brava un altro capitolo fantastico
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Cuore di Metallo II
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Capitolo 12, Dubbi:
Sentii i passi di Dodoria allontanarsi sempre di più, fino a sparire del tutto. Ogni respiro mi provocava un dolore insopportabile nel petto e ogni minimo movimento mi provocava fitte tremende di dolore. Persino il battito frenetico del mio cuore. Mi aggrappai alla forza della disperazione e dell’odio, per non cedere e non soccombere, mentre cercavo inutilmente di rimettermi in piedi. Mi ero più volte ripromessa, mentre attraversavo il corridoio che conduceva alla sala del trono, di non lasciarmi sfuggire neanche un gemito, di rimanere impassibile ad ogni colpo. Di dimostrare a quegli esseri che non potevano piegarmi con la forza del dolore. Tutte parole gettate al vento quando anche il più semplice colpo di Zarbon mi aveva fatto urlare con tutta la forza che avevo nei polmoni.
Sentii poi un fruscio e mi sentii prendere in braccio. Non potei evitare un urlo soffocato quando quelle mani vennero a contatto con le ferite sanguinanti. Venni adagiata su un letto che era qua e là bagnato, ma quella sensazione di morbidezza era per il mio corpo martoriato una cosa paradisiaca. Udii poi qualcuno che trafficava e poi delle bende furono applicate sulle mie ferite, fermando il sangue. Cercai di aprire gli occhi, resi appiccicosi dal sangue che vi era finito sopra e quando gli aprii, vidi Vegeta intento a medicarmi.
- Ma che cosa stai facendo? Chiesi con una voce che sembrò estranea anche a me stessa, tanto era roca per le urla lanciate poco prima.
Anche il Principe mi guardò sorpreso, poi rispose:
- Non si vede?
- Ma perché lo stai facendo? Se ti scoprono ti tortureranno un’altra volta- ribattei io. Vegeta si interruppe di colpo.
- Credi che me ne importi? Loro non hanno il diritto di dirmi cosa devo e non devo fare. Se vedo un saiyan in difficoltà lo aiuto. Quando si è membri di uno stesso popolo bisogna aiutarci a vicenda- disse il Principe pulendosi le mani dal sangue prima di tornare al lavoro.
- Smettila, se avessi voluto che ti punissero, non avrei detto a Dodoria che ti ho costretto io- insistetti io.
- Se avessi voluto vederti morta non avrei fermato Freezer- ribattè lui. E al mio sguardo interrogativo rispose:
- Credo che Zarbon ci sia dato dentro con troppa foga, se ti lasciavo sul pavimento saresti morta, a quest’ora. Così hai riaperto il debito. Mi devi ancora una vita-
- A me pare di ricordare di dovertene due- dissi io, risentita di avere un debito di tale entità.
- Se mi avessi lasciato dove mi avevi trovato, probabilmente non avrei più potuto combattere, quanto meno, non come adesso. Per me è come se mi avessi salvato la vita- terminò il Principe dei saiyan stringendo l’ultimo nodo. Era difficile intravedere un lembo di pelle tra tutte quelle bende. Rimasi inattiva per un lunghissimo mese, tempo in cui continuavo ad attizzare il mio odio verso Zarbon, cercando di non estinguerlo mai, come se fosse vitale. Potevo passare ore, seduta sul letto, fissando incessantemente un medesimo punto con i denti serrati e i pugni chiusi, mentre mi passavano davanti agli occhi tutti quei ricordi che via via che passava il tempo diventavano meno dolorosi e dopo un paio di settimane riuscii a non piangere più quando pensavo a mia madre. Quando fui di nuovo in grado di camminare, tutte le notti andavo da sola nell’Arena ad allenarmi con fare incessante, senza mai fermarmi se non quando sentivo il cuore esplodermi nel petto. Mi stavo lentamente trasformando in un guscio vuoto che conosceva una sola parola: Vendetta. Vendetta contro gli assassini di mia madre. Vendetta contro colui che mi aveva più volte umiliato e ferito. Zarbon. Tutte le volte che sentivo quel nome mi si accendeva una fiamma nel petto e colpivo tutto con una furia che era però solo un fuoco di paglia perché dopo pochi minuti avevo già terminato tutta quella energia. Dopo la morte di Niscissa, mio padre divenne freddo e crudele, se non in rare occasioni. Così persi anche il suo affetto. L’unica persona con cui riuscivo a parlare era Vegeta. Non mi cercava mai e per poter parlare con lui dovevo essere sempre io a prendere l’iniziativa. Ma dopotutto la cosa non mi pesava. Se non mangiavo o se non dormivo, mi allenavo. Da sola o in compagnia del Principe, con cui condividevo lo spasmodico desiderio di vendetta verso quel maledetto tiranno. Ormai portavo sempre uno scauter verde sull’occhio, tenendo sempre d’occhio le posizioni di coloro che volevo evitare ad ogni costo. Ma ogni tanto capitava che non riuscivo a evitarli, soprattutto Zarbon, che faceva apposta ad intralciare il mio cammino. Gli rivolgevo sempre un’occhiata di odio profondo, con cui lui rispondeva con un ghigno soddisfatto. Ma anche quando ero da sola, mi sentivo gli occhi di Freezer addosso, come se mi stesse sempre spiando e non capivo il perché. Mi convinsi sempre che era una mia impressione, ma più il tempo passava più sentivo quella fastidiosa sensazione sulla nuca, soprattutto quando mi incontravo con Vegeta. Ed era effettivamente così, anche se lo scoprii solo molto più tardi.
