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Anche la mia FanFiction

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  • Anche la mia FanFiction

    Visto che in questo periodo molte persone postano le loro storie, lo faccio pure io.
    La mia FF si intitola Innocence ed è presente su Dba, ma non è ancora completa.
    Pensavo che magari postarla qui sarebbe stato molto carino, anche se non so se piacerà a molti, dato il tema inusuale che tratta, e visto che è più che altro un introspettivo drammatico, (ma molto ma molto crudo)...
    Solitamente dovrei targarla NC17, ma confido nel poter metterla pure qui...
    Cominciamo. Vi siete mai chiesti che vita poteva aver avuto 18, ancor prima di diventare un androide? Ascoltate questa storia....

    Prologo:

    Sin da quando ero una bimba piccola, i miei genitori
    mi raccontavano che, se un giorno io fossi stata presa dall'orco cattivo,
    di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi...


    Una goccia.
    Una goccia di un liquido scarlatto cadde sulla moquette del pavimento.
    Una goccia, poi un'altra.
    Un'altra e un'altra ancora.
    Marito e moglie giacevano senza vita al suolo, dilaniati.
    Le coperte della cameretta erano tutte inzuppate di sangue. Impronte di mani insanguinate sui muri, sui mobili.
    Due fratelli.
    Si erano addormentati qualche ora prima con la certezza di rivedere i loro amati genitori.
    Ora dormivano placidamente con i loro cadaveri accanto, tra le coperte piene di sangue.
    Qualcuno era entrato silenziosamente in casa e i due coniugi avevano disperatamente cercato di salvaguardare i piccoli. Erano stati uccisi.
    Il carnefice stava insensibile accanto al letto.
    I capelli lunghi e bianchi, uno sguardo freddo e triste.
    Il corpo era per la maggior parte metallico, con visibili saldature e pezzi di diverso colore.
    Un microfono sull'orecchio destro.
    Dall'apparecchio uscì una voce.
    "Bravo, Roku... hai proprio fatto un bel lavoro con quei due... ora prendili."
    L'androide non cambiò espressione e si avvicinò ai fratelli prendendoli entrambi tra le braccia. Dormivano ancora.
    Lentamente fece per incamminarsi fuori dalla casa ma, una volta uscito, trovò una decina di volanti della polizia ad attenderlo. Avevano di certo sentito tutto.
    "Mani in alto... sei in arresto per duplice omicidio colposo" intimò un poliziotto puntandogli contro la pistola.
    L'androide non disse nulla. Dal microfono un'altra frase.
    "Uccidili!"
    Subito questi stese un braccio in avanti e lo fece mutare in una mitragliatrice.
    Senza la minima esitazione, crivellò di colpi quei poveri uomini.
    Passò veloce tra i cadaveri, alzandosi in volo.
    "Abbiamo fatto un bel regalo alle loro famiglie, vero?" chiese la voce ridendo.
    L'androide non rispose.
    Stava arrivando alla meta.
    Atterrò su uno spiazzo dentro una montagna e si diresse verso la porta che aveva innanzi.
    Un laboratorio apparve dinnanzi a lui, una volta che essa si spalancò.
    Un uomo giovane, tutto vestito di nero, si alzò dalla postazione PC e sorrise giungendogli appresso.
    "Hai fatto in fretta, Numero 6... forse meriti un premio!"
    Roku, il cui nome significava appunto 6, posò su una branda i due fratelli.
    "Ma che cosa abbiamo qui? Ti avevo detto di trovarmene due dello stesso sesso, idiota!!!" urlò l'uomo vedendoli.
    I due gemelli stavano per svegliarsi. Uno aveva i capelli neri, mentre la sua sorellina era bionda.
    Lei aprì gli occhi e vide quelle due persone che non conosceva.
    "Chi siete?" chiese spaventata per poi svegliare suo fratello.
    Il bambino si svegliò e come la sorella si impaurì, indietreggiando.
    "Cari bambini... papà e mamma ci hanno chiamato per portarvi qui.
    Dovevano partire per un lungo lungo viaggio, quindi ci occuperemo noi di voi due..." disse l'uomo con tono rassicurante. Mentiva chiaramente.
    Allora i due fratelli si calmarono un poco, mettendosi a sedere.
    "Quando tornerà la mamma? ...voglio stare con lei..." mormorò la bambina a suo fratello, stringendosi.
    Roku non disse nulla.
    Non poteva dire a loro che proprio lui aveva ucciso i genitori e che non sarebbero mai più tornati.
    Poi iniziò a discutere con l'uomo.
    "Dottor Gero... perché non dite loro la verità... che non potranno mai più vederli...".
    Il dottore lo gelò con lo sguardo "Numero 6... una sola parola in più e ti distruggo! Hai capito bene, ammasso di ferraglia?"
    L'androide non ribatté. Squadrò quei piccoli sventurati e si allontanò con aria triste.
    Fratello e sorella erano spaventati, sul punto di piangere. Sentivano già la mancanza di mamma e papà, ignari della loro fine.
    "Allora, piccoli miei... io sono il dottor Gero. Voi come vi chiamate?"
    I bambini fecero per presentarsi, ma le loro bocche vennero tappate da un dito che vi si posò sopra.
    "Non importa..." disse l'uomo con noncuranza.
    "D'ora in avanti vi darò io dei nuovi nomi, siete d'accordo?" chiese questi carezzando la testa della bimba.
    "Io vi do il benvenuto... Numero 17... e Numero 18..."

