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  • #31
    Originariamente Scritto da GT! Visualizza Messaggio
    Grazie a tutti!^_^
    Domani, altri due capitoli.
    Se volete, potrò mettere magari qualche illustrazione,più avanti. Se vi piace un personaggio in particolare, farò qualcosina.
    Non sò più cosa dire per dirti che stai andando benissimo,cmq se è possibile vorrei un immagine di 18 grazie.
    "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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    • #32
      e io una di 6
      video di Vege_hc:http://video.google.it/videoplay?doc...41877519480466

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      • #33
        Ok, bene...
        per ora ho solo un vecchio schizzo dei due...date un occhiata.
        Presto vi farò qualcosa ex-novo (e l'aspetto dei due sarà un po' diverso).
        Nolite te bastardes carborundorum

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        • #34
          Devo anche dire la mia... STUPENDA! Mi paice molto la ta FF. era da tanto che mi chiedevo come é andata la storia di C17 1 C16 prima della loro apparizione in DBZ. Continua, presto! E sono curisa anche di vedere le illustrazioni... (siamo disegnatirci, no?)
          sigpic
          >>>visitate la mia fanart gallery su Deviantart

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          • #35
            Signorsì signora!
            Ecco allora il capitolo prossimo.

            CAPITOLO 6 - RIBELLARSI

            [...]...e sebbene le sofferenze fossero grandi, la piccola e graziosa bambina era fiduciosa... ogni giorno pregava, come la mamma le aveva detto, implorando: "Mio principe... verrai mai a prendermi?"


