Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Dragonball SF (my FF)

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts

  • Dragonball SF (my FF)

    Allora... dopo averci pensato e ripensato a lungo ho deciso di pubblicare anche qui la mia FF, chiamata "Dragonball SF" (Saiyan Force). Vi avverto subito che il mio stile di racconto é piuttosto lento, ma ci saranno anche i combattimenti...
    Spero che la mia storiella vi piaccia, ho fatto del mio meglio per descrivere le mie idee che mi ronzavano in testa. Per la lingua ho avuto vari aiuti, dopotutto scrivere una cosa cosi lunga in italiano non mi é capitata dai tempi delle superiori (no, nemmeno lì )
    Bene, diamoci dentro, prego leggete e commentate!

    x chi interessa la versione originale in lingua tedesca: http://www.dragonballz.de/fanfics


    Prologo: il rapimento

    Ad un tratto il silenzio era ritornato in quel posto in cui, solo alcuni attimi prima, regnava il caos. Perfino gli animali sembravano trattenere il respiro, si solo sentiva lo spirare fragoroso del vento, improvvisamente molto più freddo. Poco prima, Radish aveva colpito suo fratello Kakaroth, o Son Goku, come veniva chiamato dai terrestri, con una gomitata in piena faccia, quando quest’ultimo in un secondo di pazzia gli aveva mollato la coda. L’opportunità forse unica per Goku ed il suo nuovo alleato Piccolo di sconfiggere questo nemico troppo potente, il Saiyan Radish, era stata mandata al diavolo. Piccolo era rimasto talmente sconvolto dall’indulgenza compiuta dal suo nemico mortale che aveva perso la parola. Il colpo aveva scaraventato Goku molti metri indietro; il giovane ora si teneva la faccia dolente, mentre Radish si stava riprendendo e si avvicinava pian pianino al fratello con una smorfia.
    “Un diota del genere non si trova facilmente, Kakaroth…! Ma ora basta con questa sceneggiata! Niente paura, mi prenderò io cura di tuo figlio…. Promesso. Farò di lui un fiero e coraggioso guerriero Saiyan!”
    “N-No! Non te lo permetterò mai!”, fu l’ovvia risposta. Goku pensò a suo figlio di quattro anni e mezzo, che era rinchiuso in quella capsula, e a cosa gli sarebbe potuto capitare se suo fratello lo avesse preso con sé come promesso.
    “Peccato che non me ne frega un fico secco di ciò che pensi tu! Tanto non lo verrai mai a sapere!”, rideva il Saiyan con aria oscura, alzando la mano destra. Una sfera d’energia compavea, pronta a scagliarsi sul nemico a terra, ma poi cambiò opinione. “No… sarebbe uno spreco di energie. Ti finirò cosi!”
    Con grande gusto colpì varie volte suo fratello, senza alcuna pietà. Dopo una dozzina di calci suo fratello, suo stesso sangue, giaceva a terra gravemente ferito e con poche ossa ancora intatte in corpo. Ma era ancora vivo, segno della grande resistenza fisica della sua razza. Ma col passare del tempo non sarebbe sopravvissuto così, di questo Radish ne era certo. Doveva proprio dargli il colpo di grazia?
    Prima che potesse prendere una decisione, lo scouter emise un suono, avvertendolo dell’attacco a sorpresa del muso verde di nome Piccolo. Con grande facilità scansò il calcio, colpendo poi il nemico alle costole che si frantumavano. Il guerriero verde rantolava e sputava sangue viola, precipitando a terra.
    “Ah, quasi mi dimenticavo di te… bene, se ci tieni tanto, ti manderò per primo all’Inferno!”
    Con grande fatica Piccolo si era alzato in piedi, vedendo con orrore che Radish aveva alzato la mano e scagliava in raggio energetico su di lui. Qual raggio lo trafisse al petto e lo scaraventò alcuni metri in aria. Da quel buco grande come un pugno il sangue viola sgorgò a fiumi, ma Radish notò con stupore che, nonostante ciò, era ancora in vita! Ma quel poco di vita si stava per estinguere, al pari del sangue: il Saiyan decise freddo di lasciarlo morire dissanguato.
    Ritornando a Kakaroth, la vergogna del suo clan e della sua razza: giaceva ancora privi di sensi, coperto di sangue e sembrava che stesse solo aspettando il colpo di grazia. Ma qualcosa in Radish lo stava trattenendo, nuovamente gli tornò in mente l’immagine di suo padre, cosi simile a Kakaroth… Ma cos’era questo strano sentimento che lo stava irritando? Rispetto per suo padre, quel grande guerriero? O perfino amore fraterno, se poteva essere chiamato cosi? Radish fece una smorfia di disgusto e abbassò il braccio che aveva alzato con intento omicida.