    ***ecco qui il prologo, se desiderate il seguito, non fate altro che dirlo...^_^***
    Last edited by GT!; 08 January 2007, 23:16.
    Nolite te bastardes carborundorum

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  • #2
    Io desidero il seguito, ed è scritta bene... inoltre tutto ciò che impone un nuovo punto di vista nel mondo di dragon ball non può che farmi piacere
    La necessità e l'avidità ci seguiranno fino alle stelle...

    Vecchia ff (incompiuta): Dragon ball T

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    • #3
      Molto bene!
      Ecco il primo capitolo.

      Orfani

      C'erano una volta due fratelli. La loro vita proseguiva felice,
      ma un brutto giorno un servo di un orco cattivo li rapì...


      Il dottor Gero li fissava. Accennò un sorriso e si mise in ginocchio all'altezza dei gemelli.
      "Signore... quando arriverà la mamma?" chiese intristito il bambino, ora ribattezzato come Numero 17.
      "La tua mammina mi ha detto che tornerà... a patto che voi facciate quello che dico. Mi sono spiegato?" rispose Gero carezzandogli una guancia.
      La bimba, Numero 18, era in lacrime, spaventata dal posto umido e da quelle persone da poco conosciute.
      "Quanti anni avete, piccoli?" chiese Numero 6 a qualche metro di distanza. "Sei..." mormorarono all'unisono i due.
      "Siete ancora un po' giovani... inizierò a praticare quando sarete più grandi..." borbottò tra sé e sé l'uomo.
      I bimbi furono accompagnati alle loro camere.
      Come ogni bimbo della loro età, si aspettavano una stanza piena di balocchi, di tende colorate...
      "Ecco qui." fece Gero spingendoli dentro.
      I loro visi, al veder i loro lettini, persero ogni piccolo bagliore di felicità: due piccole brande, sporche e malridotte, stavano nel mezzo di una stanza di circa tre metri per quattro di diametro.
      Tutto intorno vi erano tubi, fili della corrente che servivano per il laboratorio adiacente.
      Come una prigione.
      Non vi erano finestre, né, quanto minimo, una piccola porta sul mondo esterno.
      "Credo sia ancora molto tardi per voi, piccoli...vi conviene dormire ancora. Il bagno se vi serve è alla prima porta a sinistra. Buonanotte..." sghignazzò Gero apprestandosi a chiudere la porta di ferro.
      Ma prima di poterlo fare, venne bloccato dalla manina gelida di 18.
      "Embeh...cos'hai, ora?" domandò stizzito.
      La bimba assunse un'espressione imbronciata.
      "Signore... questo posto non mi piace e il nome che mi hai dato lo trovo brutto..."
      Non ebbe nemmeno il tempo di finir la frase, che fu colpita al volto da uno schiaffo che la fece cadere all'indietro e battere la testa sulla parete.
      "Sorellina!!!" urlò 17 correndole incontro. 18 era grondante di lacrime e si teneva la guancia arrossata.
      "Perché mi hai picchiato, signore?" pianse tra un singulto e l'altro.
      "Che vi piaccia oppure no, questa è la vostra casa, ora! Non vi permettete di lamentarvi, altrimenti non mi farò problemi a picchiarvi. Anzi, potrei anche farvi di peggio." Così dicendo, si tolse la cinghia e la fece schioccare tra le mani.
      17 e 18 trattennero il fiato e le lacrime, terrorizzati.
      Gero si mise poi alla porta e la chiuse sonoramente "Scordatevi che io vi vizi come i vostri genitori, marmocchi... ora filate a dormire!!!" urlò e i gemelli obbedirono istantaneamente.
      Il maschietto si sdraiò accanto alla sorellina, ancora dolorante.
      "Fratellino mio... perché è stato cattivo con me?" domandò singhiozzando.
      "Non lo so... voglio la mamma..." mormorò coprendosi con una lercia coperta.
      "Spero che torni presto..." concluse la bimba imitando il fratello.
      I gemelli chiusero poi gli occhi e si addormentarono.