- Cosa ha fatto oggi quella mocciosa? Chiedeva Freezer tutte le sere alla spia di turno che prontamente rispondeva a tutte le domande con una precisione agghiacciante.
- Perché ti interessi tanto a quella saiyan, Freezer? Chiese un giorno Zarbon dopo l’ennesimo rapporto. Quella sera il tiranno stava in piedi, a fissare il paesaggio esterno, da una stanza del palazzo, con un’espressione seria in volto.
- Non è niente di speciale, non ha un alto livello combattivo, ne conosce tecniche particolari, è soltanto una ragazzina normalissima- aggiunse l’essere avvicinandosi un po’ al suo interlocutore.
- Non è una normalissima saiyan quella. I saiyan non sono creature da correre sul corpo di un parente, meno che meno da attaccare l’aggressore. No. Quella saiyan non mi convince per niente e voglio tenerla d’occhio, non vorrei mai che fosse LEI- rispose Freezer, senza mutare espressione.
Zarbon esplose in una risata.
- Scusami se rido Freezer, ma quella mocciosa la super saiyan? Non credo proprio che sia possibile-
- Mi stai contraddicendo Zarbon? Chiese all’improvviso il tiranno voltando lo sguardo verso il diretto interessato. Sul volto di quel essere si formò un’espressione preoccupata.
- Ma no Freezer, è solo che mi sembrava parecchio inverosimile che quella ragazzina possa davvero essere la saiyan della leggenda. E poi in quel mito non si parlava di UN saiyan? Chiese nervosamente Zarbon.
- Non ci sono informazioni precise su quella storia. Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere una saiyan. Comunque lei non è normale, me lo sento- disse Freezer tornando a guardare fuori dalla finestra.
- Scusa se mi premetto Freezer, ma non sarebbe più comodo ucciderla adesso? Così se mai fosse una super saiyan non ci darebbe alcun fastidio- chiese allora Zarbon.
- Potrebbe essere una soluzione, ma se davvero fosse lei, mi piacerebbe averla al mio servizio piuttosto che eliminarla. Credo che sia meglio aspettare per il momento. Ora va Zarbon, ti lascio un po’ di libertà- terminò Freezer, congedando il suo servo che si affrettò a guadagnare la porta.
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Vegeta mi appare sempre più anomalo, ma non potevi certo lasciare tutta sola la povera Reika, quindi ti perdono...
certo che freezer è un genio: subdolo, malvagio, astuto, mi pare che scorra esattamente come in DB
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Solo Veggy verrà stravolto........ ancora x poco xò....... sta x diventare il Vegeta ke tt conosciamo
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Ho recuperato i capitoli che mi mancavano, la storia è ben scritta migliori sempre di più in fatto di contenuto descrizioni e dettagli ma quel Vegeta così buono stona moltissimo inoltre stai rendendo i sayan creature dolci e compassionevoli cosa che non va affatto bene
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Ho letto tutti gli episodi che mi ero perso e ora sono pronto a commentare. La storia procede bene e non mi sembra che Vegeta sia stato stravolto così eccessivamente, l'unica cosa che mi ha lasciato perplesso è il comportamento di Reika: troppo diverso da quello di una bambina di cinque anni( parlo di bambine in generale). Negli ultimi capitoli sei riusicta a trasmettere perfettamente le emozioni di Reika e leggendole mi sono immedesimato nella giovane sayan provando un senso di rabbia, frustrazione, impotenza e prigionia e questo non mi capitava da parecchio tempo!Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)
sigpic
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Grazie a tt x i bellissimi commenti!!