    Si girò di scatto e camminò verso la sua capsula spaziale, che si trovava ancora in mezzo del cratere di atterraggio. Poteva distinguere dell’esterno una ombra che si muoveva agitata nel suo interno: era qual marmocchio di suo nipote. Nuovamente il solo pensiero gli fece venire il voltastomaco… nella furia non aveva considerato una cosa: avrebbe dovuto resistere ben due settimane di volo assieme a quella peste! Cosa fare? Doveva chiamare Nappa per chiedergli di venire con una capsula automatica? No… così avrebbe fatto una figuraccia tremenda… E se avesse cambiato le impostazioni di stasi della capsula, cosicché anche la peste si addormentasse come lui? Si, forse era quella la scelta giusta.
    Radish aprì il portone d’ingresso e subito afferrò il mantello del bambino che stava ancora piangendo disperato.
    “Waahaaa!!! Lasciami! Lasciami in pace!!!”, gridó Gohan con una voce assordante.
    “Silenzio! Ma come fai tu stesso a resisterti?! Dio… e tu saresti un Saiyan? Che diamine aveva in testa quello stupido di mio fratello?!”
    Con la mano sinistra teneva lontano il marmocchio, che nella disperazione gli colpiva ripetutamente le ossa dell’avambraccio, stranamente questo gli faceva male. Le dite della mano destra volavano abilmente sopra i comandi della capsula, lo esaminò brevemente per valutare il peso e infine terminò i suoi calcoli. Un segnale acustico lo confermò, provocando un breve sorriso di soddisfazione sul viso di Radish. Un altro segnale invece lo irritò. Era lo scouter, che insisteva nell’indicare una forza combattiva di 700 punti in Gohan.
    “Non rompere anche tu!… ne ho abbastanza….”, brontolò e attivò la comunicazione con entrambi gli apparecchi dei suoi compagni. Con una mano tappava la bocca al bambino prima di cominciare:
    “Radish chiama Nappa! Rispondimi!”
    “Qui Nappa. Che diavolo stai combinando?! Kakaroth è lì con te?”, voleva sapere subito l’altro Saiyan.
    “No… si è rifiutato di collaborare. Ho dovuto eliminarlo. Al suo posto ho qui con me suo figlio…”, raccontò, escludendo la parte di grazia verso Kakaroth. Non poteva proseguire perchè veniva interrotto bruscamente dal altro Saiyan, Vegeta.
    “Suo… figlio?! Ma perché? E… e poi chi sarebbe la madre?”
    “Sicuramente una donna terrestre… Kakaroth si sentiva più terrestre e si è fatto una nuova vita qua. Non voleva venire con me neanche con la forza! Soffriva di amnesia o come si chiama…”
    “Bah… fa come ti pare, sarai tu il responsabile di questo marmocchio. Ci ritroviamo sul pianeta Freezer 299! Vegeta chiude!”
    Questo indicò il termine della comunicazione.
    Radish osservava di nuovo Gohan che nel frattempo si era calmato e che tra le lacrime lo osservava per conto suo con aria molto curiosa.
    “Come ti chiami?”, voleva sapere il guerriero con tono possente.
    Il bimbo singhiozzava alcune volte e rispose esitante: “Son… Son Gohan…”
    “Bah… io sono Radish. Da questo momento sono io tuo padre! Tu verrai con me!”
    “Cosa? No…! Come…? Dov’è mio papà? Papaaaà!!!”, e ricominciò di nuovo a gridare a squarciagola e ad agitarsi.
    “Non ci credo…! Silenzio ho detto! Ancora una volta e ti becchi un bel cazzotto! Dimentica Kakaroth, lui è morto! Morto, hai capito? Da ora in poi sarò io a badare a te!!! Ora saluta questo strazio di pianeta, farò di te un valoroso guerriero Saiyan!”
    Gohan si spaventò non poco e cercò di sopprimere con forza questi singhiozzi, ma alla fine le lacrime continuarono a scendere. Ad un tratto guardò lo strano uomo con curiosità tipicamente infantile.
    “Che cos’è Kakaroth? E cos’è un Saiyan?”
    Radish scosse la testa sorpreso, quasi cominciava a ridere. Senza risposta azionò i comandi della capsula spaziale, si sedette sulla sedia di pilotaggio tenendo il bambino fermo sulla sue possente gambe, mentre impostava i dati del viaggio.
    “Silenzio ora! Atterreremo fra due settimane, arrivati lì ti presenterò i nostri due compagni. Azionare il protocollo di partenza per Freezer 299!”
    Prima che Gohan potesse protestare, la capsula partì e si lanciò in alto, dove scomparve nel cielo blu terrestre. Gohan si meravigliò della improvvisa stanchezza che lo pervase; prima ancora di rendersene conto, si era addormentato sulle dure gambe di suo zio. Questo fece un respiro di sollievo, gustandosi quel bel silenzio. Ma il pensiero al futuro lo fece rabbrividire: doveva occuparsi di un figliastro, ancora uno. Sarebbero stati tempi duri, ma per ora si gustava quelle due settimana di tranquillità.
    Last edited by BK-81; 11 June 2007, 10:11.
    sigpic
    >>>visitate la mia fanart gallery su Deviantart

