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Prego!!!
alla prossima ci saròsigpic
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dal torneo dle Fanfiction
Il segreto di Muten
Le giornate di questi mesi d’attesa passarono fin troppo in fretta per coloro che erano a conoscenza della verità. Erano passati già tre mesi dalla morte di Goku nello scontro col suo fratello, e nove mesi mancavano al presunto arrivo degli altri fantomatici Saiyan. C’era chi si preparava alla battaglia, altri invece cercavano solo di passare queste giornate nel miglior modo possibile.
Un aereo sfrecciò tra le nuvole, la sua meta era la piccola isola di Muten, detto il genio delle tartarughe. Era un addetto della posta che, come ogni settimana, faceva il suo turno di consegne tra le numerose isolette della regione. Atterrò sulla spiaggia davanti alla “Kame-House” e suonò alla porta. Da dentro sentì uscire una musica di ballo che si zittì quando il proprietario spense la TV e corse velocemente verso la porta.
“Consegna urgente per il Maestro Muten…”, spiegò il postino esitante, quando la porta si aprì di colpo e un uomo anziano si presentò davanti a lui.
“Sono io… finalmente è arrivata!!! Dammi, firmo subito! Grazie e ciao!”, fece Muten e si prese frettolosamente quel pacchetto che l’uomo tenne in mano. Il postino tese le spalle e se ne andò, tanto non era la prima volte che gli capitava.
“È arrivata la posta? Cos’è quella faccia, vecchio maniaco?!”, chiese Bulma sospettosa, quando vide Muten passare davanti a lei ridacchiando in uno strano modo. “Hai comprato di nuovo quelle riviste oscene, vero? Che maniaco!!!”
“Eehehe… ma lasciami questi rari piaceri, Bulma! Dato che tu non sei disponibile, mi ci devo arrangiare, no?”
“Ti mostro quanto sono disponibile! A prenderti a schiaffi se non la smetti!!!”, finì per urlare la giovane donna arrabbiata, a quella vista l’anziano maestro se la diede a gambe salendo velocemente le scale. Durante la furiosa corsa dal pacchetto perse una lettera che cadde davanti d’avanti ai piedi di Bulma. Lo prese in mano e se lo guardò. Era di una carta molto costosa, con decorazioni varie.
“Ma che cos’è…? Regno di Matairo…? Indirizzato al “Onorevole Maestro Muten Roshi Kamesennin”… Mi chi sará mai?”
Il genio doveva aver sentito quella frase, alla velocità del suono scese dalle scale e strappò la lettera dalle mani della donna ancora sorpresa. “Grazie, Bulma! Questa è molto personale!!!”
“Ma cosa gli è preso a quel tipo?…?”
Nella sua stanza Muten lasciò cadere a terra il pacchetto finora tanto atteso e si sedette sul suo letto con la lettera in mano. Sorrise con un’ espressione di nostalgia, mentre la aprì lentamente.
“Non ci credo… dopo tutti questi anni ti sei ricordata di me…?”
Chiuse gli occhi per un momento prima di leggerne il contenuto in silenzio. Appena finito non poté trattenere una lacrima. Era un invito. Un invito ad un matrimonio.
Tre giorno dopo Bulma se ne era già tornata alla Capsule Corporation, perciò Muten non doveva più mantenere il segreto davanti a lei. Ma non aveva nemmeno rivelato tutta la verità persino alla sua fedele tartaruga, lei sapeva solo che lui doveva andare nel regno di Matairo per chiarire una vecchia storia che si protrae fino ad oggi. Cosa voleva dire con precisione non lo poteva neanche intuire, ma ormai si era abituata a non chiedere troppo, quel sorriso piacevole non indicò niente di malvagio. Anzi.
Muten atterrò dopo un volo di molte ore dinanzi ad una città ricca e piena di vita situata ai piedi di una grande montagna ricoperta di alberi ad eccezione delle cime appuntite. Appena sceso venne accolto da una schiera di ragazze in abbigliamento di festa, naturalmente non poté trattenersi e toccò il sedere di almeno tre di queste. Inutile dire che come ricompensa gli diedero tre schiaffi sonori.
