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sondaggio:i superitaliani?

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  • #16
    Originariamente Scritto da Deval Master Visualizza Messaggio
    Piuttosto non vedo tanti Da Vinci come me li immaginavo, come mai? E' un pezzo di storia. Mi sembrava che sarebbe stato votato da tutti o quasi [/B]
    Non c'è Michele, quindi non voto. u.u

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    • #17
      Originariamente Scritto da spartan Visualizza Messaggio
      come potevo immaginare.
      piuttosto ci credete a quelle voci che dicono che garibaldi era un mercenario?
      Mai. Non credo abbia combattuto le guerre di indipendenza o aiutato la Francia, durante la guerra franco-prussiana, per denaro o particolari favori, quanto, invece, per gli ideali di libertà e giustizia che propugnava.

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      • #18
        Originariamente Scritto da Deval Master Visualizza Messaggio

        Piuttosto spartan non sviare il topic che mi sembra interessante, poi va a finire che si parla di Garibaldi il mercenario

        Piuttosto non vedo tanti Da Vinci come me li immaginavo, come mai? E' un pezzo di storia. Mi sembrava che sarebbe stato votato da tutti o quasi
        da vinci è in cima al sondaggio guarda sul sito che ho postato prima.
        sono contento che ti interessi il mio topic
        Last edited by spartan; 03 November 2007, 18:57.
        signa inferre!http://legioinvictaitalica.forumcommunity.net/

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        • #19
          Garibaldi probabilmente.
          La maggiorparte di quelli non sono italiani.
          E comunque manca Giulio Cesare.

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          • #20
            Originariamente Scritto da Aiutante di Babbo Natale Visualizza Messaggio
            Garibaldi probabilmente.
            La maggiorparte di quelli non sono italiani.
            E comunque manca Giulio Cesare.
            Non c'era l'Italia come nazione, non si può definire un italiano. Un nascituro della penisola si, ma non italiano.

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            • #21
              Se parli di Giulio Cesare, dovresti aver notato l'ironia
              Anche perche' meta' di quei personaggi non e' italiana, come ho scritto sopra.

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              • #22
                ho votato come primo Galileo Galilei,perchè con lui è nata la scienza moderna,Napoleone perchè è stata forse la più grande personalità della storia,e come tezo Crstoforo Colombo perchè scoprendo l'america ha cambiato la storia

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                • #23
                  Machiavelli, Fermi e Camillo Benso
                  Myanimelist.net
                  Lastfm.it

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                  • #24
                    ovviamente Cristoforo colombo, dellaq repubblica di genova. si deve ringraziare lui per aver lanciato le basi dell esplorazione del nuovo mondo, anche se in realta fu Americo vespucci a scoprire l america. si puo dire che Colombo sia internazionale ...
                    sigpic

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                    • #25
                      Leonardo Da Vinci: uno dei più grandi cervelli della storia.
                      Benito Mussolini: nel bene o nel male ha fatto la storia del nostro Paese.
                      Galileo Galilei: fautore del metodo sperimentale e dissipatore delle tenebre medievali.

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                      • #26
                        Leonardo, Galilei e FERMI.

                        Quasi tutto il resto è noia e fuffa. Manzoni dovrebbe bruciare insieme alla sua opera.
                        Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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                        • #27
                          Originariamente Scritto da Aiutante di Babbo Natale Visualizza Messaggio
                          Anche perche' meta' di quei personaggi non e' italiana
                          Tu ce l'hai con questa stroria dell'italianità
                          certamente non avevano la cittadinanza italiana dato che l'Italia Stato non esisteva, ma erano spiritualmente italiani e su questo non ci piove.

