Un triste addio
I raggi del sole che filtravano dalla finestra illuminavano i capelli color glicine di un giovane ragazzo addormentato. Il suo respiro era molto profondo e regolare, questo faceva capire quanto fosse profondamente addormentato nonostante fossero già le dieci e mezza del mattino. All'improvviso il giovane iniziò ad agitarsi nel sonno e a mormorare: “No, Majin Bu! Non assorbirmi....ti prego...”
Il ragazzo si svegliò di scatto con la fronte madida di sudore. Ansimando si sedette sul letto e aspettò i battiti forsennati del suo cuore diminuissero...
“Non posso credere di aver fatto un'altra volta quel sogno...erano anni che non lo facevo più...” mormorò Trunks, spaventato: tutte le volte che faceva quel sogno succedevano eventi nefasti.
Certo non cose gravissime ma comunque molto poco piacevoli...l'ultima volta che l'aveva fatto Bra, la sua sorellina di cinque anni, aveva rischiato di venire investita da una macchina, la penultima volta che l'aveva fatto suo nonno era stato picchiato da dei teppisti e un'altra volta ancora sua mamma si era slogata una caviglia facendo le pulizie...insomma quel sogno portava male alla famiglia Brief....ecco perché il giovane sayan era così preoccupato...
Quando si fu calmato Trunks notò che c'era qualcosa che non andava. Il sole era piuttosto alto nel cielo e questo indicava che era mattina inoltrata, un orario in cui il ragazzo si svegliava raramente perché di solito si svegliava all'alba quando suo padre lo scaraventava in malo modo giù dal letto e lo trascinava fino alla stanza speciale costruita da Bulma per allenarsi a gravità superiore rispetto a quella terrestre. Strano che suo padre non avesse fatto così anche quel giorno....
Una rapida occhiata alla radiosveglia confermò al ragazzo che era mattina inoltrata e precisamente le dieci e trentatré.
Senza perdere altro tempo il ragazzo andò in bagno dove si lavò, si pettinò e indossò i vestiti che usava di solito per l'allenamento mattutino. Fatto questo si recò nella stanza a gravità speciale pensando che probabilmente suo padre avesse deciso di allenarsi da solo ma quando vi arrivò vide che era deserta.
-Strano...non è da papà saltare l'allenamento...- pensò Trunks, turbato.
Uscì dalla stanza speciale e vide sua mamma rientrare in casa con in braccio la piccola Bra.
“Ciao, mamma. Per caso sai se papà è ancora a letto?”
“Credo di sì...quando sono uscita erano le dieci e lui stava dormendo come un ghiro quindi ho preferito non disturbarlo...”
“Adesso però è un po' tardi...forse è meglio svegliarlo” propose Trunks.
“Sì, ma è meglio se lo fai tu...io devo iniziare a preparare il pranzo”
“Ok”
Il giovane sayan salì le scale e raggiunse la porta oltre la quale c'era la camera da letto dei suoi genitori. La aprì ed entrò nella stanza. Vide subito suo padre che giaceva sul letto, beatamente addormentato.
Trunks gli si avvicinò pensando: -Con il suo istinto di sayan si sveglierà appena farò un altro passo-
Invece non accadde nulla, Vegeta non si svegliò.
Il giovane sayan mise una mano sulla spalla del padre e lo scrollò leggermente dicendo: “Papà svegliati, è tardi!”
Lentamente e quasi con fatica Vegeta aprì gli occhi e osservò placidamente il figlio.
“Ciao, Trunks. Scusa se non mi sono svegliato per l'allenamento ma ieri notte sono andato a letto piuttosto tardi ed ero sfinito” disse il principe dei sayan con voce stanca e trascinata.
“Sfinito? Non è da te...” osservò Trunks, in tono preoccupato.
Vegeta ridacchiò.
“A volte anche a noi sayan può capitare di essere molto stanchi. Comunque adesso mi sono riposato e sono pronto ad allenarmi se ne hai ancora voglia”
“S', ne ho ancora voglia....ma tu sei sicuro di stare bene? Non hai una bella cera...”