“Mamma mia… le donne non subiscono più il mio fascino… ahia…”
Nella mano sinistra strinse una valigia mentre in quella destra tenne il suo fedele bastone, inoltre portò il suo vestito migliore. Come un turista visitò brevemente la cittá fino a raggiungere la cima di una piccola collina, che era ornata da una residenza molto grande e pomposa. Non era la prima volta che Muten si trovava li, ma l’ultima volta aveva ben cinquanta anni in meno. Ora il senso di nostalgia si fece sempre più accentuato, e con esso i battiti del suo cuore.
“Uff… non è cambiato molto… vediamo se mi lasciano entrare…”
Si presentò davanti al portone d’ingresso che era sbarrato da due guardie grosse come armadi. Certo, per lui non sarebbero stati problemi a sconfiggerli, ma non voleva certo usare la forza. Inoltre aveva la carta d’ingresso.
“Buongiorno… Vorrei parlare con la regina madre, Chen Su Mei… ecco il mio invito…”
Uno dei due soldati prese in mano l’invito e lo scrutò attentamente, poi fece la medesima cosa con quell’uomo anziano davanti a lui.
“Così Lei sarebbe il famoso Maestro Kamesennin Muten? Scusi, ma non Le credo. Ce ne dia una prova!”
“E cosa dovrei fare, signori miei?”
L’uomo tese le spalle. “Non so. La Kamehameha, forse… Sa, la ho visto al torneo Tenkaichi da suo cugino Jackie Chan…”
Muten si guardò intorno, non voleva certo mostrare veramente una Kamehameha, ma qualcosa doveva fare senza dare troppo nell’occhio. Alla fine trovo qualcosa, su una palma vide alcune noci di cocco. “Beh, se li distruggo con un raggio energetico, vi basta come prova? Se mi metto a sparare robe del genere la gente si spaventa… E poi ho fretta…”
Il soldato annuì a malavoglia, cosi Muten ci concentrò e fece aumentare un po’ la sua massa muscolare per poi sparare tre raggi azzurri dal palmo di una mano che colpirono in pieni tre noci. I due soldati rimasero letteralmente con la bocca spalancata.
“Ecco, vi basta? Sapete, ho anche altre cose da fare… ritenetevi fortunati…!”
“Si… si! P… prego, Maestro…!”
Muten venne condotto nella reggia fino al grande atrio, dove un servitore gli chiese di attendere lì un momento. Ma non dovette aspettare molto, dopo cinque minuti il genio sentì dal piano superiore una voce di una donna. Subito Muten si alzò dalla sedia e cercò di intravedere il volto della donna. Sotto i suoi occhiali da sole stava persino arrossendo.
“Muten Roshi! Sei davvero tu? Non ci credo!”
“Su Mei! Volevo dire la stessa cosa… Sei bella come sempre!”
Davanti a lui si presentò una donna anziana come lui, con i capelli bianchi lunghi raccolti in una chioma, ma nonostante il viso solcato dalle rughe, i suoi occhi brillarono di un verde acceso. Portò una veste elegante orientale costoso degno del suo rango.
“Bugiardo… E tu, togliti questi occhiali… tu non sei cambiato di una virgola, vedo… che invidia!”, rise la donna.
Muten obbedì a malavoglia, ora finalmente i due potevano guardarsi negli occhi e lo fecero per molti secondi, finche il genio non si svegliò.
“Allora… Fei Han si sposa… come passa il tempo… il mio nipotino…”, cominciò piano.
“Eh si… ormai ha 25 anni…! Ed è il principe ereditario di questo piccolo regno…Somiglia molto a Sei Hen, tuo figlio…”
I due s’incamminarono verso il piano superiore, nel frattempo parlarono del più e del meno,:
”Quanti anni hai ora, Muten? Saranno trecento, temo… in confronto a te io con i miei settantasei sembro una bambina…!”, rise Su Mei con finta rabbia.
