Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Anche la mia FanFiction

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts

  • Originariamente Scritto da ANGELO92 Visualizza Messaggio
    non so cosa dire, mi sorprendi sempre!
    mi a srpreso la trasformazione del carattere di 18, faccio fatica a credere che prima fosse così buona
    ma 18 ricorda le torture che gero le ha inferto?
    Sì,se ne ricorda, a parte il punto dove rischiava di venir violentata da Gero.
    Per quel che riguarda la sua memoria rimossa, non ricorda più il suo nome, nè quello dei suoi genitori, nè il loro volto. Idem per 17
    Nolite te bastardes carborundorum

    MY GALLERY

    Comment


    • vorrei sapere una cosa.Quanti capitoli ha la tua fanfic?
      I embrace my desire
      to feel the rhythm, to feel connected
      enough to step aside and weep like a widow

      Comment


      • Originariamente Scritto da GT! Visualizza Messaggio
        Sì,se ne ricorda, a parte il punto dove rischiava di venir violentata da Gero.
        Per quel che riguarda la sua memoria rimossa, non ricorda più il suo nome, nè quello dei suoi genitori, nè il loro volto. Idem per 17
        gero è un emerito imbecille, in quanto ha lasciato la parte di memoria in cui avvenivano le sue torture sapendo che i due androidi lo avrebbero odiato per questo
        SE TI DICONO DI ALZARTI TU SIEDI E QUANDO SIEDONO TU ALZATI IN PIEDI, NON AVER FEDE SOLO IN QUELLO CHE VEDI, INSEGUI I SOGNI FINO A QUANDO LI CREDI VERI!- articolo31
        http://img211.imageshack.us/img211/5...testripnv0.gif

        Comment


        • Originariamente Scritto da L0rd C Visualizza Messaggio
          vorrei sapere una cosa.Quanti capitoli ha la tua fanfic?
          32 Se non vado errata, ma l'ho quasi finita, ormai!
          Nolite te bastardes carborundorum

          MY GALLERY

          Comment


          • Originariamente Scritto da ANGELO92 Visualizza Messaggio
            gero è un emerito imbecille, in quanto ha lasciato la parte di memoria in cui avvenivano le sue torture sapendo che i due androidi lo avrebbero odiato per questo
            E questo è effettivamente vero.
            Magari credeva che instaurando un "equilibrio del terrore" come quando erano umani,essi avrebbero obbedito per forza di cose, e che comunque, essendo androidi, gli avrebbero obbedito senza remora. Però non ha fatto il conto con il fatto che 18 e 17 erano divenuti molto, molto più forti di lui...e molto incazzati ovviamente.
            Nolite te bastardes carborundorum

            MY GALLERY

            Comment


            • intrigante
              sigpicblue is the colour,football is the game,fc chelsea,you never walk alone!!!!

              Comment


              • Originariamente Scritto da GT! Visualizza Messaggio
                32 Se non vado errata, ma l'ho quasi finita, ormai!
                eh ho visto purtoppo sta per finire.Se nn ti dispiace alla fine della fanfic sarebbe bello se postassi un link in cui scaricare tutta la fanfction completa.
                I embrace my desire
                to feel the rhythm, to feel connected
                enough to step aside and weep like a widow

                Comment


                • Originariamente Scritto da L0rd C Visualizza Messaggio
                  eh ho visto purtoppo sta per finire.Se nn ti dispiace alla fine della fanfic sarebbe bello se postassi un link in cui scaricare tutta la fanfction completa.
                  Beh, la troverai su DBA intera, quando finirà XD!
                  Nolite te bastardes carborundorum

                  MY GALLERY

                  Comment


                  • giusto,ok a posto.
                    I embrace my desire
                    to feel the rhythm, to feel connected
                    enough to step aside and weep like a widow

                    Comment


                    • Bene!! Benee!!!
                      Finalmente posso proseguire. Supero il punto dove DBA è arrivata, e posto il capitolo seguente!!