  • #2
    Bellissima! *____*
    Voglio il secondo chap! *_______*
    sigpic

    Comment


    • #3
      Grazie cara! Tu si che sei fedele!
      Spero di esserne all'altezza


      Capitolo 1: il piano di battaglia

      Pochi minuti dopo la partenza di Radish, Bulma, Crilin e il maestro Muten finalmente raggiunsero il campo di battaglia con il loro aereo. Per prima cosa notarono lo strano silenzio che quel posto esprimeva, poi videro quel cratere immenso come provocato da un meteorite.
      “Ma… che diavolo è successo qua?”, si chiedeva Bulma esterrefatta. “Dove sono?”
      “Là! Laggiù ci sono due persone! Oh no, quello é… Goku! E Piccolo!”, gridò Crilin spaventato.
      Atterrarono precipitosamente e corsero verso i due corpi a terra. Quello che si presentava loro li fece tacere. Bulma si fece avanti per prima e si avvicinò al corpo straziato di Goku. Si era preparata al peggio, cercando il battito cardiaco al collo; sentendo un battito irregolare e lento, il suo viso si illuminò.
      “È vivo! Goku é ancora vivo!”
      “Veramente?! Incredibile! Presto, dobbiamo portarlo subito all’ospedale!”
      “Non servirà a niente… morirà fra le vostre braccia!”, risuonava una voce sinistra che li fece girare di scatto. Era Piccolo. Crilin, che era corso da lui per vedere come stava, si era irrigidito dalla paura, dal momento il guerriero verde si muoveva ancora a terra, nonostante quel buco enorme al petto che si stava chiudendo davanti ai suoi occhi!
      “Ma come…? Tu?”
      Lui giaceva ancora a terra, ma la faccia di Piccolo era girato verso i terrestri ed era completamente sveglio. Si concentrò e improvvisamente quel buco sparì senza lasciare traccia. Lui stesso era completamente esausto e ansimava per la fatica, ma era vivo. Con maggior fatica si alzò e guardò verso Goku. Per un momento tra se e se si chiese se poteva cogliere l’occasione di eliminare l’odiato nemico, ma era talmente debole che non poteva neanche sperare di battere Crilin e Muten insieme. La questione si risolse da sola in quanto ad un tratto il corpo di Goku si dissolse in una strana luce, lasciando indietro solo una pozza di sangue.
      “Ma cos’è successo? Dov’é?”
      Piccolo ringhiò, ma poi sorrise leggermente. “Questa è sicuramente opera di Dio… Avrà qualche piano in serbo…”
      “Dio? Si può sapere che diavolo è successo qua?! Dov’è Gohan? Forza, sputa il rospo!”, voleva sapere Bulma. Un centesimo di secondo dopo che queste parole fossero uscite dalla sua bocca, se l’era tappata spaventata. Per fortuna Piccolo la degnava solo di un breve sguardo disgustato.
      “Il marmocchio non c’é… quel Saiyan ha vinto e se lo ha portato via. Punto e basta.”
      “Che coooosaaa?! Ma è terribile! No!”
      “Non m’importa… Addio e ciao. Fate quel che volete…”, disse il mago voltando le spalle ai terrestri e s’incamminò. Gli costava una fatica sovrumana far finta di essere forte come sempre… gli mancava persino l’energia per far ricrescere il braccio mancante. Appena fu sicuro di essere lontano dalla vista degli altri si sedette a terra dietro una roccia e si fece un sonnellino.
      “Ma quello ha qualche rotella fuori posto! Goku è quasi stato ammazzato dal proprio fratello, il figlio rapito da quel extraterrestre spaventoso e lui se ne fila?! Ma fammi il piacere!”, si arrabbiò Bulma, Crilin quasi non riusciva a tranquillizzarla.
      “Bulma, smettila, non serve a niente! Andremo a trovare Goku e ne parliamo con lui, d’accordo? Abbiamo un altro problema urgente!”
      “E quale sarebbe ‘sto problema?”, voleva sapere incuriosita.
      “Riesci ad immaginare la reazione di Chichi quando le racconteremo quello che è successo? Sarà l’inferno!”
      Finalmente anche lei capiva la sua preoccupazione. “Ehi, non sarò certo io a raccontarle tutto!”
      “Neanch’io!”, aggiunse velocemente Muten, che finora aveva solo osservato tutto in silenzio. Crilin a malincuore si rendeva conto che come al solito i compiti ingrati cadevano su di lui e accettava il suo destino.
      “Maledizione!!! Ma perché sempre e solo io???”

