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Scuola Superiore (mia nuova ff)
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è bellissima!!! è l'unica ff che sto leggendo x intero!!! ihihih bellissimo!!! ot: anche se nn è male "mondi paralleli" fine ot!!!Queste gioie violente hanno fini violenti.
Muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo e il fuoco.
Che si consumano al primo bacio.
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Capitolo Diciassette: Rotture
Goku si fermò davanti alla casa dell’amica, e la fece salire.
“Allora, Crilin dov’è?”
“Vicino al Bar Jolly, ho già chiamato l’ambulanza, quindi probabilmente quando arriveremo l’avranno già portato all’ospedale…dannazione! In quel caso non sapremo dove l’hanno portato!”
“C’è un solo ospedale…” disse Goku con una gocciolina che gli scendeva dalla testa.
“Sì, ma il Bar Jolly è al confine con l’altra città, potrebbero anche averlo portato a quell’ospedale!”
“Bè, non ci resta che arrivare in tempo al luogo dell’incidente, tieniti forte!”.
La bionda obbedì e il ragazzo partì a tutta velocità…50…60…80…90…in teoria lo scooter avrebbe dovuto mantenere quest’andatura, invece non era così. Goku spinse ancora di più sull’acceleratore e lo scooter balzò ai 200 all’ora.
“Goku! Ma il tuo scooter è truccato!”
“Lo so”
“Ma…non ti ho mai visto mandarlo così veloce”
“L’ha truccato mio fratello, non io. Di solito mantengo il limite, perché non voglio rischiare multe. Ma questa volta è un’emergenza. Ah, se ti interessa…anche lo scooter di Crilin è truccato” disse Goku ridendo.
“Cosa???Aspetta che arrivi da lui e gliela faccio vedere io!”.
Goku si rabbuiò…arrivare da lui…ma ci sarebbe stato ancora un “lui”?
C17 era seduto sulla seggiolina all’ospedale, con Nazos seduta sulle ginocchia. La abbracciava e cercava di tranquillizzarla sulla sorte del fratello. Gli dispiaceva che Vegeta si fosse arrabbiato con lui…ma non poteva farci niente…
Il cellulare squillò.
“Pronto?”
“Cazzo, 17, menomale che alla fine rispondi!”
“Oh, 18! Sei tu che hai chiamato, prima? Ehm…non ho risposto perché ero impegnato” disse con un sorriso rivolto verso Nazos.
“Sì, ma è un’emergenza, dannazione! Non me ne frega niente se ti sei a sbaciucchiare con la ragazza di turno! Crilin ha avuto un incidente!”
“Cosa?????Ma che è? Tutti all’ospedale??Mancate te e Vegeta e poi, a parte i due leocorni, non manca più nessuno!”
“Non sparare le tue solite cazzate! Io e Goku stiamo raggiungendo il luogo dell’incidente per vedere dove lo portano! Vieni anche tu!”
“Non posso! Devo restare qui con Nazos!”
“Ma io sono tua sorella!”
“Sì, bè, per te verrei! Ma qui non si tratta di te, ma del tuo ragazzo!”
“Fottiti, 17!”. Urlando così la ragazza chiuse la telefonata, mentre uno sbalordito Goku continuava a guidare a velocità folle, facendo lo slalom tra le macchine e passando incessantemente col rosso e sulle strisce pedonali, col rischio di investire qualcuno.
Non ci misero molto ad arrivare, stavano mettendo Crilin sull’ambulanza in quel preciso momento. La bionda scese dallo scooter e corse verso l’ambulanza.
“Fermi!”
“Ma…ragazzina…è un’emergenza…”
“Sì, ma sono la fidanzata! Voglio venire anche io!”
“No, non si può…”
“Come non si può?”
Un altro infermiere fece cenno al primo di sbrigarsi, così questo salì dietro, insieme a Crilin, e disse laconicamente alla ragazza.
“E’ grave, non puoi avvicinarti a lui”.
La ragazza sbiancò, e Goku le fu immediatamente accanto, appena in tempo; perché lei cominciò a dondolare avanti e indietro e alla fine cadde tra le braccia del moro, che già, immaginando questa reazione, era pronto a riceverla.