                      CAPITOLO 27- SLEEPINESS

                      Una goccia.
                      Una goccia di liquido insipido cadde sul suolo erboso.
                      Una goccia,poi un’altra.
                      Un’altra, e un’altra ancora.

                      Nei pressi di una strada montana, vicino ad un viadotto, rannicchiata sull’erba bagnata,stava la figura di una ragazza, immobile come una statua.
                      La pioggia aveva iniziato a scendere, e lei se ne stava immobile, noncurante,con il volto nascosto tra le ginocchia.
                      “ Perché esisto?” pensò.
                      “ Sarebbe stato meglio se io non fossi mai stata risvegliata”

                      La ragazza si frugò in una tasca in cerca di qualcosa, e ne tirò fuori un pezzetto di carta ingiallito.

                      Ecco cosa ne rimaneva,del suo amato diario.
                      L’unica pagina era rimasta a sua insaputa nella sua tasca.
                      Rimase a fissare la pagina,senza dire nulla.
                      Una goccia di pioggia bagnò il centro del foglio, creando una macchia nera che andava allargandosi.

                      “Perché quella volta Gero non ha premuto il pulsante?” si domandò, mentre l’acqua iniziava a bagnarle i capelli.

                      Dopo quell’urlo da parte del mostro, non ricordava più nulla.
                      I suoi unici ricordi erano da quando riaprì gli occhi.

                      Aveva sentito un urlo.
                      “Dende,allontanati da lei,o ti ucciderà!!!”
                      “ Ehi,non esagerare!” ribatté un’altra voce.
                      18 aprì gli occhi e si alzò: tutti i compagni di Son Goku erano lì,e la stavano guardando.

                      Il piccoletto davanti a lei cominciò a parlare:

                      “Siamo al santuario di Dio…non preoccuparti…Gohan ha sconfitto Cell…”
                      Una grande confusione entrò nella sua testa.
                      Mentre uno degli idioti che stavano lontano da lei blaterava sul fatto che non potesse più attaccarli, il namecciano chiamato Piccolo le rivolse la parola.
                      “ Dovresti ringraziarlo” disse,indicando con un cenno della testa il piccoletto
                      “Ti ha sempre difeso da quando Cell ti ha rigettato.”
                      Lei posò i suoi occhi su di lui. Al solito, sulla sua insopportabile faccia si impresse
                      un sorriso idiota. Le faceva venire il nervoso.
                      “N…non potevo lasciarti morire…” mormorò lui.
                      Fu allora che il bambino saiyan noto come Gohan si intromise dicendo a voce alta

                      “ Ho capito!!!Si è innamorato di 18!!!”

                      Il piccoletto andò in panico, e mise a tacere il moccioso con un pugno sulla testa.
                      18 rimase gelida, a fissare lui e gli altri.

                      Innamorato?
                      E cosa vorrebbe dire?
                      Provava “amore” per lei?
                      Senza nemmeno conoscerla?
                      Evidentemente uno come lui era tanto idiota da non rendersi conto di quello che stava pensando…
                      Di certo,se l’avesse conosciuta- pensò- avrebbe fatto come un qualsiasi altro maschio…

                      “ E allora?” fece lei, gelida.
                      “ Credi che per questo io ricambi? Sei solo un povero idiota…non intendo minimamente ricambiare un piccoletto come te!”così dicendo,si voltò e volò via.
                      Non aveva dato peso alla cosa.
                      Di idiozie ormai ne aveva sentite e provate tante…
                      oramai che cos’erano i sentimenti?
                      Per un androide come lei, non valeva la pena provarli, ne tantomeno riceverli.

                      Improvvisamente l’androide venne fermato dall’apparizione del drago.
                      “Che cos’è?” mormorò, per poi ritornare sul santuario,nascondendosi dietro una colonna.
                      Non aveva ascoltato tutti i discorsi, ma si mise all’ascolto quando il piccoletto fece una richiesta a quel drago enorme.

