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Poesie

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  • grazie
    Take a look at Neo elite.

    With life, there's still hope.

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    • Mm, finalmente sono riuscito a ripescarlo, fiuu (ora potete benissimo mandarmi dove sapete voi ). Per chi si sente la vena poetica può postarci qualcosina qui
      «There's no knowledge that has the power to change your fate.»

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      • mi illumino d'immenso
        "ascolta simon non dimenticarlo":credi in te stesso,non credere in me,non credere in me perchè credo in te,credi solo ed unicamente in te stesso"

        Comment


        • La mia poesia preferita (e la so anche tutta a memoria) è:"Il 5 Maggio" di Manzoni, dedicata alla figura di Napoleone:

          Ei fu. Siccome immobile,
          dato il mortal sospiro,
          stette la spoglia immemore
          orba di tanto spiro,
          così percossa, attonita
          la terra al nunzio sta,

          muta pensando all'ultima
          ora dell'uom fatale;
          né sa quando una simile
          orma di pie' mortale
          la sua cruenta polvere
          a calpestar verrà.

          Lui folgorante in solio
          vide il mio genio e tacque;
          quando, con vece assidua,
          cadde, risorse e giacque,
          di mille voci al sònito
          mista la sua non ha:

          vergin di servo encomio
          e di codardo oltraggio,
          sorge or commosso al sùbito
          sparir di tanto raggio;
          e scioglie all'urna un cantico
          che forse non morrà.

          Dall'Alpi alle Piramidi,
          dal Manzanarre al Reno,
          di quel securo il fulmine
          tenea dietro al baleno;
          scoppiò da Scilla al Tanai,
          dall'uno all'altro mar.

          Fu vera gloria? Ai posteri
          l'ardua sentenza: nui
          chiniam la fronte al Massimo
          Fattor, che volle in lui
          del creator suo spirito
          più vasta orma stampar.

          La procellosa e trepida
          gioia d'un gran disegno,
          l'ansia d'un cor che indocile
          serve, pensando al regno;
          e il giunge, e tiene un premio
          ch'era follia sperar;

          tutto ei provò: la gloria
          maggior dopo il periglio,
          la fuga e la vittoria,
          la reggia e il tristo esiglio;
          due volte nella polvere,
          due volte sull'altar.

          Ei si nomò: due secoli,
          l'un contro l'altro armato,
          sommessi a lui si volsero,
          come aspettando il fato;
          ei fe' silenzio, ed arbitro
          s'assise in mezzo a lor.

          E sparve, e i dì nell'ozio
          chiuse in sì breve sponda,
          segno d'immensa invidia
          e di pietà profonda,
          d'inestinguibil odio
          e d'indomato amor.

          Come sul capo al naufrago
          l'onda s'avvolve e pesa,
          l'onda su cui del misero,
          alta pur dianzi e tesa,
          scorrea la vista a scernere
          prode remote invan;

          tal su quell'alma il cumulo
          delle memorie scese.
          Oh quante volte ai posteri
          narrar se stesso imprese,
          e sull'eterne pagine
          cadde la stanca man!

          Oh quante volte, al tacito
          morir d'un giorno inerte,
          chinati i rai fulminei,
          le braccia al sen conserte,
          stette, e dei dì che furono
          l'assalse il sovvenir!

          E ripensò le mobili
          tende, e i percossi valli,
          e il lampo de' manipoli,
          e l'onda dei cavalli,
          e il concitato imperio
          e il celere ubbidir.

          Ahi! forse a tanto strazio
          cadde lo spirto anelo,
          e disperò; ma valida
          venne una man dal cielo,
          e in più spirabil aere
          pietosa il trasportò;

          e l'avviò, pei floridi
          sentier della speranza,
          ai campi eterni, al premio
          che i desideri avanza,
          dov'è silenzio e tenebre
          la gloria che passò.

          Bella Immortal! benefica
          Fede ai trionfi avvezza!
          Scrivi ancor questo, allegrati;
          ché più superba altezza
          al disonor del Gòlgota
          giammai non si chinò.

          Tu dalle stanche ceneri
          sperdi ogni ria parola:
          il Dio che atterra e suscita,
          che affanna e che consola,
          sulla deserta coltrice
          accanto a lui posò.