      I tre salivano di nuovo sull’aereo e partivano verso la Torre di Karin: sopra di essa si trovava infatti la dimora di Dio. Poiché nessun aereo poteva raggiungere il santuario, dovevano arrampicarsi con le loro forze sulla torre: Bulma si teneva a Crilin, che seguiva Muten. I due combattenti lasciarono la ragazza della dimora di Karin, perché questa, giustamente, si rifiutava di proseguire il pericoloso viaggio. Al suo posto Yajirobei si offrì di andare a visitare Dio… almeno questo gli faceva passare la noia.
      Seguendo sempre il bastone magico, che era appartenuto prima a Karin, dopo a Gohan senior e infine a Goku, i tre combattenti dopo molte ore raggiunsero finalmente il palazzo di Dio. Esausti e affascinati allo stesso momento salivano le ultime scale e si guardavano intorno. Il palazzo aveva la forma di una semisfera, la parte superiore ne formava il pavimento. Nel lato posteriore si trovava il palazzo vero e proprio, ornato da giardini e sentieri curati.
      “Uau! E questo sarebbe il palazzo divino? Qui veramente si trova il vero e proprio silenzio ….!” si meravigliava Muten.
      “Io lo trovo solo noioso…!”, s’intromettavaYajirobei.
      “Mah, forse… ma Goku si è allenato qui per ben tre anni… non sarà stato poi cosi noioso… no?” lo corresse Crilin sorridendo. Il samurai incrociava le braccia e mormorava qualcosa di poco carino.
      “Ah, eccovi!”, si sentiva una voce familiare dall’interno del palazzo, era la voce di Goku in piene forze.
      “Goku!!! Ma sei di nuovo in forma?!”
      Il ragazzo faceva qualche passo verso la luce del giorno: il suo corpo era guarito completamente, ma la sua tuta arancione era ancora nelle condizioni di prima, strappata e ridotta ad uno staccio. Pieno di gioia Crilin gli corse incontro, commosso di vederlo così in salute dopo la scena a cui aveva assistito prima sulla terra.
      “Goku, dimmi! Cos’è successo? Cosa ti ha fatto quel mostro?”
      “Ehm… non è che ho capito granché… neanche perché sono ancora in vita…”
      “Che? Cosa vuoi dire?”
      Goku cercava le parole adatte grattandosi il testa come sempre, quando doveva far lavorare il cervello. La figura che era comparsa al suo fianco lo precedeva.
      “Voleva dire che Radish lo avrebbe eliminato al mille per mille… ma non lo ha fatto!”
      “Dio! Volevo spiegarlo io! Si, era quello che intendevo.”
      “Allora cerca di aprirla questa bocca! E’ meglio che racconti io tutto quello che è successo, visto che ho potuto osservare tutto da quassù!”, protestava Dio contro il suo ex-allievo. Lui si stringeva nelle spalle e brontolava qualcosa. Dio raccontò tutto ciò che aveva visto finché con i suoi poteri era stato in grado di seguire la capsula; ma dopo che era uscita dal sistema solare, la aveva persa.
      “Cosa faranno questi Saiyan con mio figlio?!”, voleva sapere Goku.