            La pianura era silenziosa e soffiava un vento gelido, che faceva rabbrividire i gemelli,vestiti semplicemente di maglietta e pantaloncini di stoffa.
            Gero invece se ne stava avvolto nella sua pesante giacca e li guardava sorridente.
            6 invece stava dietro di lui e osservava impotente la scena.
            "Bene, piccoli... possiamo iniziare allora..."
            17 e 18 annuirono e si alzarono in piedi.
            Le loro orecchie erano paonazze e così le loro guance.
            Avevano tanto freddo, ma ancora di più era il dolore che provavano.
            Nelle loro menti si stava lentamente insinuando un orribile pensiero:
            "Davvero papà ci ha lasciati in mano ad un orco come lui? Non ci avranno mica abbandonati?!"
            La verità in effetti non era molto differente...
            "Fate un pochino di corsa... riuscite, vero?"
            I bambini annuirono ancora e, senza domande, si misero a correre più che potevano.
            L'androide era sempre lì.
            Il sorriso cinico del suo creatore gli dava il voltastomaco.
            Sarebbe stato così facile cancellarlo dal suo insopportabile volto...
            Così semplice torturarlo e farlo pentire di tutte le cattiverie...
            Ma il corpo non rispondeva.
            La parte meccanica obbediva a Gero.
            "Non sono graziosi, numero 6?" domandò intanto l'orco, avvicinandosi.
            "Penso che diventeranno come te..."
            Nella mente, 6 urlò...
            "NO!!!"
            La sua mano iniziò a scricchiolare, producendo un rumore metallico.
            Il macchinario che ora era il suo corpo era in conflitto con la sua anima, che cercava disperatamente di vincere il contrasto.
            Frattanto, i bambini correvano ancora.
            Se solo correndo avessero potuto fuggire dall'orco...
            Se solo fossero fuggiti...
            17 stringeva i denti. La fatica iniziava a farsi sentire.
            "Non posso arrendermi così... papà si vergognerebbe di me!!!"
            Suo padre gli aveva insegnato una cosa: un uomo non si arrende mai, nemmeno quando è vicino alla morte.
            Ma 17 non era un uomo.
            Era solo un bambino. Di soli sei anni, per giunta.
            Per quanto matura poteva esser la sua mente, alcune cose non poteva ancora capirle.
            Come la morte dei loro genitori. Non lo sapeva e nemmeno se l'immaginava...
            18 pareva invece più serena.
            Nonostante la fatica, il freddo, il dolore, dai suoi occhi non scendeva più nulla.
            "Diventerò forte, mamma."
            Chiuse gli occhi e nella sua mente iniziò a scandire una preghiera.
            Poi fece ciò che la mamma le aveva insegnato: pregare affinché venisse il principe.
            E così lei fece.
            Principe, aspetto con ansia il giorno in cui tu verrai e ci tirerai fuori di qui.
            Principe, ti prego, tiraci fuori di qui e sconfiggi l'orco cattivo...
            "Com'è graziosa 18, eh?" chiese intanto Gero, fianco a fianco a Numero 6.
            "Diventerà una donna splendida..."
            Il volto del dottore divenne inquietante.
            "Che intende fare con lei?" domandò Roku, cercando di frenare il suo tremore.
            Subito il dottore non rispose.
            Ma poi...
            Una sua mano si posò in mezzo alle gambe di 6, toccandone l'intimità.
            6 rimase impietrito.
            "Lo sai che farò?" chiese con tono cinico.
            "Farò a lei la stessa cosa che feci a te...ma che non ricordi..."
            L'espressione dell'androide si fece shockata.
            Non poteva ricordare nulla, ma il solo gesto che gli aveva fatto, lasciava intendere tutto.
            Tutto.
            "Non temere... sarò dolce con lei... d'altro canto,è una femmina..."
            Fu in quel momento che la mano di 6 reagì.
            Si sentì un rumore sordo, poi un suono simile allo scontrarsi di lamiere, uno stridio insopportabile.
            Senza lasciare tempo all'orco di accorgersene, la mano gli si strinse al collo, cogliendolo di sorpresa.
            Ora l'androide lo aveva afferrato.
            Sarebbe bastato poco e lo avrebbe strangolato.
            Gli avrebbe spezzato il collo a quel fottuto bastardo...
            "S... Sei... come..." mugugnò il dottore, con gli occhi sbarrati e la voce strozzata in gola "... tu... il tuo corpo mi obbedisce... non...".
            L'androide per la prima volta fece vedere nel suo volto tutta la collera che aveva dentro, sorprendendo per un attimo l'orco.
            Ma l'espressione di Gero tornò calma, nonostante avesse una mano che lo stava strozzando.
            "Figliolo... uccideresti tuo padre... il tuo salvatore?"
            ---Taci---
            Questa semplice parola correva nella mente di 6, ma non riusciva a dirla.
            ---Chiudi il becco---
            ---Stai zitto---
            Che piacere sarebbe stato urlarglielo in faccia...
            Che godimento...
            Ma l'androide, per qualche motivo, non riusciva a dirlo.
            Così come non riusciva a proseguire il suo atto.
            Non riusciva a stringere di più.

            Nel frattempo i bambini si erano fermati, osservando spaventati la scena.
            Gero voltò gli occhi verso di loro e sorrise
            "Non preoccupatevi, piccoli, tra poco sono da voi..."
            Così dicendo, tornò a fissare la sua creazione negli occhi.
            "Se fossi in te ci penserei due volte ad uccidermi...".
            Detto ciò, tirò fuori un piccolo telecomando.
            Il volto di 6 sbiancò alla vista di tale oggetto.
            "Un solo gesto e io ti porto all'inferno con me, Roku. Così i bambini rimarranno da soli. E tu non vuoi che accada,vero? Perciò ti conviene lasciarmi, pezzo di ferraglia...".
            L'intimazione ebbe un effetto immediato verso l'androide che, con grande risentimento, mollò la presa, lasciando libero quel mostro.
            Questi, come se nulla fosse, rimise in tasca il telecomando e si spolverò la giacca.
            "Non trovi sia una bella giornata, 6?" chiese, tornando a sorridere.
            Mancava così poco.
            Un solo gesto e quel mostro sarebbe finalmente crepato.
            Come lui desiderava, da oltre dieci anni.
            Ma se Gero avesse premuto il pulsante, lui sarebbe esploso.
            E i suoi adorati bambini sarebbero rimasti soli.
            E sarebbero morti, indifesi com'erano...
            Per la prima volta, l'arto meccanico aveva disubbidito al creatore.
            Aveva reagito secondo la volontà di 6.
            Poteva farlo secco prima che tirasse fuori quell'arnese.
            Ma non aveva fatto in tempo.
            Roku iniziò a maledire se stesso ,per quei pochi secondi in cui poteva ucciderlo e il suo braccio non aveva reagito.
            Il suddetto arto, ora, iniziava a sanguinare: il gesto improvviso ed imprevisto aveva rotto uno dei cavi e non riusciva più a muoversi.
            Si era rotto un braccio.
            Ma per quel braccio, avrebbe volentieri fatto fuori quel uomo.
            Molto volentieri.
            Frattanto il mostro era ancora vivo. Libero di far soffrire quei due bimbi...
            Ancora vivo...
            Nolite te bastardes carborundorum