          Bellissima, non trovate?
          sigpic
          IL MIO SECONDO VIDEO: SUB-ZERO - THE BEST (commenti)

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          • l'hai scritta in 5 minuti?
            "ascolta simon non dimenticarlo":credi in te stesso,non credere in me,non credere in me perchè credo in te,credi solo ed unicamente in te stesso"

            Comment


            • Originariamente Scritto da Sub-Zero_90 Visualizza Messaggio
              La mia poesia preferita (e la so anche tutta a memoria) è:"Il 5 Maggio" di Manzoni, dedicata alla figura di Napoleone:

              Ei fu. Siccome immobile,
              dato il mortal sospiro,
              stette la spoglia immemore
              orba di tanto spiro,
              così percossa, attonita
              la terra al nunzio sta,

              muta pensando all'ultima
              ora dell'uom fatale;
              né sa quando una simile
              orma di pie' mortale
              la sua cruenta polvere
              a calpestar verrà.

              Lui folgorante in solio
              vide il mio genio e tacque;
              quando, con vece assidua,
              cadde, risorse e giacque,
              di mille voci al sònito
              mista la sua non ha:

              vergin di servo encomio
              e di codardo oltraggio,
              sorge or commosso al sùbito
              sparir di tanto raggio;
              e scioglie all'urna un cantico
              che forse non morrà.

              Dall'Alpi alle Piramidi,
              dal Manzanarre al Reno,
              di quel securo il fulmine
              tenea dietro al baleno;
              scoppiò da Scilla al Tanai,
              dall'uno all'altro mar.

              Fu vera gloria? Ai posteri
              l'ardua sentenza: nui
              chiniam la fronte al Massimo
              Fattor, che volle in lui
              del creator suo spirito
              più vasta orma stampar.

              La procellosa e trepida
              gioia d'un gran disegno,
              l'ansia d'un cor che indocile
              serve, pensando al regno;
              e il giunge, e tiene un premio
              ch'era follia sperar;

              tutto ei provò: la gloria
              maggior dopo il periglio,
              la fuga e la vittoria,
              la reggia e il tristo esiglio;
              due volte nella polvere,
              due volte sull'altar.

              Ei si nomò: due secoli,
              l'un contro l'altro armato,
              sommessi a lui si volsero,
              come aspettando il fato;
              ei fe' silenzio, ed arbitro
              s'assise in mezzo a lor.

              E sparve, e i dì nell'ozio
              chiuse in sì breve sponda,
              segno d'immensa invidia
              e di pietà profonda,
              d'inestinguibil odio
              e d'indomato amor.

              Come sul capo al naufrago
              l'onda s'avvolve e pesa,
              l'onda su cui del misero,
              alta pur dianzi e tesa,
              scorrea la vista a scernere
              prode remote invan;

              tal su quell'alma il cumulo
              delle memorie scese.
              Oh quante volte ai posteri
              narrar se stesso imprese,
              e sull'eterne pagine
              cadde la stanca man!

              Oh quante volte, al tacito
              morir d'un giorno inerte,
              chinati i rai fulminei,
              le braccia al sen conserte,
              stette, e dei dì che furono
              l'assalse il sovvenir!

              E ripensò le mobili
              tende, e i percossi valli,
              e il lampo de' manipoli,
              e l'onda dei cavalli,
              e il concitato imperio
              e il celere ubbidir.

              Ahi! forse a tanto strazio
              cadde lo spirto anelo,
              e disperò; ma valida
              venne una man dal cielo,
              e in più spirabil aere
              pietosa il trasportò;

              e l'avviò, pei floridi
              sentier della speranza,
              ai campi eterni, al premio
              che i desideri avanza,
              dov'è silenzio e tenebre
              la gloria che passò.

              Bella Immortal! benefica
              Fede ai trionfi avvezza!
              Scrivi ancor questo, allegrati;
              ché più superba altezza
              al disonor del Gòlgota
              giammai non si chinò.

              Tu dalle stanche ceneri
              sperdi ogni ria parola:
              il Dio che atterra e suscita,
              che affanna e che consola,
              sulla deserta coltrice
              accanto a lui posò.


              Bellissima, non trovate?

              Si, credo sia molto difficile descriverla a parole.. uno de miei chiodi fissi
              Last edited by DiZ; 18 June 2007, 22:25.
              «There's no knowledge that has the power to change your fate.»

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              • Mi scaccolo...che bella senzazione !
                sigpic
                † I'm not an hero, never was, never will be... †

                Comment


                • Finalmente un topic bello!

                  Posto una delle mie poesie:
                  Gli uomini e la realtà

                  Gli uomini hanno bisogno
                  di fuggire dalla realtà,
                  rifugiarsi in un mondo dove
                  essa è soltanto
                  un bel sogno.
                  Perchè spesso il peso
                  della realtà
                  ci schiaccia
                  e ci spaventa.
                  Ma quando questo accade,
                  quando l'uomo si rifugia
                  nell'ipocrisia,
                  chi lo salverà
                  dalla realtà?

