grazie
Annuncio
Collapse
No announcement yet.
Poesie
Collapse
X
-
La mia poesia preferita (e la so anche tutta a memoria) è:"Il 5 Maggio" di Manzoni, dedicata alla figura di Napoleone:
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Bellissima, non trovate?
Comment
-
Originariamente Scritto da Sub-Zero_90 Visualizza MessaggioLa mia poesia preferita (e la so anche tutta a memoria) è:"Il 5 Maggio" di Manzoni, dedicata alla figura di Napoleone:
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Bellissima, non trovate?
Si, credo sia molto difficile descriverla a parole.. uno de miei chiodi fissiLast edited by DiZ; 18 June 2007, 22:25.«There's no knowledge that has the power to change your fate.»
Comment
-
Finalmente un topic bello!
Posto una delle mie poesie:
Gli uomini e la realtà
Gli uomini hanno bisogno
di fuggire dalla realtà,
rifugiarsi in un mondo dove
essa è soltanto
un bel sogno.
Perchè spesso il peso
della realtà
ci schiaccia
e ci spaventa.
Ma quando questo accade,
quando l'uomo si rifugia
nell'ipocrisia,
chi lo salverà
dalla realtà?
E poi questa:
La morte
Essa
diventa importante
solo quando
ci colpisce
direttamente.
E in ultimo, ma non ultima, questa:
Vorrei fermare il tempo
Vorrei fermare il tempo
per godere dei momenti
e lentamente
assaporarne
il dolce suono.
La velocità
è il silenzio
in cui abbiamo scelto
di vivere.
Così,
eternamente in conflitto,
le nostre anime
vagano senza
meta alcuna.
Aspettano,
forse,
qualcosa che arrivi
e fermi
questa follia.
Ferme, lì,
illuminate soltanto
dalla pallida luce
del sole
e della luna,
attendono un miracolo,
quello stupendo,
sacro momento
in cui riflettiamo,
cogliamo il nostro minuto.
Il momento che,
prima o poi,
a tutti spetta.
Poveri...
Perdiamo persino coscienza
di noi stessi.
Viviamo in balia
delle furtuve onde
del tempo che,
inesorabilmente,
passa.
Passa...
E per cosa?
E' forse il tempo a delimitare
il nostro triste destino?
O noi stessi
ne siamo gli
indiscussi artefici?
Impossibile...
Impossibile fermare il tempo...
Aspettiamo allora.
Aspettiamo...
Che ne dite? Naturalmente non sono le sole, ne ho scritte altre! Le posterò al più presto, intanto questeFai di me la tua geisha, fai di me la tua umile serva
Comment
-
Originariamente Scritto da Bulma_91 Visualizza MessaggioFinalmente un topic bello!
Posto una delle mie poesie:
Gli uomini e la realtà
Gli uomini hanno bisogno
di fuggire dalla realtà,
rifugiarsi in un mondo dove
essa è soltanto
un bel sogno.
Perchè spesso il peso
della realtà
ci schiaccia
e ci spaventa.
Ma quando questo accade,
quando l'uomo si rifugia
nell'ipocrisia,
chi lo salverà
dalla realtà?
E poi questa:
La morte
Essa
diventa importante
solo quando
ci colpisce
direttamente.
E in ultimo, ma non ultima, questa:
Vorrei fermare il tempo
Vorrei fermare il tempo
per godere dei momenti
e lentamente
assaporarne
il dolce suono.
La velocità
è il silenzio
in cui abbiamo scelto
di vivere.
Così,
eternamente in conflitto,
le nostre anime
vagano senza
meta alcuna.
Aspettano,
forse,
qualcosa che arrivi
e fermi
questa follia.
Ferme, lì,
illuminate soltanto
dalla pallida luce
del sole
e della luna,
attendono un miracolo,
quello stupendo,
sacro momento
in cui riflettiamo,
cogliamo il nostro minuto.
Il momento che,
prima o poi,
a tutti spetta.
Poveri...
Perdiamo persino coscienza
di noi stessi.
Viviamo in balia
delle furtuve onde
del tempo che,
inesorabilmente,
passa.
Passa...
E per cosa?
E' forse il tempo a delimitare
il nostro triste destino?
O noi stessi
ne siamo gli
indiscussi artefici?
Impossibile...
Impossibile fermare il tempo...
Aspettiamo allora.
