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Recensione PS2 - Project Zero 2: Crimson Butterfly
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Fra gli elementi che contribuiscono a creare un'atmosfera di ansia e terrore sempre crescente, aggiugerei anche l'uso magistrale che è stato fatto della vibrazione. Possiedo diversi titoli del genere "survival horror", ma mai come in "Project Zero 2" (neanche nel 1° e nel 3°), questo strumento viene usato in modo così artistico, calibrato in maniera da infondere un climax di paura: dai lievi colpetti che suggeriscono quasi il battito del cuore, e che annunciano l'arrivo di uno spettro ancora abbastanza lontano da permetterci di prepararci spiritualmente (ma sarà innocuo o vendicaticativo? Chissà?), fino ai forti tremori durante certi colpi di scena inaspettati... passando ovviamente attraverso adeguate vie di mezzo.
E poi, per quanto concordi sul fatto che i creatori di PZ2 abbiano puntato su un impatto cinematografico e coinvolgente a livello emozionale, più che su una vera abilità di gioco... trovo che le varie sfide con i fantasmi non siano così facili da vincere. Forse proprio perchè il gioco punta sull'emotività del giocatore/spettatore, sfide che con un animo più leggero potrebbero rivelarsi facili, diventano a volte quasi (dico quasi) insormontabili. Bisogna poi tener conto che la protagonista è dotata di un corpo materiale, e che la lotta avviene spesso in ambienti ristretti che limitano il suo movimento (già legnoso di per sé), mentre i fantasmi, che di natura sono creature incorporee, hanno il vantaggio di spuntare da crepe nei muri, o da assi dei pavimenti, e di muoversi intorno a Mio a loro piacimento... volteggiando in aria, strisciando e serpeggiando veloci, incrociandosi abilmente fra di loro... Per il giocatore, già in panico, sarà molto difficile concentrarsi sullo "scatto fatale", tanto più che spesso, per non venire afferrato, si deve allontanare alla svelta dai suoi predatori, e si ritrova a inciampare in qualche cassa di legno o in un paravento che malauguratamente si frappone sul suo cammino, o peggio si ritrova incassato in uno stretto corridoio, e mentre cerca di prendere uno spettro nell'obiettivo, viene a sua volta preso da un altro fantasma che lo sorprende da dietro. Insomma, per vincere ci vuole abilità e sangue freddo, nonchè un saggio uso delle pellicole più potenti, che durante il gioco vengono distribuite in numero limitato.
Pur riconoscendone i vari difetti, trovo che questo capitolo di Fatal Frame sia il migliore dei tre.
Ho trovato molto affascinante l'ambientazione, articolata in un intero villaggio con case su vari piani, scale, stanzini segreti e pertugi, sotterranei e soffitte, e con i suoi colori, che pur essendo cupi, hanno tutti una tonalità calda (a richiamare la farfalla purpurea) che a volte ti illude di essere momentaneamente al sicuro: sfinito dallo scontro con l'ultimo fantasma, pur di rimandare il prossimo vorresti indulgere nella lettura di qualche documento o vecchio libro, e te ne stai lì a contemplare i particolari di qualche stanza... bellissimi scaffali pieni di bambole artistiche, giochi di luce che si rimandano da una stanza all'altra, o i volteggi di quelle vivide farfalline intorno alle pietre del villaggio. Persino certi fantasmi ostili non sono privi di poesia e di fascino: come l'annegata, nel momento in cui, sconfitta, s'immerge aggraziata nel lago da cui è venuta; o la bambina dal kimono rosso e dai bellissimi lineamenti, condannata per l'eternità a uscire dal suo nascondiglio per cercare il fratello perduto.
Persino la trama, che col senno di poi è abbastanza banalotta, durante il gioco ti prende e t'incanta, fino al colpo di scena finale: per tutto il viaggio sei convinto che la vittima del rituale sarà una delle due gemelle, mentre negli ultimi capitoli capisci che lo schema s'inverte in una svolta imprevista.
A mio parere "Project Zero 2" è un vero capolavoro!
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