                  E poi questa:
                  La morte

                  Essa
                  diventa importante
                  solo quando
                  ci colpisce
                  direttamente.

                  E in ultimo, ma non ultima, questa:
                  Vorrei fermare il tempo

                  Vorrei fermare il tempo
                  per godere dei momenti
                  e lentamente
                  assaporarne
                  il dolce suono.
                  La velocità
                  è il silenzio
                  in cui abbiamo scelto
                  di vivere.
                  Così,
                  eternamente in conflitto,
                  le nostre anime
                  vagano senza
                  meta alcuna.
                  Aspettano,
                  forse,
                  qualcosa che arrivi
                  e fermi
                  questa follia.
                  Ferme, lì,
                  illuminate soltanto
                  dalla pallida luce
                  del sole
                  e della luna,
                  attendono un miracolo,
                  quello stupendo,
                  sacro momento
                  in cui riflettiamo,
                  cogliamo il nostro minuto.
                  Il momento che,
                  prima o poi,
                  a tutti spetta.
                  Poveri...
                  Perdiamo persino coscienza
                  di noi stessi.
                  Viviamo in balia
                  delle furtuve onde
                  del tempo che,
                  inesorabilmente,
                  passa.
                  Passa...
                  E per cosa?
                  E' forse il tempo a delimitare
                  il nostro triste destino?
                  O noi stessi
                  ne siamo gli
                  indiscussi artefici?
                  Impossibile...
                  Impossibile fermare il tempo...
                  Aspettiamo allora.
                  Aspettiamo...

                  Che ne dite? Naturalmente non sono le sole, ne ho scritte altre! Le posterò al più presto, intanto queste
                  Fai di me la tua geisha, fai di me la tua umile serva

                  Comment


                  • Originariamente Scritto da Bulma_91 Visualizza Messaggio
                    Finalmente un topic bello!

                    Posto una delle mie poesie:
                    Gli uomini e la realtà

                    Gli uomini hanno bisogno
                    di fuggire dalla realtà,
                    rifugiarsi in un mondo dove
                    essa è soltanto
                    un bel sogno.
                    Perchè spesso il peso
                    della realtà
                    ci schiaccia
                    e ci spaventa.
                    Ma quando questo accade,
                    quando l'uomo si rifugia
                    nell'ipocrisia,
                    chi lo salverà
                    dalla realtà?

                    E poi questa:
                    La morte

                    Essa
                    diventa importante
                    solo quando
                    ci colpisce
                    direttamente.

                    E in ultimo, ma non ultima, questa:
                    Vorrei fermare il tempo

                    Vorrei fermare il tempo
                    per godere dei momenti
                    e lentamente
                    assaporarne
                    il dolce suono.
                    La velocità
                    è il silenzio
                    in cui abbiamo scelto
                    di vivere.
                    Così,
                    eternamente in conflitto,
                    le nostre anime
                    vagano senza
                    meta alcuna.
                    Aspettano,
                    forse,
                    qualcosa che arrivi
                    e fermi
                    questa follia.
                    Ferme, lì,
                    illuminate soltanto
                    dalla pallida luce
                    del sole
                    e della luna,
                    attendono un miracolo,
                    quello stupendo,
                    sacro momento
                    in cui riflettiamo,
                    cogliamo il nostro minuto.
                    Il momento che,
                    prima o poi,
                    a tutti spetta.
                    Poveri...
                    Perdiamo persino coscienza
                    di noi stessi.
                    Viviamo in balia
                    delle furtuve onde
                    del tempo che,
                    inesorabilmente,
                    passa.
                    Passa...
                    E per cosa?
                    E' forse il tempo a delimitare
                    il nostro triste destino?
                    O noi stessi
                    ne siamo gli
                    indiscussi artefici?
                    Impossibile...
                    Impossibile fermare il tempo...
                    Aspettiamo allora.
                    Aspettiamo...

                    Che ne dite? Naturalmente non sono le sole, ne ho scritte altre! Le posterò al più presto, intanto queste
                    Uh.....cacchio se è vero!!!
                    Comunque, belle poesie!!
                    "Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica"

                    Comment


                    • Mio padre ha scritto un libro di poesie...chissà se ne posso postare una delle sue.
                      La pubblicità ci fa inseguire le auto e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono.