“Ho smesso di contare dopo i duecento…”, ribadì il genio ridendo. “Ma mi godo la vita… Ho avuto allievi promettenti e ho vinto anche un Tenkaichi… sono soddisfatto!”
“Ah, allora eri davvero tu! Che roba, spacciarsi per tuo cugino… è proprio degno di te!”
“E grazie…!”, sospirò Muten un po’ imbarazzato, poi divenne ad un tratto serio. “Allora… cosa hai detto a Fei Han? Lui sa che sono il suo nonno? Se non sbaglio tu stessa avevi deciso di non dirglielo nemmeno a Sei Hen…“
Anche il viso di Su Mei si rabbuiò un po’. “Si, è vero… lui pensa che tu sia morto venti anni fa… non so come la gente del paese reagirebbe se venisse a sapere che il padre del Re fu un principe del regno di Seimaten…! È vero che tu hai rifiutato il tuo titolo per dedicarti completamente agli arti marziali, ma…”
“Dai… ormai nessuno ci pensa più! La guerra è finita da più di un secolo!”, la corresse il genio. “Ho un’idea… ho con me i vestiti per trasformarmi in Jackie Chan… che ne dici? Come ospite d’onore! Cosi posso festeggiare il matrimonio di mio nipote e rimanere incognito!”
Il sorriso tornò sulle labbra della regina madre. “Dico che è un’idea degna di te… Ospite d’onore Jackie Chan… dai, facciamo cosi… rimarrà il tu segreto, Muten!”
“Il nostro segreto, cara.”
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Bellissimo segreto che hai affibbiato a Muten........ e così anche lui ha una famiglia nn me lo sarei mai immaginato
Complimenti Bksigpic
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Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
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grazie... ma quell'idea lo hanno avuto in molti... solo l' identità del figlio cambia...
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il mostro della luna piena
„Nonno, sono tornato! Guarda che ho trovato! Lo cucineremo per cena!”, chiamò il ragazzino pieno di gioia, mentre agitò le mani per incitare quel uomo a guardarlo. Il bambino aveva i capelli neri come la pece e sparati in tutte le direzioni, ma questo non era la cosa più notevole. Il suo marchio distintivo più grande era la lunga coda marrone e pelata. Un altro fatto interessante era che trascinata dietro di se niente meno che un lupo!
“Bravo, Goku! Sei stato bravissimo!”, rise l’uomo anziano accarezzando la testa del bambino. L’uomo si chiamava Son Gohan.
Goku portò la sua preda dentro alla loro piccola capanna, era un edificio molto povero e semplice, ma loro due non chiesero di meglio. In quella foresta fitta e selvaggia era l’unico segno di cultura umana nel raggio di moltissimi chilometri.
Subito il bambino tornò fuori e si posizionò davanti a suo nonno.
“Nonno Gohan, ora è l’ora per gli esercizi!”
“Ho capito… aspetta che arrivo… tu puoi riscaldarti intanto!”
“Va bene…!”, rispose il bambino educato e corse verso un piccolo prato vicino alla capanna, mentre Son Gohan finì di tagliare la legna; nonostante la sua età era ancora in una forma tale da far invidia anche ad un atleta giovane.
Poco dopo si aggiunse al suo nipote negli esercizi di riscaldamento, e alla fine di due fecero alcune Kata per prepararsi all’allenamento vero e proprio. Eh si, i due si allenavano negli arti marziali.
“Goku, devi concentrarti di più! Sei troppo agitato! Ecco, guarda! Con calma…”, venne corretto il piccolo Goku. A fatica ripeté quei passi del Kata con la calma prescritta, ma non ci vollero molti secondo finché tornò ai suoi modi frettolosi. “Goku! Concentrati! In una gara la concentrazione è tutto!”
Dopo i Kata alla fine arrivò la parte preferita del ragazzino: la lotta libera. Mentre l’anziano maestro assunse una posa speciale Goku aspettò il primo colpo con una positura aperta. Tante volte Gohan aveva predicato di cambiare, ma non si è mai lasciato dissuadere. Forse in futuro avrebbe cambiato le sue abitudini.
