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  • #16
    a me non me ne frega un accidente degli studi sulla violenza, non c'è bisogno di un tutore per usare il buon senso e l'istinto, per capire che se fai vedere a tuo figlio di 9 anni un film porno sei un delinquente, che a un bimbo di 5 anni se gli mostri Alien puo' avere gli incubi, che a volte devi avere la prontezza di cambiare canale Tv, che se gli urli o lo meni impara ad usare gli stessi metodi per ottenere le cose. Il problema è che con la scusa dell'assenza di divieti molti genitori (che, ripeto, son loro a doverne usufruire, non i ragazzini ..) se ne fregano e continueranno a fregarsene, cosa che comunque continuerebbero a fare disinvoltamente anche in presenza degli stessi, dato che il "liberismo" di molti di essi in realtà ha una traduzione molto più elementare: menefreghismo. Vuoi che tuo figlio giochi e guardi quello che gli pare fregandotene bellamente di verificare cosa c'è nella scatola ? E qual è il problema. Vai e compri il gioco, mica ti vengono a perquisire la casa. Però la responsabilità è Tua, e non di qualche vaga entità che non ti aveva avvertito. Se poi vogliamo prenderci in giro sostenendo che il motivo di questa sentenza sia davvero la difesa della "libertà di espressione", beh, ok, il mondo è bello anche perchè è vario ..
    Senza musica la vita sarebbe un errore
    Friedrich Nietzsche

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    • #17
      Ma scusa Axxell la legge che è stata abolita diceva che un negoziante trovato a vendere giochi vietati ai minori di 18 anni ad un minore, veniva multato di 1000 dollari. Una legge del genere è inutile, prima che ingiusta. Inutile perché basta che il ragazzino si fa comprare il gioco dall'amico maggiorenne, o lo compra online e il gioco è fatto. Il tuo discorso è vero, ma la legge non serve per controllare il pensiero della gente, la legge serve per far sì che la gente viva nel rispetto dei diritti altrui. Dire che senza la legge la gente se ne frega, vuol dire che tu vuoi usare la legge per controllare la percezione delle persone sull'importanza o meno di una cosa. Ma questo è sbagliato, si possono fare campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione per questo.
      Uno studio che supporti la tesi è fondamentale, perché impedire ad una parte dell'utenza di poter accedere a determinati giochi sulla base del "buon senso e istinto" di altri uomini è una forma di censura ingiustificata. E se domani il PEGI diventasse legge anche in Italia, e a dare il rating ci fa una persona bigotta, la quale vede violenza anche in supermario che uccide tartarughe e funghetti, ti ritroveresti con un divieto di vendita ai minori di 18 anni di un gioco come super mario, che ha cresciuto intere generazioni senza creare traumi.
      Quello che dico io è che lasciare il potere di decisione sulla censura alla soggettività di una persona è sempre sbagliato. E questo è ciò che questa sentenza dice.
      Poi il resto è tutto nelle mani dei genitori e delle istituzioni che devono sensibilizzarli sull'importanza dei controlli sui contenuti a cui far accedere i propri figli. Per questo trovo molto più giusto ed efficace un partental control che un pegi.

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      • #18
        scusa Sam, ma come si fa a parlare di "censura", mica stanno vietando la vendita. Io non voglio nemmeno entrare nel dettaglio di "quali" siano i titoli vietabili o no, è chiaro che ci vorrebbe un esame attento e da parte di persone competenti e "laiche" per stabilire cosa possa essere vietato e cosa sconsigliato, pero' non riesco a capire perchè questa cosa possa essere fatta, ad esempio, per il cinema, con risultati tutto sommato accettabili, mentre nei videogiochi si debba paventare l'ipotesi di "bigottismo" o di "censura" quando, come nello stesso esempio ci sono contenuti PALESEMENTE non adatti a bambini (non pensare solo ai 12, 15 anni ..). E' ovvio che il legislatore (o la Commissione incaricata, mica una "persona") dovrebbero stare attenti a questo aspetto .. del resto, come non pensare che l'errore semmai, quando ci fosse, arriverebbe per "difetto" di prudenza e non il contrario, data l'intenzione espressa anche in sentenze come questa ? Pero' quello che discuto io è il principio. E' il fatto che ci sia una profonda ignoranza verso il mondo dei videogiochi, e questa sentenza lo conferma miseramente, oltremodo, paragonando aglio con cipolle, specialmente da parte degli adulti "genitori", che da un lato sanno benissimo da sè quali contenuti, su altri media, non è consentito far vedere ad un bambino, dall'altro, in mancanza di una esplicita riprovazione da parte del contesto sociale, che è spesso, purtroppo, l'unica guida a cui tanti si rifanno nei loro comportamenti (es. il porno perchè "gli altri" lo considerano riprovevole ..), a dimostrazione di cio', i giustamente citati Simpson o South Park, che restano disinvoltamente a disposizione anche dei più piccoli solo perchè percepiti (dai grandi) come "cartoni animati", pensa te la grande efficacia dei vari "bollino rosso", concettualmente equivalenti al Pegi, per questi scenziati di genitori (e sia chiaro che parlo di "adeguatezza" di contenuti, non di aspetti vacuamente "morali" ..).
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        Friedrich Nietzsche

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        • #19
          Axxell lo sai qual è la mia paura? La mia paura è che associazioni tipo il Moige facciano sì che i bambini crescano con i minipony in testa. Non che sia sbagliato, il problema è l'estremismo, così come l'estrema violenza fa male anche l'estremo opposto. E associazioni come il Moige appunto sono un cancro. Io mi ricordo da bambino che mi ritrovavo a vedere i cartoni animati giapponesi totalmente censurati, anche in parti dove da censurare non c'era nulla. Per questo dico che mettere in mano a persone il potere di decidere cosa un bambino possa vedere o non vedere, invece che farlo decidere al genitore è sbagliato.
          Se tutti gli sforzi fatti nei divieti fossero fatti nell'informazione, non ce ne sarebbe bisogno perché un genitore saprebbe come impostare il parental control sul decoder o sulla console, e potrebbe decidere se un titolo è adatto o no al proprio figlio. Ma, invece, si cerca sempre di tenere la gente ignorante e di imporgli scelte dall'alto, è più facile.
          A parlare di censura non sono io, ma chi ha tirato fuori la sentenza, e non è sbagliato, perché se rendi irraggiungibile ad una persona un contenuto, quella è censura, poi ok, non lo vieti a tutti.
          Il cinema a un problema diverso dai videogiochi, è più difficile per un genitore controllare se il proprio figlio va a vedere un film di Rodriguez o lilli e il vagabondo, non c'è parental control. Tra l'altro ci sono film vietati ai minori di 18 che non meriterebbero nemmeno il vietato ai minori di 14..

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