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Devi essere coraggioso, giovane guerriero. -One Shot-

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  • Devi essere coraggioso, giovane guerriero. -One Shot-

    Tempo fa ho postato sul topic di "Arrivederci papà", l'altra mia one shot, un pezzo di fanfic senza né capo né coda. Bene, oggi ho deciso di trasformare questo pezzo in una one shot! ^__^ Conclusa un po'di fretta, soprattutto le ultime righe... D'altra parte io ho sempre scritto di getto, mi annoia perdere tempo a rendere la forma o i contenuti troppo artificiosi... Dai miei vaneggiamenti serali è uscita questa breve storia, commentate se volete farmi un favore!

    DEVI ESSERE CORAGGIOSO, GIOVANE GUERRIERO.

    Camminava lentamente sul pavimento lucido come uno specchio, in quella casa elegante tanto grande da sembrare un labirinto. Sì, suo padre ce l’avrebbe fatta! Lui era il più forte di tutti, il suo unico punto di riferimento dopo la morte di sua madre. Avrebbe salvato lei e tutto il pianeta da quel mostro terribile, non aveva proprio nulla da temere.

    La ragazzina percorse il lungo corridoio e tra le tante porte che avrebbero fatto confondere qualunque estraneo, aprì proprio quella della stanza da letto dei suoi genitori. Il profumo di sua madre le invase le narici, tanto che le parve incredibile pensare che ormai non ci fosse più. Si impose di non fare caso alla fotografia incorniciata appesa alla parete, che ritraeva lei e i sui genitori appena un anno prima, quando suo padre si era riconfermato campione del mondo.

    Videl si rannicchiò sul letto portandosi le ginocchia al petto. Respirò profondamente un paio di volte, senza trovare il coraggio di fare ciò per cui si era recata in quella stanza. Il suo sguardo azzurro si posò sul telecomando appoggiato con noncuranza sul comodino di sua madre. Probabilmente era stata lei a lasciarlo lì. La ragazzina scosse il capo strizzando gli occhi, come per scacciare quel pensiero che la sua mente ancora non riusciva ad accettare.

    Devi essere coraggiosa, Videl! Tu sei forte, lo so! Ecco quali erano state le ultime parole di sua madre, prima di chiudere per sempre gli occhi, intrappolata tra le macerie di un palazzo distrutto da quel mostro: Cell.

    La bambina strinse le lenzuola tra le mani per farsi forza: doveva essere coraggiosa proprio come diceva la mamma. Afferrò il telecomando e premette un pulsante a caso con decisione: non faceva differenza il canale, tanto ogni rete trasmetteva le stesse immagini.

    Videl spalancò gli occhi, concentrandosi per capire la situazione. Al centro dello schermo stava Cell, le braccia incrociate e un’espressione fredda. Di fronte a lui c’era qualcuno, ma la telecamera riusciva ad inquadrarne soltanto la nuca e una parte di collo. Una cosa era certa: quello non era suo padre. Aveva i capelli biondissimi e sparati un po’in tutte le direzioni.

    "Dev’essere il reporter, nessuno apparte papà partecipa al torneo!" All’improvviso il biondino cominciò a farsi avanti lentamente, allontanandosi dalla telecamera. Una porzione maggiore del suo corpo apparve sullo schermo, facendo corrugare la fronte a Videl. Era solo un bambino, non doveva avere più di undici o dodici anni! Che ci faceva in un luogo simile?

    “S-siamo davvero in pericolo… Andiamocene immediatamente!” il commento del cronista, evidentemente sconvolto, si intrufolò tra i pensieri di Videl. La bambina si accigliò: suo padre non poteva abbandonare quel bambino al suo destino! Non poteva fuggire così. Era il migliore, l’unica speranza per l’umanità!