@ Uomo Tigre: Nn mi sembra ke tt i saiyan siano così "dolci e compassionevoli" tranne Reika e un po' anke Veggy (Cmq sta tranquillo ke di qui a poco il tuo odio verso Vegeta tornerà ad essere + vivo ke mai)
@ Metalotaku: Beh, i saiyan dopotutto nn sono esseri umani...... io ho preso un po' spunto da quello ke ha fatto il piccolo Vegeta nel movie "le origini del mito"
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Capitolo 13, mezza vendetta:
“Bisogna che stia più attento. Freezer non è tipo che perdona facilmente” pensava Zarbon mentre si allontanava in fretta da quella stanza.
“E così ho un po’ di tempo per me, come potrei impiegarlo? Percorse mentalmente tutte le varie possibilità. Poi sorrise malignamente facendo scroccare le nocche.
“Ormai sono due anni che non ci vediamo, mocciosetta. Credo di volermi divertire un po’“pensò quel essere premendo il bottone sul suo scauter, cercando di localizzarmi.
“Si è sempre comportata bene, non mi ha mai dato la possibilità di colpirla. Ma è pur sempre una saiyan, normale o no e non potrà rifiutare una sfida diretta”
Zarbon riuscì infine a trovarmi.
- Ma bene, è con il Principe. Penso proprio che mi divertirò- disse ad alta voce l’essere imboccando uno dei tanti uguali corridoi che gli si paravano davanti.
“Devo solo stare attento a non colpirlo troppo il principino. Ormai Freezer ci ha messo gli occhi addosso, non devo danneggiarlo troppo”
Io intanto ero impegnata in una accanita lotta contro Vegeta nella sua sala d’allenamento privata. Erano già passati quattro anni da quell’orribile giornata. Quattro lunghissimi anni sotto il giogo di Freezer, che aveva costretto i saiyan a combattere per la sua gloria e per espandere i suoi domini. Per chi rifiutava c’era quella che un tempo era la sala del trono e che ora era stata ribattezzata la sala delle torture, dove Freezer si divertiva ad assistere alla “persuasione” delle sue vittime per mano dei suoi tirapiedi, oppure più semplicemente, c’era la pena di morte. Ne arrivarono a centinaia da altri pianeti e noi saiyan fummo costretti a mescolarci con queste creature provenienti da ogni angolo dello spazio, offrendo loro cibo e alloggi e senza mai ottenere niente in cambio. In quegli anni mi ero sempre allenata duramente, sottoponendo il mio gracile corpo ad esercizi durissimi ed incessanti, con il solo chiodo fisso di poter sconfiggere Zarbon e riscattare il mio onore. Quando lottavo, mi sembrava che il peso che portavo sulle spalle perdesse peso, fino a scomparire del tutto e il mio desiderio di vendetta veniva accantonato in un angolo remoto del cuore. In quegli anni era anche maturato il desiderio di affrontare di nuovo Vegeta e di sconfiggerlo di nuovo. Nonostante fosse un desiderio folle: ogni tanto arrivavo di soppiatto e senza che il Principe se ne accorgesse, assistevo ai suoi allenamenti. E tutte le volte rimanevo a bocca aperta per la maestria con cui Vegeta compiva quelle mosse e tutte le volte avevo l’impulso irrefrenabile di imitarlo, anche se con scarsi risultati. Quando Zarbon varcò, o meglio sfondò, la porta, avevo appena schivato un ki-blast di Vegeta che centrò in pieno la faccia dell’essere. Subito mi ricomposi, pulendomi un po’ la battle suite dalla polvere.
- Ma che piacere rivedervi Zarbon, a cosa dobbiamo il piacere? Chiesi sarcastica con un sorriso velenoso.
- Non fare la sarcastica con me, ragazzina. Sono venuto per un simpatico gioco- rispose Zarbon, fissandomi irritato.
- Che genere di gioco? Chiese il Principe facendo un passo avanti.
- Una sfida due contro uno, voi due contro di me. Avevo del tempo libero e ho pensato che avevate voglia di movimentare un po’ la serata- rispose Zarbon incrociando le braccia sul petto.
- Ma che pensiero carino, non dovevi disturbarti. Ma giacché sei qui, tanto vale che ne approfittiamo un po’. Ma voglio essere io a sfidarti, Zarbon. Io e te da soli- ribattè Vegeta mettendosi in guardia.
