Visto che in questo periodo molte persone postano le loro storie, lo faccio pure io.
La mia FF si intitola Innocence ed è presente su Dba, ma non è ancora completa.
Pensavo che magari postarla qui sarebbe stato molto carino, anche se non so se piacerà a molti, dato il tema inusuale che tratta, e visto che è più che altro un introspettivo drammatico, (ma molto ma molto crudo)...
Solitamente dovrei targarla NC17, ma confido nel poter metterla pure qui...
Cominciamo. Vi siete mai chiesti che vita poteva aver avuto 18, ancor prima di diventare un androide? Ascoltate questa storia....
Prologo:
Sin da quando ero una bimba piccola, i miei genitori
mi raccontavano che, se un giorno io fossi stata presa dall'orco cattivo,
di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi...
Una goccia.
Una goccia di un liquido scarlatto cadde sulla moquette del pavimento.
Una goccia, poi un'altra.
Un'altra e un'altra ancora.
Marito e moglie giacevano senza vita al suolo, dilaniati.
Le coperte della cameretta erano tutte inzuppate di sangue. Impronte di mani insanguinate sui muri, sui mobili.
Due fratelli.
Si erano addormentati qualche ora prima con la certezza di rivedere i loro amati genitori.
Ora dormivano placidamente con i loro cadaveri accanto, tra le coperte piene di sangue.
Qualcuno era entrato silenziosamente in casa e i due coniugi avevano disperatamente cercato di salvaguardare i piccoli. Erano stati uccisi.
Il carnefice stava insensibile accanto al letto.
I capelli lunghi e bianchi, uno sguardo freddo e triste.
Il corpo era per la maggior parte metallico, con visibili saldature e pezzi di diverso colore.
Un microfono sull'orecchio destro.
Dall'apparecchio uscì una voce.
"Bravo, Roku... hai proprio fatto un bel lavoro con quei due... ora prendili."
L'androide non cambiò espressione e si avvicinò ai fratelli prendendoli entrambi tra le braccia. Dormivano ancora.
Lentamente fece per incamminarsi fuori dalla casa ma, una volta uscito, trovò una decina di volanti della polizia ad attenderlo. Avevano di certo sentito tutto.
"Mani in alto... sei in arresto per duplice omicidio colposo" intimò un poliziotto puntandogli contro la pistola.
L'androide non disse nulla. Dal microfono un'altra frase.
"Uccidili!"
Subito questi stese un braccio in avanti e lo fece mutare in una mitragliatrice.
Senza la minima esitazione, crivellò di colpi quei poveri uomini.
Passò veloce tra i cadaveri, alzandosi in volo.
"Abbiamo fatto un bel regalo alle loro famiglie, vero?" chiese la voce ridendo.
L'androide non rispose.
Stava arrivando alla meta.
Atterrò su uno spiazzo dentro una montagna e si diresse verso la porta che aveva innanzi.
Un laboratorio apparve dinnanzi a lui, una volta che essa si spalancò.
Un uomo giovane, tutto vestito di nero, si alzò dalla postazione PC e sorrise giungendogli appresso.
"Hai fatto in fretta, Numero 6... forse meriti un premio!"
Roku, il cui nome significava appunto 6, posò su una branda i due fratelli.
"Ma che cosa abbiamo qui? Ti avevo detto di trovarmene due dello stesso sesso, idiota!!!" urlò l'uomo vedendoli.
I due gemelli stavano per svegliarsi. Uno aveva i capelli neri, mentre la sua sorellina era bionda.
Lei aprì gli occhi e vide quelle due persone che non conosceva.
"Chi siete?" chiese spaventata per poi svegliare suo fratello.
Il bambino si svegliò e come la sorella si impaurì, indietreggiando.
"Cari bambini... papà e mamma ci hanno chiamato per portarvi qui.
Dovevano partire per un lungo lungo viaggio, quindi ci occuperemo noi di voi due..." disse l'uomo con tono rassicurante. Mentiva chiaramente.
Allora i due fratelli si calmarono un poco, mettendosi a sedere.
"Quando tornerà la mamma? ...voglio stare con lei..." mormorò la bambina a suo fratello, stringendosi.
Roku non disse nulla.
Non poteva dire a loro che proprio lui aveva ucciso i genitori e che non sarebbero mai più tornati.
Poi iniziò a discutere con l'uomo.
"Dottor Gero... perché non dite loro la verità... che non potranno mai più vederli...".
Il dottore lo gelò con lo sguardo "Numero 6... una sola parola in più e ti distruggo! Hai capito bene, ammasso di ferraglia?"
L'androide non ribatté. Squadrò quei piccoli sventurati e si allontanò con aria triste.
Fratello e sorella erano spaventati, sul punto di piangere. Sentivano già la mancanza di mamma e papà, ignari della loro fine.
"Allora, piccoli miei... io sono il dottor Gero. Voi come vi chiamate?"
I bambini fecero per presentarsi, ma le loro bocche vennero tappate da un dito che vi si posò sopra.
"Non importa..." disse l'uomo con noncuranza.
"D'ora in avanti vi darò io dei nuovi nomi, siete d'accordo?" chiese questi carezzando la testa della bimba.
"Io vi do il benvenuto... Numero 17... e Numero 18..."