“Tranquillo sto benissimo. Adesso muoviti ad andare nella stanza speciale e aspettami lì!” disse Vegeta ritornando ai soliti modi bruschi.
Trunks uscì dalla stanza, non del tutto rassicurato sulle condizioni del padre, e si recò nella stanza speciale dove iniziò ad allenarsi tirando calci e pugni all'aria.
Vegeta arrivò dopo qualche minuto vestito con una tuta da combattimento completamente blu. I suoi passi erano molto più lenti e barcollanti del solito e nei suoi occhi non brillava il solito desiderio di superare i suoi limiti che aveva prima di ogni allenamento col figlio.
-Non sembra nemmeno lui....chissà che cosa gli è successo?- pensò Trunks.
“Ascolta, papà. Non mi sembri nelle condizioni adeguate per sostenere un allenamento nella stanza speciale....perché per oggi non lasciamo perdere e ci riposiamo un po'?”
“E così io non sarei nelle condizioni per sostenere un allenamento, eh? Certo che ne hai di fantasia! Mettiti in testa che io smetterò di allenarmi solo quando sarò riuscito a sconfiggere Goku!”
“Questo lo so bene. Ma devi ricordarti che se l'allenamento dovesse compromettere la tua salute non sarai mai in grado di battere Goku! Per cui se vuoi evitare questo rischio per oggi è meglio se ci riposiamo”
“Se vuoi riposarti fa pure, confermi solo l'impressione che ho di te: sei uno scansa fatiche!”
“Non sono uno scansafatiche! Solamente so quando conviene sostenere un duro allenamento e quando no”
“Invece io credo proprio che tu sia uno scansafatiche!”
“Non lo sono!”
“Allora dimostramelo!” urlò Vegeta scattando all'attacco del figlio e provando a colpirlo con un pugno.
Trunks osservò il colpo del padre avvicinarsi con grande tristezza.
-Com'è lento e debole quel pugno...nulla a che vedere con quelli che mi tirava durante gli altri allenamenti...-
Il giovane sayan bloccò facilmente il colpo del padre, poi lo colpì a sua volta con un pugno al volto che lo fece volare ad altissima velocità verso una delle pareti della stanza.
Dopo essersi schiantato Vegeta cadde a terra, sfinito.
“Il principe dei sayan che si fa battere da suo figlio!” esclamò Trunks sarcasticamente “Ora lo capisci che non sei in condizioni tali da poter sostenere un allenamento serio?!” esclamò il giovane sayan e senza aspettare una risposta uscì velocemente dalla stanza d'allenamento.
“Mamma, io esco!” esclamò il ragazzo avviandosi verso la porta d'ingresso.
“Esci? Ma è quasi pronto il pranzo!” esclamò Bulma.
“Non ho voglia di pranzare con quello stupido di papà!”
“Ma cos'è successo?”
“Te lo spiegherà lui!” esclamò Trunks uscendo di casa e sbattendosi la porta alle spalle.
-Chissà cos'è successo tra quei due...- pensò Bulma, dubbiosa.
“Mamma, perché Trunks era arrabbiato?” chiese la piccola Bra, sbucando da sotto la gonna della madre.
“Non lo so...”
“Non è che è arrabbiato con me?” chiese la bambina mentre i suoi occhioni azzurri come l'acqua si riempivano di lacrime.
“No, tranquilla! Il tuo fratellone non ce l'ha affatto con te!” rispose Bulma, sorridendo alla figlia mentre le accarezzava i lunghi capelli azzurri.
All'improvviso la porta della stanza a gravità speciale si aprì e ne uscì Vegeta, leggermente barcollante e sanguinante al volto.
“Cosa ti è successo?” chiese Bulma, stupita nel vedere il marito ridotto in quelle condizioni.
“Non sono affari tuoi, donna!”
“Hai litigato con Trunks?”
“Ho detto che non sono affari tuoi! Il pranzo è pronto?”
“Ancora cinque minuti”
“Allora nel frattempo gioco un po' con Bra”
Bulma sgranò gli occhi, completamente attonita. Da quando Vegeta si metteva a giocare con la figlia di sua spontanea volontà?
