Elogio della semplicità

[Ieyasu]

E' da qualche giorno che ho ripreso in mano Uì Play. Compilation piuttosto ignobile, composta da giochini che non giustificano il prezzo sborsato (e dire che l'ho presa gratis col secondo Uìmote ). Ma con una significativa eccezione. Mi riferisco alla mini guerra dei carri armati. Una cosetta semplice semplice: ti muovi, spari cannonate, lasci sul terreno qualche mina. E ovviamente distruggi i carri avversari. Stop. Corredata da grafica semplice ma gradevole e quella geniale musichetta da farsa militaresca. Meccaniche di gioco talmente intuitive che chiunque potrebbe prender in mano il telecomando e iniziare la battaglia.
Ma tale formula, che invero avremmo potuto trovare anche venti anni fa, con l'ausilio del nuovo controller si rinnova in una sfida capace di coinvolgere anche i più avvezzi al videoludo. La facilità delle azioni da compiere è infatti accompagnata da un crescendo di tanks nemici sempre più bastardi nel proseguio dei livelli, i cui colpi vanno a segno perfino a seguito di un complicato gioco di sponde, con buona pace di chi si sentiva al riparo dietro ad un muro. Perdere vite si rivela molto più facile del previsto, anche perché un singolo colpo subito si rivela fatale, vecchio retaggio ma efficace quanto non mai. E se il gioco ti prende ti ritrovi in una tempesta di proiettili direzionati col uìmote, alla ricerca delle sponde più improbabili.
Se per Nintendo è proprio necessario "menarla" con la storia dei titoli rivolti a tutti, piuttosto che proporre a tal scopo giochi dal livello di difficoltà inesistente, la mini guerra è per me metafora di cosa dovrebbe essere questa tanto decantata linea dedita ai non-gamer: meccaniche di facile comprensione, ma con risvolti capaci di soddisfare anche i palati più fini. Perché quello che sembra solo un giochino è capace di coinvolgere. Peccato che in Uì Play, per un capitolo di tale fattura, ve ne siano altri otto più o meno infimi, ma non si può aver tutto