“Bene! Forza, attacca!”
“Arrivo, nonno!”
Goku fece un balzo di cinque metri e attaccò con un calcio volante, la Gohan lo parò con l’avambraccio e prese la gamba per lanciarlo a terra.
“Ma che cos’era?! Dai, riprova! Sai fare di meglio!”, rise l’uomo alla faccia di Goku imbronciato.
“Arrivo! Prendi questo!!!”
Nuovamente Goku saltò addosso all’avversario, stavolta con una raffica di pugni. Nonostante la loro velocità Son Gohan le parò tutte e contrattaccò con un pugno, che a sua volta che centrò il bambino al mento.
“Ahia!!! Che botta… ora ti faccio vedere…!”, si lamentò Goku e carico il suo destro. “Carta… Forbici… SASSO!!!”
Con tutta la sua forza saltò addosso a Gohan, che alla vista del pugno carico si limitò a scansarlo, cosi che per l’impeto Goku fece un volo di alcuni metri e cadde terra.
“Ma perché…??? Uffa, perché non funziona…?”, si arrabbiò il piccolo lottatore, mentre si alzò in piedi.
“Ehehehe… vedi… devi guardare meglio il tuo avversario… il tuo pugno è potente, ma lento. Ma sei stato bravo. Dai, riprova!”, spiegò il maestro sorridendo e con grande calma. Conosceva molto bene la carenza di pazienza del suo nipote oltre alla suo grande talento per la lotta.
Un talento sopranaturale. Goku aveva solo 9 anni, ma la sua forza era superiora di molto a quella di un uomo adulto. Per un attimo Gohan pensò a quel giorno di otto anni e mezzo fa, quando aveva trovato Goku nel ben mezzo della foresta. Era da solo, il modo di dire “piovuto dal cielo” non era una balla. Lo aveva trovato dentro una strana sfera metallica che dal canto suo era situata nel ben mezzo di un cratere fumante di cinque metri di profondità. Quante volte si era chiesto da dove veniva quel bambino… Dal cielo?
“Nonno, allora arrivo!”, annunciò il bambino, quella frase riportò l’uomo alla realtà.
“Va bene! Impegnati!”
L’allenamento durò fino al calare del sole, fino a che arrivò l’ora della cena. I due mangiarono la carne del lupo arrosto, non era tanto raro in quella casa mangiare roba del genere.
“Goku, oggi c’è la luna piena. Lo sai cosa vuol dire?”, lo avvisò Gohan ad un tratto molto serio.
Goku sollevò lo sguardo dal pasto e annuì. “Si, stanotte arriva il mostro della luna piena! Vedo stare in casa e non guardare fuori! Ho capito, nonno!”
“Bene. Bravo.”, sospirò il nonno e ritrovò il suo solito sorriso calmo e sapiente. Questa conversazione si ripeteva ogni mese alla vista della luna piena. Con orrore Gohan si ricordò dell’ultima volta, quando quel “mostro della luna piena” era venuto. Era riuscito a fermarlo a gran fatica, una grossa cicatrice alla schiena ne era una perenne testimonianza. Ma il pericolo non era mai stato disseminato. Con grande preoccupazione osservò come Goku finì il suo pasto con il suo solito appetito.
“Bene, ora lavati la faccia e i denti, poi a nanna! Domani ti faccio vedere una cosa interessante!”
“Va bene, nonno!”
Goku obbedì come sempre e andò a letto presto, Gohan chiuse bene tutte le finestre affinché neanche un filo di luce potesse entrare nella piccola stanza. Anche lui si sdraiò sul suo letto e osservò suo nipote con aria preoccupata, e aspettò in silenzio finche non si era addormentato profondamente. Dopo dieci minuti il respiro calmo e monotono indicò che Goku si era recato nel mondo dei sogni.
