secondo voi oggi degli anime semplici come db hanno possibilità di fare grande successo o solo storie intricate hanno la possibilità? e se voi foste dei mangaka che tipo di storia scrivereste?
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storie semplici e complesse
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Io personalmente apprezzo molto di più le trame complesse e intriganti a quelle banalotte tipiche di alcuni anime. Tuttavia c'è anche da dire che una trama semplice può essere facilmente capita da chiunque e quindi permette la visione ad una fascia di pubblico più ampia (ad esempio i bambini potrebbero essere un po' scoraggiati da una trama intricata come quella di Death Note mentre con una più semplice stile Dragonball non hanno alcun problema).
Se fossi un mangaka penso proprio che me ne fregherei altamente dei bambini e realizzerei solo anime con storie complesse ed intriganti, come piacciono a me.
p.s. Bel topicSto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)
sigpic
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Quoto Lorenzo!
Un opera non si giudica dalla complessità! Ma dal suo contenuto! Semplice o intricato che sia!sigpic
La mia FF (con riassunto) http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=75487
Altre mie FF http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...42#post1433042
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Essenzialmente dipende dal genere e dal carattere di un prodotto.
Shounen -> tipicamente si punta a strutturare trame accessibili a chiunque, essendo un genere nato prevalentemente per un pubblico di basso/medio-basso target d'età, ergo di facile comprensione.
Com'è giusto sia, in ogni dove ci sono le dovute eccezioni per ogni genere: FMA, ad esempio, per gli shounen.
Seinen -> qui il discorso è differente, in quanto il prodotto è indirizzato ad un pubblico di norma "maturo", in grado di cogliere il senso dell'opera e non soltanto l'esplicitazione palese dei mezzi con cui viene esso trasmesso (cosa che non avviene necessariamente tramite un intreccio continuo di eventi, come succede in Death Note (benchè sia giudicato uno Shounen), ma anche con una trama lineare (vedi Paranoia Agent)), e dove quindi una trama elaborata non rappresenti un problema.
Se dovessi fare il mangaka, con altissime probabilità, punterei a realizzare un'opera seinen, molto probabilmente con riferimenti ad Evangelion e altre grandi opere di questo genere. Per l'elaborazione della trama, infine, non punterei a raggiungere livelli di comprensione che sfiorino l'assurdo (come molto spesso avviene nell'opera di Ohba), né tantomeno un qualcosa di troppo accessibile (si rischierebbe col finire nel banale), ma semplicemente lascerei che tale fattore passi in secondo piano e si sviluppi sulla scia delle iniziali intenzioni.
Dopotutto ciò che conta in un'opera è il significato, non il succedersi degli eventi fine a se stesso.Last edited by Davyl; 23 December 2008, 10:19.
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Allora, tu fai una domanda impossibile da rispondere...
La fama non determina la qualità del prodotto...semplicemente è un valore dettato da più elementi, come la pubblicità che ha, l' ambientazione ed il periodo nel quale viene stampato...
Un esempio banale di quanto venga considerata la trama, lo trovi nella classifica dei manga più venduti nel 2008... se noti, agli ultimi posti ci sono qualche seinen, tutto il resto è shonen e shojo.
Dragonball non è nato in un periodo nel quale non esistevano manga con più trama...anzi, la trama cè sempre stata, in tutte le opere...un esempio? Devilman: è uno shonen(con uno stile di disegno che a me non piace, sinceramente), ci sono combattimenti...ma comunque cè uno studio, cè una trama e tutto condito da riflessioni sulle azioni che gli eroi compiono nell' opera... e questo è un manga antecedente a Dragonball...
Oppure i vari film di Miyazaki...lui è diventato famoso grazie a Nausica del vento, che tutto è, tranne che un opera semplice...
Dragonball non ha dietro un grande studio, non ha una morale forte...è tutto semplice...
La genialità di un opera risiede nell' originalità e nella semplicità con la quale presenta aspetti ben più profondi...
La complessità di un opera purtroppo non è sinonimo di sucesso...un esmpio è in Urasawa, che si, è uno degli autori seinen più riconosciuti, ma che se paragonato al sucesso dei mangaka shonen jump, lui è quasi un autore inesistente...
Quindi come fare sucesso? Con un opera difficile?
No... se si vuole fare sucesso bisogna proporre novità, sapendo di rivolgersi a un gran numero di persone, e quindi, sintetizando, semplificando e proponendo aspetti della vita, sotto forma di ''favole'' semplici...
Bisogna avere una buona idea e semplificarla...cosi si riesce a catturare l maggior numero di persone...
Un altra cosa da fare è anche quella di curare l' ambientazione, lo stile di disegno e i personaggi... non è un caso se tra i primi posti dei manga più venduti risaltino manga che curano questi aspetti...