      Dio scosse la testa. “E che ne so? Temo che faranno quello che tu fratello ha annunciato: educarlo da Saiyan. Cosa ne uscirà, fuori non lo so nemmeno io.”
      “Come posso evitarlo? Rivoglio indietro mio figlio! Subito!” gridava il giovane Saiyan e si avventava su Dio afferrando la sua tunica e sollevandolo a mezz’aria. Dopo alcuni secondi si rese conto di ciò che stava facendo e si calmò. Tutti i presenti erano sorpresi da questo scatto d’ira, ma in fondo era comprensibile.
      “È impossibile! Lascia perdere! Non ce la farai mai, Goku!”
      “Non posso… Dove sono questi Saiyan? Dove?! Sputa il rospo!”
      “Te lo ripeto: lascia perdere. Ti do due motivazioni: non hai né l’attrezzatura, né la forza fisica per poter competere contro avversari di questo livello! Stavolta morirai davvero!” cercò Dio di convincerlo.
      Goku lo stava guardando esterrefatto, ma ad un tratto il suo viso si illuminava con un sorriso strano.
      “Il problema dell’attrezzatura è presto risolto. In quanto alla forza… devo solo allenarmi, no? Ce la farò… riporterò indietro il mio Gohan! Magari non oggi o domani, ma sicuramente un giorno!”
      Le sue parole vennero seguiti da alcuni secondi di silenzio, mentre tutti i presenti cercavano di capire il ragionamento di Goku. Il primo a prendere la parola fu Crilin.
      “Cosa vuoi dire?”
      Il suo amico spiegava sorridendo: “Hai sentito anche tu le parole di mio fratello, no? Mi hanno mandato sulla terra da neonato… in una capsula spaziale. Se questa funziona come quelle di Radish, posso inseguirli.”
      Finalmente anche gli altri capivano. Certo, si riferiva a quella strana sfera metallica, in cui 25 anni fa Son Gohan aveva trovato quel bambino con la coda…
      “Chiaro? Bene, allora possiamo iniziare l’allenamento, no?”, gridava Goku carico, volendo iniziare con gli esercizi di riscaldamento, quando Crilin lo fermava con decisione.
      “Ehi, aspetta! Non è che ti sei dimenticato di una cosa?”
      “Ehm… di che cosa?”
      “Non fare il finto tonto! Devi ancora confessare davanti a Chichi tutta la storia!!! Questo è un lavoro tuo, io non lo farò!”
      “Ehm… dai… ma devo proprio? Quella è capace di terminare ciò che Radish ha incominciato! Mi ammazza!”, balbettava il giovane combattente impaurito. Guardava Crilin con aria innocente come un bambino insicuro. “Mi accompagni?”
      Crilin fece un sospiro profondo, Goku lo stava guardando in un modo cosi sdolcinato che non poteva dire di no… Non credeva alle proprio orecchie:
      “Ve bene… ma mi devi un favore enorme!”
      “Graaaazie!!! Tu si che sei un vero amico!!!”
      Gli altri non potevano nascondere la propria gioia maligna: chiunque conoscssa Chichi era contento di non essere nei panni di Crilin.
      Last edited by BK-81; 18 April 2007, 19:07.
      sigpic
      >>>visitate la mia fanart gallery su Deviantart