    All’improvviso si sentì una voce in lontananza, ma la Videl non riuscì a percepire le parole. “Eh…?” esclamò qualcuno vicino al microfono. L’inquadratura passò di colpo da Cell e il bambino al suolo, tanto che la ragazzina inizialmente ebbe l’impressione che la telecamera fosse sfuggita di mano al cameraman mandando così in onda immagini casuali. Prestando più attenzione però, si accorse con orrore che sul terreno c’era la testa di un uomo dai capelli rossi.

    Incredibilmente, le labbra dell’uomo cominciarono a muoversi. Com’era possibile? Un essere umano non poteva continuare a vivere da decapitato! Videl era paralizzata dall’orrore, ma riuscì a recuperare la lucidità necessaria per alzare al massimo il volume del televisore e cercare di capire le parole dell’uomo. “Prima di andarvene… bambino… salvare… Terra… utile… campione mondiale…” inutile, era troppo distante e la ragazzina non riuscì a capire più di qualche parola del suo discorso.

    “Mr Satan è il campione degli esseri umani! Non c’entra con dei mostri come voi!” ribatté istericamente il cronista. Il cuore di Videl iniziò a battere forte. Cosa voleva quel mostro da suo padre?

    “Va bene, farò ciò che mi chiedi.” Sentendo la voce del genitore, la bambina cominciò a tremare e appoggiò le mani sul televisore.

    “Mr Satan, lasci stare! Vuol morire??!” “Sta zitto! Quelli che stanno combattendo al costo della vita sono degli anonimi! Se un campione scappasse, sarebbe deriso da tutti per tutta la vita!”. Un’immagine sfocata passò velocemente in primo piano sullo schermo. La telecamera cambiò immediatamente inquadratura per seguire la figura: era Mr Satan che correva furtivamente verso Cell e il ragazzino reggendo tra le mani la testa dell’uomo dai capelli rossi. “Papà… No… Non mi lasciare, ti prego!” era l’unico pensiero che riempiva la testa di Videl.

    “Il nostro impavido eroe si è lanciato verso Cell! Che le sue condizioni fisiche siano migliorate a tal punto da permettergli di tentare nuovamente di sconfiggere quel mostro?” intervenne il cronista con fare teatrale, recuperando in parte l’antico smalto che era andato via via perdendosi durante quell’assurdo servizio.

    Il cameraman zumò e in primo piano apparvero Mr Satan, Cell e il ragazzino, che finalmente Videl riuscì a vedere in volto. Era visibilmente sconvolto: gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa. La figlia di Mr Satan rivide il suo sguardo smarrito in quello del giovane guerriero dai capelli dorati, e immaginò il cuore del ragazzo battere all’impazzata allo stesso modo del suo. Per un momento le sembrò di percepire le emozioni che attraversavano quel piccolo uomo, poi, senza preavviso, suo padre fu abbastanza vicino da poter lanciare la testa verso i due. Il capo dell’uomo rotolò proprio tra Cell e il ragazzino, che si pietrificò a quella vista. Quello che ormai Videl aveva compreso essere un cyborg, mosse ancora le labbra, bstavolta in direzione del bambino, il cui stato d’animo sembrava essere al di là del pianto. Poi Cell camminò lentamente con aria minacciosa, fissando la testa con gli occhi ridotti a due fessure. Il cronista non parlava, e nel silenzio la scena appariva ancora più terribile. Videl si coprì gli occhi con le mani, sbirciando lo schermo tra le dita.

    Accadde in un attimo: il piede di Cell si sollevò da terra e andò a calpestare con violenza la testa dell’uomo che si distrusse irrimediabilmente, facendo rotolare sul terreno circostante valvole, chip e altri pezzi meccanici. Videl sgranò gli occhi gridando il suo orrore: né lei né il ragazzino, riuscivano a staccare gli occhi dalla lucina verde che lampeggiava sempre più fievole su uno dei chip usciti che componevano il cervello del cyborg. Infine la luce si spense definitivamente. Per un secondo tutto sembrò congelarsi: Cell, il bambino, suo padre, il cronista, Videl stessa.