- No,no,no. Ho detto due contro uno. Te e la bambinetta contro di me. Ah, è proibito uccidere l’avversario. Lo faccio perché ho un po’ di riguardo nei vostri confronti, marmocchi- terminò Zarbon facendo ribollire la rabbia che avevo in petto. Strinsi i pugni e serrai i denti, pronta alla sfida. Io e Vegeta partimmo in contemporanea, attaccando Zarbon da due lati opposti. Ma lui non si scompose ed evitava i nostri attacchi con facilità, fino a che non si abbassò di colpo e il mio calcio centrò Vegeta e il suo pugno mi colpì in pieno viso. Mi sembrava di aver ricevuto una martellata sui denti. Ma ne io ne lui avemmo tempo per riprenderci perché un calcio di potenza inaudita ci raggiunse all’improvviso, mandandoci contro una parete. Vegeta si riprese subito e schizzò di nuovo all’attacco, senza risentire minimamente di quel colpo. Io invece scivolai lentamente lungo la parete. Mi sembrava che la mia spina dorsale si fosse ridotta in briciole e il colpo che avevo ricevuto mi aveva mozzato il fiato. Quando la nebbia che avevo davanti agli occhi si dissolse, vidi Vegeta in netto svantaggio rispetto a Zarbon che invece continuava a colpirlo ripetutamente senza dargli un attimo di tregua. Mi rimisi in piedi e cercai di colpirlo con un calcio, puntando alla testa, ma Zarbon non si fece sorprendere e all’ultimo secondo mi afferrò la caviglia e mi schiantò contro Vegeta, facendoci finire a terra. Gemendo parecchio Vegeta riuscì a immettersi in piedi. Ma ormai era ridotto allo stremo: gli usciva sangue da un braccio, contro cui Zarbon aveva scagliato in ki-blast, aveva un occhio pesto e i colpi subiti non gli consentivano il pieno controllo delle gambe. Io non ero messa meglio: avevo un labbro spaccato da cui usciva parecchio sangue, laddove ero stata colpita da Vegeta e la schiena mi provocava fitte irregolari e dolorose. Ma io, a differenza di Vegeta, non riuscivo a reggermi in piedi.
Il nostro avversario era invece fresco come una rosa e respirava con tranquillità, come se quello scontro non fosse mai iniziato.
- È tutto qui quello che sapete fare? Mi deludete parecchio- ci apostrofò Zarbon andando vicino a Vegeta e rispedendolo al suolo con una tremenda ginocchiata che il Principe non riuscì ad evitare.
Poi iniziò a colpirlo, come aveva fatto con me quattro anni prima, dopo averlo sollevato da terra tenendolo per la testa. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel supplizio e ad ogni urlo di Vegeta sentivo l’odio martellarmi nel petto al ritmo incessante del mio battito cardiaco. Quando Zarbon gettò il Principe in avanti, dopo averlo massacrato per un tempo che riteneva sufficiente, si girò verso di me. Aveva la faccia ricoperta di gocce rosse, che lo avevano sporcato mentre volavano dal corpo di Vegeta che ora giaceva al suolo inerme, le braccia abbandonate lungo il corpo e la testa reclinata di lato, mentre cercava inutilmente di sopportare quel dolore atroce. Ma quando Zarbon gli tirò un calcio che lo fece rotolare lontano, il mio limite di sopportazione venne varcato e mi lanciai contro Zarbon con un urlo di rabbia, cogliendolo totalmente di sorpresa. Prima che potesse riprendersi, gli riempii di pugni la faccia, deformando il suo volto. Il suo sangue iniziò a scorrergli dal naso, bagnandomi la battle-suite. Poi però si riscosse e mi afferrò un braccio. Allora mi scagliò nuovamente contro una parete, ma riuscii a ribaltarmi e utilizzando il muro come leva spiccai un salto in sua direzione a una velocità talmente elevata che non ebbi il tempo di tendere avanti il braccio per centrarlo con un pugno. Così lo centrai con una devastante testata a livello dello stomaco, facendogli sputare un fiotto di sangue bluastro. Ma questa volta Zarbon ebbe la prontezza di colpirmi con un calcio tremendo che mi colpì sul petto, facendomi schiantare contro il soffitto e precipitare poi sul terreno sottostante. Il dolore era tale che avrei urlato con tutta la mia forza, se ne avessi avuto ancora una briciola in corpo. Così, nonostante una strenua lotta, divenni preda dell’incoscienza. Anche Zarbon cadde al suolo, tenendosi la pancia mentre il dolore gli attraversava il corpo.
- Maledetta saiyan- mormorò a denti stretti. Dopo qualche minuto sentì le forze tornare nel suo corpo e dopo essersi asciugato il sangue che colava dalla bocca con il dorso della mano, si rimise in piedi e guadagnò l’uscita, cercando di sembrare calmo e naturale nonostante la rabbia che lo affliggeva per l’essere stato colpito.
- Me la pagherai mocciosa. LA PAGHERAI- imprecò Zarbon mentre raggiungeva la stanza che gli era stata assegnata, meditando vendetta.
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