      Nello stesso momento, Numero 6 stava seduto su una sedia, osservando la scena.
      "Che cavolo guardi, tu?" chiese il dottore avvicinandosi.
      "Lei è troppo cattivo, dottor Gero..." mormorò a testa bassa.
      L'uomo lo fissò irritato, ma poi si mise a ridere.
      "Cattivo, dici?No... io sono davvero una persona per bene..." così dicendo si rimise la cintura.
      Proseguì poi a parlare "I genitori di quei due li stavano rovinando... Se vizi i mocciosi così, da grandi non ti danno altro che grattacapi...".
      Numero 6 lo osservò insensibile, sempre con la solita espressione, mentre gli carezzava i capelli bianchi.
      "...6...sai che tu sei come un figlio per me... ti ho salvato dai tuoi genitori, ricordi,vero?".
      L'androide assunse un viso sorpreso. "Certo che ti ricordi... non ti ho resettato tutta la memoria, quindi so per certo che puoi...".
      Gero non finì la frase e iniziò ad allontanarsi lentamente.
      Ma 6 lo fermò prendendolo per un braccio.
      "Che c'è figliolo?" domandò con un ghigno.
      "La prego... non voglio più che mi faccia fare come prima... non voglio più uccidere..." supplicò l'androide con tono remissivo.
      "...Ci penserò su..." abbozzò noncurante l'uomo,per poi dirigersi verso la sua camera. La porta quindi si chiuse e venne bloccata a chiave dall'interno.
      Solo Numero 6 rimase in piedi nel laboratorio.
      Da quando il Red Ribbon era stato distrutto, Gero aveva costruito in una cavità di un monte a nord il suo laboratorio.
      Lui era stato il primo androide a funzionare, tra quelli che aveva costruito.
      Il primo con anima umana...
      Questa peculiarità era stata la sua condanna. Il suo corpo era per il 70% meccanico e quindi poteva venir controllato dal suo creatore tramite computer.
      Ma la mente restava.
      Volente o nolente, ogni volta che Gero decideva di uccidere qualcuno, a lui toccava tenersi il rimorso.
      Uscì fuori dalla base, sedendosi lentamente sul bordo del passaggio.
      La luna brillava intensamente, ma a lui pareva rossa.
      Rossa del sangue di chi aveva ucciso.
      Tutto era accaduto così in fretta...
      Non poteva immaginare che i genitori si svegliassero. Un cyborg non fa rumore.
      Forse per istinto i due genitori si erano alzati dal letto.
      Perché lo avevano fatto? Se se ne fossero stati là, non sarebbero dovuti morire.
      La madre l'aveva uccisa con un colpo alla nuca, scoperchiandole in parte la calotta cranica e spargendo materia cerebrale ovunque.
      Il padre venne poi colpito dallo stesso tipo di proiettile, ma ebbe tempo di correre fino alla camera, con mezzo intestino di fuori.
      Lo vide negli occhi, prima di ucciderlo con un colpo al volto.
      Occhi blu, profondi... tanto profondi che parevano scrutarti nell'anima.
      Occhi disperati, velati dal pianto e dal sangue.
      Uno sparo silenzioso.
      Quelle due persone erano morte. Tutte le cose belle che potevano aver fatto, tutti i loro ricordi, la felicità, cancellati da un paio di proiettili calibro 46.
      "Se solo se ne fossero stati a letto, non sarebbero..." mormorò l'androide chinando il capo con un groppo alla gola.
      "Morti...".
      Una lacrima.
      Un liquido salato che iniziava lentamente a scendere dall'occhio destro, l'unico dei due ancora organico.
      "Perché piango...perché..." concluse 6 guardando la luna e pensando ai due gemelli.
      "Piccole anime innocenti,abbiate pietà di me..."
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      • #4
        come inizio è promettente e poi è scritto molto bene! le qualità dei personaggi sono azzeccate infine non vedo l'ora di leggere il seguito!
        bella bella
        sigpic