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            • #36
              é bellissima! Non ho parole sei troppo brava a scrivere! Metti altre immagini mi raccomando!^^
              Oddeo trunks coi capelli lunghi! Volete mettere il confronto? Molto meglio corti
              http://img469.imageshack.us/img469/9...c3eb017jk2.jpg http://img469.imageshack.us/img469/9...r130301mp1.jpg

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              • #37
                si ce lo fatta lo letta tutta pezzo per perso poco alla volta...complimeti aspetto il prox episodio...e posta altri disegni

                Comment


                • #38
                  Troppo bella, mi piace un casino, comunque aspetto anch'io le immagini
                  Ultima saga di DBReturn (con dentro i link delle prime 2): http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=49225

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                  • #39
                    Proseguiamoooo!!!

                    CAPITOLO 7 - PRINCIPE

                    [...] ...e quel giorno la bimba ebbe un lampo di chiarezza...
                    ... era lui il principe...?


                    Era passata circa un'ora da quando i gemelli avevano iniziato a correre.
                    Un'ora per un adulto potrebbe esser nulla, ma per due gracili bimbi di soli sei anni, sessanta minuti parevano un inferno.
                    18 ansimava, accusando un dolore fitto alla milza.
                    Così 17, che cercava in ogni modo di asciugarsi il sudore.
                    Il freddo aumentava proprio a causa del sudore, che ne amplificava l'effetto.
                    "Basta così..." ordinò l'orco, sentendosi soddisfatto.
                    I gemelli si fermarono lentamente e si diressero verso di lui, non smettendo di ansimare.
                    "Avete ancora molta strada da fare, piccoli. Dovrete imparare a correre per oltre un'ora senza stancarvi. Poi, superato questo, il resto si può dire in discesa..."
                    Il tono di voce di Gero stavolta era quasi sincero.
                    Una magra consolazione, vista la crudeltà che possedeva la sua anima.
                    "Allora, possiamo tornare a casa?" domandarono i fratelli all'unisono.
                    L'orco fece un cenno positivo e ciò sembrò rianimarli.
                    A Numero 6, da lontano, parve di udire un "evviva".
                    Ma di certo poteva aver sentito male...
                    In pochi attimi, i fratelli corsero verso di lui, pronti a partire.
                    18 notò il sangue dal suo arto e si allarmò.
                    "Ma... il tuo braccio... stai male?"
                    L'androide cercò alla bene e meglio di mentire, più per rassicurarli che per ingannarli. "Niente di grave... mi capita ogni tanto..."
                    Così, in breve tempo, i bambini tornarono alla loro prigione.
                    Si poteva dire che erano "felici" di tornare... per lo meno, riposavano un po'...
                    Una volta arrivati, verso il centro del laboratorio, trovarono un'altra persona: quel ragazzo albino, Ghiller.
                    Si era seduto su una sedia e teneva le braccia incrociate, con un sorriso stampato sul volto.
                    L'orco gli andò incontro e lo salutò.
                    "Non aspettavo una tua visita, amico. Ma sono contento lo stesso."
                    "Ah... vedo che lei ha iniziato ad allenare i bambini... come si comportano?" chiese il ragazzo, lanciando un'occhiataccia ai gemelli e all'androide.
                    Gero sospirò e poi iniziò a camminare verso la sua stanza.
                    "Bene, direi... ce ne vuole di tempo prima che siano pronti, ma comunque... non mi lamento. Tuttavia c'è una cosa che ti devo dire...".
                    "Dica pure, l'ascolto..."
                    Davanti ai fratelli e a 6, ora ferito al braccio, l'orco si mise a parlare nell'orecchio del ragazzo, in un tono basso, in modo da non farsi sentire.
                    Finito il discorso, Ghiller scosse la testa.
                    "Capisco... allora lasci fare a me, dottor Gero... è in buone mani...".
                    Gero si avvicinò ai bambini e indicò la porta della loro stanzetta.
                    "Filate in camera vostra, senza storie! Il mio amico ha da fare..."