Quindi, se anche tra un ragionamento e l' altro, cè di mezzo una scazzotata, non può fare altro che bene alla fama dell' opera.
In quanto sceneggiatore, ho voluto crearmi uno stile narrativo personale...
Sono sempre stato dell' idea che un manga deve essere letto da ogni persona, e quindi, deve essere comprensibile a tutti...certo, arricchisco sempre tutto di sfumature che solo chi ha una certa cultura riesce a cogliere, ma questo non intralcia lo scorrimento della trama...
Parto sempre con un idea paradossale...che solitamente è anche sinonimo di originale...poi, creo l' inizio, e inizio ad immaginarmi un intreccio per il finale(che è sempre la prima cosa che penso dell' opera)...una volta cosi, riesco a scandire poco a poco gli elementi che sveleranno poco a poco la trama...
Cerco sempre di immedesimarmi nel lettore, e di immaginare che lui leggendo pensi:''ora farà quello'', quindi inserisco elementi necessari per farglielo credere...poi il colpo di scena è semplice, ma efficace in quanto il lettore era stato portato su un pensiero diverso...
Un altra cosa che curo è l' ambientazione ed i personaggi...Cerco di inserirne tanti, ed ognuno con una caratteristica che lo renda unico...solitamente i protagonisti nelle mie storie sono 2, e sono sempre in conflitto di personalità...questo per rendere più imprevedibili e interessanti i dialoghi, e perchè rende meno omogeneo il tutto.
Le ambientazioni le ricerco dal passato e dalla realtà, le inserisco in un contesto ''magico'' e metto nei disegni e nei dialoghi citazioni reali che rendano la lettura più interessante ai lettori con più cultura sull' argomento...
Sono anche dell' idea che i colpi di scena aiutino molto ad invogliare il lettore, quindi solitamente tento di inserirne tanti...anche se non sempre la storia me lo permette in un tempo giusto.
E l' ultima cosa che mi piace fare, è l' interattività: trasportare il lettore dentro il mondo, dandogli tutti gli elementi dei protagonisti per dargli l' opportunità di ''risolvere anche lui il mistero''.
Anche se di recente, ho iniziato a scrivere sceneggiature corte e semplici...e il metodo che uso per rafforzare la trama, è quello di inserire tutto l' impegno nei personaggi e nell' ambientazione, che comunque possono aiutare...
Ecco perhè non posso avere stima per Toriyama sceneggiatore: lui non lo è, e non studia minimamente la storia, cadendo in banalismi...
Ma nemmeno l' ambientazione è curata... distese infinite con 3 alberi e qualche montagna...mah...sigpic
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Death Note non è complesso.
Ci stanno due ragazzini che fanno la sfida a pippe mentali. Poi uno dei due vince. Ed è finito lì. Cos'è di difficile da capire? La maggior parte delle persone a cui piace Death Note, peraltro, lo leggono senza nemmeno capire che tipo di ragionamento fanno i protagonisti, altrimenti capirebbero che ogni tanto ci stanno dei "buchi"...
Ad ogni modo, la stragrande maggioranza del mercato chiede opere semplici. Gli shonen, gli shojo, sono pressochè nella loro totalità veramente minimali come impalcatura di storia. E le opere magari meglio curate ma più "complicate" per un vasto pubblico, ahinoi, si perdono nel limbo.
Personalmente il mio genere preferito è sempre stato quello delle storie semplici sì, ma che sanno dire molto oltre. Se inserisci troppe cose rischi poi di fare cazzate o di perdere qualche pezzo per strada... molte buone opere partite con questi preamboli sono poi finite abbastanza male.
Il mio mangaka preferito? Beh, certamente quello che riassume tutto ciò che vorrei vedere, non solo in un manga, ma in un'opera d'arte: Mitsuru Adachi (di certo uno che non si può dire faccia storie complicate...)HANNO DETTO:
cioè dopo essere stato tutto il giorno che sono fuori per lavoro torno a casa stressato.. e mi tocca leggere 11 pagine di minchiate su questo thread.. solo perche swen è pazzo....
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Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza MessaggioDevilman è uno shonen? o_O
Per quanto riguarda il topic, io non faccio differenze e guardo sempre anche altri fattori. Gran parte dei manga, shounen o shoujo che siano, contengono almeno un piccolo insegnamento, una morale, e la complessità ne è solo un' "evoluzione".
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Originariamente Scritto da Daredevil Visualizza MessaggioSì, così viene classificato; non dargli peso, anche Death Note viene considerato shounen quando chiaramente non lo sembra.HANNO DETTO:
cioè dopo essere stato tutto il giorno che sono fuori per lavoro torno a casa stressato.. e mi tocca leggere 11 pagine di minchiate su questo thread.. solo perche swen è pazzo....
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Originariamente Scritto da Swen Visualizza MessaggioSi vede che non li leggi i posts degli altri
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