ESPERIENZE TRAUMATICHE DELLA PRINMA MEDIA:
Mi trovavo li,in quella fredda e immensa aula aspettavo l'inizio delle lezioni...
Avevo protestato molto affinchè evitassi questo lager.
Ma ormai ero stato catapultato dalla placida tranquilità delle scuole elementari a questa orrenda esperienza.
L'immensa aula era grigia,vuota,l'unico elemento decorativo era un orrendo e macabro crocifisso che ricordava alle masse l'impostazione teocratica del nostro stato.
L'aula schiacciava l'anima poichè i banchi erano dispersi e questo fattore rendeva noi alunni anor più piccoli e deboli al confronto del freddo potere statalista.
Mi sentivo triste e inqueto quando a un certopunto sentii passi pesanti di tacchi,sentii il pavimento tremare e vidi varcare la grande porta da un'immensa figura matronale,ella sovrastava tutti noi facendoci sentire piccoli e impotenti.
La disposizione dei banchi (dispersi) rendeva gli studenti ancora più piccoli e impotenti di fronte a quella figura matronale di 45 m d'altezza.
Incuteva in tutti noi una profonda paura e ci schiacciava spiritualmente.
vedevamo dunque quella gigantessa dal basso all'alto,portava innanzitutto due tacchi a spillo neri che incutevano un profondo terrore.
Ella con voce alta da rompere i timpani urlò "Io sono la professoressa,voi piccoli alunni dovrete sottostare al mio potere".
Una vocina tremolante si alzò e disse flebilmente "posso fare una domanda"?
Proveniva da un mio amico d'infanzia di origine russa (era ebreo),la risposta si fece sentire subito "Chi ha parlato"!? disse urlando la gigantessa.
Leza (era questo il nome del mio amico) si alzò e disse "sono stato io"!
Conscio della sua fine leza sentii i passi della gigantessa,sentii che questi erano sempre più vicini,"shalom" disse...
poi a un certo punto egli era sovrastato dalla gigantessa che lo prese tra le due dita (aeva unghie lunghe smaltate e affilate),poi lo posò sul palmo della mano.
leza vide la gigantessa drtitta negli occhi,il suo viso era in carne le sue labbra erano carnose e piene di rossetto,il suo naso era quilinio grosso e orribile brufolo sopra.
Ella disse al povero leza "NON SONO PREVISTE DOMANDE"!
Poi leza venne buttato a terra dolorante e piangente.
Da allora non si è più ripreso...
Mi trovavo li,in quella fredda e immensa aula aspettavo l'inizio delle lezioni...
Avevo protestato molto affinchè evitassi questo lager.
Ma ormai ero stato catapultato dalla placida tranquilità delle scuole elementari a questa orrenda esperienza.
L'immensa aula era grigia,vuota,l'unico elemento decorativo era un orrendo e macabro crocifisso che ricordava alle masse l'impostazione teocratica del nostro stato.
L'aula schiacciava l'anima poichè i banchi erano dispersi e questo fattore rendeva noi alunni anor più piccoli e deboli al confronto del freddo potere statalista.
Mi sentivo triste e inqueto quando a un certopunto sentii passi pesanti di tacchi,sentii il pavimento tremare e vidi varcare la grande porta da un'immensa figura matronale,ella sovrastava tutti noi facendoci sentire piccoli e impotenti.
La disposizione dei banchi (dispersi) rendeva gli studenti ancora più piccoli e impotenti di fronte a quella figura matronale di 45 m d'altezza.
Incuteva in tutti noi una profonda paura e ci schiacciava spiritualmente.
vedevamo dunque quella gigantessa dal basso all'alto,portava innanzitutto due tacchi a spillo neri che incutevano un profondo terrore.
Ella con voce alta da rompere i timpani urlò "Io sono la professoressa,voi piccoli alunni dovrete sottostare al mio potere".
Una vocina tremolante si alzò e disse flebilmente "posso fare una domanda"?
Proveniva da un mio amico d'infanzia di origine russa (era ebreo),la risposta si fece sentire subito "Chi ha parlato"!? disse urlando la gigantessa.
Leza (era questo il nome del mio amico) si alzò e disse "sono stato io"!
Conscio della sua fine leza sentii i passi della gigantessa,sentii che questi erano sempre più vicini,"shalom" disse...
poi a un certo punto egli era sovrastato dalla gigantessa che lo prese tra le due dita (aeva unghie lunghe smaltate e affilate),poi lo posò sul palmo della mano.
leza vide la gigantessa drtitta negli occhi,il suo viso era in carne le sue labbra erano carnose e piene di rossetto,il suo naso era quilinio grosso e orribile brufolo sopra.
Ella disse al povero leza "NON SONO PREVISTE DOMANDE"!
Poi leza venne buttato a terra dolorante e piangente.
Da allora non si è più ripreso...
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