni su cose che non piacciono solo perché la società ti dice che così troverai lavoro, per poi magari ritrovarti a 35 anni con tutti i rimpianti di aver sprecato la propria giovinezza a studiare cose che non ti danno soddisfazione.
In ogni caso, giusto per tranquillizzare tutti gli universitandi presenti, se il vostro corso scelto per comodità non vi piace avete tutta la possibilità di cambiare facoltà entro i primi mesi e passare alle cose più gratificanti.
p.s. Will/sands, dove avete intenzione di fare l'università?
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