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Recensione Le Tour de France 2016 (PS4)
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Il giudizio personale purtroppo è influenzato da quanto piaccia la specifica disciplina. Non sono d'accordo sul fatto che sia adatto a tutti i gamers. Anche io riconosco che sia ben fatto ma se il voto fosse 8 o 9, molti sarebbero tentati di prenderlo e si troverebbero spiazzati e delusi.Piutost che gnent l'è mei piutost
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Tour de France 2016 è un gran bel gioco. Da appassionato di ciclismo e compratore annuale di Pro Cycling Manager, lo trovo più simulativo rispetto al tanto osannato manageriale. Non solo, non c'è proprio paragone per quanto riguarda la gestione della corsa: la componente tattica è presente in ogni momento (qui puoi decidere quanto e quando tirare, come stare a ruota e gestire gli sprint) e non ci si annoia disputando la tappa intera (un must per gli amanti della disciplina, assente fino a qualche edizione fa). La scala 1:5 è perfetta e dà al giocatore il tempo di concentrarsi sulla strategia. PCM ha tutte le corse, ma essendo costruito su percorsi 1:10 risulta decisamente più casuale (basta un click in ritardo e addio maglia gialla, in TDF2016 non sarà certo il secondo di esitazione a farvi perdere la corsa a tappe). Il grande pregio di questo gioco è che la componente arcade valorizza la simulazione (con la quale convive alla perfezione, provare per credere). Guardando al futuro, spaventa l'editor limitato: quest'anno le squadre hanno tutte la licenza e bastano quaranta minuti per modificare i nomi e avere tutto come si deve. Il paradosso è che la critica attribuisce a questo gioco limiti e difetti che non esistono (e che l'appassionato di ciclismo non vede o non considera tali). Purtroppo la scarsa passione per la disciplina fa la differenza. Con Tour de France 2016 non siamo molto lontani dal gioco di ciclismo che abbiamo sempre sognato. Rimane il rammarico per le gare: se al posto dell'edizione 2015 del Tour ci fosse il Giro, e al posto del Delfinato ci fossero 7-8 classiche, sarebbe la simulazione di ciclismo definitiva (la migliore di sempre lo è già a mani basse). Diverte e tortura: una volta provato Tour de France 2016, l'appassionato (specie se reduce da PCM) vorrebbe disputare la Sanremo, la Roubaix, la Liegi e compagnia. Peccato non sia possibile. Vale anche per la longevità: se dovessi scegliere, preferirei disputare infinite volte le classiche, piuttosto che ripetere il Delfinato e compagnia.
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