I raggi del sole che filtravano dalla finestra illuminavano i capelli color glicine di un giovane ragazzo addormentato. Il suo respiro era molto profondo e regolare, questo faceva capire quanto fosse profondamente addormentato nonostante fossero già le dieci e mezza del mattino. All'improvviso il giovane iniziò ad agitarsi nel sonno e a mormorare: “No, Majin Bu! Non assorbirmi....ti prego...”
Il ragazzo si svegliò di scatto con la fronte madida di sudore. Ansimando si sedette sul letto e aspettò i battiti forsennati del suo cuore diminuissero...
“Non posso credere di aver fatto un'altra volta quel sogno...erano anni che non lo facevo più...” mormorò Trunks, spaventato: tutte le volte che faceva quel sogno succedevano eventi nefasti.
Certo non cose gravissime ma comunque molto poco piacevoli...l'ultima volta che l'aveva fatto Bra, la sua sorellina di cinque anni, aveva rischiato di venire investita da una macchina, la penultima volta che l'aveva fatto suo nonno era stato picchiato da dei teppisti e un'altra volta ancora sua mamma si era slogata una caviglia facendo le pulizie...insomma quel sogno portava male alla famiglia Brief....ecco perché il giovane sayan era così preoccupato...
Quando si fu calmato Trunks notò che c'era qualcosa che non andava. Il sole era piuttosto alto nel cielo e questo indicava che era mattina inoltrata, un orario in cui il ragazzo si svegliava raramente perché di solito si svegliava all'alba quando suo padre lo scaraventava in malo modo giù dal letto e lo trascinava fino alla stanza speciale costruita da Bulma per allenarsi a gravità superiore rispetto a quella terrestre. Strano che suo padre non avesse fatto così anche quel giorno....
Una rapida occhiata alla radiosveglia confermò al ragazzo che era mattina inoltrata e precisamente le dieci e trentatré.
Senza perdere altro tempo il ragazzo andò in bagno dove si lavò, si pettinò e indossò i vestiti che usava di solito per l'allenamento mattutino. Fatto questo si recò nella stanza a gravità speciale pensando che probabilmente suo padre avesse deciso di allenarsi da solo ma quando vi arrivò vide che era deserta.
-Strano...non è da papà saltare l'allenamento...- pensò Trunks, turbato.
Uscì dalla stanza speciale e vide sua mamma rientrare in casa con in braccio la piccola Bra.
“Ciao, mamma. Per caso sai se papà è ancora a letto?”
“Credo di sì...quando sono uscita erano le dieci e lui stava dormendo come un ghiro quindi ho preferito non disturbarlo...”
“Adesso però è un po' tardi...forse è meglio svegliarlo” propose Trunks.
“Sì, ma è meglio se lo fai tu...io devo iniziare a preparare il pranzo”
“Ok”
Il giovane sayan salì le scale e raggiunse la porta oltre la quale c'era la camera da letto dei suoi genitori. La aprì ed entrò nella stanza. Vide subito suo padre che giaceva sul letto, beatamente addormentato.
Trunks gli si avvicinò pensando: -Con il suo istinto di sayan si sveglierà appena farò un altro passo-
Invece non accadde nulla, Vegeta non si svegliò.
Il giovane sayan mise una mano sulla spalla del padre e lo scrollò leggermente dicendo: “Papà svegliati, è tardi!”
Lentamente e quasi con fatica Vegeta aprì gli occhi e osservò placidamente il figlio.
“Ciao, Trunks. Scusa se non mi sono svegliato per l'allenamento ma ieri notte sono andato a letto piuttosto tardi ed ero sfinito” disse il principe dei sayan con voce stanca e trascinata.
“Sfinito? Non è da te...” osservò Trunks, in tono preoccupato.
Vegeta ridacchiò.
“A volte anche a noi sayan può capitare di essere molto stanchi. Comunque adesso mi sono riposato e sono pronto ad allenarmi se ne hai ancora voglia”
“S', ne ho ancora voglia....ma tu sei sicuro di stare bene? Non hai una bella cera...”