                      “Shenron, non puoi far tornare umani 17 e 18??!”
                      18 rimase sorpresa, per non dire sconvolta.
                      Perchè richiedere una cosa simile???!

                      Al di là del fatto che lui provava qualcosa, perché preoccuparsi tanto di una persona che nemmeno l’aveva degnato di un “grazie”?
                      “Non ne sono in grado.” rispose il drago
                      “Poiché superano la mia capacità, non posso modificare simili esseri, a me superiori…”
                      L’espressione del piccoletto sbiadì, e abbassò la testa.
                      “…Peccato…” mormorò.
                      18 rimase in silenzio ad ascoltare, senza sapere che pensare, finché il ragazzo formulò un'altra richiesta.
                      “ Allora,non puoi almeno rimuoverne i dispositivi esplosivi?”

                      18 sussultò.
                      Si era ricordata solo ora della bomba che aveva in corpo…
                      la sua unica possibilità di farla finita…
                      “Questo posso farlo, dato che non riguarda le capacità dell’essere…” disse il drago.
                      Una luce rossa illuminò gli occhi della creatura, e poi uno scintillio di proporzioni immense lo fece sparire nel nulla.
                      Anche il cielo ritornò azzurro.

                      18 si guardò le mani.
                      Le era stato rimosso il dispositivo esplosivo?
                      Quel idiota aveva rimosso la sua unica speranza di morire??!
                      E anche quella del suo fratello?
                      Una rabbia iniziò a salirle in corpo.
                      “Certo…è stato molto gentile da parte sua…però...” mormorò dentro di se,cercando di seguire i discorsi.
                      “L’ho fatto perché…beh,18 mi piace… e mi dispiaceva avesse una bomba in corpo”
                      disse il piccoletto,rispondendo ad una domanda di un suo amico
                      “ …però l’ho chiesto anche per 17 perché…penso che lui sia più adatto a lei,no?”

                      Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
                      18 fece uno scatto e uscì allo scoperto,richiamando l’attenzione generale.
                      “Pezzo di cretino!!!17 e io siamo fratelli gemelli!!” urlò, stizzita dal suo comportamento.
                      “N…numero 18??” balbettò lui,sorpreso.
                      Un idiota dietro di lui mormorò
                      “Hai sentito? Sono gemelli! Quindi non possono sposarsi!”
                      18 fece finta di non sentire quella frase idiota,e incalzò.

                      “ E comunque non ci sperare…non me ne importava nulla dell’esplosivo che avevo in corpo!!!Idiota!!!”
                      Il piccoletto abbassò lo sguardo,rattristato.
                      18 si voltò.
                      Benissimo…ora non poteva più nemmeno farla finita.

                      A dire il vero, le importava dell’esplosivo…era uno dei suoi pensieri ricorrenti:
                      --- Quando deciderò di finirla, dove mi farò saltare?---
                      ---Io e mio fratello potremmo farci saltare assieme…così staremo insieme per sempre---

                      Quello certo non era stato un favore,da parte sua…anzi.
                      Era una cosa che l’aveva fatta arrabbiare.
                      Ma…tuttavia…non era colpa sua.
                      Lui non ne sapeva nulla,ovviamente. Anzi…si può dire che era stata una cosa molto gentile.
                      Senza riflettere bene su quello che stava pensando, 18 si voltò verso di lui, e mormorò
                      “ Ci vediamo…”
                      dopodiché, si alzò in volo e sparì nel nulla.

                      Erano passati già 3 mesi da quando pronunciò quelle parole.
                      Ancora una volta, quella frase non era che un palliativo.
                      L’aveva pronunciata, sebbene fosse certa che non lo avrebbe più rivisto…
                      “ Che mi importa…” mormorò lei, ormai fradicia.
                      “Anche se faccio illudere la gente, loro di certo non potranno mai soffrire quanto me…per giunta,ora non so che fare della mia vita…”

                      Son Goku era morto.
                      Il suo obbiettivo era sfumato,non le restava niente da fare.
                      Ora non poteva nemmeno suicidarsi.
                      17 era sparito nel nulla, sperduto chissà dove nel mondo.
                      E lei si sentiva sola.
                      Di nuovo.

