Posto questa mia insana idea, nata da una recente visione del film. Probabilmente sarà una schifezza, ma mi è venuta e la propongo, tanto male che vada non la continuo. Per chi trova la voglia, buona lettura
Capitolo 1
“Quando i vostri figli venivano mandati a morire al fronte, cosa pensavate tutti? Ve lo dico io! Pensavate “perché non c’è qualcuno che prenda le redini di questa situazione?”! Ecco perché ora, come ogni giorno, io ringrazio Lord Freezer per aver messo fine alla guerra ed unificato sotto un'unica bandiera tutti i popoli! E’ grazie a lui se ora…”
Zack!
Bulma spense la TV, ascoltare il sermone di Zarbon la sera era davvero insostenibile, lo faceva solo di rado per rammentare lo squallore del mondo in cui viveva, tuttavia non era mai riuscita ad ascoltarlo fino alla fine. Quello era il volto, l’uomo-immagine del governo di Lord Freezer, quindi rappresentava tutto ciò che lei detestava. Ma ora non aveva tempo di rimuginare su questi argomenti, doveva uscire dopo il coprifuoco, e il non farsi scoprire doveva essere in quel momento la sua preoccupazione fondamentale. Quindi allacciò lo stivale e si preparò ad una veloce traversata dei vicoli bui.
Zack!
Nello stesso istante in cui Bulma spense la televisione, un altro individuo decise di smettere di seguire quello stesso programma. Non che gli fosse venuto a noia, lo trovava divertente sotto certi aspetti, ma era ormai ora di andare. Indossò una maschera di Bardack (l’ultimo grande nemico della pace, lo aveva definito Lord Freezer), e si tuffò nella notte.
Bulma camminava rapida nei vicoli. Aveva una gran voglia di vedere Yamcha quella sera, non sapeva spiegarselo, ma sentiva che quella notte sarebbe successo qualcosa, e non voleva stare sola. La sua voglia di compagnia fu appagata prima di quanto volesse. Dalle tenebre di un vicolo uscirono tre uomini dotati di scouter. Dall’arnese che portavano all’occhio, la ragazza capì immediatamente che aveva di fronte tre castigatori, quindi arrestò i suoi passi e attese le mosse dei suoi malaugurati compagni di percorso.
“Guarda guarda chi abbiamo qui. Non lo sai che a quest’ora le belle bambine dovrebbero stare a letto?”
Il suo tono non prometteva nulla di buono, Bulma inizio a mettersi un po’ sulla difensiva
“Vi prego, non ho fatto nulla, devo solo andare a casa di un mio amico. Anzi, me ne torno a casa, ma vi scongiuro, lasciatemi andare”
I tre individui la squadrarono da capo a piedi. Non ci voleva certo un genio per comprendere ciò che stavano pensando
“Che fretta c’è, piccola? In fondo ci siamo appena conosciuti, divertiamoci un po’…”
L’epilogo di quell’incontro sembrava già scritto, e i tre erano ormai così vicini alla ragazza che lei poteva sentire i loro respiri animaleschi, quando un lampo di luce investì il più basso dei tre, che venne scaraventato contro un edificio.
“Ma che diavolo…”
Il secondo non fece in tempo a proferire parola, in quanto una forte mano si serrò intorno alla sua gola, finchè il suo cuore non smise di battere.
“Chi sei?! Che accidenti vuoi?!
Il più grosso, l’ultimo rimasto, puntò sulla figura, un uomo di bassa statura con una maschera da Bardack, il laser d’ordinanza e fece fuoco. Quello deviò il colpo con noncuranza, per poi aprire il palmo, dal quale fuoriuscì un raggio verde che sfrecciò rapido fino al castigatore, lasciando un buco nel suo corpo ed esplodendo contro la parete subito dietro. Bulma era sconvolta. Certo, era salva, ma aveva appena assistito al massacro di tre uomini, il tutto compiuto con la massima efficienza e naturalezza.
“C-chi sei?”
La sua voce tremava, eppure sentiva una qualche affinità con quello strano individuo, una sensazione singolare, esattamente come quella che l’aveva convinta che quella sera sarebbe successo qualcosa. L’uomo avanzò piano verso di lei. Se non fosse stato per la sua chioma nera che sfidava la gravità, in tutta la sua altezza non le avrebbe coperto la vista.
“Chi sono? Sono colui che presto sarà leggenda, sono colui che disprezza il mondo nel quale è costretto a vivere. Sono il fuoco che presto farà bruciare questa città, questo paese, questo pianeta!”
Colpì una parete due volte col taglio della mano, di modo da far apparire chiara e nitida una V.
