di Guido Fossati
Uno pensa di averci fatto il callo, di aver imparato a controllare le proprie reazioni di fronte alle uscite di Berlusconi, ma non c'è niente da fare. Lui ti frega sempre. Apri il giornale (la Repubblica, 23 gennaio) e ti monta la la rabbia, l'indignazione, la pena. Berlusconi è un rabdomante. Questo paese non ha mai avuto un politico così abile nell'intercettare e cavalcare i suoi umori peggiori. Neanche Gava, Pomicino, Sbardella, gli andreottiani più spregiudicati, i socialisti più tracotanti avevano concepito e fatto balenare quello che Berlusconi ha formulato orgogliosamente ieri in una della sue conferenze stampe-show: depenalizzare tutti gli abusi edilizi, cancellare dal codice i reati contro l'ambiente. Per i palazzinari, gli inquinatori non ci sarà più alcun processo, azzerato il rischio di antipatiche demolizioni: il massimo della pena sarà piantare qualche albero, realizzare un'area verde, un parco giochi a proprie spese.
Hai devastato un pezzo di costiera amalfitana costruendo un mostro come il Fuenti? Tranquillo, la cosa si sistema: qualche palma sul lungomare (anzi piante di limone, che al Presidente del Consiglio piacciono tanto), un giardinetto con le panchine per i nonni e lo scivolo per i nipotini e il tuo debito con la collettività è saldato. Senza mettere di mezzo i giudici e le ruspe.
Anche in questa materia, ha detto Berlusconi, "bisogna essere creativi". La creatività di questo governo l'abbiano già sperimentata. Quando va bene si traduce in faciloneria, spregiudicatezza, improvvisazione. Anche uno studente al primo anno di Legge sa che l'unico forma di deterrenza contro un reato è la certezza del diritto e quindi, se riconosciuti colpevoli, della pena. Che non deve essere vessatoria o disumana, ma certa. Berlusconi, che pure ha conseguito una laurea in legge, ha un concetto diverso del diritto, che nella sua mente è fatto ad personam, negoziale, pecuniario. Tutto si condona, si estingue con un modico versamento. Non è sfiorato il nostro Presidente del Consiglio dal dubbio che possa essere economicamente remunerativo costruire un villaggio turistico sulle coste della Sardegna e poi sanare la cosa finanziando un parchetto in periferia o un rimboschimento sul Gennargentu? O forse lo sa fin troppo bene?
Quali strumenti restano alla polizia, all'autorità giudiziaria nel perseguire i reati ambientali, se, come vuole il guardasigilli Caselli, non si configureranno più come tali? Un bracconiere che uccide un orso o un camoscio in futuro incorrerà solo in sanzioni amministrative, ovvero qualche migliaio di euro di multa.
Idem dicasi per chi scarica in mare sostanze nocive, o si libera di rifiuti tossici.
Immaginiamo la nuova legislazione ambientale applicata al caso Enichem di Priolo venuto alla luce in questi giorni. I vertici dell'azienda per anni hanno smaltito rifiuti tossici e speciali in mare o in terreno di riporto. Il danno ambientale e alla salute degli abitanti è stato incalcolabile. Uno dei capi d'accusa principale contro i 18 arrestati riguarda proprio il traffico illecito di rifiuti che si configura ora come reato penale. Eliminato questo baluardo, questo articolo del codice non si potranno fare più indagini. Se sei proprio sfigato e ti beccano in fragrante mentre rovesci in mare idrocarburi o altre sostanze nocive, paghi 9 mila euro di multa e tanti saluti alle denunce degli ecologisti rompicoglioni.
Interessi miliardari dovrebbero essere contrastati da sanzioni pecuniarie ridicole, proprio nel momento in cui Berlusconi lancia il suo piano di colossali opere pubbliche. Si prepara il terreno al sacco di quel che resta del nostro territorio, ai cantieri che faranno dell'Italia un giardino. Non rallegratevi: il giardino che ha in mente Berlusconi per l'Italia è Milano 2. Il verde per Silvio è arredo urbano, la natura il parco della sua villa in Sardegna con molo privato.
Solo lui poteva nella stesso giorno in cui annunciava la depenalizzazione dell'abuso edilizio, lanciare un concorso intitolato "Vota il comune più fiorito d'Italia".