                      “Sono destinata a restare sola…” ridacchiò lei,tristemente.
                      Quanto avrebbe sperato che la pioggia in qualche modo la arrugginisse.
                      Avrebbe fatto di tutto pur di ritornare nell’oblio.
                      Era la cosa che più la faceva stare in pace.
                      Nel foglio che teneva in mano,ormai sbiadito dall’acqua piovana, vi era un disegno, con rappresentato il suo tanto sognato “principe”.
                      Un'altra delle sue illusioni…

                      “Ormai che me ne faccio di questo pezzo di carta straccia…” pensò.
                      Così dicendo,accartocciò il foglio di carta,e lo lanciò lontano,verso la strada asfaltata,per poi ritornare nella sua posizione raggomitolata.
                      Avrebbe voluto che il mondo finisse.
                      Che i rumori smettessero.
                      Che solo lei e l’eternità del vuoto e del buio rimanessero.
                      Ma fu ancora una volta una voce a turbare quel pensiero sul nulla eterno.
                      “Ehi,bella…che ci fai qui,tutta sola?”

                      18 esitò un attimo, ma poi alzò lo sguardo.
                      Vide un ragazzo con un ombrello, che aveva parcheggiato la sua macchina davanti a lei.
                      Non se ne intendeva,ma quel tizio dava l’aria di esser il classico “figlio di papà”:una di quelle persone che non hanno mai conosciuto il dolore,e che sono cresciute viziatissime.
                      Il ragazzo le si avvicinò imprudentemente, chinandosi un po’.
                      “…Uao…ma lo sai che sei proprio bella?” bofonchiò
                      “ …una così carina, che ci fa qui a prendere la pioggia? Sei fradicia!”

                      18 non rispose.
                      Un profondo odio le pulsava dentro.
                      Le ferite che teneva nel suo corpo parevano riaprirsi,ogni volta che un maschio le parlava.
                      E quel dolore era insopportabile.
                      “Sei timida,eh?” fece lui, afferrandole una mano.
                      “Proprio come piacciono a me. Su, vieni …ti do un passaggio in macchina!”

                      “No.” disse lei, in modo cupo.
                      Il ragazzo parve non capire, e continuò a stuzzicarla.
                      “Eddai…non ti mangio mica! Ti porto dove vuoi…e poi si vedrà!”
                      così dicendo, cercò di strattonarla verso la macchina.

                      E fu lì che 18 esplose.
                      “NON ROMPERE!!!” urlò, facendogli sciogliere la presa con la sola forza spirituale.
                      Il ragazzo si voltò sorpreso, e sussultò:
                      18 lo fissava,gelida e inquietante, e il suo corpo emanava delle scintille bluastre.
                      “Ho detto di no. Vuoi fare una brutta fine, tu???!” ringhiò velenosa.
                      In quel momento tutti i pensieri malvagi riaffiorarono nella sua mente.

                      --- Io…odierò tutti gli uomini…non proverò mai più nessun sentimento---
                      --- Ogni uomo, nessuno escluso… desidera il corpo della donna.
                      Tutti sono disposti a prenderlo con la forza!!!---
                      --- Ancora credi nel principe azzurro? Povera sciocca…---

                      “VATTENE!!!” urlò lei con ferocia, colpendo di striscio la mano di lui con una scarica elettrica.
                      Il ragazzo si spaventò e ritirò la mano,per poi correre via nella macchina e partire a gran velocità.