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        • #5
          è scritta mlt bn...brava
          La mia fanfic: "Dragon Ball Destiny"__DB Destiny Fan Manga__Le mie Dragon MinGhiate XD___ __GT= Gran Troiata™ - AF= AFanculo!!!™ (lele_ct's copyrights)__
          sigpic

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          • #6
            Grazie. Comunque, vedrete, questo è solo l'inizio .

            Capitolo 2

            Sensi di colpa


            L'orco cattivo viveva in una grotta su una montagna del nord,
            da dove i due non potevano scappare...


            L'androide Numero 6 contemplava la luna senza dire una parola.
            Gero dormiva nella sua camera, e così i bambini.
            I piani del suo capo erano palesi. Voleva far qualcosa ai gemelli, qualcosa di cui lui stesso conosceva la sofferenza.
            Si alzò lentamente dal bordo e camminò dentro nel laboratorio.
            Un semi-automa come lui non poteva fare altro che muoversi. Non poteva dormire o mangiare. Era stato costruito solo per "Far pulizia"...così diceva Gero quando intendeva uccidere qualcuno.
            Che ne sa un automa di emozioni?
            Numero 6 poteva provarle, a causa di un ancestrale deja-vu, ma non riusciva a spiegarle.
            "Anch'io avevo dei genitori?" si chiese triste mentre si sedeva piano su di una sedia.
            Ad un certo punto la porta si aprì e la bimba camminò tastoni, con i suoi piedini scalzi, verso il bagno.
            L'androide stava al buio e la guardava. I suoi sensori fissarono la guancia gonfia e videro delle lacrime che ancora scendevano.
            "Cosa ci fai qui?" domandò cogliendola di sorpresa.
            18 fece un piccolo balzo, ma poi vedendo quella persona si rasserenò.
            6 non le dava l'impressione di una persona cattiva, sebbene fosse imponente...
            "V... vorrei usare il bagno... mi scappa la pipì..." rispose con un filo di vergogna.
            Lui le si avvicinò e le porse una mano.
            "Vieni, ti ci accompagno..." mormorò prendendola per la manina.
            Il metallo del suo braccio fece incuriosire la bimba, che iniziò a tastarlo.
            "Sei così freddo... sono queste le tue braccia?" domandò.
            L'androide non rispose e la portò nel luogo stabilito.
            Quando ebbe finito, fece per portarla in camera.
            "Ti conviene dormire... è molto tardi..." mormorò alla bimba dandole una leggera pacca sul sederino, per mandarla avanti.
            18 si girò e lo guardò negli occhi.
            "Tu sei buono con me... perché servi quel signore cattivo che ci fa male?" chiese toccandogli i lunghi capelli.
            6 la guardò e tirò un sospiro.
            "Lui mi ha salvato... salvato dalla morte. Mi disse che i miei genitori mi avevano abbandonato...gli devo la vita...".
            La bimba lo strattonò per un lembo dei suoi pantaloni.
            "Mi racconti cosa ti è successo?".
            Allora i due si sederono e 6 si mise a raccontare.
            "Prima di diventare così, ero un bambino della tua età. Vivevo felice, ma un giorno ebbi un incidente. Delle macchine... un'ambulanza... poi il vuoto.
            Credevo di esser morto, o magari lo ero... un giorno mi svegliai e trovai il dottore vicino a me. Mi disse che ero andato in coma e che ero stato giudicato morto. I miei genitori stavano per mandarmi all'inceneritore, ma lui ha preso il mio corpo e lo ha tramutato in ciò che sono ora, salvandomi dalla morte."
            Così dicendo si mise una mano sopra l'altra e il braccio prese la forma di una mitragliatrice.
            "Metà del mio corpo è umano e per questo posso crescere, ma l'altra metà è un'arma assassina.
            La mia memoria è stata cancellata quasi del tutto, non ricordo altro..." concluse facendo tornare alla normalità l'arto.
            18 lo guardava attonita.
            "Tu uccidi la gente?" chiese con un filo di voce.
            6 non rispose.

