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Articolo interessante e scritto molto bene, si legge in una maniera scorrevole da morire! E per una volta tanto i videogiochi non sono al centro di polemiche, ma di avvenimenti positivi!
Fosse per me... proporrei i videogiochi come facoltà o materia in tutte le scuole! I videogiochi possono insegnare molto di più di tanti libri "stantii" e statici! Sono meno noiosi e divertono, anche!
QUANDO QUESTO GOVERNO DI TOSSICI CADRA' LE SARDINE SPARIRANNO!
Ci sono i teorici che dicono che bere acqua radioattiva, magari contaminata direttamente dallo scarico di una centrale nucleare, fa bene... ci sono teorici che dicono che gli OGM non solo non sono dannosi ma sono addirittura la salvezza dell'umanità e...
... ci sono teorici che dicono che i videogame (ovviamente quelli violenti) fanno addirittura BENE perché negli incubi ci trasformiamo da vittime in carnefici!!!
Non oso immaginare cosa passa nella testa di quelli che hanno apprezzato questo articolo (per non parlare poi di quello che lo ha scritto)
Tra tanti articoli pseudo-giornalistici e servizi televisivi (studioaperto, announo) che cercano un nemico, un "mostro" per far notizia, è bello leggere un articolo serio e documentato sull'argomento! Complimenti a chi lo ha scritto !!!
Ci sono i teorici che dicono che bere acqua radioattiva, magari contaminata direttamente dallo scarico di una centrale nucleare, fa bene... ci sono teorici che dicono che gli OGM non solo non sono dannosi ma sono addirittura la salvezza dell'umanità e...
... ci sono teorici che dicono che i videogame (ovviamente quelli violenti) fanno addirittura BENE perché negli incubi ci trasformiamo da vittime in carnefici!!!
Non oso immaginare cosa passa nella testa di quelli che hanno apprezzato questo articolo (per non parlare poi di quello che lo ha scritto)
Secondo me dovresti leggere l'articolo evitando di saltare paragrafi a casaccio visto che non c'è scritto che i videogiochi violenti fanno bene. Si parla di Action Games, ma capisco che intuirne le differenze non è da tutti. Ad ogni modo benvenuto eh .
Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo.
Secondo me dovresti leggere l'articolo evitando di saltare paragrafi a casaccio visto che non c'è scritto che i videogiochi violenti fanno bene. Si parla di Action Games, ma capisco che intuirne le differenze non è da tutti. Ad ogni modo benvenuto eh .
Cito testualmente dall'articolo: "Molti dei soggetti monitorati hanno raccontato che spesso, negli incubi, riescono ad invertire lo scopo del sogno arrivando addirittura a capovolgere i ruoli, assumendo quello di “entità che minaccia”. I giocatori, negli incubi non fuggono, piantano i piedi per terra e iniziano a ***menare come maniscalchi***"
Che ci sia una differenza che a me sfugge tra il "menare come maniscalchi" in stile "action" ed in stile "violento"? Vabbé, ci sarà pure, ammetto la mia ignoranza in materia, non essendo (come si sarà capito) precisamente un tifoso dell'action, tuttavia non posso fare a meno di notare come quest'articolo, sebbene titolato come "Verità" assoluta, in perfetto stile Tiscali, può essere paragonato ad un rigoroso e serio studio scientifico come il cartone animato di "Pollon" al Politéia (La Repubblica) di Platone.
In ogni caso, grazie per il Benvenuto. :-)
Allora, nel tuo primo commento dici: "... ci sono teorici che dicono che i videogame (ovviamente quelli violenti) fanno addirittura BENE perché negli incubi ci trasformiamo da vittime in carnefici!!!"
In primis noto con piacere che non viene mai il vizietto di modificare quanto scritto dalle persone per porre la situazione a proprio vantaggio.