                          Quanto al voto, la mia parte di "uomo d'azione" mi ha fatto votare Napoleone Bonaparte, la mia parte "politica" mi ha fatto votare Benito Mussolini e la mia parte "letteraria" Niccolò Machiavelli
                          "L'uomo deve ridiventare, anzitutto, essere spirituale, teso verso tutto ciò che innalza e nobilita: se no, quantunque gradevole sia la decorazione, la vita risulta solo una mangiatoia, in cui ci si sazia e l'essenziale non esiste più"

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                          • #28
                            Spiritulmente italiani? Ma Essere nati su un suolo che 5 secoli dopo sara' chiamato Italia non fa di loro degli Italiani. Altrimenti Vercingetorige era Francese
                            Dante per esempio era Fiorentino, mica italiano.
                            E per questo che ho detto che gia che ci siamo possiamo aggiungere pure Giulio Cesare.
                            Ma poi da quando Bonaparte e' italiano? Cioe' e' nato in territorio italiano e quindi e' Italiano?

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                            • #29
                              Originariamente Scritto da Aiutante di Babbo Natale Visualizza Messaggio
                              Spiritulmente italiani? Ma Essere nati su un suolo che 5 secoli dopo sara' chiamato Italia non fa di loro degli Italiani. Altrimenti Vercingetorige era Francese
                              Dante per esempio era Fiorentino, mica italiano.
                              E per questo che ho detto che gia che ci siamo possiamo aggiungere pure Giulio Cesare.
                              Ma poi da quando Bonaparte e' italiano? Cioe' e' nato in territorio italiano e quindi e' Italiano?
                              Carissimo, cos'è che determina l'italianità? Una mero certificato di cittadinanza?
                              sta di fatto che secoli prima dell'unità d'Italia i principali protagonisti dell'epoca si sentivano italiani ed incitavano all'unità della Patria!
                              Dante Aligheri sognava tra l'altro la restaurazione dell'impero, unico elemento unificatore ed in grado di porre un freno alla libertà della Chiesa.
                              Francesco Petrarca scrisse un bel canto: "Italia mia, benchè 'l parlar sia indarno" ("Il Canzoniere" CXXVIII), in cui dopo aver ricordato il "Latin sangue gentil" afferma tra l'altro: "Virtù contro a furore prenderà l'arme; e fìa el combatter corto, chè l'antico valore nell'italici cor non è ancor morto" (il valore italico prenderà le armi contro la selvaggia furia degli stranieri, ed il combattimento sarà breve, perchè l'antico valore degli antenati romani non è ancora spensto nei cuori degli italiani). Ops stranissimo per un non italiano vissuto nel 1345
                              ma andiamo avanti...
                              Machiavelli? Visse tra il 1469 e il 1527 ovvero 3 secoli prima dell'unità d'Italia.
                              Eppure ne "Il Principe" troviamo un capitolo che non lascia adito a dubbi d'ogni sorta: "Esortazione a pigliare l'Italia e a liberarla dalle mani dei barbari" (Exhortatio ad capessendam Italiam in libertatemque a barbaris vindicandam). Definì la causa dell'unità d'Italia "iustizia grande", ricordò le virtù dei vari eserciti italiani contro i barbari (spagnoli, francesi ecc.).
                              Ma continuiamo... Chi ritroviamo in quel secolo? Francesco Guicciardini.
                              Scrisse tra il 1537 e il 1540 "La Storia d'Italia" in venti poderosi volumi.
                              Leggi bene che afferma: <<Ma le calamità d'Italia (acciocché io faccia noto quale fusse allora lo stato suo, e insieme le cagioni dalle quali ebbeno l'origine tanti mali) cominciorono con tanto maggiore dispiacere e spavento negli animi degli uomini quanto le cose universali erano allora piú liete e piú felici. Perché manifesto è che, dappoi che lo imperio romano, indebolito principalmente per la mutazione degli antichi costumi, cominciò, già sono piú di mille anni, di quella grandezza a declinare alla quale con maravigliosa virtú e fortuna era salito, non aveva giammai sentito Italia tanta prosperità, né provato stato tanto desiderabile quanto era quello nel quale sicuramente si riposava l'anno della salute cristiana mille quattrocento novanta, e gli anni che a quello e prima e poi furono congiunti>>.
                              Dunque Guicciardini fa risalire la crisi italiana alla caduta dell'impero romano.
                              Andiamo avanti e spostiamoci nel Settecento. Troviamo altri due protagonisti: Vittorio Alfieri e Ugo Foscolo.
                              Alfieri scrisse il "Misogallo" (1793), "misein" in greco significa odiare, e i Galli stanno ad indicare i francesi.
                              Spicca un odio particolare verso la Francia, auspica che il dominio politico e culturale della Francia possa spingere il popolo italiano ad assumere una coscienza nazionale, a difendere la propria libertà e la propria individualità; ciò lo induce ad esprimere la speranza che un giorno l'Italia risorga <<virtuosa, magnanima, libera e una>>. Il poeta indossa le vesti di un vate della rinascista italiana ed abbraccia in toto l'idea di Nazione in antitesi al cosmopolitismo illuminista.
                              E mancavano ancora 68 anni all'unità d'Italia!
                              Foscolo non fu di meno. Basta leggere "Il colloquio con Parini" nello "Jacopo Ortis" per accorgesene.
                              Nella sua maggiore opera "I Sepolcri", Foscolo non potè essere più esplicito: <<Ma piú beata che in un tempio accolte
                              serbi l'itale glorie, uniche forse
                              da che le mal vietate Alpi e l'alterna
                              onnipotenza delle umane sorti
                              armi e sostanze t' invadeano ed are
                              e patria e, tranne la memoria, tutto.
                              Che ove speme di gloria agli animosi
                              intelletti rifulga ed all'Italia,
                              quindi trarrem gli auspici>>.