                    Senza esitare un attimo, 17 e 18 obbedirono e fecero per andare, quando la bimba si voltò verso 6,preoccupata.
                    "6... ti prego, non ci abbandonare..."
                    In quel momento l'androide la guardò incrociando i suoi occhi.
                    Le sue labbra si mossero istintivamente, come a voler pronunciare una frase.
                    18 riuscì a leggere il labiale:
                    "Non ti preoccupare, io vi porterò fuori da qui..."
                    Questa frase ebbe un effetto immediato sulla bambina, che fece un cenno d'assenso e seguì il fratello nella sua stanza.
                    Una volta lì, si mise seduta sulla branda e guardò il fratello con uno sguardo indefinibile.
                    "Sorellina... cosa c'è?"
                    Il volto di 18 all'improvviso si illuminò di un sorriso radioso
                    "...è lui..."
                    Nello stesso momento, oltre la porta di ferro, Gero e il ragazzo stavano vicino a 6, osservandolo con aria seria.
                    Poi il secondo si fece avanti.
                    "Ah. Vedo che il tuo braccio si è rotto. Allora, se permetti, lascia che te lo ripari..."
                    L'androide annuì e si mise a sedere.
                    Ghiller si mise seduto di fronte a lui e tirò fuori dal taschino un paio di arnesi.
                    Gero intanto si diresse verso la sua camera e, senza dire una parola, si chiuse al suo interno. Come era suo solito fare.
                    Allora Ghiller, posato il braccio sul tavolo, iniziò a ripararlo, con facilità.
                    Mentre lavorava, chiacchierava un po' con l'automa.
                    Poi però iniziò a fare delle domande scomode...
                    "Allora, 6, come hai rotto questo arto?"
                    "..."
                    Senza lasciare all'altro il tempo di rispondere, il ragazzo continuò, lasciandolo interdetto.
                    "Capisco... hai tentato di uccidere Gero, non è così?
                    Ammutolito, 6 decise alla fine di annuire.
                    Anche se non sapeva quanto fosse conveniente:
                    Quel ragazzo era pur sempre un amico dell'orco...
                    Si udì una risata leggera provenire da Ghiller.
                    Incredibilmente, lui sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.
                    "Bravo... c'eri quasi riuscito, peccato che il braccio ti si sia rotto... comunque... vuoi che ti dia una mano?"
                    "R... riguardo cosa?" domandò 6, stupito dalla domanda.
                    La risposta del ragazzo lo shockò.
                    "Semplice... se vuoi, posso insegnarti come controllare il tuo corpo...
                    e quindi... a uccidere Gero!".
                    Aveva sentito bene?
                    Quel ragazzo, amico del suo creatore, voleva aiutarlo ad ucciderlo?
                    Come poteva essere?
                    "Potrei anche aiutarti ad ottenere la password per liberare i bimbi dagli orecchini.
                    In fondo, sono buono,vero?"
                    "Ma come mai vuoi aiutarmi? Non ti importa di lui?"
                    La risposta non tardò ad arrivare...
                    "No. Lo trovo una persona orribile. Ma tu forse non mi credi, vero?"
                    Nel finire la frase, fissò anche l'ultimo legamento, risistemandogli il braccio.
                    6 iniziò a muovere l'arto, per riabituarsi.
                    Poi rispose al ragazzo con sincerità.
                    "No che non ti credo... però, se davvero puoi aiutarmi, allora fallo!"
                    Ghiller annuì e tirò fuori da una tasca un microchip.
                    "Bene. Questo programma contiene un virus. Se tu lo usi nel computer di Gero, ti darà la password per gli orecchini. Ti basta per ora?".
                    Prendendo in mano il chip, Roku iniziò a fidarsi di quel tipo.
                    Se lo mise poi in tasca e fece un cenno di ringraziamento.
                    "Ma figurati... quando uno vuol esser utile...".
                    Poi l'androide si guardò l'arto e fece una seconda richiesta.
                    "Come posso allenare il braccio, in modo da controllarlo secondo la mia volontà?"
                    La domanda parve divertire il ragazzo, che sorrise ironicamente.