“Tranquillo sto benissimo. Adesso muoviti ad andare nella stanza speciale e aspettami lì!” disse Vegeta ritornando ai soliti modi bruschi.
Trunks uscì dalla stanza, non del tutto rassicurato sulle condizioni del padre, e si recò nella stanza speciale dove iniziò ad allenarsi tirando calci e pugni all'aria.
Vegeta arrivò dopo qualche minuto vestito con una tuta da combattimento completamente blu. I suoi passi erano molto più lenti e barcollanti del solito e nei suoi occhi non brillava il solito desiderio di superare i suoi limiti che aveva prima di ogni allenamento col figlio.
-Non sembra nemmeno lui....chissà che cosa gli è successo?- pensò Trunks.
“Ascolta, papà. Non mi sembri nelle condizioni adeguate per sostenere un allenamento nella stanza speciale....perché per oggi non lasciamo perdere e ci riposiamo un po'?”
“E così io non sarei nelle condizioni per sostenere un allenamento, eh? Certo che ne hai di fantasia! Mettiti in testa che io smetterò di allenarmi solo quando sarò riuscito a sconfiggere Goku!”
“Questo lo so bene. Ma devi ricordarti che se l'allenamento dovesse compromettere la tua salute non sarai mai in grado di battere Goku! Per cui se vuoi evitare questo rischio per oggi è meglio se ci riposiamo”
“Se vuoi riposarti fa pure, confermi solo l'impressione che ho di te: sei uno scansa fatiche!”
“Non sono uno scansafatiche! Solamente so quando conviene sostenere un duro allenamento e quando no”
“Invece io credo proprio che tu sia uno scansafatiche!”
“Non lo sono!”
“Allora dimostramelo!” urlò Vegeta scattando all'attacco del figlio e provando a colpirlo con un pugno.
Trunks osservò il colpo del padre avvicinarsi con grande tristezza.
-Com'è lento e debole quel pugno...nulla a che vedere con quelli che mi tirava durante gli altri allenamenti...-
Il giovane sayan bloccò facilmente il colpo del padre, poi lo colpì a sua volta con un pugno al volto che lo fece volare ad altissima velocità verso una delle pareti della stanza.
Dopo essersi schiantato Vegeta cadde a terra, sfinito.
“Il principe dei sayan che si fa battere da suo figlio!” esclamò Trunks sarcasticamente “Ora lo capisci che non sei in condizioni tali da poter sostenere un allenamento serio?!” esclamò il giovane sayan e senza aspettare una risposta uscì velocemente dalla stanza d'allenamento.
“Mamma, io esco!” esclamò il ragazzo avviandosi verso la porta d'ingresso.
“Esci? Ma è quasi pronto il pranzo!” esclamò Bulma.
“Non ho voglia di pranzare con quello stupido di papà!”
“Ma cos'è successo?”
“Te lo spiegherà lui!” esclamò Trunks uscendo di casa e sbattendosi la porta alle spalle.
-Chissà cos'è successo tra quei due...- pensò Bulma, dubbiosa.
“Mamma, perché Trunks era arrabbiato?” chiese la piccola Bra, sbucando da sotto la gonna della madre.
“Non lo so...”
“Non è che è arrabbiato con me?” chiese la bambina mentre i suoi occhioni azzurri come l'acqua si riempivano di lacrime.
“No, tranquilla! Il tuo fratellone non ce l'ha affatto con te!” rispose Bulma, sorridendo alla figlia mentre le accarezzava i lunghi capelli azzurri.
All'improvviso la porta della stanza a gravità speciale si aprì e ne uscì Vegeta, leggermente barcollante e sanguinante al volto.
“Cosa ti è successo?” chiese Bulma, stupita nel vedere il marito ridotto in quelle condizioni.
“Non sono affari tuoi, donna!”
“Hai litigato con Trunks?”
“Ho detto che non sono affari tuoi! Il pranzo è pronto?”
“Ancora cinque minuti”
“Allora nel frattempo gioco un po' con Bra”
Bulma sgranò gli occhi, completamente attonita. Da quando Vegeta si metteva a giocare con la figlia di sua spontanea volontà?
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