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E se la scelta è boicottare chi per me lavora male o fregarsene preferisco boicottare.
In italiano non esistono 2 case editrici, ne esistono ben più di 1, se qualcosa non ci soddisfa non abbiamo altro che da tagliare qualcosa di loro e lamentarci, magari qualcosa continueremo comunque a comprare ma se tutti dimezzassero la spesa dicendo "le vostre edizioni non mi soddisfano" sapete quanto ci metterebbero a tornare sui loro passi?
2 millesimi di secondo?
E su questo ragionamento io sarei perfettamente d'accordo , se nel numero dei fumetti da boicottare non rientrassero i titoli migliori della casa editrice.
Mi spiego meglio: mettersi le mani nei capelli perchè una casa editrice ha deciso di importare uno dei prodotti migliori in circolazione in questo momento in Giappone vuol dire boicottare prima di tutto se stessi come lettori, perchè un altro dei nostri grandi problemi era fino a poco tempo fa (ed è tuttora a mio avviso anche se in misura minore) il fatto che in Italia proprio NON li importavano i prodotti migliori.
Ovvio che non sto dicendo di comprare tutte le schifezze che buttano in commercio Panini, Star Comics e quant'altri. Non l'ho mai detto e non l'ho mai voluto dire; il boicottaggio è cosa buona e giusta nei confronti di prodotti che effettivamente lo meritano.
Ma boicottare un titolo ottimo, che noi in realtà vorremmo FORTEMENTE importato in Italia, anche se lo vorremmo adattato in modo perfetto (cosa che obiettivamente ora in penisola è del tutto impossibile, e neanche questo ho mai messo in dubbio) a mio avviso è proprio la peggiore delle scelte per cercare di migliorare la situazione, o comunque di dare un imput di un certo tipo in quanto richiesta nei confronti dell'offerta.
Io compro pochissimi fumetti. Non sto arricchendo particolarmente le tasche di nessuno, perchè nessuna casa editrice italiana ancora lo merita.
Preferisco buttare i miei soldi negli artbook originali che nelle mediamente pessime edizioni italiane. Ma i fumetti più validi che riescono a tirar fuori dal cilindro li acquisto, per comunicare il segnale in quanto pubblico che al meno una cosa giusta l'hanno azzeccata: la scelta del prodotto.
Su adattamento e confezone c'è ancora tanto da lavorare, ma visto che in questi ultimi anni seppur a rilento ed a saltelli si è mostrato qualche segno di encefalogrmma non del tutto piatto da parte delle case editrici, penso che l'unico modo per propiziare la guarigione dal coma sia sottolineare ciò che di corretto riescono a fare indirizzando la nostra grana sulle loro migliori scelte.
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