                    "Eh,no. Ti ho dato il chip. Ora tocca a te arrangiarti... tu lo vuoi uccidere, giusto?
                    Allora pensaci tu. A me non importa affatto. Arrangiati."
                    Questa risposta urtò i nervi di 6, che però si accontentò di quel microchip.
                    Con quello almeno poteva liberare i bambini.
                    Liberarli da quegli arnesi di tortura.
                    Allora si alzarono entrambi, ognuno prendendo una diversa direzione.
                    Ghiller fece per andarsene ma, arrivato alla porta d'ingresso, si fermò e fece una domanda.
                    "Perché aiuti quei bambini, 6? Forse perché vuoi bene a loro?!"
                    "Suppongo di sì..." mormorò questi, un poco confuso dalla domanda.
                    "Io invece credo di no. Tu non li difendi. Difendi quella cicatrice che hai nel cuore, quel tuo 'Io' bambino che rivedi in quei due. Non è forse così?".
                    L'androide parve sentir il petto pungere.
                    Quello che aveva detto quel ragazzo era in parte vero.
                    In quei bambini, 6 rivedeva se stesso.
                    Era così simile a loro...
                    Anche lui aveva perso i genitori... anche loro erano stati uccisi.
                    Almeno, così gli aveva detto Gero.
                    E la sua e la loro situazione erano pressocché identiche.
                    Se non fosse che quei due gemelli avevano ancora la possibilità di salvarsi...
                    Lui voleva bene ai due bambini.
                    Le due uniche persone che lo trattavano da amico.
                    Le due uniche persone che gli volevano bene.
                    Anche se su di lui gravava la colpa di aver ucciso i loro genitori...
                    Solo dopo un po' Roku decise di rispondere alla domanda.
                    "Io non sono una persona per bene. Ho ucciso. Ho ucciso i genitori di quei bambini, rovinando il loro futuro. Ma se per espiare potessi salvarli da questa pazzia, allora lo voglio fare. Io voglio bene a quei bambini.
                    E voglio che vivano come gli altri. Non come me. Almeno loro,c he hanno ancora tempo... che possono ancora fare in tempo..."
                    La risposta parve soddisfare Ghiller, che sorrise con piacere.
                    "Bene. Ottima risposta..."
                    Così dicendo, se ne andò, lasciando da solo l'androide.
                    Strinse il microchip nella mano appena riparata.
                    Poteva aiutare i bimbi.
                    Poteva imparare a controllarsi. A uccidere quel mostro.
                    Sul suo volto apparve un vago sorriso di speranza.
                    Potevano farcela...
                    Allo stesso momento, 18 e 17 si erano sdraiati nei lettini polverosi.
                    Il fratello era un poco sorpreso.
                    Sua sorella era felice, chissà per quale motivo.
                    Così decise di chiedere.
                    "Perché sei così felice? Cosa hai visto o scoperto?".
                    La biondina lo guardò.
                    Poi iniziò a spiegare il motivo di tanta felicità.
                    "Fratellino, la mamma mi diceva che sei io fossi stata presa dall'orco, prima o poi il principe sarebbe arrivato per portarmi via e salvarmi..."
                    17 non seguiva bene il discorso.
                    Era roba da femminucce, non se ne intendeva molto.
                    "Insomma... credo che 6... sia lui il mio principe..."
                    Il principe.
                    Colui che avrebbe portato via la bambina.
                    Era davvero lui?
                    18 credeva di sì. Ci credeva davvero...
                    Lui era così gentile e premuroso, come poteva non esserlo?
                    Ciò la rendeva felice, sapendo che la loro salvezza era vicina.
                    Ma una cosa certo non la sapeva.
                    Il suo presunto..."Principe", era anche colui che aveva ucciso i suoi genitori.
                    Non era ironica la cosa?
                    Non era crudele?
                    Il principe cui accennava la madre doveva esser ben diverso.
                    Davvero 6 sarebbe stato il principe?
                    Nolite te bastardes carborundorum