            ---I tuoi genitori sono morti, non torneranno. Gero ti ha mentito per farti stare buona---
            Come avrebbe potuto dirle ciò?
            ---Sono stato io a ucciderli---
            Le parole non gli uscivano, non poteva assolutamente dirle la verità.
            ---Mi spiace---


            Decise quindi di tacere e di assecondarla.
            "Dici che la mamma tornerà?" chiese la bimba in tono preoccupato.
            "Aspetta ancora, piccolina" rispose "perché sono certo che un giorno tutto si risolverà... la ritroverai..."
            Il suo volto si illuminò di gioia.
            Eppure, dietro tale ipocrisia, le si stava nascondendo il peggiore dei dolori...
            "Tu mi piaci, signore" disse con un sorriso "Non sei una brutta persona. Sei tanto tanto buono!".
            6 la guardò sorpreso. Una bimba poteva provare sentimenti per una cosa abominevole come lui?
            18 lo salutò e tornò a letto, dopo avergli dato un bacino sulla guancia.
            L'androide abbassò lo sguardo e si mise le mani nei capelli.
            "Mi ha anche detto che le piaccio..."
            Che crudeltà.
            Tutto è così crudele...
            Io ho ucciso i suoi genitori e lei mi viene a dire che sono una brava persona...
            Perché questo...
            Perché questo...
            Perché questo...
            La notte passò. Le stelle rimasero a brillare, simili a tante piccole lacrime...
            Nolite te bastardes carborundorum

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            • #7
              Ti do un consiglio... posta un episodio al giorno come fanno quasi tutti (io compreso = leggete la mia fic^^)... comunque bella bella, scritta bene!
              La necessità e l'avidità ci seguiranno fino alle stelle...

              Vecchia ff (incompiuta): Dragon ball T

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              • #8
                Originariamente Scritto da Vegge_Davv88 Visualizza Messaggio
                Ti do un consiglio... posta un episodio al giorno come fanno quasi tutti (io compreso = leggete la mia fic^^)... comunque bella bella, scritta bene!
                benissimo^_^
                al momento di capitoli ne ho fatti 30, quindi vado con calma!
                Più avanti, magari, metterò qualche illustrazione attinente.
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                • #9
                  si è molto bella!

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                  • #10
                    very well!!continua cos'^^
                    VINCITORE DELLA PRIMA EDIZIONE DELL'ISOLA DEI SAYAN!!!
                    sigpic<-----Muahaha I'm figo!!!!^_^
                    BODYGUARD UFFICIALE DI SBK!!!..(stare ad almeno 50 m. da lei!!!!)

                    Comment


                    • #11
                      Bellissima, &#232; propio fatta bene e poi figuriamoci se mi perdevo la storia con il mio personaggio preferito.
                      "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                      • #12
                        Wow! Complimenti! Sei davvero molto brava a scrivere! Bella, bella! Mi piace!
                        Oddeo trunks coi capelli lunghi! Volete mettere il confronto? Molto meglio corti
                        http://img469.imageshack.us/img469/9...c3eb017jk2.jpg http://img469.imageshack.us/img469/9...r130301mp1.jpg

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                        • #13
                          è molto bella! complimentii!!!!
                          sigpic

                          Comment


                          • #14
                            Capitolo 3- In questo capitolo appare un personaggio che magari alcuni di voi conoscono...

                            CAPITOLO 3 - SCELTE

                            Il fratellino poteva sentire ciò che provava la sorella...
                            perché erano come una sola cosa... e una cosa sola...