      Comment


      • #4
        molto carina BK si prospetta una bella storia brava

        Comment


        • #5
          che bella. mi piace come scrivi. attendo il prossimo capitolo.
          Boku wa Kira dewanai! ぼくわきらでわない!(Yagami Raito).

          Comment


          • #6
            bravo mi piace. aspetto il tuo prossimo episodio!! ^^

            Comment


            • #7
              Caspita che bella!! Aspetta con ansia una tua fanfic, sai sei molto famosa da queste parti per le tue FanArt.
              sigpic
              Leggete e commentate la mia Fanfic:Dragon Ball Fantastic

              Comment


              • #8
                Grazie, gente! Fino al 13°episodio sono a posto, ma da li in poi devo ancora tradurre... che fatica!!! Se interessa metto il link alla versione tedesca dove la FF é conclusa già da tempo:

                http://www.dragonballz.de/fanfics/in...anfic&id=30801
                sigpic
                >>>visitate la mia fanart gallery su Deviantart

                Comment


                • #9
                  che dire bk?la tua fanfic è stupenda la seguo sempre anke sull'altro sito dove la posti in italiano(nn lo rivelo x rispetto tuo e degli altri utenti).complimenti,magari in seguito farò qualke commento più approfondito.
                  I embrace my desire
                  to feel the rhythm, to feel connected
                  enough to step aside and weep like a widow

                  Comment


                  • #10
                    bellissima FF
                    #1926 #ForzaNapoliSempre

                    Comment


                    • #11
                      super bella!!! straordinaria!!! favolosa!!!!!!
                      continuaaaa!!!!

                      Comment


                      • #12
                        Intanto posto un'altro capitolo... finche dura la scorta...