Nel paragrafo dedicato alla ricerca canadese non viene mai detto, e ti prego di rileggerlo a questo punto, che si parla di giochi violenti. La ricerca, COME TUTTO L'ARTICOLO, si concentra sul fatto che i videogame offrono delle MECCANICHE insite nel loro essere opere interattive nuove utili a certe ricerche. Tornando in Canada, si parla di "entità che minaccia". In un incubo dove si scappa dall'esattore delle tasse, l'entità che minaccia non è certo violenta o un carnefice. Inoltre, sempre perché decontestualizzare è facile e comodo, se vuoi riportare una frase riportala almeno per intero visto che quando ti concentri sul fattore "maniscalco" (scelta figurativa fatta per sdrammatizzare quella parte dell'articolo) dimentichi di riportare l'ultimo pezzo:
"[..]oppure, operando al di fuori del contesto (in sostanza passando da una visuale in prima persona ad una in terza) apportano delle sostanziali modifiche all'incubo rendendolo divertente."
Il pezzo, ad ogni modo, inizia ponendosi la domanda: vale ancora la pena discutere su i giochi fanno bene o male?
Nota come in questa domanda si prendono in considerazione i giochi, TUTTI, non "ovviamente quelli violenti" -altra parcella inserito a tuo uso e consumo- e che la domanda stessa esclude l'importanza di un dibattito come quello che stai inutilmente cercando di sollevare concentrandoti su una frase a te comoda. Comoda solo dopo averla decontestualizzata, modificata, tagliata e aver evidenziato tre parole. Lasciando perdere poi che più avanti nell'articolo viene ripetuto più volte che ci si sta concentrando sul DNA del medium videoludico, su quello che lo rende uno STRUMENTO indipendentemente dai contenuti. Ad esempio:
"Ecco quindi che il videogioco non influisce sulle persone per quello che trasmette, ma per quello che è: un mezzo, uno strumento da sfruttare in determinate situazioni"
"abbiamo visto come il videogioco possa essere studiato per i suoi effetti su molteplici aspetti della vita; andando oltre abbiamo avuto un esempio del passaggio di tali ricerche all'atto pratico, tramutando il medium in uno strumento grazie al suo DNA diverso da tutto il resto."
"“Già Paracelso ai tempi dei Greci aveva detto che il veleno non è la sostanza ma la dose e questo è vero anche adesso. Questo è un messaggio importante da far passare, c'è questa idea che esista lo strumento buono e lo strumento cattivo, invece a contare è l'utilizzo che se ne fa”"
"Abbiamo visto come la scienza nel momento in cui ha ignorato il contenuto delle opere videoludiche, lasciando i dibattiti ai Lombroso del momento, per concentrarsi sulle sua caratteristiche morfologiche ha acceso la luce su un mondo di nuove teorie, studi, domande e possibili risposte."
A rendere ancora più ridicola la tua arrampicata sugli specchi ci sono i seguenti due paragrafi che si concentrano su Serious Game e sulla ricerca patavina (che a questo punto ho il sospetto tu non abbia nemmeno letto) in cui il videogioco violento non viene citato nemmeno per sbaglio in un codice massonico all'interno di qualche riga, figuriamoci quindi una sua eventuale apologia.
Infine, l'ultima stoccata sul fattore "Verità" assoluta fa la stessa figura di quei personaggi dei cartoni animati che prendono la rincorsa per sfondare una porta ma all'ultimo scoprono che è aperta e piombano muso a terra, visto che più volte nell'articolo si parla di DISCUSSIONE e non di TESI, visto che il pezzo ruota intorno alla presentazione di una serie di ricerche, nello specifico quella per la dislessia, visto la parte finale stessa: "Senza contare che un media capace di mutare con tale velocità come il videogioco rinnova costantemente il suo modo di essere e, di conseguenza, quello di porsi come strumento, aprendo continuamente nuove strade. giunto il momento, forse, di lasciare che sia il tempo a decretare se GTA è un pericolo per le generazioni future e di usare energie di solito perse nel tentativo di decidere se il videogioco è giusto o sbagliato per concentrarsi su una realtà davvero oggettiva: ha infinite potenzialità."
Mette in chiaro che non si tratta di una difesa dei giochi violenti, o dei giochi tout-court, perché all'autore dell'articolo, che sarei io, gliene frega meno di mezzo nichelino imbracciare lo scudo del crociato in difesa dei giochi violenti.
Infine, quel "stile Tiscali" ti vede scivolare su una buccia di banana. Non lavoro per tiscali e l'articolo è stato scritto in completo isolamento da quelle che sono le scelte redazionali del sito dove poi è stato pubblicato. Non dimenticare mai che non sei l'unico che può sentirsi forte arrotando sulla lingua Platone e la Repubblica.
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