La ragazza non era svenuta, le erano solo mancate le forze, così quando Goku la chiamò riaprì gli occhi e si appoggiò con stanchezza ad un lampione, mentre il moro metteva in moto lo scooter.
“Vieni!”
“D-Dove andiamo? Hai sentito, Goku? Crilin…il mio Crilin…”
“Sì, 18, ho sentito! Sbrigati a salire, che seguiamo l’ambulanza, almeno saprai dov’è ricoverato!”.
C18 salì, ma per tutto il viaggio non spiccicò una parola. Arrivati all’ospedale scese, il volto era bianchissimo, quasi cadaverico, tanto che Goku si chiese se non era il caso di far ricoverare anche lei, non dava certo l’impressione di una ragazza in forma. Andò verso l’ospedale e si sedette sul primo gradino.
“Goku…”
“Dimmi”
“E’ colpa mia…solo colpa mia…”
“Cosa? E perché?”
“Era al telefono con me…era distratto al telefono con me…per…per cercare di convincermi che…che lui mi…oh, Crilin!” la bionda scoppiò a piangere “E’ tutta colpa mia, solo colpa mia”.
Goku la guardò, non sapeva cosa fare. Fin dal principio quella ragazza gli aveva ispirato poca simpatia, e la cosa era reciproca…ma adesso, lei gli sembrava così fragile.
Rimase ancora qualche secondo a guardarla, indeciso sul da farsi, poi si alzò lentamente e la raggiunse, facendo slittare le braccia lungo la sua vita e stringendola.
“Stai calma, 18…andrà tutto bene, vedrai che ne uscirà…”.
La ragazza lo spinse via, con gli occhi pieni di lacrime. Si diresse all’interno dell’ospedale, con Goku che la seguiva e fermò il primo dottore che vide.
“Scusi, hanno appena portato un ragazzo di 16 anni, grave…si chiama Crilin…”
“Sì”
“Posso sapere in che camera si trova? E…si riprenderà?”
“Mi dispiace, ma non può vederlo…in questo momento è necessario che nessuno lo veda, è in una fase delicata e…ma…lei è una parente?”
“No, ma…sono la fidanzata, quindi…”
“Mi dispiace, signorina, ma non essendo una parente non posso rivelarle niente, buona giornata”.
Dicendo così si allontanò in fretta, quasi non volendo vedere C18 piangere, non volendo assumersene la responsabilità.
Goku la afferrò per un braccio e fece per trascinarla fuori, ma la ragazza oppose una strenua resistenza.
“No! Io devo vederlo! Non posso lasciare che muoia, dannazione! Non posso, non posso!Devo vederlo prima, almeno per un ultima volta!”
“18…capisco come ti senti…ma…hai sentito…non puoi…”
“Sai come mi sento? Sai come mi sento?! Hai mai provato cosa significa non poter salutare un’ultima volta chi sta per morire!”
“Sì! E molto peggio di te! Perché Crilin potrebbe guarire, mentre il tumore di mia madre era certo la portasse alla morte, quando è successo!” l’aveva urlato con rabbia, poi era uscito velocemente.
“Io vado, se vuoi venire con me, bene. Sennò ti fai venire a prendere da qualcun altro!”
“No, io resto qui”
“Come vuoi, padrona di fare ciò che più ti aggrada!”.
Il moro partì a tutta velocità, lasciando la bionda nella sala d’attesa dell’ospedale, con le lacrime che le rigavano le guance, disorientata, senza sapere cosa fare.
C17 era assorto nei suoi pensieri…amava Nazos, ma per questo aveva ferito il suo migliore amico e sua sorella, soprattutto sua sorella! L’aveva lasciata sola proprio quando aveva bisogno di lui…ma…anche Nazos aveva bisogno di lui! Il ragazzo non sapeva proprio cosa fare, teneva lo sguardo vacuo, assente.
Nazos se ne accorse e lo scosse leggermente, dandogli un leggero bacio sulla guancia.
“17…”
“Dimmi!”
“Vai…”
“Cosa???”
“Ho sentito la tua conversazione, ero abbastanza vicino a te…”
“Io devo restare accanto a te…”
“No, 17…è tua sorella! Non voglio che litighiate per colpa mia…”
“Non è colpa tua…è che…”
“No! Vai da lei…restaci per un po’, poi tornerai qui con me.”