                        2: La confessione

                        Con l’aiuto di un meccanismo di teletrasporto al palazzo di Dio Crilin e Goku raggiunsero in breve tempo la regione del Monte Paoz, dove Goku si era stabilito con la sua famigliola. Goku aveva rifiutato l’offerta di Dio di dargli nuovi vestiti puliti e soprattutto intatti: Crilin pensava bene che forse con la tuta rovinata la donna avrebbe creduto maggiormente alla parole del marito riguardo la violenza dello scontro.
                        Cosi i due si ritrovarono davanti alla porta di casa. Da dentro si udivano Chichi e suo padre che parlavano di Gohan e dei suoi studi. E poi si sentiva un certo odorino di una buona cena….Goku aveva già alzato la mano per bussare, ma qualcosa lo fermava. In viso aveva l’espressione che avrebbe avuto se avesse dovuto combattere contro un demone!
                        “Che aspetti? Forza, prima iniziamo, prima finiamo!” Crilin svegliò il suo amico da questa strana letargia.
                        “Allora vado… ora o mai più!”
                        Poco dopo aver bussato si sentiva la voce di Chichi: “Gohan, Goku? Siete voi? Siete già tornati?”
                        Goku deglutiva con forza e rispondeva: “Ehm… vieni un attimo, cara… È successo qualcosa…”
                        La donna doveva aver sentito la strana agitazione della voce del marito: in un lampo fu alla porta e l’aprì. Guardò in viso Goku, poi Crilin… ma cercando Gohan si accorse che non c'era. Subito il suo istinto materno dava l’allarme rosso e chiedeva agli presenti con aria minacciosa:
                        “Che diavolo è successo? Dov’è Gohan?”
                        “Non… non c’é…! C… Come ho già detto è successo una cosa imprevista…”, balbettava Goku, mente Chichi lo osservava attentamente. Crilin vedeva chiaramente che il suo amico era in grave difficoltà e giunse in suo aiuto - anche se si era giurato di non aprire bocca. Sorrideva in modo più naturale possibile:
                        “Ehm… abbiamo due notizie brutte ed una buona! La buona è che abbiamo risolto il mistero del passato di Goku! Abbiamo anche incontrato suo fratello maggiore!”
                        “Aha… e le notizie brutte?”
                        “Ehm… ecco… Goku è un Saiyan dal pianeta Vegeta… la prima brutta notizia è che sono molto cattivi… come suo fratello…”
                        “E allora? Cosa c’entrano questi tizi con mio figlio?”
                        “Questo fratello ha combattuto contro Goku ed ha vinto… e ha…portato via Gohan. Nello spazio. Ecco… si.”
                        “Bravo, Crilin!” gli bisbigliava Goku tutto contento dell’orecchio.
                        I due combattenti facevano un sospiro profondo, poi osservavano la donna davanti a loro per vedere le sue reazioni, sperando che quel vulcano non entrasse in azione. Lei si limitò a voltare lo sguardo a terra fisso e in silenzio, senza muovere un muscolo. Dopo un minuto così Goku sentì il bisogno di consolarla e metteva una mano sopra la sua spalla. Ma appena la toccò, lei alzò lo sguardo e lo fissò con degli occhi che avrebbero fatto paura anche al Grande Mago Piccolo!
                        “Come sarebbe e dire? Brutti idioti!!! Gohan, dov’è Gohan?! Perché non siete intervenuti????”
                        In uno scatto d’ira colpiva il marito con una forza tale al mento che lui indietreggiò e dovette tenersi con una mano. Ecco, quello era la reazione che lui si era aspettato!
                        “Chichi! Calmati! Ci ho provato! Ci ho provato a fermarlo, te lo giuro! Mi ha quasi ammazzato!”
                        Agitandosi la donna si liberò dalla stretta e lo colpì ancora una volta alle costole, poi si allontanò da lui. I suoi occhi erano bagnati dalle lacrime che poi scendevano lungo le sue guance. Allarmato anche suo padre, Gyumaoh, era uscito a vedere cosa succedeva. Mentre lui badava alla figlia, Crilin riproponeva la storia, stavolta più in dettaglio.
                        Dopo questo sembrava aver capito anche Chichi, che suo marito aveva rischiato la vita nel tentativo di salvare Gohan: era un miracolo che lui ne fosse uscito vivo. Ma quel che restava era la rabbia.
                        “Allora, cosa aspetti? Inseguili e riporta nostro figlio sulla terra! Forza, corri! Avanti!”
                        “Chichi, anch’io lo vorrei! Ma non posso. Quei tipi mi ucciderebbero e basta. Non servirebbe a nessuno… devo allenarmi finche sarò forte abbastanza, poi lo riporterò indietro! Promesso!”
                        “Allenarti? Per quanto? Sono veramente cosi forti?”
                        “Non te lo immagini neanche! Mio fratello aveva una forza almeno quattro volte superiore alla mia, e gli altri Saiyan sono molto più forti!”
                        “Sei un fifone! Io gli andrei incontro e gli direi quattro parole sante! Vedrai… che sfacciati… rapire figli altrui… ah, lascia perdere. Vattene e allenati!”, gridava prima fortemente, poi sempre più piano.
                        “Chichi...io…”, voleva aggiungere Goku, ma la donna gli aveva già rivolto le spalle.
                        “Ho detto vattene. Non lasciarti ammazzare, capito? Ciao!”
                        Con queste parole entrò in casa sbattendo la porta dietro di sé. Anche suo padre era sbalordito come lo erano Goku e Crilin. Sicuramente non voleva mostrare le sue lacrime agli uomini.
                        “Vuoi dire che non mi dai neanche le cena?” voleva sapere Goku, ma non ricevette nessuna risposta.
                        “Devi capirla… è stato uno shock tremendo per lei… deve ancora digerirlo. Credo che sia meglio che tu stia via per alcune settimane e ritorni dopo, va bene?”, affermò lo Stregone del Toro, ponendo una mano sulla spalla del genero.
                        “Se lo dici tu… va bene. Vieni Crilin, andiamo… Dobbiamo prendere una cosa. È qua vicino.”