                              In pratica afferma che le tombe dei grandi precedentemente menzionati (Galileo, Petrarca, Machiavelli; Alfieri ecc.) sono le glorie del passato, forse le uniche rimaste all'Italia da quando i confini delle Alpi mai difesi e la legge ineluttabile delle sorti umane (che ora innalza i popoli ora li fa decadere) hanno fatto si che gli stranieri la spogliassero delle armi, della ricchezza, della sua religione, della libertà nazionale, e, tranne le memorie del passato, di tutto.
                              Concludo con Alessandro Manzoni, il quale spicca sopra tutto il suo appoggio ai moti rivoluzionari per l'unità d'Italia.
                              Ma il suo canto più spiccatamente "nazionalista" lo ritroviamo nella "Morte di Adelchi-atto III": <<Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
                              Dai boschi, dall'arse fucine stridenti,
                              Dai solchi bagnati di servo sudor,
                              Un volgo disperso repente si desta;
                              Intende l'orecchio, solleva la testa
                              Percosso da novo crescente romor>>


                              Penso che i poeti siano stati chiari.
                              Nella tua concezione materialista credi che per essere italiani ci voglia la Patria. Ma nella concezione spirituale si è italiani innanzitutto dentro, si è italiani di spirito!
                              E, comunque sia, l'Italia di allora seppur frammentata era una diretta discendente dell'antica grandezza romana.
                              L'imper romano era l'elemento unificatore, i vari Machiavelli, Dante, Petrarca ecc. continueranno a sentirsi romani.
                              Quando ha inizio l'Italia? Alcuni storici dicono quando Augusto creò uno Stato federale e divise l'Italia in 11 regiones che grosso modo corrispondono a quelle odierne.
                              Specie sotto Augusto (ma anche prima) le varie realtà antropologiche si sentivano popolo della stessa Penisola e Rutilio Namaziano disse: <<Fecisti patriam e multis gentibus unam>>, difatti i romani chiamavano "barbari" tutti tranne i popoli italici (casualità?).
                              "L'uomo deve ridiventare, anzitutto, essere spirituale, teso verso tutto ciò che innalza e nobilita: se no, quantunque gradevole sia la decorazione, la vita risulta solo una mangiatoia, in cui ci si sazia e l'essenziale non esiste più"

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                              • #30
                                Beh, Mussolini e Napoleone hanno cambiato la storia del mondo, nel bene e nel male
                                sigpic
                                Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare:
                                perchè io, di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell'aria che respiro....

                                Comment

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