“Bene…”, pensò Gohan. “Ora che dorme non lo sveglia neanche una cannonata… sembra che anche stavolta vada tutto bene…”
Nonostante tentò di restare sveglio dopo un’ora le sue palpebre divennero di piombo e si addormentò come un ghiro.
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Quel sonno tranquillo durò solo alcune ore, cosa insolita in casa Son. Goku si agitò nel sonno, evidentemente stava sognando una cosa spiacevole.
“No… no… esplode… luna… no… mostro…”, bisbigliò piano, poi si svegliò di scatto. Stava sudando e aveva il fiatone, ci mise alcuni secondi per capire dose si trovava. Nonno Gohan non si era svegliato.
Piano si rigirò nel letto, ma ormai non poté più addormentarsi. Poteva girarsi nelle posizioni più assurde, ma niente. Sfortuna volle che il suo sguardo cadde su un delle quattro piccole finestre, tra cui cadde un piccolo raggio di luce. Stranamente quel raggio lo incuriosì a tal punto che Goku si alzò e sbirciò fuori per vedere da dove proveniva. Non potendo vedere niente con passo felpato andò verso la porta e guardò fuori da li.
Lo scricchiolio della porta sveglio Gohan bruscamente dal suo sonno, subito guardò verso il letto di Goku e notò con terrore che era vuoto.
“Goku, no! Ti avevo raccomandato di non uscire!”, gridò in cerca di suo nipote. Alla fine vide nella porta la coda del ragazzino che si muoveva. “Goku! Torna dentro! Arriva il mostro!”, ma Goku sembrò di non sentirlo. Ora il sangue dell’uomo era pieno di adrenalina dalla paura, Gohan scattò in avanti per tirare dentro il nipote, ma questo si allontanò.
“Nonno Gohan… perché c’è cosi tanta luce anche se c’è notte?”, sentì la voce di Goku già lontana.
“Goku!!! Ti ordino di tornare dentro! Mi senti???”, gridò Gohan ora in preda al panico.
Rincorse suo nipote che si trovava nell’ombra creata di un albero, la luna piena alta nel cielo. Ma un passo ed era uscito dall’ombra e venne irradiato in pieno dai raggi della luna.
“Che bella la luna piena…! Non la ho mai vista…” Gohan si accosciò davanti a Goku e lo copri con il suo mantello. “Nonno, che fai?”
“Niente… ti proteggo dal mostro… vieni, ora torniamo dentro…”, spiegò Gohan agitato e tentò di spingerlo a forza verso la capanna, ma un tratto il bambino si irrigidì. “Goku!!! Vieni!!! Ti prego!!!”
Ma ormai non era più in se. Fissò come ipnotizzato quella sfera luminosa in cielo, i suoi occhi si erano tinti di un rosso sangue, i battiti del suo cuore sembravano dei tamburi. Prima che il nonno poté fare qualcosa avvenne una strana metamorfosi. Il corpo del bambino si gonfiò paurosamente stappando i vestiti che aveva addosso, il suo viso si distorse mostrando dei canini simili ad una bestia. Di più: Goku crebbe in statura e tutto il corpo si ricoprì di un pelo marrone fitto. Gohan osservò la scena impaurito e impotente, ormai Goku aveva ottenuto un’altezza di circa dieci metri. Era diventato uno scimmione spaventoso e incredibilmente aggressivo, il mostro della luna piena.
“GOKUUU!!!! Mio dio, calmati! Sono io, nonno Gohan!!! Ti prego!!!”, gridò a squarciagola, ma Goku non lo sentì. Un suo urlo fece tremare tutta la foresta, tutti i animali si svegliarono e cominciarono a scappare paurosi. Un suo pugno sradicò una decina di alberi centenari, il suo piede ridusse in cenere un masso di molte tonnellate. Gohan dovette fare un balzo di quindici metri per scansare gli alberi cadenti e evitò di essere colpito da un masso spaccandolo con un pugno. Ma non era veloce abbastanza, in un momento di distrazione venne colpito dalla coda dal mostro e scaraventato a terra. Nonostante una ferita sanguinante sulla fronte si alzò e tornò sotto gli occhi del nipote trasformato.