                        Goku li conduceva ad una veccia catapecchia, vicino a dove aveva vissuto da bambino. Nel bosco, a cento metri di distanza si trovava una vecchia costruzione di legno di un’altezza di quasi un metro e mezzo. Li si fermava.
                        “C’è ancora?”, domandò suo suocero.
                        “Cosa? Non so di cosa parli… intendi quella strana sfera?”
                        “Si… quella strana sfera…”
                        “Goku non mi dirai che…!”
                        Lo Saiyan annuiva pensieroso e toglieva le assi ormai coperte di muschio, sotto di essi compariva una cosa metallica di color bianco-argento, una sfera di quasi un metro e mezzo di diametro, con una finestra di vetro scuro al centro. Sotto di essi era ornato da uno strano simbolo, tre raggi che partivano da un unico punto vero l’alto e che erano contornati da un mezzo cerchio. Goku istintivamente lo riconobbe subito; anche Crilin fece i suoi calcoli e venne alla stessa conclusione.
                        “È questa l’astronave?”
                        “Si… mio nonno mi ha raccontato che mi ha trovato vicino a questa cosa. Lo nascose qui, perché non sapeva cosa fosse e non sapeva come utilizzarlo. Che strana sensazione… finalmente so cos’é…
                        Le mani di Goku sfioravano la superficie della sfera, era liscio come il ghiaccio, ma alcune parti erano bruciati da un fuoco, magari da un’esplosione. Forse il volo non era stato poi cosi tranquillo. In qualche modo toccò un interruttore e la capsula si aprì, lasciandosi guardare l’interno. Era pieno di strumenti, computer e monitor scuri, al centro una poltrona color marrone.
                        “Wow…! Scommetto che Bulma ne sarebbe entusiasta! Forse dovremmo portaglielo, che ne dite?” affermò Crilin colpito. La sua mano toccava una cosa staccata dal resto, situata sotto la poltrona; curioso lo tirò fuori e lo guardò. “Ma cos’è questo? Se non ricordo male anche Radish aveva una cosa simile…”
                        In effetti somigliava molto all’aggeggio che il Saiyan portava sull’occhio sinistro, uno Scouter con il vetro verde. Solo sembrava un modello un po’ vecchio.
                        “Forza, mettitelo!”
                        “Ma dai… Crilin… e va bene…” sospirò Goku un po’ seccato, mettendoselo sull’orecchio sinistro. Subito si accese e si illuminò brevemente, per poi dare alcuni segnali acustici. Sul vetro comparivano alcuni simboli strani, che però Goku riusciva a leggere senza problemi. “Ehm… qua c’è scritto che hai una forza combattiva di 206… e tu hai 121… uau…” premeva due volte il bottone nero, sulla visiera compariva la parola: “Auto-Scan” seguita dal numero 523. “Ed io sembro avere 523…”
                        Per lui bastò e si tolse lo Scouter, rimettendolo al suo posto e chiudendo la capsula.
                        “Ehi, Dio! Potresti portare me e ‘sto coso qua alla casa di Bulma? Ti prego, non voglio volare per tutta la distanza!” gridava a squarciagola verso il cielo.
                        Infatti si sentiva la voce di Dio: “Cosa? Ed io credevo che volessi allenarti! Vola, mio caro!”
                        “Ha ragione… va bene… Allora non mi resta che partire. Ci troviamo domani alla casa di Bulma?”
                        “Va bene… a domani… sei sicuro di farcela?”, domandava Crilin osservando Goku che si caricava la sfera sulle spalle.
                        “Facciamo domani sera… o dopodomani… mamma mia, quanto pesa…!”
                        Un’ultima volta guardava verso la sua casa e immaginava cosa stese facendo Chichi in questo memento… magari era in cucina… al solo pensiero lo stomaco brontolava come un leone. Con la capsula spaziale sulle spalle, come tempo prima Atlante, galleggiava in aria e volava verso la Città dell’Ovest. Anche Crilin voleva andarsene, solo dopo le persuasioni da parte dello Stregone del Toro Chichi era disposta a farlo restare per cena. La mattina seguente partì anche lui per la città di Bulma.
                        sigpic
                        >>>visitate la mia fanart gallery su Deviantart

                        Comment


                        • #13
                          compliments,davvero molto bella!!
                          I embrace my desire
                          to feel the rhythm, to feel connected
                          enough to step aside and weep like a widow

                          Comment


                          • #14
                            Molto bella! Non solo sei brava con le FanArt, ma te la cavi bene a che con le FF!
                            sigpic
                            Leggete e commentate la mia Fanfic:Dragon Ball Fantastic

                            Comment


                            • #15
                              ...che dire sia x le fanart che per le fanfiction sei fantastica...
                              Vivi, corri per qualcosa, corri per un motivo…
                              Che sia la libertà di volare o solo di sentirsi vivo…



                              Comment

                              Working...
                              X