Avevamo lasciato Spyro alle prese con una struttura di gioco profondamente diversa rispetto a quanto eravamo abituati. Se la serie aveva sempre puntato sull'esplorazione e sull'elemento platform, ora è il combattimento a farla da padrone, con il personaggio in grado di colpire i suoi nemici con tanti attacchi diversi. Di conseguenza, è cambiato completamente anche il feeling del gioco, che già in The Legend of Spyro: A New Beginning vedeva gli scontri a regolare l'avanzamento nei livelli mentre l'esplorazione, pur presente, era posta in secondo piano. Una scelta vincente?
Mazzate leggendarie
The Legend of Spyro: The Eternal Night comincia proprio dalla fine di A New Beginning: lo scontro finale che si svolge in un'altra dimensione fra Spyro e un enorme drago nero vede prevalere il primo, che decide in extremis di salvare il proprio avversario (che si rivela essere un drago femmina delle sue stesse dimensioni) da un vortice nero, per poi tornare a fare la vita di sempre nel suo regno. Ben presto i soliti nemici tornano all'attacco, però, approfittando della stanchezza di Spyro, e assediano la città: in quel momento il piccolo drago viola cade in un sonno profondo e viene guidato da una voce misteriosa alla riscoperta dei suoi poteri, che stavolta includono la capacità di rallentare il tempo all'occorrenza. Quando si risveglia, Spyro è di nuovo in piena forma, pronto ad affrontare la nuova minaccia che si staglia all'orizzonte... e che ben presto si rivela molto più pericolosa di quanto si potesse pensare. Tutta la fase iniziale, in particolare l'introduzione, è raccontata con uno stile molto particolare, fiabesco ma con toni gravi, la cui atmosfera è sottolineata da un canto gregoriano. Dopo un incipit del genere, l'impatto con i soliti colori di Spyro delude un po', ma poi ci si rende conto che il senso di urgenza e di gravità non fa riferimento all'estetica del gioco, bensì al suo alto livello di sfida...
Difficoltà leggendaria
La prima cosa che colpisce di The Eternal Night, in senso letterale, è proprio la sua difficoltà. Il sistema di combattimento è lo stesso già visto in A New Beginning, quindi Spyro può effettuare combo con le proprie zampette, anche e soprattutto in aria (con un effetto slow-motion alla Matrix...), oltre a possedere una potente carica in corsa. E poi ci sono i poteri speciali, quattro in tutto, che vanno dal classico fuoco alle scariche elettriche, passando per il ghiaccio e la terra, tutti amplificabili tramite la raccolta di un certo tipo di cristalli. Non si tratta certo di possibilità offensive limitate, anzi. Eppure dovremo sudare non poco già dalle prime fasi di gioco per avere ragione dei nostri avversari, approfittando di ogni cristallo rosso (per la salute) e verde (per l'energia magica) che troveremo nelle vicinanze e che ci permetta di sopravvivere agli scontri. Il tema centrale del gioco, infatti, è la sfida: i nostri nemici di sempre, le scimmie, sono a loro volta preda di insetti giganteschi e molto più pericolosi, che vantano non solo una grande resistenza ai colpi, ma anche degli attacchi potenti e di lunga gittata. The Eternal Night, insomma, si pone fin da subito come una prova continua, in cui si deve sopravvivere a ogni scontro per poi accedere a tutte le dinamiche classiche di Spyro (esplorazione, attivazione di interruttori, salto su piattaforme, ecc.). Non sarà raro trovarsi a fronteggiare due grossi ragni che non vogliono saperne di cadere nonostante i nostri sforzi, mentre un terzo nemico ci bersaglia da lontano. Dovremo imparare subito a usare il nuovo potere di Spyro che rallenta il tempo, o ci scontreremo irrimediabilmente con una realtà fatta di morti a ripetizione.