“Goku! Smettila!!! Calmati!!! Torna in te!!!”
Come risposta Goku gli tirò un masso che aveva alzato, per un pelo non schiacciasse suo nonno. Con terrore il maestro si accorse che nuovamente la forza di Goku si era moltiplicata, ora era un avversario troppo forte per lui. Ormai gli rimase una sola cosa da fare…
“Goku… Perdonami…! Lo faccio per il tuo bene…!”
Aspettò un momento di calma in questo inferno, nella sua furia Goku travolse la foresta, i monti vicini e anche la sua capanna. Su un sasso si concentrò fino all’ultimo, i suoi muscoli si gonfiarono visibilmente.
“Perdonami…”, sussurrò per poi gridare: “KA…. ME… HA… ME….”
Una sfera di luce azzurra comparì nelle sua mani che crebbe fino ad una grandezza di una palla di basket. “HAAAA!!!”
Una cometa di luce sfrecciò nella notte e investì Goku colpendolo al petto, un urlo di dolore risuonò nel buio, ma Gohan insistette.
“Cadi! Ti prego, cadi!!!”
Ma non cadde. Goku parò la sfera energetica e la fece tornare indietro al mittente. Con un balzo della disperazione Gohan si scansò all’ultimo momento, la sua onda Kamehame si schiantò al suolo provocando un’esplosione enorme che tinse la foresta in una luce rossastra e che fece tremare tutta la zona.
“Ma… maledizione…! In… incredibile…!”, sbuffò Gohan sfinito alla vista dello scarso risultato della sua azione. L’ultima volte con questa tecnica aveva potuto rendere Goku scimmione incosciente, ma evidentemente ora era diventato troppo forte. E, cosa più pericolosa, ora era a corto di energia. E aveva davanti a se un mostro scimmia arrabbiato. Ma Goku non lo lasciò riprendere il fiato, gli lanciò contro una pioggia di sassi e tronchi, che Gohan evitò a malapena. La stanchezza si fece sentire, alcuni sassi gli procurarono delle leggere ferite.
“Dannazione… Devo… devo resistere fino al sorgere del sole…!”, fu l’unico pensiero del saggio Gohan. Ma era più facile dirlo che farlo… anzi, era impossibile. Con grande fracasso Goku ridusse in polvere un masso della grandezza di una casa e con esso deviò il corso di un piccolo fiume.
“La coda… devo provare… a tagliare la coda…”, balzò in mente a Gohan. Si era accorto che una volta Goku si era lamentato di forti dolori e di perdita di energia quando per sbaglio gli aveva stretto la coda. Forse era questa la soluzione!
Mentre Goku scatenò la sua furia Gohan si portò dietro di lui e aspettò il momento opportuno. Goku lasciava la coda libera, cosi era un bersaglio facile. Concentrò la sue energia residua nella mano, negli suoi occhi brillarono delle lacrime. Era costretto ad affrontare in questo modo suo adorato nipote…
“Goku… perdonami…”
Quando Goku si trovava davanti a lui saltò in avanti, mirando bene alla sua coda. Era già vicino, già poteva sentire come la sua mano tagliava la sua carne, ma era solo un’illusione. Con orrore notò che Goku lo aveva visto e forse aveva intuito il suo scopo, ma ormai non poteva più fermarsi.
Quel pugno lo colpì in pieno, quando Gohan venne scaraventato contro una roccia era giá svenuto. Goku lo perse di vista dato che il suo avversario era caduto ai piedi di una rupe nascosta da alberi, perciò perse anche il suo interesse. Era stato un secondo, ma questo secondo avrebbe cambiato il corso della sua vita, ma in quel momento Goku non si rese conto del suo operato.
Per fortuna anche la notte più cupe è destinata a finire. Il sole del nuovo giorno illuminò quella scena di distruzione. Nessun rumore era percepibile, neanche un uccello cantò. E sopratutto, nessun scimmione.