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                      • posta,posta
                        "ascolta simon non dimenticarlo":credi in te stesso,non credere in me,non credere in me perchè credo in te,credi solo ed unicamente in te stesso"

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                        • Adesso vedo...
                          La pubblicità ci fa inseguire le auto e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono.

                          Comment


                          • Originariamente Scritto da Bulma_91 Visualizza Messaggio
                            Finalmente un topic bello!

                            Posto una delle mie poesie:
                            Gli uomini e la realtà

                            Gli uomini hanno bisogno
                            di fuggire dalla realtà,
                            rifugiarsi in un mondo dove
                            essa è soltanto
                            un bel sogno.
                            Perchè spesso il peso
                            della realtà
                            ci schiaccia
                            e ci spaventa.
                            Ma quando questo accade,
                            quando l'uomo si rifugia
                            nell'ipocrisia,
                            chi lo salverà
                            dalla realtà?

                            E poi questa:
                            La morte

                            Essa
                            diventa importante
                            solo quando
                            ci colpisce
                            direttamente.

                            E in ultimo, ma non ultima, questa:
                            Vorrei fermare il tempo

                            Vorrei fermare il tempo
                            per godere dei momenti
                            e lentamente
                            assaporarne
                            il dolce suono.
                            La velocità
                            è il silenzio
                            in cui abbiamo scelto
                            di vivere.
                            Così,
                            eternamente in conflitto,
                            le nostre anime
                            vagano senza
                            meta alcuna.
                            Aspettano,
                            forse,
                            qualcosa che arrivi
                            e fermi
                            questa follia.
                            Ferme, lì,
                            illuminate soltanto
                            dalla pallida luce
                            del sole
                            e della luna,
                            attendono un miracolo,
                            quello stupendo,
                            sacro momento
                            in cui riflettiamo,
                            cogliamo il nostro minuto.
                            Il momento che,
                            prima o poi,
                            a tutti spetta.
                            Poveri...
                            Perdiamo persino coscienza
                            di noi stessi.
                            Viviamo in balia
                            delle furtuve onde
                            del tempo che,
                            inesorabilmente,
                            passa.
                            Passa...
                            E per cosa?
                            E' forse il tempo a delimitare
                            il nostro triste destino?
                            O noi stessi
                            ne siamo gli
                            indiscussi artefici?
                            Impossibile...
                            Impossibile fermare il tempo...
                            Aspettiamo allora.
                            Aspettiamo...

                            Che ne dite? Naturalmente non sono le sole, ne ho scritte altre! Le posterò al più presto, intanto queste
                            A me piace, mi piace la riflessione, cioè quella calma che ti permette di esaminare obiettivamente i propri comportamenti.. ti posto una poesia vecchiotta che ribadisce piu o meno il tuo concettoXD


                            Lies

                            Tutti i miei castelli in aria...
                            i miei castelli di cristallo..
                            si sono distrutti...
                            con una sola tua parola.
                            Mi ero perso nelle mie bugie..
                            tu mi hai fatto bruscamente tornare alla verità...
                            strappandomi voracemente il cuore dal petto,
                            pendendo a famelici morsi le mie vene,
                            lasciandomi sanguinare,
                            in mezzo a tutti questi cocci affilati.

                            Arrancando,
                            tento di raccogliere le mie maschere (felicità, spensieratezza, gioia)
                            ma tu, essere spregievole,
                            mi calpesti,
                            e con me le mie false faccie sorridenti.

                            "E ora che fai, te ne vai?
                            Mi lasci sola,sangiuinante?
                            Ma si, vai, stò benissimo senza te.
                            Credi che io abbia paura di stare al buio?
                            Sbagli.
                            Vattene.
                            Sei solo una stronza."


                            Piangente,
                            umiliato,
                            furente,
                            sono qua, nel mio pozzo di ipocrisia,
                            e ci rimarrò,
                            perchè non la darò mai vinta a Lei...Mai.
                            La follia sarà la mia ultima compagna.



                            "Ti odio, Realtà".

                            P.S. White, credo sia inevitabile che il flood invada questo topic
                            Last edited by DiZ; 19 June 2007, 09:36.
                            «There's no knowledge that has the power to change your fate.»

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                            • io prima scrivevo delle poesie anche per la scuola e questa è una di quelle che ho scritto è una poesia d'amore

                              l'amore eterno

                              per star vicino a te;
                              vorrei essere di tutto;
                              ma di più;
                              una penna, per essere impugnato da te;
                              l tuo cuore, per stare dentro di te;
                              il tuo letto, per poterti cullare la notte;
                              il tuo diario segreto, in modo da poter sapere tutto di te;
                              vorrei essere la tua anima;
                              la tua ombra;
                              vorrei essere nel tuo pensier;
                              di giorno e di notte;
                              di mattino e di sera;
                              vorrei essere;
                              quella cosa misteriosa;
                              che si chiama amore;
                              e si dice in giro che è eterna.