Come accennato in precedenza, la fase introduttiva di The Legend of Spyro: The Eternal Night è davvero maestosa e meritava di sfociare in una realizzazione tecnica migliore o quantomeno diversa rispetto allo scorso episodio. Purtroppo ciò non si verifica, e ci troviamo di fronte allo stesso motore grafico usato per The New Beginning, con le medesime prestazioni: si raggiungono i trenta frame al secondo solo quando la situazione è assolutamente tranquilla, ma basta pochissimo perché la fluidità cali. Questo non significa che il gioco sia brutto da vedere, anzi, ma in questa fase di vita di PS2 sarebbe bello vedere un minimo di sperimentazione e qualche scelta coraggiosa. Se per quanto concerne la grafica gli sviluppatori dei Krome Studios non hanno fatto miracoli, dunque, non si può dire lo stesso del sonoro, che appare davvero ispirato e di grande qualità soprattutto negli effetti, peccando solo per i frequenti silenzi musicali (ma chissà, magari si tratta di una scelta consapevole). Certo, l'elemento che più caratterizza The Eternal Night è il suo grado di sfida: con una giocabilità identica a quella dell'episodio precedente, eccezion fatta per la presenza del potere temporale, questa nuova avventura di Spyro sa essere davvero spietata e terribilmente selettiva. Non ci troviamo di fronte a un prodotto destinato a un'utenza giovane, tutt'altro, e la chiave per un suo eventuale successo starà nel grado di coinvolgimento ottenuto, ovvero se sarà capace o meno di convincere il giocatore a ritentare uno scontro dopo l'ennesimo game over
Mazzate leggendarie
The Legend of Spyro: The Eternal Night comincia proprio dalla fine di A New Beginning: lo scontro finale che si svolge in un'altra dimensione fra Spyro e un enorme drago nero vede prevalere il primo, che decide in extremis di salvare il proprio avversario (che si rivela essere un drago femmina delle sue stesse dimensioni) da un vortice nero, per poi tornare a fare la vita di sempre nel suo regno. Ben presto i soliti nemici tornano all'attacco, però, approfittando della stanchezza di Spyro, e assediano la città: in quel momento il piccolo drago viola cade in un sonno profondo e viene guidato da una voce misteriosa alla riscoperta dei suoi poteri, che stavolta includono la capacità di rallentare il tempo all'occorrenza. Quando si risveglia, Spyro è di nuovo in piena forma, pronto ad affrontare la nuova minaccia che si staglia all'orizzonte... e che ben presto si rivela molto più pericolosa di quanto si potesse pensare. Tutta la fase iniziale, in particolare l'introduzione, è raccontata con uno stile molto particolare, fiabesco ma con toni gravi, la cui atmosfera è sottolineata da un canto gregoriano. Dopo un incipit del genere, l'impatto con i soliti colori di Spyro delude un po', ma poi ci si rende conto che il senso di urgenza e di gravità non fa riferimento all'estetica del gioco, bensì al suo alto livello di sfida...
Difficoltà leggendaria
La prima cosa che colpisce di The Eternal Night, in senso letterale, è proprio la sua difficoltà. Il sistema di combattimento è lo stesso già visto in A New Beginning, quindi Spyro può effettuare combo con le proprie zampette, anche e soprattutto in aria (con un effetto slow-motion alla Matrix...), oltre a possedere una potente carica in corsa. E poi ci sono i poteri speciali, quattro in tutto, che vanno dal classico fuoco alle scariche elettriche, passando per il ghiaccio e la terra, tutti amplificabili tramite la raccolta di un certo tipo di cristalli. Non si tratta certo di possibilità offensive limitate, anzi. Eppure dovremo sudare non poco già dalle prime fasi di gioco per avere ragione dei nostri avversari, approfittando di ogni cristallo rosso (per la salute) e verde (per l'energia magica) che troveremo nelle vicinanze e che ci permetta di sopravvivere agli scontri. Il tema centrale del gioco, infatti, è la sfida: i nostri nemici di sempre, le scimmie, sono a loro volta preda di insetti giganteschi e molto più pericolosi, che vantano non solo una grande resistenza ai colpi, ma anche degli attacchi potenti e di lunga gittata. The Eternal Night, insomma, si pone fin da subito come una prova continua, in cui si deve sopravvivere a ogni scontro per poi accedere a tutte le dinamiche classiche di Spyro (esplorazione, attivazione di interruttori, salto su piattaforme, ecc.). Non sarà raro trovarsi a fronteggiare due grossi ragni che non vogliono saperne di cadere nonostante i nostri sforzi, mentre un terzo nemico ci bersaglia da lontano. Dovremo imparare subito a usare il nuovo potere di Spyro che rallenta il tempo, o ci scontreremo irrimediabilmente con una realtà fatta di morti a ripetizione.
Come accennato in precedenza, la fase introduttiva di The Legend of Spyro: The Eternal Night è davvero maestosa e meritava di sfociare in una realizzazione tecnica migliore o quantomeno diversa rispetto allo scorso episodio. Purtroppo ciò non si verifica, e ci troviamo di fronte allo stesso motore grafico usato per The New Beginning, con le medesime prestazioni: si raggiungono i trenta frame al secondo solo quando la situazione è assolutamente tranquilla, ma basta pochissimo perché la fluidità cali. Questo non significa che il gioco sia brutto da vedere, anzi, ma in questa fase di vita di PS2 sarebbe bello vedere un minimo di sperimentazione e qualche scelta coraggiosa. Se per quanto concerne la grafica gli sviluppatori dei Krome Studios non hanno fatto miracoli, dunque, non si può dire lo stesso del sonoro, che appare davvero ispirato e di grande qualità soprattutto negli effetti, peccando solo per i frequenti silenzi musicali (ma chissà, magari si tratta di una scelta consapevole). Certo, l'elemento che più caratterizza The Eternal Night è il suo grado di sfida: con una giocabilità identica a quella dell'episodio precedente, eccezion fatta per la presenza del potere temporale, questa nuova avventura di Spyro sa essere davvero spietata e terribilmente selettiva. Non ci troviamo di fronte a un prodotto destinato a un'utenza giovane, tutt'altro, e la chiave per un suo eventuale successo starà nel grado di coinvolgimento ottenuto, ovvero se sarà capace o meno di convincere il giocatore a ritentare uno scontro dopo l'ennesimo game over
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