***ecco qui il prologo, se desiderate il seguito, non fate altro che dirlo...^_^***
La mia FF si intitola Innocence ed è presente su Dba, ma non è ancora completa.
Pensavo che magari postarla qui sarebbe stato molto carino, anche se non so se piacerà a molti, dato il tema inusuale che tratta, e visto che è più che altro un introspettivo drammatico, (ma molto ma molto crudo)...
Solitamente dovrei targarla NC17, ma confido nel poter metterla pure qui...
Cominciamo. Vi siete mai chiesti che vita poteva aver avuto 18, ancor prima di diventare un androide? Ascoltate questa storia....
Prologo:
Sin da quando ero una bimba piccola, i miei genitori
mi raccontavano che, se un giorno io fossi stata presa dall'orco cattivo,
di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi...
Una goccia.
Una goccia di un liquido scarlatto cadde sulla moquette del pavimento.
Una goccia, poi un'altra.
Un'altra e un'altra ancora.
Marito e moglie giacevano senza vita al suolo, dilaniati.
Le coperte della cameretta erano tutte inzuppate di sangue. Impronte di mani insanguinate sui muri, sui mobili.
Due fratelli.
Si erano addormentati qualche ora prima con la certezza di rivedere i loro amati genitori.
Ora dormivano placidamente con i loro cadaveri accanto, tra le coperte piene di sangue.
Qualcuno era entrato silenziosamente in casa e i due coniugi avevano disperatamente cercato di salvaguardare i piccoli. Erano stati uccisi.
Il carnefice stava insensibile accanto al letto.
I capelli lunghi e bianchi, uno sguardo freddo e triste.
Il corpo era per la maggior parte metallico, con visibili saldature e pezzi di diverso colore.
Un microfono sull'orecchio destro.
Dall'apparecchio uscì una voce.
"Bravo, Roku... hai proprio fatto un bel lavoro con quei due... ora prendili."
L'androide non cambiò espressione e si avvicinò ai fratelli prendendoli entrambi tra le braccia. Dormivano ancora.
Lentamente fece per incamminarsi fuori dalla casa ma, una volta uscito, trovò una decina di volanti della polizia ad attenderlo. Avevano di certo sentito tutto.
"Mani in alto... sei in arresto per duplice omicidio colposo" intimò un poliziotto puntandogli contro la pistola.
L'androide non disse nulla. Dal microfono un'altra frase.
"Uccidili!"
Subito questi stese un braccio in avanti e lo fece mutare in una mitragliatrice.
Senza la minima esitazione, crivellò di colpi quei poveri uomini.
Passò veloce tra i cadaveri, alzandosi in volo.
"Abbiamo fatto un bel regalo alle loro famiglie, vero?" chiese la voce ridendo.
L'androide non rispose.
Stava arrivando alla meta.
Atterrò su uno spiazzo dentro una montagna e si diresse verso la porta che aveva innanzi.
Un laboratorio apparve dinnanzi a lui, una volta che essa si spalancò.
Un uomo giovane, tutto vestito di nero, si alzò dalla postazione PC e sorrise giungendogli appresso.
"Hai fatto in fretta, Numero 6... forse meriti un premio!"
Roku, il cui nome significava appunto 6, posò su una branda i due fratelli.
"Ma che cosa abbiamo qui? Ti avevo detto di trovarmene due dello stesso sesso, idiota!!!" urlò l'uomo vedendoli.
I due gemelli stavano per svegliarsi. Uno aveva i capelli neri, mentre la sua sorellina era bionda.
Lei aprì gli occhi e vide quelle due persone che non conosceva.
"Chi siete?" chiese spaventata per poi svegliare suo fratello.
Il bambino si svegliò e come la sorella si impaurì, indietreggiando.
"Cari bambini... papà e mamma ci hanno chiamato per portarvi qui.
Dovevano partire per un lungo lungo viaggio, quindi ci occuperemo noi di voi due..." disse l'uomo con tono rassicurante. Mentiva chiaramente.
Allora i due fratelli si calmarono un poco, mettendosi a sedere.
"Quando tornerà la mamma? ...voglio stare con lei..." mormorò la bambina a suo fratello, stringendosi.
Roku non disse nulla.
Non poteva dire a loro che proprio lui aveva ucciso i genitori e che non sarebbero mai più tornati.
Poi iniziò a discutere con l'uomo.
"Dottor Gero... perché non dite loro la verità... che non potranno mai più vederli...".
Il dottore lo gelò con lo sguardo "Numero 6... una sola parola in più e ti distruggo! Hai capito bene, ammasso di ferraglia?"
L'androide non ribatté. Squadrò quei piccoli sventurati e si allontanò con aria triste.
Fratello e sorella erano spaventati, sul punto di piangere. Sentivano già la mancanza di mamma e papà, ignari della loro fine.
"Allora, piccoli miei... io sono il dottor Gero. Voi come vi chiamate?"
I bambini fecero per presentarsi, ma le loro bocche vennero tappate da un dito che vi si posò sopra.
"Non importa..." disse l'uomo con noncuranza.
"D'ora in avanti vi darò io dei nuovi nomi, siete d'accordo?" chiese questi carezzando la testa della bimba.
"Io vi do il benvenuto... Numero 17... e Numero 18..."
***ecco qui il prologo, se desiderate il seguito, non fate altro che dirlo...^_^***
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