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                    • #40
                      Ecco un illustrazione recente, ma nulla di che...
                      Potete vedere Ghiller all'opera, anche se, secondo il mio smodato parere, porta molto molto male i suoi anni...
                      http://img95.imageshack.us/my.php?im...nocenceyh7.jpg
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                      • #41
                        Altra bella puntata, comunque non sono tanto convinto che Ghiller voglia aiutare 6.
                        P.S.: li porta veramente male gli anni.
                        Ultima saga di DBReturn (con dentro i link delle prime 2): http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=49225

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                        • #42
                          Ecco un altra "illustrazione" ex-novo,anche se realizzazione e colorazione sono state fatte molto rapidamente..
                          Ecco l'aspetto attuale del Numero 6, o Roku, che dir si voglia.


                          E c'è pure Ghiller, un poco diverso da come appare in NS...ma almeno qui porta già meglio gli anni che si ritrova...
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                          • #43
                            Bella! Questa ff va sempre meglio! Brava continua così!^^
                            Oddeo trunks coi capelli lunghi! Volete mettere il confronto? Molto meglio corti
                            http://img469.imageshack.us/img469/9...c3eb017jk2.jpg http://img469.imageshack.us/img469/9...r130301mp1.jpg

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                            • #44
                              Sei bravissimaaaaa!!!!!!!!! è fantastica questa FF!!!!
                              sigpic

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                              • #45
                                E ora,un altro capitolo! Ci si dovrebbe fidare di Ghilly, secondo voi?

                                Capitolo 8- Deceive (Parte prima)

                                …la bambina,convinta che fosse proprio lui il principe,quel giorno,
                                ricevette la sua risposta…e…


                                Il sole cominciava ad illuminare i monti,quella mattina.
                                Nessuna nube,nemmeno un po’ di nebbia era presente nel paesaggio.
                                Una giornata bella…se così si può definire.
                                Come ogni mattina,e ormai lo sapevano,la porta si spalancò,e l’orco fece capolino
                                nella stanza. Sempre con quell’espressione ironica e crudele.
                                I gemelli,quasi per istinto,si alzarono e lo salutarono con educazione.
                                Un'altra bella giornata…del cavolo.
                                Nella stanza aleggiava la tensione: una sola parola di Gero,e i bambini erano costretti ad obbedire. Qualsiasi fosse.
                                La paura di un ordine pericoloso c’era sempre.
                                L’orco quindi si avvicinò ai due,e carezzò le teste graziose con il suo solito fare.
                                Un fare velenoso e per nulla dolce.
                                Una presa in giro.
                                “Allora bimbi…è mattino.” iniziò con tono tranquillo,non smettendo di carezzare la testa bionda di 18.
                                “D…dobbiamo andare ad allenarci…?” chiese la bambina.
                                Ormai era un’abitudine.
                                Era risaputo che quando l’orco ti si avvicinava con un sorriso,voleva qualcosa.
                                In questo caso,pareva dirti “Vai a correre,moccioso!”
                                17 e 18 se l’aspettavano,quindi senza dire altro,fecero per cambiarsi.
                                Sorprendentemente,stavolta,l’orco cattivo li fermò.