                            "Mamma, come va a finire la storia?" chiese la bimba a sua madre, la sera stessa in cui poi fu uccisa.
                            "La principessa si salva dal mostro cattivo?".
                            La madre della piccola sorrise e annuì.
                            "Un giorno, figlia mia, potrebbe capitare che tu venga presa dall'orco cattivo..."
                            "Dici sul serio? Ho paura..." mormorò 18 mettendosi con il viso sotto le coperte.
                            "Ascoltami bene... dovesse venir quel giorno in cui tu verrai presa dall'orco, prega, perché un giorno il principe verrà a salvarti."
                            Gli occhi della bambina si illuminarono.
                            "Un principe? Come sarà? Bello?" chiese incuriosita scoprendo il visino da sotto le coperte. La donna si mise a ridere.
                            "Devi sapere che quando arriverà, non sarà molto importante l'aspetto. La sua vera bellezza, quella del tuo principe, risiederà nella sua anima."
                            "E questo principe arriverà presto?" domandò incantata.
                            "A suo tempo, bambina mia... a suo tempo..." si alzò e le diede il bacio della buonanotte.
                            "Ti voglio tanto bene, mamma..." le disse prima di coricarsi.
                            "Anche io te ne voglio..." rispose la donna.
                            Poche ore dopo, la sua mamma venne uccisa, e così il suo papà.
                            Non lo sapeva, ma non li avrebbe più potuti rivedere...
                            "Allora, 17 e 18... è ora di alzarsi!!!" urlò Gero spalancando la portadella camera, facendo entrare un mare di luce.
                            17 si tenne gli occhi abbagliati, cominciando lentamente ad alzarsi.
                            La piccola 18 si svegliò di colpo, con espressione stordita.
                            "Signore, ti prego,facci dormire ancora un po'..." chiese a bassa voce 17.
                            "Scherzi? Non siete mica in vacanza... in piedi, lavativo!" gli intimò facendo schioccare la cinghia.
                            Entrambi obbedirono spauriti, nel timore di venir picchiati.
                            "Oggi è venuta a trovarmi una persona... comportatevi bene!".
                            Così dicendo li condusse in laboratorio. E davanti a loro c'era l'ospite.
                            Aveva dei capelli bianchi e la pelle molto chiara, sebbene la sua età fosse ad occhio e croce molto giovane, circa 16 anni. Degli occhi rossi spiccavano su tutto.
                            "Caro amico mio... questi sono i bimbi... 17 e 18..." spiegò spingendoglieli vicino.
                            "Buongiorno..." mormorarono i gemelli timidamente.
                            "Così sono loro i due..." appurò il tizio "... hanno ancora molto da imparare, ma spero che i miei appunti le siano utili." Così dicendo, passò al dottore un rotolo di progetti.
                            "Grazie, Ghiller... la tua genialità sarà utilissima...".
                            Il ragazzo albino sorrise. "Ma le pare, dottor Gero...!"
                            Poi, se ne andò molto lentamente.
                            "Finalmente posso iniziare..." ridacchiò Gero guardando i bambini con occhi malvagi.
                            Così si avviò nel suo studio e si chiuse al suo interno.
                            "Non mi piace quell'uomo..." abbozzò 17, carezzando la testa di sua sorella.
                            "Lui è molto cattivo..." mormorò la bimba abbracciando il gemello.
                            "Non devi aver paura. Presto papà ci porterà via..." la rassicurò.
                            "Noi due siamo una sola cosa... se tu stai male, sto male anche io...".
                            18 allora accennò un sorriso e lo prese per la manina.
                            "Andiamo a mangiare, fratellino..."
                            I gemelli allora andarono da Numero 6 che stava seduto su di una sedia.
                            "Ciao amico!" lo salutò 18, ormai sicura della sua bontà.
                            "Ah...c...ciao..." balbettò l'androide non abituato a venir salutato così allegramente.
                            17 lo guardò perplesso. "Sorella...anche lui è un cattivo..." le sussurrò nell'orecchio "...e lo saluti come se fosse un amico?".
                            La sorellina lo corresse. "No, in fondo in fondo è una brava persona... non è cattivo!" disse voltandosi verso di lui.
                            "Gero non ha mai amato i bambini... io invece li trovo assai importanti, perché tutti noi adulti lo siamo stati, al nostro tempo." rispose Roku, posando sul tavolo un piatto con del cibo. "Mangiate,è ancora caldo."
                            I fratelli iniziarono a mangiare, senza troppi complimenti.
                            "Che ti dicevo?" gli domandò 18. 17 si ricredette un attimo "Allora è solo il dottore l'orco cattivo... spero ce ne andremo presto..." concluse.
                            Bambini. Così ingenui per comprendere la verità.