“Io sono V! V come Vendetta! V come Vegeta!”
Capitolo 1
“Quando i vostri figli venivano mandati a morire al fronte, cosa pensavate tutti? Ve lo dico io! Pensavate “perché non c’è qualcuno che prenda le redini di questa situazione?”! Ecco perché ora, come ogni giorno, io ringrazio Lord Freezer per aver messo fine alla guerra ed unificato sotto un'unica bandiera tutti i popoli! E’ grazie a lui se ora…”
Zack!
Bulma spense la TV, ascoltare il sermone di Zarbon la sera era davvero insostenibile, lo faceva solo di rado per rammentare lo squallore del mondo in cui viveva, tuttavia non era mai riuscita ad ascoltarlo fino alla fine. Quello era il volto, l’uomo-immagine del governo di Lord Freezer, quindi rappresentava tutto ciò che lei detestava. Ma ora non aveva tempo di rimuginare su questi argomenti, doveva uscire dopo il coprifuoco, e il non farsi scoprire doveva essere in quel momento la sua preoccupazione fondamentale. Quindi allacciò lo stivale e si preparò ad una veloce traversata dei vicoli bui.
Zack!
Nello stesso istante in cui Bulma spense la televisione, un altro individuo decise di smettere di seguire quello stesso programma. Non che gli fosse venuto a noia, lo trovava divertente sotto certi aspetti, ma era ormai ora di andare. Indossò una maschera di Bardack (l’ultimo grande nemico della pace, lo aveva definito Lord Freezer), e si tuffò nella notte.
Bulma camminava rapida nei vicoli. Aveva una gran voglia di vedere Yamcha quella sera, non sapeva spiegarselo, ma sentiva che quella notte sarebbe successo qualcosa, e non voleva stare sola. La sua voglia di compagnia fu appagata prima di quanto volesse. Dalle tenebre di un vicolo uscirono tre uomini dotati di scouter. Dall’arnese che portavano all’occhio, la ragazza capì immediatamente che aveva di fronte tre castigatori, quindi arrestò i suoi passi e attese le mosse dei suoi malaugurati compagni di percorso.
“Guarda guarda chi abbiamo qui. Non lo sai che a quest’ora le belle bambine dovrebbero stare a letto?”
Il suo tono non prometteva nulla di buono, Bulma inizio a mettersi un po’ sulla difensiva
“Vi prego, non ho fatto nulla, devo solo andare a casa di un mio amico. Anzi, me ne torno a casa, ma vi scongiuro, lasciatemi andare”
I tre individui la squadrarono da capo a piedi. Non ci voleva certo un genio per comprendere ciò che stavano pensando
“Che fretta c’è, piccola? In fondo ci siamo appena conosciuti, divertiamoci un po’…”
L’epilogo di quell’incontro sembrava già scritto, e i tre erano ormai così vicini alla ragazza che lei poteva sentire i loro respiri animaleschi, quando un lampo di luce investì il più basso dei tre, che venne scaraventato contro un edificio.
“Ma che diavolo…”
Il secondo non fece in tempo a proferire parola, in quanto una forte mano si serrò intorno alla sua gola, finchè il suo cuore non smise di battere.
“Chi sei?! Che accidenti vuoi?!
Il più grosso, l’ultimo rimasto, puntò sulla figura, un uomo di bassa statura con una maschera da Bardack, il laser d’ordinanza e fece fuoco. Quello deviò il colpo con noncuranza, per poi aprire il palmo, dal quale fuoriuscì un raggio verde che sfrecciò rapido fino al castigatore, lasciando un buco nel suo corpo ed esplodendo contro la parete subito dietro. Bulma era sconvolta. Certo, era salva, ma aveva appena assistito al massacro di tre uomini, il tutto compiuto con la massima efficienza e naturalezza.
“C-chi sei?”
La sua voce tremava, eppure sentiva una qualche affinità con quello strano individuo, una sensazione singolare, esattamente come quella che l’aveva convinta che quella sera sarebbe successo qualcosa. L’uomo avanzò piano verso di lei. Se non fosse stato per la sua chioma nera che sfidava la gravità, in tutta la sua altezza non le avrebbe coperto la vista.
“Chi sono? Sono colui che presto sarà leggenda, sono colui che disprezza il mondo nel quale è costretto a vivere. Sono il fuoco che presto farà bruciare questa città, questo paese, questo pianeta!”
Colpì una parete due volte col taglio della mano, di modo da far apparire chiara e nitida una V.
“Io sono V! V come Vendetta! V come Vegeta!”
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