Uno pensa di averci fatto il callo, di aver imparato a controllare le proprie reazioni di fronte alle uscite di Berlusconi, ma non c'è niente da fare. Lui ti frega sempre. Apri il giornale (la Repubblica, 23 gennaio) e ti monta la la rabbia, l'indignazione, la pena. Berlusconi è un rabdomante. Questo paese non ha mai avuto un politico così abile nell'intercettare e cavalcare i suoi umori peggiori. Neanche Gava, Pomicino, Sbardella, gli andreottiani più spregiudicati, i socialisti più tracotanti avevano concepito e fatto balenare quello che Berlusconi ha formulato orgogliosamente ieri in una della sue conferenze stampe-show: depenalizzare tutti gli abusi edilizi, cancellare dal codice i reati contro l'ambiente. Per i palazzinari, gli inquinatori non ci sarà più alcun processo, azzerato il rischio di antipatiche demolizioni: il massimo della pena sarà piantare qualche albero, realizzare un'area verde, un parco giochi a proprie spese.
Hai devastato un pezzo di costiera amalfitana costruendo un mostro come il Fuenti? Tranquillo, la cosa si sistema: qualche palma sul lungomare (anzi piante di limone, che al Presidente del Consiglio piacciono tanto), un giardinetto con le panchine per i nonni e lo scivolo per i nipotini e il tuo debito con la collettività è saldato. Senza mettere di mezzo i giudici e le ruspe.
Anche in questa materia, ha detto Berlusconi, "bisogna essere creativi". La creatività di questo governo l'abbiano già sperimentata. Quando va bene si traduce in faciloneria, spregiudicatezza, improvvisazione. Anche uno studente al primo anno di Legge sa che l'unico forma di deterrenza contro un reato è la certezza del diritto e quindi, se riconosciuti colpevoli, della pena. Che non deve essere vessatoria o disumana, ma certa. Berlusconi, che pure ha conseguito una laurea in legge, ha un concetto diverso del diritto, che nella sua mente è fatto ad personam, negoziale, pecuniario. Tutto si condona, si estingue con un modico versamento. Non è sfiorato il nostro Presidente del Consiglio dal dubbio che possa essere economicamente remunerativo costruire un villaggio turistico sulle coste della Sardegna e poi sanare la cosa finanziando un parchetto in periferia o un rimboschimento sul Gennargentu? O forse lo sa fin troppo bene?
Quali strumenti restano alla polizia, all'autorità giudiziaria nel perseguire i reati ambientali, se, come vuole il guardasigilli Caselli, non si configureranno più come tali? Un bracconiere che uccide un orso o un camoscio in futuro incorrerà solo in sanzioni amministrative, ovvero qualche migliaio di euro di multa.
Idem dicasi per chi scarica in mare sostanze nocive, o si libera di rifiuti tossici.
Immaginiamo la nuova legislazione ambientale applicata al caso Enichem di Priolo venuto alla luce in questi giorni. I vertici dell'azienda per anni hanno smaltito rifiuti tossici e speciali in mare o in terreno di riporto. Il danno ambientale e alla salute degli abitanti è stato incalcolabile. Uno dei capi d'accusa principale contro i 18 arrestati riguarda proprio il traffico illecito di rifiuti che si configura ora come reato penale. Eliminato questo baluardo, questo articolo del codice non si potranno fare più indagini. Se sei proprio sfigato e ti beccano in fragrante mentre rovesci in mare idrocarburi o altre sostanze nocive, paghi 9 mila euro di multa e tanti saluti alle denunce degli ecologisti rompicoglioni.
Interessi miliardari dovrebbero essere contrastati da sanzioni pecuniarie ridicole, proprio nel momento in cui Berlusconi lancia il suo piano di colossali opere pubbliche. Si prepara il terreno al sacco di quel che resta del nostro territorio, ai cantieri che faranno dell'Italia un giardino. Non rallegratevi: il giardino che ha in mente Berlusconi per l'Italia è Milano 2. Il verde per Silvio è arredo urbano, la natura il parco della sua villa in Sardegna con molo privato.
Solo lui poteva nella stesso giorno in cui annunciava la depenalizzazione dell'abuso edilizio, lanciare un concorso intitolato "Vota il comune più fiorito d'Italia".
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