    “UUUUAAAAAH!” l’urlo di orrore del ragazzino squarciò quel momento di calma e arrivò fin nel profondo del cuore di Videl, che non riusciva più a distinguere il suo grido da quello del giovane guerriero, circondato da un’intensa luce dorata, nella quale comparivano dei lampi di luce azzurra. La terra cominciò a tremare sempre più violentemente, i mobili traballavano pericolosamente i bicchieri cominciarono a tintinnare sbattendo l’uno contro l’altro, l’intonaco del muro iniziò a sgretolarsi. Fenditure profonde si allargarono sul terreno a partire dai piedi del ragazzino, poi le immagini scomparvero dal televisore, per essere sostituite da una schermata azzurra. Il collegamento era saltato, ma il terreno continuava a tremare. Dopo alcuni minuti che parvero ore, il terremoto cessò. Videl non staccava gli occhi dallo schermo, nella speranza di scorgere qualcosa, ma invano. Cadde in silenzio, la ragazzina percepiva solo il suo cuore battere forte nel petto. Quell’azzurro uniforme dello schermo, divenne snervante e Videl abbassò lo sguardo. Non appena serrò gli occhi, calde lacrime le bagnarono finalmente le guance, scendendo lentamente lungo il viso. Era tutto terribilmente confuso… suo padre… il ragazzino… il cyborg... Cell.

    La ragazza strinse i pugni e pianse, sfogando finalmente il dolore che in tutti quei giorni l’aveva soffocata. Suo padre era probabilmente morto, non poteva essere sopravvissuto così vicino all’epicentro di quel terribile terremoto. Dopo un po’Videl aprì gli occhi azzurri, arrossati e lucidi. Sullo schermo era apparsa una comunicazione che informava i telespettatori che la diretta era momentaneamente interrotta per problemi tecnici. La stanza era semidistrutta: gran parte dei soprammobili si erano rotti o erano finiti a terra, il vetro di una finestra era in frantumi e un armadio si era ribaltato. L’attenzione della ragazzina fu catturata da una cornice rovesciata che giaceva sul pavimento sotto ai cocci di un vaso. Videl allungò un braccio scossa dagli ultimi singhiozzi e raccolse il portafoto: conteneva la fotografia di lei e i suoi genitori. Gli lo sguardo azzurro e determinato di sua madre incontrò il suo. Devi essere coraggioso, giovane guerriero. Tu sei forte, lo so!
    Last edited by *Videl90*; 15 November 2007, 14:32.
    sigpic
    "(...) Ogni dolore nasconde una gioia e ogni fine un principio (...)"

  • #2
    Bella videl complimenti mi è piaciuto il tuo modo di descrivere le scene.Davvero molto toccante il fatto di vedere il tutto attraverso gli occhi della piccola videl, che lotta dentro di se per essere forte.Inoltre la parte in cui gohan si trasforma in ssj 2 è una delle parti piu' belle di dragon ball per me.

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    • #3
      Cavolo che one-shot Videl.............................. bellissima
      Hai descritto quei momenti davvero bene ,molto tristi i pensieri della piccola Videl e la trasformazione di Gohan in ssj2 è qualcosa di strepitoso
      Davvero senza parole
      sigpic
      Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
      Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
      Mia LongShot con Gogeta_89

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      • #4
        Molto bella complimenti
        "don't want to be an american idiot"

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        • #5
          Bravissima Videl!
          E' stupenda!

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          • #6
            Vi ringrazio tutti! Sono contenta che vi piacca, anche perchè il Cell Game è un periodo di Dragon Ball che mi intriga molto e che in passato mi ha fatto fantasticare sviluppi paralleli (come ad esempio la prima volta in cui Videl vede Gohan)... Se la fanfic rende l'idea, tanto meglio!
            sigpic
            "(...) Ogni dolore nasconde una gioia e ogni fine un principio (...)"

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