                                “Ehi,calma. Oggi non correrete.”.
                                I due non poterono non restare sorpresi.
                                Gero allora gli accompagnò fuori dalla camera,e fuori vi era l’androide 6 ad attenderli.
                                Sempre con calma,Gero continuò a parlare.
                                “Io ho un paio di cose da fare,oggi. Devo uscire per delle commissioni. Quindi vi lascio qui con 6 fino al mio ritorno.Siamo intesi?” domandò,mentre si infilava il giaccone.Un guizzo di felicità apparve negli occhi dei bimbi.
                                L’orco se ne andava?
                                Anche se per poco,se ne andava?
                                Così,in pochi attimi,il dottore salì in sella alla motojet,e partì.
                                In breve la sua figura sparì all’orizzonte.
                                E nel laboratorio rimasero solo 17,18,e 6.
                                “6!Non è bellissimo?Quel uomo cattivo è andato via!!!”
                                urlò contenta la bimba,strattonandolo per i pantaloni.
                                Erano soli con il suo principe.
                                Con il principe tanto atteso.
                                Era una cosa stupenda!
                                Forse ora li avrebbe portati via…!
                                6 di tutta risposta sorrise,e carezzò sulla testa la bimba,e diede un buffetto al fratellino. Il suo volto stavolta pareva davvero contento.
                                “Sì. Ora siamo da soli,bambini. Siete con me. E lo sapete che ho in mente?”
                                domandò,con l’aria di uno che fa una domanda importante.
                                I bambini capirono solo in parte,quindi negarono.
                                “No. Che vuoi fare,zietto?” domandò 17,curioso.
                                L’occhio dell’androide prese a luccicare.
                                Una luce che rimase nella mente di 18.
                                Una luce che si sarebbe ricordata…per sempre.
                                Così,l’androide si chinò verso i bambini,e pronunciò lentamente
                                “Oggi…noi potremo approfittare del momento…per fuggire!!!”.
                                La parola “Fuggire” rimbombò nel cervello dei due.
                                Forte come un tuono,ma non per questo maligna.
                                Anzi,l’effetto della parola fu quello di farli piangere di gioia.

                                “D…davvero,6? Non ci prendi in giro?Scappiamo?!” domandò la bimba,con voce tremante per l’emozione.
                                Lo sguardo magnetico e sincero di 6 si posò su di lei.
                                “Certo. Non te l’ho promesso? Fuggiamo oggi stesso!!!”
                                Così dicendo,l’androide si alzò,lasciando ancora di stucco i bimbi.
                                Assumendo uno sguardo serio e determinato ,poi,volse lo sguardo verso una porta
                                di acciaio,che stava davanti a lui.

                                La camera dell’orco.
                                “Finalmente è giunta l’ora…” pensò tra se e se,mentre lentamente si apprestava a
                                giungere verso di essa.
                                Gero aveva l’abitudine di chiudere a chiave la stanza.
                                Aveva paura che qualcuno entrasse. Ma perché?
                                “Che mi frega…ora devo solo pensare a fuggire!” mormorò 6 mentre posava
                                una mano sul chiavistello.
                                In pochi attimi la sua mano prese la forma di una mitragliatrice. La stessa arma che aveva ucciso tante vite.
                                17 e 18 stavano a guardarlo sorpresi. 18 un po’ meno,a dire la verità.
                                Poi,6 rivolse lo sguardo a loro,e sorrise.
                                “State lontani,piccoli. E rimanete li,intesi?”.
                                Bastò un cenno da parte dei gemelli,e la mitragliatrice iniziò a scaricare colpi
                                a raffica sulla porta,forandola in più punti.
                                Mentre i bambini si tenevano le orecchie tra le mani,6 finì il caricatore.
                                Dalla canna dell’arma usciva un fumo,e bossoli vuoti giacevano un po’ ovunque al
                                suolo. La porta blindata ora si era sbloccata del tutto.
                                “Bene,entriamo…” pensò 6,e con un calcio sfondò la porta,che cadde a terra con un tonfo sordo.
                                L’interno della stanza era quasi normale.
                                Oltre a un letto piuttosto comodo al vedersi,vi era una postazione per il computer,
                                una stampante e uno scanner.
                                Sulle mensole vi erano strani marchingegni,riproduzioni di macchine da guerra,
                                fogli pieni di formule chimiche e quanto altro.
                                Sull’armadio,perfettamente lucido e integro,vi era una foto ritraente Gero con il suo amico,il ragazzo dai capelli bianchi.
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