Dopo la scomparsa della luna Goku era tornato alle sue sembianze umane e si era addormentato nudo com’era ai piedi di una rupe vicino a casa sua. Ora che il sole era sorto i suoi raggi lo irittarono i suoi occhi e alla fine si svegliò. Dopo qualche secondo di disorientamento si guardò intorno è notò la devastazione.
“Ma… che è successo qui? È passato un tifone?”
Si alzò e cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di casa sue e di suo nonno. Trovò i resti della sua capanna schiacciati da un masso, i suoi pezzi erano sparsi in giro.
“Nonno! Dove sei? Nonno!!! Sono io, Goku!!!”
Ma niente, solo il silenzio più assoluto. Guardò dietro ad ogni sasso e albero, ma niente, ora si stava preoccupando seriamente. Il mostro della luna piena lo aveva portato via?
Ora cominciò a cercare più lontano, intanto si era coperto il corpo nodo con uno straccio trovato in giro. Arrivò ai piedi di una rupe, quando sentì una voce debole:
“Go… Goku… So… sono qui…”
“Nonno!!!”
Goku corse nella direzione della voce, ma quando la raggiunse si spaventò non poco. Davanti a lui giaceva suo nonno, coperto di sangue. Era evidente che era in fin di vita.
“Nonno! Che è successo??? Chi ti ha ridotto cosi?”, chiese Goku tra le lacrime. Gohan aprì gli occhi a fatica e guardò suo nipote tra il sangue e le lacrime.
“Go… Goku… stai… stai bene… per fortuna…”, riuscì a dire, ma poi venne interrotto da una tosse violente che gli fece sputare sangue.
“Nonno! Chi ti ha ridotto cosi??? Dimmelo!!!”
L’uomo non rispose subito. Poteva dirlo al bambino? Sapeva bene che per lui non c’era più speranza. No. Non lo poteva dire, sarebbe stato un colpo troppo duro per lui.
“Il… il mostro della… luna piena….”
“Cosa??? Dov’è? Maledetto… perdonami… tutto perché sono uscito… Perdonami, nonno…!”, gridò il piccolo Goku e scoppiò in lacrime, mente appoggiò la sua testa sul busto del nonno. Con le ultime forze Gohan accarezzò i suoi capelli e sorrise.
“Go… Goku… sei… un bambino… speciale…Cresci forte… e vivi…! Il mondo è vasto… Ti… ti lascio la mia sfera… quella che ti piace tento…. Lei ti proteggerà, mio nipote… Ti voglio bene…”
Gli sguardi dei sue si incrociarono per l’ultima volta, poi Gohan chiuse gli occhi espirando la sua anima. Morì con il sorriso sulle labbra…
“NONNO!!! NO!!! Non lasciarmi!!!! NONNO!!!”
Due anni dopo Goku tornò dalla pesca alla sua capanna ricostruita, quando incontrò una strana ragazza dalla città con degli aggeggi ancora più strani…Last edited by BK-81; 09 November 2009, 18:56.
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WoW che one-shot spettacolare........ la trasformazione, tutta la notte e gli ultimi istanti di vita di Son Gohan sono descritti magnificamente bravissimasigpic
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Sono davvero molto belle. Ti conoscevo come disegnatrice, ma non immaginavo scrivessi anche. Non sono da molto in questo sito ed è stata per me una sorpresa scoprirle. So che sei molto impegnata, ma spero in futuro che tu riesca a trovare il tempo per qualcun'altra di queste storielle.La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...10#post1697710
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Molto carina la fanfic sulla morte di nonno Gohan. Non so perchè, ma avevo sempre immaginato che Goku avesse trovato il cadavere di suo nonno ormai già morto, anche se tutto questo non viene mai detto nel manga nè nel cartone... tu hai fatto di meglio... hai fatto in modo che i due si dicessero addio!
Comunque per la cronaca confermo che BK ci sa fare con le fanfics, una volta ero il suo correttore... ricordi, BK? L'unico difetto (che non hai mai corretto!!) sono i tempi verbali...
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