                      18 rimase così di nuovo sola,sotto la pioggia.
                      Lentamente la sua rabbia si placò,e le scintille sparirono.
                      Ormai zuppa da capo a piedi, l’androide sospirò.
                      Chiudendo gli occhi,iniziò a camminare.
                      Per lo meno, era meglio che stare ferma ad aspettare la fine del mondo…
                      Last edited by GT!; 25 May 2007, 16:32.
                      Nolite te bastardes carborundorum

                      MY GALLERY

                      Comment


                      • *******************

                        Un passo, poi un altro.
                        Un altro ,e un altro, e un altro, e un altro ancora.
                        Quanto aveva camminato?
                        Per quanto aveva camminato?
                        Quanto ancora avrebbe camminato?
                        Dove la stavano portando, i suoi passi?
                        Le domande erano prive di risposta.
                        18 iniziò a camminare senza meta, con la mente che vagava nei suoi ricordi, in cerca di un qualcosa che la confortasse, o che per lo meno, la distraesse dall’apatia.
                        Continuava a piovere.
                        Più l’acqua scorreva sul suo corpo, più, stranamente, lei si sentiva la testa pesante e calda.
                        Che le stava succedendo?
                        18 parve non curarsene: sarebbe cambiato qualcosa, se le fosse successo qualcosa, positivo o negativo che fosse?
                        Si era anche alzata in volo.
                        Per lunghi tratti nemmeno guardava dove stava andando…
                        come se si stesse lasciando guidare dal suo istinto verso una meta ignota.

                        Le andava bene.
                        Qualunque posto fosse, di certo era meglio che star ferma, a ricordare e a tormentarsi.
                        Il volo venne di nuovo sostituito dai passi.
                        18 sentì qualcosa di morbido ai suoi piedi.
                        Abbassò lo sguardo per vedere, ma i suoi occhi erano appannati.
                        Con le mani cercò di strofinarsi gli occhi,ma il risultato non cambiava.
                        Ultimamente si sentiva strana…barcollava, sentiva caldo e iniziava a sentire una puntura all’altezza delle tempie.
                        “Sto dunque morendo?” bisbigliò, sorridendo cinicamente.

                        Si guardò intorno,per il poco che potesse distinguere:
                        Si udiva lo scroscio dell’acqua, e si sentiva un odore di sale piacevole.
                        Il terreno era morbido,e umido.
                        Il tutto creava un'atmosfera dolce,nonostante la pioggia.
                        Dove si trovava?
                        Eppure, aveva come l’impressione di esserci già stata in quel luogo,una volta…

                        “…Non mi posso lamentare…questo sembra un bel posto dove morire.”
                        Una voce interruppe il cammino di 18.
                        Una voce famigliare. Ma allo stesso tempo…diversa:
                        “N..Numero 18?! Tu qui…?”
                        18 si guardò intorno,fino a che non distinse una figura a pochi metri da lei.
                        “C…ciao” mormorò lei…chiunque egli fosse…
                        “Chi…sei?” pensò,rimanendo immobile.
                        La figura non disse nulla.

                        “Odio quando qualcuno non mi risponde…” pensò lei, cercando di avvicinarsi.
                        Improvvisamente, quando fece un passo, sentì la testa schiacciata da un peso invisibile,come se fosse stretta da una morsa.
                        Un lamento secco le uscì dalla bocca, e crollò in avanti.
                        L’impatto con il suolo fu morbido, ma lei non capì comunque cosa stava accadendo.
                        La vista era sempre più appannata,e le forze andavano mancando.
                        “E…ehi!!Numero 18??!S-Stai bene??!Dannazione!” balbettò la voce.

                        La ragazza sentì delle braccia forti sollevarla.
                        Cercò di guardare in faccia la persona che la teneva in braccio,ma vide bianco.
                        Prima che perdesse i sensi, però, ebbe un flash improvviso e istantaneo:
                        Vide un lembo di un mantello rosso scarlatto ondeggiare dolcemente al suo fianco.
                        Dove lo aveva già visto?
                        Non riuscì a capire, e improvvisamente cadde in un sonno improvviso.
                        Per una volta, un sonno dolce.
                        Last edited by GT!; 25 May 2007, 16:32.
                        Nolite te bastardes carborundorum