“Uhm…”
Una dottoressa si avvicinò alla bionda.
“Ciao…desideri qualcosa?”
“Io…volevo vedere il mio fidanzato, ma non me l’hanno permesso”
“Dimmi chi è”
“Crilin, è stato portato qui poco fa, ha fatto un incidente ed è grave”.
La dottoressa la fissò, poi le sorrise, si guardò intorno e l’afferrò per un braccio.
“Vieni con me!”.
La condusse lungo un ampio corridoio, con diverse stanze ai lati. In fondo al corridoio passarono una grande porta blu, che copriva quasi tutta la parete.
Un nuovo corridoio si aprì agli occhi della ragazza, ma era diverso. Le camere che vi si trovavano ai lati erano chiuse, al contrario di quelle precedenti, grandi, e, cosa curiosa, avevano un grande vetro ad altezza d’uomo.
“Ecco…stanza 150. E’ lui il tuo ragazzo?”.
C18 si affacciò, e dovette ricacciare le lacrime negli occhi.
“Sì…” mormoro pianissimo.
“E’ stato mandato in coma farmaceutico, non posso farti entrare, prima di un certo periodo di tempo, bisogna aspettare che passi la fase critica. Ma se vuoi, puoi guardarlo da qui…”. La ragazza annuì col capo, continuando a fissare il vetro, dietro il quale il suo Crilin stava lottando tra la vita e la morte…più vicino a quest’ultima.Last edited by Shira; 27 April 2007, 22:51.sigpic~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~
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Goku si buttò sul letto…la sua vita era veramente perfetta! Lo pensò amaramente, con umorismo.
Aveva perso Chichi, il suo migliore amico poteva morire senza che lui potesse dirgli quanto gli voleva bene, nonostante in questi tempi si fossero sentiti sempre meno, aveva rinunciato ad andare a Roma e coronare il suo sogno di fare un passo avanti nel mondo del baseball. Perfetto, veramente perfetto!
Si alzò dal letto di scatto, pettinandosi i capelli con le dita. Era nervoso, doveva sfogarsi.
Si tolse la maglietta e si sdraiò al suolo, pancia a terra. 1…2…3…fece flessioni fortissime, i muscoli tesi, il sudore che gocciolava sul petto e sul collo…8…9…10…di solito di fermava, quando lo faceva per allontanare la tensione, ma stavolta era di più…molto di più…15…16…17…le braccia non gli facevano male, poteva continuare…22…23…24…continuò, ancora, aumentando il ritmo, voleva che le braccia gli facessero male…e continuare ancora…per non pensare alla sua vita, che stava prendendo una vita da schifo…50…51…52…i muscoli iniziavano a lamentarsi…erano stati sollecitati a freddo, e dopo un fermo di qualche giorno...80…81…82…ma lui voleva solo continuare…98…99…100. Si fermò, immobile, con le braccia tese sull’ultima flessione. Si alzò di scatto e si diresse verso il bagno.
Si spogliò del tutto, entrando sotto la doccia.
Adesso basta piangersi addosso, doveva ricominciare! Avrebbe trovato un’altra occasione per il baseball! Per Crilin, dava per scontato che fosse morto…ma lui non sarebbe morto! Lui era forte, non sarebbe morto. E per quel che riguarda Chichi…
Goku si girò verso il telefono…indeciso…avrebbe dovuto chiamarla? Provare a non farla andare via? O rassegnarsi all’averla persa? Forse era meglio chiamare Felicia…
Goku scosse la testa…Felicia non la voleva…
Diventò rosso, dire così era sbagliato…dire che non ne era innamorato era più coretto.
Doveva chiamare Chichi. Ritirò la mano dal telefono…l’avrebbe chiamata domani…meglio aspettare le sbollisse la rabbia.
Vegeta si trovava a casa sua, insieme a Bulma, lei era seduta in poltrona, lui sul divano, nervoso. Era ancora arrabbiato per C17, molto arrabbiato…
Il cellulare di Bulma squillò e lei rispose, ascoltò per qualche secondo, senza parlare, poi emise qualche suono, che Vegeta recepì come di preoccupazione.
