Rileggendo un vecchio romanzo sci-fi di Robert Heinlein, precisamente Fanteria dello spazio, ho notato che lo scrittore introdusse una sua personale idea sulla politica e la gestione del diritto di voto.
Mi spiego meglio.
I fatti nel libro avvengono in un futuro non lontano, in cui la società umana si è espansa nell'universo ed è riunita sotto una Federazione. Il sistema elettorale di questo governo è davvero singolare: ogni cittadino deve guadagnarsi il diritto di voto servendo per due anni la Federazione nelle forze armate. In pratica, chi auspicava al diritto di voto, andava a fare due anni di leva nei campi di addestramento. Dopodichè, egli poteva considerarsi un cittadino a tutti gli effetti (al contrario dei "borghesi", che erano semplici cittadini senza il diritto di veto).
Arruolarsi era facile e accessibile a chiunque, in nessun modo obbligatorio (anzi l'Esercito fa di tutto per farti restare a casa) mentre il governo stesso incoraggiava gli indecisi e le mammolette a lasciar perdere, perchè sarebbero stati una spesa inutile da sostenere (e perchè non si voleva mandare in guerra soldati inesperti e indecisi, meglio lasciarli borghesi).
Certo, l'addestramento in un campo militare può essere duro, sia fisicamente che psicologicamente, ma la convinzione della Federazione (e dello stesso scrittore) era che: dato che il servizio militare insegna a un soldato a dare più importanza all'interesse del gruppo in cui fa parte che a sè stesso, egli avrebbe finito col mostrare lo stesso comportamento nel voto elettorale.
Se invece non eri interessato nè ad arruolarti nè a votare, rimanevi un cittadino normale, molto più utile sotto altri punti di vista.
Io sono d'accordo con l'opinione dell'autore, voi?
Esprimete i vostri commenti e argomentate le vostre risposte, vi prego di evitare i post come questo:
Mi spiego meglio.
I fatti nel libro avvengono in un futuro non lontano, in cui la società umana si è espansa nell'universo ed è riunita sotto una Federazione. Il sistema elettorale di questo governo è davvero singolare: ogni cittadino deve guadagnarsi il diritto di voto servendo per due anni la Federazione nelle forze armate. In pratica, chi auspicava al diritto di voto, andava a fare due anni di leva nei campi di addestramento. Dopodichè, egli poteva considerarsi un cittadino a tutti gli effetti (al contrario dei "borghesi", che erano semplici cittadini senza il diritto di veto).
Arruolarsi era facile e accessibile a chiunque, in nessun modo obbligatorio (anzi l'Esercito fa di tutto per farti restare a casa) mentre il governo stesso incoraggiava gli indecisi e le mammolette a lasciar perdere, perchè sarebbero stati una spesa inutile da sostenere (e perchè non si voleva mandare in guerra soldati inesperti e indecisi, meglio lasciarli borghesi).
Certo, l'addestramento in un campo militare può essere duro, sia fisicamente che psicologicamente, ma la convinzione della Federazione (e dello stesso scrittore) era che: dato che il servizio militare insegna a un soldato a dare più importanza all'interesse del gruppo in cui fa parte che a sè stesso, egli avrebbe finito col mostrare lo stesso comportamento nel voto elettorale.
Se invece non eri interessato nè ad arruolarti nè a votare, rimanevi un cittadino normale, molto più utile sotto altri punti di vista.
Io sono d'accordo con l'opinione dell'autore, voi?
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Sì! sono d'accordo!!
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