                        MY GALLERY

                        Comment


                        • bellissima,quasi commovente...sei veramente eccezionale,sembra quasi di entrare nella testa di C18 e carpire i suoi peniseri,le sue emozioni.Veramente fantastica questa ff!!Attendo presto un seguito....
                          I embrace my desire
                          to feel the rhythm, to feel connected
                          enough to step aside and weep like a widow

                          Comment


                          • è così bella , è così triste ...... è semplicemente bellissima!!!!!
                            I want be free... I WILL BE free!
                            sigpic
                            Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

                            Comment


                            • veramente bella, aspetto impaziente il seguito
                              SE TI DICONO DI ALZARTI TU SIEDI E QUANDO SIEDONO TU ALZATI IN PIEDI, NON AVER FEDE SOLO IN QUELLO CHE VEDI, INSEGUI I SOGNI FINO A QUANDO LI CREDI VERI!- articolo31
                              http://img211.imageshack.us/img211/5...testripnv0.gif

                              Comment


                              • Bene, gente! Credo sia ora di aggiornare Innocence! XD

                                CAPITOLO 28- COME BACK

                                Forse io…non sono così perfetta,come mi definiva Gero…
                                pensò inconsciamente 18, prima di cadere in un sonno profondo.

                                Ad un androide come lei poteva accadere questo?
                                Era davvero strana,la cosa.
                                Forse non era così perfetta?
                                Se un androide nato con il solo scopo di uccidere perde i sensi, che androide è?
                                Forse non era perfetta…oppure era l’esatto contrario?
                                18 non aveva idea di dove si trovasse.
                                I suoi passi, guidati forse dall’istinto, o meglio, dai dati che erano immagazzinati nel suo cervello, l’avevano condotta in un luogo sconosciuto.
                                Il primo luogo che le era venuto in mente.
                                Ma che le importava? Ormai non era umana…era…un mostro.
                                Una frase balenò nel suo subconscio.
                                “Non voglio che diventiate mostri come me…”

                                Chi l’aveva detto? A chi si rivolgeva questa voce priva di suono?
                                Un androide non può avere ricordi … cosa se ne farebbe, più che altro?
                                Vivere secondo i propri ricordi era- almeno, secondo quanto contestava l’orco –
                                segno di debolezza, poiché nella vita reale esiste solo il presente ed il futuro.
                                Appellarsi o aggrapparsi ad una bandiera del passato è segno di debolezza.
                                Allora perché nella sua mente fluivano vecchie frasi?
                                Era solo uno stupido difetto di fabbricazione?

                                “Non ti cancellerò tutta la memoria,18…” mormorò una voce, che il cervello riconobbe come quella del suo creatore.
                                “…io ti lascerò alcuni ricordi…tra cui quelli di 6…”Numero 6.

                                18 iniziò a ricordare.
                                Aveva trascorso la maggior parte della sua vita aggrappata al mito del principe azzurro…
                                ed era stata illusa, nel provare per la prima e unica volta amore nei confronti di quel androide.
                                Quella “persona” non esisteva più.
                                Come i suoi genitori, il suo nome e quello del fratello, il suo “creatore”. Erano spariti.

                                Mai e poi mai sarebbero ritornati.
                                Nonostante le lacrime. Nonostante la disperazione.
                                Tutti loro ormai erano solo ricordi.
                                Anche Son Goku, la persona che doveva uccidere con 17, era divenuto un ricordo.
                                E ora…quale era il suo scopo?
                                Sarebbe divenuta anche lei un ricordo?

                                “Impossibile…” mormorò 18, ad occhi chiusi, non sapendo ancora se si trovasse in un sogno o nella realtà.
                                “ Non posso diventare un ricordo…non ho nessuno che possa ricordarmi!”
                                Fu allora che lei aprì gli occhi.
                                Trovò un immenso spazio bianco, esteso fino a perdita d’occhio.
                                “ Già…” sussurrò, a testa bassa.
                                “Io sarò per l’eternità solo una macchina imperfetta…una macchina…”
                                18 rimase in piedi, a fissare il suolo, anch’esso bianco.
                                Improvvisamente, una folata di vento portò a sbattere qualcosa
                                sui suoi capelli.
                                “Che cosa…?” borbottò lei, acchiappando in un pugno l’oggetto.
                                Quando capì cosa fosse, la sua stretta violenta si sciolse completamente:

                                Era un fiore blu.
                                “Ma…cosa ci fa questo qui??” mormorò ancora lei, ricordandosi fin troppo bene quel colore.