                            Numero 6 li guardava da lontano, con un nodo alla gola.
                            ---Non potrete mai più uscire da qui--- pensò.
                            ---E le vostre sofferenze non sono neppure ancora iniziate---
                            Fare qualcosa.
                            Aiutare i bambini.
                            Portarli al sicuro.
                            Roku non poteva fare nulla. Lui era stato costruito per obbedire al dottor Gero.
                            Il suo corpo non poteva far nulla e solo la mente poteva ribellarsi.
                            Anche se avesse voluto salvarli, non avrebbe potuto muovere un muscolo.
                            Così Gero aveva comandato.
                            "Spero solo siano forti..." concluse per poi dirigersi verso il laboratorio.
                            Lì Gero stava scribacchiando su dei grandi fogli. Aveva un'aria concentrata.
                            "Vieni pure avanti, Numero 6...c'è qualcosa che devi dirmi?" domandò lo scienziato senza s taccare gli occhi dal lavoro che stava facendo.
                            L'androide gli si avvicinò con discrezione.
                            "Vorrei proporle una cosa, dottore..."
                            "Dimmi pure..."
                            6 abbassò lo sguardo, timoroso della reazione che avrebbe avuto.
                            "Vorrei proporle una cosa... faccia uscire ogni tanto questi poveri bambini, la prego. Non solo perché stare qui peggiorerebbe la loro salute, ma anche perché così lei potrebbe lavorare meglio..."
                            Gero smise di scrivere.
                            Rivolse gli occhi glaciali verso la sua creatura e sorrise.
                            "Caro 6... mi pare che ieri tu mi abbia chiesto di non farti più uccidere nessuno.
                            Oggi mi chiedi di far uscire ogni tanto 17 e 18...
                            Mi pare che tu mi chieda troppe cose. Non posso esaudirle entrambe..."
                            L'androide allora ci pensò su un attimo.
                            "Se vuole continuerò a uccidere... ma la prego... esaudisca questa richiesta..."
                            Il tono di voce era estremamente sottomesso e gli occhi non si staccavano un attimo dal pavimento.
                            Gero si alzò e gli diede una pacca sul petto.
                            "Va bene... accordato!" disse semplicemente.
                            Il cuore di 6 ebbe una strana sensazione di calore.
                            Felicità.
                            "Porta pure fuori i bambini, ma in cambio dovrai continuare a fare pulizie..."
                            Così dicendo, il dottore si rimise al lavoro.
                            "La ringrazio infinitamente, dottore..." concluse, allontanandosi.
                            I bambini stavano finendo la colazione quando vennero chiamati dall'androide.
                            "Allora, bambini... vi va di fare un giro in città?" domandò con un raro sorriso.
                            17 e 18 si alzarono. I loro visi brillavano di gioia.
                            "Certo! Quando si parte, zietto?" chiese 18 affettuosamente.
                            "Per voi, anche subito..."
                            I bambini sorrisero. Potevano stare lontani da quel luogo schifoso.
                            Era un ottima notizia.
                            Una volta che si furono preparati, i bimbi aspettarono 6.
                            Questi si era messo una giacca per coprire il corpo metallico, per non destare sospetti. Così si misero fuori dalla grotta e salirono in spalla all'androide.
                            "Si parte!!!" urlarono i gemelli all'unisono.
                            Quando 6 si alzò in volo, gridarono divertiti, più che spaventati.
                            "Ma sai volare!!! Allora sei un angelo?" domandò 18 stupita.
                            Roku non rispose.
                            Iniziò a pensare.
                            Aveva avuto il consenso per portare fuori i bimbi, tuttavia,a caro prezzo: le sue mani si sarebbero ancora sporcate di sangue.
                            Avrebbe dovuto ancora uccidere. E lui non voleva farlo più...
                            La vita di due bimbi innocenti valeva più di quelle che avrebbe ancora stroncato?
                            Ogni essere vivente è importante.
                            Ma non poteva sottrarsi al suo destino. Doveva farlo, se non voleva venir distrutto.
                            Così doveva essere.
                            E così sarebbe stato, fino alla fine dei suoi giorni...
                            Un ultimo pensiero balenò la sua mente.
                            Verrà il giorno in cui noi saremo giudicati?
                            Nolite te bastardes carborundorum

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                              sigpic
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