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                              • Il 5 Maggio Di Alessandro Manzoni




                                Ei fu. Siccome immobile,
                                dato il mortal sospiro,
                                stette la spoglia immemore
                                orba di tanto spiro,
                                5 così percossa, attonita
                                la terra al nunzio sta,

                                muta pensando all'ultima
                                ora dell'uom fatale;
                                né sa quando una simile

                                10
                                orma di pie' mortale
                                la sua cruenta polvere
                                a calpestar verrà.

                                Lui folgorante in solio
                                vide il mio genio e tacque;

                                15
                                quando, con vece assidua,
                                cadde, risorse e giacque,
                                di mille voci al sònito
                                mista la sua non ha:

                                vergin di servo encomio

                                20
                                e di codardo oltraggio,
                                sorge or commosso al sùbito
                                sparir di tanto raggio;
                                e scioglie all'urna un cantico
                                che forse non morrà.

                                25

                                Dall'Alpi alle Piramidi,
                                dal Manzanarre al Reno,
                                di quel securo il fulmine
                                tenea dietro al baleno;
                                scoppiò da Scilla al Tanai,

                                30
                                dall'uno all'altro mar.

                                Fu vera gloria? Ai posteri
                                l'ardua sentenza: nui
                                chiniam la fronte al Massimo
                                Fattor, che volle in lui

                                35
                                del creator suo spirito
                                più vasta orma stampar.

                                La procellosa e trepida
                                gioia d'un gran disegno,
                                l'ansia d'un cor che indocile

                                40
                                serve, pensando al regno;
                                e il giunge, e tiene un premio
                                ch'era follia sperar;

                                tutto ei provò: la gloria
                                maggior dopo il periglio,

                                45
                                la fuga e la vittoria,
                                la reggia e il tristo esiglio;
                                due volte nella polvere,
                                due volte sull'altar.

                                Ei si nomò: due secoli,

                                50
                                l'un contro l'altro armato,
                                sommessi a lui si volsero,
                                come aspettando il fato;
                                ei fe' silenzio, ed arbitro
                                s'assise in mezzo a lor.

                                55

                                E sparve, e i dì nell'ozio
                                chiuse in sì breve sponda,
                                segno d'immensa invidia
                                e di pietà profonda,
                                d'inestinguibil odio

                                60
                                e d'indomato amor.

                                Come sul capo al naufrago
                                l'onda s'avvolve e pesa,
                                l'onda su cui del misero,
                                alta pur dianzi e tesa,

                                65
                                scorrea la vista a scernere
                                prode remote invan;

                                tal su quell'alma il cumulo
                                delle memorie scese.
                                Oh quante volte ai posteri

                                70
                                narrar se stesso imprese,
                                e sull'eterne pagine
                                cadde la stanca man!

                                Oh quante volte, al tacito
                                morir d'un giorno inerte,

                                75
                                chinati i rai fulminei,
                                le braccia al sen conserte,
                                stette, e dei dì che furono
                                l'assalse il sovvenir!

                                E ripensò le mobili

                                80
                                tende, e i percossi valli,
                                e il lampo de' manipoli,
                                e l'onda dei cavalli,
                                e il concitato imperio
                                e il celere ubbidir.

                                85

                                Ahi! forse a tanto strazio
                                cadde lo spirto anelo,
                                e disperò; ma valida
                                venne una man dal cielo,
                                e in più spirabil aere

                                90
                                pietosa il trasportò;

                                e l'avvïò, pei floridi
                                sentier della speranza,
                                ai campi eterni, al premio
                                che i desideri avanza,

                                95
                                dov'è silenzio e tenebre
                                la gloria che passò.

                                Bella Immortal! benefica
                                Fede ai trïonfi avvezza!
                                Scrivi ancor questo, allegrati;

                                100
                                ché più superba altezza
                                al disonor del Gòlgota
                                giammai non si chinò.

                                Tu dalle stanche ceneri
                                sperdi ogni ria parola:

                                105
                                il Dio che atterra e suscita,
                                che affanna e che consola,
                                sulla deserta coltrice
                                accanto a lui posò.
                                Last edited by Sanji; 19 June 2007, 10:36.

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