                                Prima che potesse riflettere sullo strano evento, qualcosa rotolò ai suoi piedi.
                                18 abbassò lo sguardo per vedere.
                                Vide una perla rosso sangue.
                                “Che diavolo…” fece lei, guardandosi intorno.
                                Con stupore,poi, notò che il fiore nel suo palmo era svanito, e ora al suo posto, infilato nell’anulare, vi era un anello, privo di perline.
                                Nel tempo che durò un battito delle sue ciglia, l’anello tornò a riempirsi di perline rosso sangue.

                                Cosa stava succedendo?
                                La ragazza fece un passo. Non appena il suo
                                piede toccò il suolo, dei fiori blu spuntarono a velocità incredibile, espandendosi come in un campo a perdita d’occhio, come un onda.
                                Fiori. Fiori ovunque.
                                Luccicavano di luce misteriosa, e ce n’erano tanti, fino all’orizzonte.
                                18 rimase sbigottita, e iniziò a guardarsi intorno.
                                Una voce, simile ad un sospiro, risuonò poi alle sue spalle.

                                “Numero 18…”
                                La ragazza rimase pietrificata per un istante. Poi si voltò.
                                E spalancò la bocca, non appena riconobbe chi aveva davanti:
                                Davanti a lei, a circa una quindicina di metri, c’era Lui.

                                Numero 6.

                                18 cercò di dire qualcosa, ma la sua bocca si aprì e si chiuse convulsamente,
                                tanta era la sorpresa e lo stupore.

                                Roku era diverso.
                                Non aveva più il suo occhio meccanico, bensì un occhio umano.
                                Nell’apertura della camicia di seta bianca che indossava, non si intravedevano nemmeno
                                i punti di sutura che cucivano il suo petto, né la piastra con inciso il numero 6 che portava saldata nel collo e all’altezza del cuore.
                                I suoi occhi gelidi ora splendevano di vita, e così il suo leggero sorriso a fior di labbra.
                                Non aveva più quel taglio sulle spalle, e il petto scorticato!
                                Era lui!!! E non l’aveva mai visto così in salute!!!

                                Sembrava proprio umano.
                                “N…NUMERO 6!!!!” strepitò 18, allungando le braccia.

                                “Ciao, 18…”
                                sussurrò lui, sempre sorridendole.
                                Un calore iniziò ad espandersi negli occhi di 18.
                                E così la gola, che iniziò a dolerle.

                                “SEI…SEI VIVO!!!” urlò, cominciando a camminare lentamente verso di lui.
                                Erano ormai a dieci metri di distanza.
                                Inaspettatamente, l’androide le fece cenno di fermarsi.
                                “No, 18. Non sono vivo…” disse a voce bassa.
                                18 si bloccò.

                                “Come…come, ‘ Non sei vivo’ ? Sei qui, davanti a me!!!E stai bene!!!” balbettò lei,sentendo inaspettatamente la voglia di piangere.
                                “Io sono morto,18… questa non è la realtà” cominciò lui.

                                “ Quando sei diventata androide, Gero mise dentro di te una parte del mio cuore…
                                non so spiegare bene il motivo, ma…probabilmente una parte della mia anima è rimasta in questi componenti…incredibile, non pensavo di avere un anima…”

                                “ C…come sarebbe a dire, scusa??!” mormorò 18, fremendo dalla voglia di abbracciarlo, ma al contempo, cercando di non piangere.