Aspettiamo...
Che ne dite? Naturalmente non sono le sole, ne ho scritte altre! Le posterò al più presto, intanto queste
Comunque, belle poesie!!"Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica"
Comment
-
Originariamente Scritto da Bulma_91 Visualizza MessaggioFinalmente un topic bello!
Posto una delle mie poesie:
Gli uomini e la realtà
Gli uomini hanno bisogno
di fuggire dalla realtà,
rifugiarsi in un mondo dove
essa è soltanto
un bel sogno.
Perchè spesso il peso
della realtà
ci schiaccia
e ci spaventa.
Ma quando questo accade,
quando l'uomo si rifugia
nell'ipocrisia,
chi lo salverà
dalla realtà?
E poi questa:
La morte
Essa
diventa importante
solo quando
ci colpisce
direttamente.
E in ultimo, ma non ultima, questa:
Vorrei fermare il tempo
Vorrei fermare il tempo
per godere dei momenti
e lentamente
assaporarne
il dolce suono.
La velocità
è il silenzio
in cui abbiamo scelto
di vivere.
Così,
eternamente in conflitto,
le nostre anime
vagano senza
meta alcuna.
Aspettano,
forse,
qualcosa che arrivi
e fermi
questa follia.
Ferme, lì,
illuminate soltanto
dalla pallida luce
del sole
e della luna,
attendono un miracolo,
quello stupendo,
sacro momento
in cui riflettiamo,
cogliamo il nostro minuto.
Il momento che,
prima o poi,
a tutti spetta.
Poveri...
Perdiamo persino coscienza
di noi stessi.
Viviamo in balia
delle furtuve onde
del tempo che,
inesorabilmente,
passa.
Passa...
E per cosa?
E' forse il tempo a delimitare
il nostro triste destino?
O noi stessi
ne siamo gli
indiscussi artefici?
Impossibile...
Impossibile fermare il tempo...
Aspettiamo allora.
Aspettiamo...
Che ne dite? Naturalmente non sono le sole, ne ho scritte altre! Le posterò al più presto, intanto queste
Lies
Tutti i miei castelli in aria...
i miei castelli di cristallo..
si sono distrutti...
con una sola tua parola.
Mi ero perso nelle mie bugie..
tu mi hai fatto bruscamente tornare alla verità...
strappandomi voracemente il cuore dal petto,
pendendo a famelici morsi le mie vene,
lasciandomi sanguinare,
in mezzo a tutti questi cocci affilati.
Arrancando,
tento di raccogliere le mie maschere (felicità, spensieratezza, gioia)
ma tu, essere spregievole,
mi calpesti,
e con me le mie false faccie sorridenti.
"E ora che fai, te ne vai?
Mi lasci sola,sangiuinante?
Ma si, vai, stò benissimo senza te.
Credi che io abbia paura di stare al buio?
Sbagli.
Vattene.
Sei solo una stronza."
Piangente,
umiliato,
furente,
sono qua, nel mio pozzo di ipocrisia,
e ci rimarrò,
perchè non la darò mai vinta a Lei...Mai.
La follia sarà la mia ultima compagna.
"Ti odio, Realtà".
P.S. White, credo sia inevitabile che il flood invada questo topicLast edited by DiZ; 19 June 2007, 09:36.«There's no knowledge that has the power to change your fate.»
Comment
-
io prima scrivevo delle poesie anche per la scuola e questa è una di quelle che ho scritto è una poesia d'amore
l'amore eterno
per star vicino a te;
vorrei essere di tutto;
ma di più;
una penna, per essere impugnato da te;
l tuo cuore, per stare dentro di te;
il tuo letto, per poterti cullare la notte;
il tuo diario segreto, in modo da poter sapere tutto di te;
vorrei essere la tua anima;
la tua ombra;
vorrei essere nel tuo pensier;
di giorno e di notte;
di mattino e di sera;
vorrei essere;
quella cosa misteriosa;
che si chiama amore;
e si dice in giro che è eterna.
Comment
-
Il 5 Maggio Di Alessandro Manzoni
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
5 così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
10
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
15
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
20
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
25
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
30
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
35
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
40
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
45
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
50
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
55
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
60
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
65
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
70
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
75
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
80
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
85
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
90
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
95
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
100
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
105
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.Last edited by Sanji; 19 June 2007, 10:36.
Comment
Comment