William Faulkner, L'urlo e il furore, Einaudi, Torino, 1997.
Il libro di Faulkner è un capolavoro della Letteratura americana del '900 e, anzi, della Letteratura mondiale.
Si tratta della storia della "decadenza di una famiglia" (per parafrasare Thomas Mann), vista dalle diverse angolazioni rispondenti a diversi membri della famiglia stessa.
Quasi ogni personaggio è ammantato, nella sua vicenda personale, dalla tragedia.
Il libro è straordinario per la forma. La struttura, innanzitutto. La stessa vicenda è raccontata da diversi punti di vista, a dimostrare quanto la realtà sia differente, a seconda di chi la vive. Solo alla fine, può essere, si capisce che i diversi "attori" narrano la stessa storia. Il linguaggio, inoltre, è senza paragoni efficaci nella Letteratura novecentesca. Potremmo associarlo al "barocco" di un C. E. Gadda ed allo stream of consciouness di J. Joyce. Ma sono raffronti empirici. L'originalità è la marca dominante della struttura e della lingua di questo libro "intraducibile", come lo definì Attilio Bertolucci.
Ho letto L'urlo e il furore in un periodo difficile della mia vita. La mia fidanzata era malata, io temevo di non laurearmi. Poi sono venuti la Laurea, il Dottorato e la carriera universitaria. Ma, tutte le volte che risfoglio il capolavoro di Faulkner, mi ritorna alla mente quell'epoca così quasi irreale della mia vita, ed il gusto dolceamaro di essa.
Tra i tanti romanzi faulkneriani, L'urlo e il furore è, senza insicurezze, il capolavoro assoluto dello scrittore americano.
Franco Farinelli, Geografia. Un'introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, Torino, 2003.
L'opera è un saggio che affronta la scieza della geografia da un punto di vista filosofico.
Divisa in 98 agili capitoletti di due pagine ciascuno, ci porta attraverso concenzioni filosofico-geografiche dello spazio, del tempo, della terra e della cartografia, tra le altre cose.
E' un saggio delizioso, per palati raffinati. Alle volte è criptico e non si capisce bene che cosa voglia dire la mente illuminata dell'Autore (un luminare nel campo della filosofia della geografia).
Al termine della lettura due sono le sensazioni che rimangono nella mente del lettore. Un appagamento segreto se si è riusciti a seguire le trame del discorso, ed una malcelata impressione che ci dice questa verità: se non avessimo letto questo libro, probabilmente, nulla di decisivo sarebbe cambiato, nella nostra vita quotidiana.
Il libro di Faulkner è un capolavoro della Letteratura americana del '900 e, anzi, della Letteratura mondiale.
Si tratta della storia della "decadenza di una famiglia" (per parafrasare Thomas Mann), vista dalle diverse angolazioni rispondenti a diversi membri della famiglia stessa.
Quasi ogni personaggio è ammantato, nella sua vicenda personale, dalla tragedia.
Il libro è straordinario per la forma. La struttura, innanzitutto. La stessa vicenda è raccontata da diversi punti di vista, a dimostrare quanto la realtà sia differente, a seconda di chi la vive. Solo alla fine, può essere, si capisce che i diversi "attori" narrano la stessa storia. Il linguaggio, inoltre, è senza paragoni efficaci nella Letteratura novecentesca. Potremmo associarlo al "barocco" di un C. E. Gadda ed allo stream of consciouness di J. Joyce. Ma sono raffronti empirici. L'originalità è la marca dominante della struttura e della lingua di questo libro "intraducibile", come lo definì Attilio Bertolucci.
Ho letto L'urlo e il furore in un periodo difficile della mia vita. La mia fidanzata era malata, io temevo di non laurearmi. Poi sono venuti la Laurea, il Dottorato e la carriera universitaria. Ma, tutte le volte che risfoglio il capolavoro di Faulkner, mi ritorna alla mente quell'epoca così quasi irreale della mia vita, ed il gusto dolceamaro di essa.
Tra i tanti romanzi faulkneriani, L'urlo e il furore è, senza insicurezze, il capolavoro assoluto dello scrittore americano.
Franco Farinelli, Geografia. Un'introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, Torino, 2003.
L'opera è un saggio che affronta la scieza della geografia da un punto di vista filosofico.
Divisa in 98 agili capitoletti di due pagine ciascuno, ci porta attraverso concenzioni filosofico-geografiche dello spazio, del tempo, della terra e della cartografia, tra le altre cose.
E' un saggio delizioso, per palati raffinati. Alle volte è criptico e non si capisce bene che cosa voglia dire la mente illuminata dell'Autore (un luminare nel campo della filosofia della geografia).
Al termine della lettura due sono le sensazioni che rimangono nella mente del lettore. Un appagamento segreto se si è riusciti a seguire le trame del discorso, ed una malcelata impressione che ci dice questa verità: se non avessimo letto questo libro, probabilmente, nulla di decisivo sarebbe cambiato, nella nostra vita quotidiana.