“Che succede?” chiese distrattamente, non gliene importava realmente, era solo per buttare qualche parola lì, tanto per far capire che era vivo…
“Bè, riguarda 18, anche se indirettamente?”
“Ah sì?” nemmeno questo risvegliò Vegeta, non gliene importava niente neppure di lei, era rimasto troppo male per 17…troppo!
“Sì, Crilin ha fatto un incidente ed è grave! Dobbiamo raggiungere C18, è a pezzi!”
“Ciao”.
Bulma si fermò, si era già diretta alla porta, ma aveva visto che il fidanzato non si era mosso.
“Vegeta…vieni anche tu…”
“No”
“Come no? Adesso non te ne importa nemmeno di C18?! Va bene che ci sei rimasto male per 17, ma insomma!”
“Non l’ha fatto lei, l’incidente” fu la laconica risposta del moro, poi tolse ogni comunicazione, buttandosi a capofitto nella contemplazione di un programma tv, di cui certamente non aveva afferrato contenuto e parole, troppo occupato a pensare ad altro, ma era una facciata…sembrava seriamente interessato a quel programma.
Bulma si sedette…senza di lui non poteva andare, non aveva lo scooter.
C18 era rimasta immobile, le mani appoggiate al vetro. Appoggiò anche la fronte, come avrebbe voluto che Crilin aprisse gli occhi, uscisse da quella dannata stanza, e tornasse da lei.
“Signorina…”.
C18 si girò, vedendo un dottore.
“Dica…”
“E’ tardi signorina…torni domani…”
“Il coma terapeutico sarà lungo?”
“Non dipende da noi, signorina…dipende da lui…se darà segno di aver riattivato le percezioni del mondo intorno a sé, noi potremo tirarlo fuori dal coma”
“E…se no succedesse…”
“Significherebbe che non guarisce…noi l’abbiamo curato, per quanto ci era possibile…dobbiamo vedere se ha avuto danni celebrali, dobbiamo vedere se il suo cervello è in grado di reagire agli stimoli esterni. Altrimenti non si potrà svegliare mai…”
“Po-posso vederlo? Posso parlargli?”
“Non può sentirla…”
“Ma posso provare?”
“Non oggi…torni domani, e potrà entrare, ma solo per poco tempo, e qualsiasi cosa succeda dovrà correre ad informare un dottore, ok?”
“Sì…”
“Ora torni a casa…”.
C18 uscì dall’ospedale, non sapeva che fare…chiamò il fratello.
“Pronto?17?”
“Dimmi”
“Vienimi a prendere, per piacere, poi torna pure dalla tua adorata Nazos, ma vienimi a prendere, o devo restare qua fuori dall’ospedale tutta la notte”
“Vengo”.
La ragazza si sedette su uno scalino, stringendosi le braccia al corpo per il freddo. Era buio, e non le piaceva starsene da sola là fuori, non c’era nessuno…anzi…magari non ci fosse stata nessuno…in realtà c’era un uomo che non le piaceva niente…tornò velocemente dentro, e rimase ad aspettare nella sala d’aspetto, lì, per lo meno, era pieno di dottoresse.
Qualche minuto dopo il cellulare suonò, lei lo prese, sperando fosse il fratello.
“Pronto?”
“Pronto, 18! Sono io, 17! Sono in fondo alle scale dell’ospedale, quelle esterne…scendi”
“No, Sali tu, io non esco”
“Cosa???E perché?”
“Perché c’è un tipo che non mi piace, mi sento più sicura nella sala d’aspetto”
“Va bene, vengo io…”
Il fratello arrivò in breve tempo e scesero insieme, il tipo non si vedeva più, e C18 tirò un sospiro di sollievo. Salì sullo scooter e si strinse a C17, in breve furono a casa.
La bionda entrò, mentre il fratello tornò da Nazos.
C18 si distese sul letto e si rigirò nelle lenzuola, non riusciva a prendere sonno…le mancava Crilin, il suo Crilin…
Chiuse gli occhi, gonfi di lacrime, e cadde in un sonno leggero, turbato, un sonno che le placava la stanchezza, ma non la rilassava, aveva paura di perderlo, non poteva perderlo.sigpic~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~
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