Se una manciata di anni fa mi avessero detto che la battaglia per la supremazia nel campo delle console si sarebbe svolta a colpi di FPS, probabilmente sarei andato a prendere i mitici sali di Zio Paperone per far riprendere lucidità al mio stralunato e ipotetico interlocutore. Certo, qualche avvisaglia si era avuta con l'arrivo di Halo sulla prima Xbox, ma d'altro canto era la “console americana con sparatutto” che si affacciava ad un mercato apparentemente saturo e indirizzato a ben altri generi.
Ma i numeri sono numeri, soprattutto quando si parla di industrie e enormi quantità di danaro. Già il fatto che Sony avesse spinto pesantemente il primo Killzone su PlayStation 2 aveva fatto capire che qualche cosa si stava muovendo. Oggi ci troviamo in una nuova generazione di console e ormai è chiaro che una delle fette più grandi della ”torta” si gioca in punta di fucile, Con Halo ormai giunto al quinto capitolo della serie regolare e un Killzone II capace di far spendere a Sony una cifra spropositata per contrastare Microsoft, gloria su tutti i fronti anche per le terze parti, dove saghe del calibro di Battlefield e Call Of Duty regnano nelle classifiche di vendita.
Eppure le console non sembravano proprio il miglior territorio di conquista per gli FPS, un po' per l'inelasticità hardware e soprattutto per l'utilizzo dei famigerati gamepad, tanto comodi nei giochi d'azione o sportivi quanto limitati difronte alla classica accoppiata “mouse e tastiera”. Invece eccoci qui, figli di una rivoluzione ludica dove ottimi servizi di gioco online hanno donato anche ai giocatori di PlayStation e compagnia bella la possibilità di incessanti sfide all'ultima pallottola, dove ognuno può trovare un titolo capace di incanalare il suo stile di gioco. Persino il Nintendo Wii, patria del gioco “alternativo”, ha voluto i suoi FPS, un po' sfruttando l'ottimo brand di Metroid, un po' affidandosi a nuovi concept come The Conduit.
Non c'è Lara Croft o Super Mario che tengano, siamo persino arrivati a movimenti in stile “calciomercato” dove programmatori o interi team di sviluppo si spostano da una software house all'altra a suon di dollari fumanti. Server sempre pieni (a patto che siano dedicati...) e proliferare di clan e classifiche. Hype che sale a mille per i titoli più attesi, al punto che per giocare la beta del futuro passatempo si è disposti a comprare un altro gioco, vedi l'anteprima di Halo Reach disponibile per gli acquirenti di Halo: ODST.
Ed è proprio Reach a smuovere il curo di milioni di appassionati, senza però scordare il futuro di serie come Medal of Honor e, logicamente, Call of Duty, più che mai in bilico tra le fughe degli ex Infinity Ward da Activision e belle speranze del mai troppo amato team Treyarch. All'orizzonte il futuro degli “esuli” adesso sotto l'ala di Electronic Arts col nome di Respawn e Bungie, passata da Microsoft ad Activision. Senza dimenticare, sarebbe un vero delitto, altri progetti più o meno importanti come The Conduit 2 e Singularity.
Siamo diventati davvero un popolo di giocatori in punta di fucile?
Ma i numeri sono numeri, soprattutto quando si parla di industrie e enormi quantità di danaro. Già il fatto che Sony avesse spinto pesantemente il primo Killzone su PlayStation 2 aveva fatto capire che qualche cosa si stava muovendo. Oggi ci troviamo in una nuova generazione di console e ormai è chiaro che una delle fette più grandi della ”torta” si gioca in punta di fucile, Con Halo ormai giunto al quinto capitolo della serie regolare e un Killzone II capace di far spendere a Sony una cifra spropositata per contrastare Microsoft, gloria su tutti i fronti anche per le terze parti, dove saghe del calibro di Battlefield e Call Of Duty regnano nelle classifiche di vendita.
Eppure le console non sembravano proprio il miglior territorio di conquista per gli FPS, un po' per l'inelasticità hardware e soprattutto per l'utilizzo dei famigerati gamepad, tanto comodi nei giochi d'azione o sportivi quanto limitati difronte alla classica accoppiata “mouse e tastiera”. Invece eccoci qui, figli di una rivoluzione ludica dove ottimi servizi di gioco online hanno donato anche ai giocatori di PlayStation e compagnia bella la possibilità di incessanti sfide all'ultima pallottola, dove ognuno può trovare un titolo capace di incanalare il suo stile di gioco. Persino il Nintendo Wii, patria del gioco “alternativo”, ha voluto i suoi FPS, un po' sfruttando l'ottimo brand di Metroid, un po' affidandosi a nuovi concept come The Conduit.
Non c'è Lara Croft o Super Mario che tengano, siamo persino arrivati a movimenti in stile “calciomercato” dove programmatori o interi team di sviluppo si spostano da una software house all'altra a suon di dollari fumanti. Server sempre pieni (a patto che siano dedicati...) e proliferare di clan e classifiche. Hype che sale a mille per i titoli più attesi, al punto che per giocare la beta del futuro passatempo si è disposti a comprare un altro gioco, vedi l'anteprima di Halo Reach disponibile per gli acquirenti di Halo: ODST.
Ed è proprio Reach a smuovere il curo di milioni di appassionati, senza però scordare il futuro di serie come Medal of Honor e, logicamente, Call of Duty, più che mai in bilico tra le fughe degli ex Infinity Ward da Activision e belle speranze del mai troppo amato team Treyarch. All'orizzonte il futuro degli “esuli” adesso sotto l'ala di Electronic Arts col nome di Respawn e Bungie, passata da Microsoft ad Activision. Senza dimenticare, sarebbe un vero delitto, altri progetti più o meno importanti come The Conduit 2 e Singularity.
Siamo diventati davvero un popolo di giocatori in punta di fucile?
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