                                “ Volevo vederti”
                                continuò lui
                                “ Ma questa ‘ magia’, se la posso chiamare così, che mi ha permesso di ‘sopravvivere’ in quelle parti meccaniche, e di entrare nella tua anima, non è eterna.”sospirando, abbassò la testa, per poi proseguire
                                “ Se mai ti avessi incontrata, nel tuo subconscio, sarebbe stata l’ultima volta, e poi…sarei svanito. Ed è quello che sto facendo, adesso…
                                Mi spiace, 18…ma temo che questo sia un addio…”
                                La parola “ Addio” risuonò nei timpani di lei.

                                “N…Non è vero!!!” sbraitò.
                                “Tu sei qui!!!Ti posso vedere!!!Potrai rimanere con me per sempre!!!”
                                6 la guardò con aria triste, poi rispose.
                                “Mi dispiace 18…io non sono reale…sono solo un ricordo del tuo cuore, che mi ha permesso di interagire con te…non potrò tornare da te…mai più.”18 non seppe che dire.
                                L’unico per cui aveva provato amore era lì, davanti a lei, ma era al contempo irraggiungibile.
                                Come se improvvisamente un muro di rovi invisibile si fosse messo tra lei e lui.
                                “ Mi strazia il cuore vederti triste, 18…
                                ma ci tenevo tanto a dirti una cosa…”
                                mormorò 6, fissandola negli occhi.

                                “C…cosa?” domandò lei.

                                “ Tu sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto…
                                e il fatto che ora tu non sia più del tutto umana, non toglie che tu sia perfetta…
                                Sei perfetta, 18! Hai un dono che a me non è stato mai concesso…che a nessuno di noi androidi è mai stato concesso…
                                e per questo volevo dirti di persona che…
                                devi vivere la tua vita! Proseguire con la tua vita, e non abbatterti!!!
                                Per quanto triste tu possa essere, io non posso tornare,
                                e per quanto tu possa disperarti, e piangere, e urlare, non potrai vedermi mai più…però…”


                                “P..però…?” fece lei, stringendo i polsi.
                                “…però …io sono un ricordo 18…potrò sempre vivere dentro di te…e mi potrai ricordare ogni volta che vorrai.
                                Questo mi basta. Però…
                                devi promettermi una cosa…”

                                “Cosa?” domandò 18, facendo un passo avanti.
                                “…promettimi di andare avanti con la tua vita, 18. Di trovare qualcun altro per cui vivere… per essere felice…per esistere.
                                Sono sicuro che ce la farai…quella volta, mentre tu dormivi…
                                vidi qualcuno, che mi disse che si sarebbe preso cura di te…e penso proprio che fosse una visione.
                                Sono sicuro che lo troverai! Ma ti prego…
                                smetti di vivere come un numero, o come una macchina!!Smetti di esser infelice!!!
                                Perché tu meriti molto, molto di più, che il mio destino!!!Promettimelo!!!!”


                                “LO PROMETTO!!!” urlò 18, strizzando gli occhi.
                                In quel momento, una lacrima cadde dai suoi occhi.
                                Numero 6 rimase in silenzio un attimo, e sorrise dolcemente.
                                Il suo corpo iniziò a perdere opacità, diventando sempre più trasparente.
                                I fiori del campo cominciarono a sparire, finchè ne rimase solo un piccolo spiazzo ai piedi di lui.
                                “ …Brava…” sussurrò, prima di voltarsi.

                                “ Ti auguro ogni bene, 18…questo è un addio…”

                                18 cadde in ginocchio, cercando di avvicinarsi.
                                “ Non andare!!!Non andare!!!” iniziò a gemere, trattenendo a stento le lacrime.
                                Prima che la figura di 6, l’anello di perle, e i fiori scomparissero,
                                18 udì un ultimo sussurro:
                                “ …Lo troverai…”.
                                E poi, più nulla.
                                Solo il bianco.
                                La ragazza allora si piegò sul suolo, nascondendo la faccia tra le braccia, e iniziò a singhiozzare.
                                Last edited by GT!; 11 May 2007, 20:43.
                                Nolite te bastardes carborundorum

                                MY GALLERY

                                Comment

                                Working...
                                X