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il tempo...

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  • #16
    Originariamente Scritto da ghonnen ssj5 Visualizza Messaggio
    il tempo è chiaro per tutti...essendo pero qualcosa che non si percepisce direttamente, si ha una concezione sogettiva...inferiori intelettualmente? ogni essere vivente in base al suo stile di vita(durata dell' organismo, età , sensi, rapporto con il mondo) e al suo posizionamento nella dimenzione temporale(ossia quanto ha vissuto e il periodo in cui vive) è in grado di dare una definizione di tempo, perche si riesce a rapportare con il mondo...tuto dipende da come vivi la tua vita e dal tuo stato d' animo e mentale...poi rapportandoti con l' universo che ti circonda, inconsciamente sei in grado di definire il tempo che stai vivendo...semplicemente è qualcosa di sogettivo, perche come te cogli il trascorrere del tempo è diverso da come lo percepisce un altra persona...
    Il tempo è chiaro per tutti? Allora, visto che tutto ha una definizione universalmente riconosciuta dammi una definizione universale di tempo che ci accontenti tutti. Poi il tempo non si percepisce soggettivamente, poiché è uguale per tutti; al massimo lo si immagina diversamente da individuo a individuo. Poi che c'entra quando, quanto o come vivo con la definizione di tempo? Poi il trascorrere del tempo non può essere diverso per nessuno. Allora perché non abbiamo rallentamenti o accellerazioni di tempo per tutti gli individui? E' assurdo.

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    • #17
      non hai capito allora...dimmi, puoi paragonare la durata di una settimana di un carcerato a quella di un dj? non credi che ogni individuo abbia una percezione soggettiva? una bambino sentira le giornate piu lunghe di un adulto...poi il tuo stato di vita influenza come percepisci il tempo...il trascorrere del tempo si misura oggettivamente, ma lo si percepisce soggettivamente...tutti ,anche gli animali, hanno un idea su cosa sia il tempo...tral altro ti ho detto che non si puo dare una definizione universale, propio percheognuno ha una concezione diversa agli altri...

      io ho un idea sul tempo diversa dalla tua...si, viviamo nella stessa dimensione, ma i sensi con cui mi relaziono ad esso percepiscono diversamente dai tuoi...assurdo?puo darsi, ma è la realta...spero che te almeno una vvolta abbia sentito il tempo piu lungo, o piu corto..e vedrai che nonostante il tempo trascorso sia lo stesso, la manioeri in cui la percepisci sia diversa...ed è influenzata dal tuo stato d' animo(annoiato= lungo, felice=corto) e dalla tua eta(bambino=lungo, adulto=corto) ...
      sigpic

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      • #18
        Il tempo, anche se ci sembra che rallenti o si allunghi, non fa alcuna variazione soggettiva/oggettiva. Se a me un'ora di matematica sembra lunga è perché mi annoio, ti do ragione. Ma è proprio il fatto che ci si annoia che ci illude che l'ora sia più lunga. Quando ci si annoia la mente è travagliata da pensieri che tendono a ravvivarti un po', o comunque darti un qualcosa da fare, per cui accavalliamo pensieri su pensieri, così che ci sembra che l'ora è più lunga, perché travagliati da più pensieri del normale. Le ore felici, invece, sono quelle che scorrono più velocemente. Perché? Perché pensiamo a divertirci e a non pensare troppo, a darci allo svago. La mente pensa poco, il tempo passa alla stessa maniera, ma noi pare di meno proprio perché non pensiamo tanto. Non so se mi hai capito. In sostanza pensi di più e la mente, essendo abituata ad un tot di pensieri (quantità variabilissima da individuo a individuo, per carit&#224, quando pensa di più si illude che sia passato più tempo. Quando pensa di meno le sembra sia passato molto meno.

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        • #19
          e quindi la sua percezione è soggettiva...il tempo esiste oggettivamente, ma come lo coglie una persona è qualcosa di soggettivo...non è un illusione, ma ben si una percezione, che varia a seconda del tuo stato d' animo e dal contesto in cui sei...ed essendo qualcosa ce che cambia da persona a persona, è impossibile applicare una defiinizione che accontenti tutti, propio perche ci sara sempre qualcuno che lo vive diversamente...l unica cosa su cui si puo dare un affermazione assoluta è che il tempo fugge e non si ferma mai.
          sigpic

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          • #20
            Però può essere rallentato. Fisicamente rallentato.

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            • #21
              Originariamente Scritto da Deval Master Visualizza Messaggio
              Però può essere rallentato. Fisicamente rallentato.
              Non ne sono pienamente sicuro, ma mi pare proprio che tu non possa alterare il tempo - soltanto apportare qualche cambiamento al "punto di riferimento".
              Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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              • #22
                Io no. Un esperimento appropriato lo rallentò di milionesimi di secondo, misurati con un orologio nucleare, penso tu lo sappia.

                Comment


                • #23
                  Originariamente Scritto da Deval Master Visualizza Messaggio
                  Allora, visto che tutto ha una definizione universalmente riconosciuta dammi una definizione universale di tempo che ci accontenti tutti.
                  Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Tutti gli eventi possono essere descritti in un tempo che può essere Passato, Presente, o Futuro.
                  Semplice no?
                  Proprio quel "concepire il trascorrere degli eventi", che cambia di persona in persona, rende questa definizione universale,perchè il tempo definito in quelle parole è quello che tutti concepiscono in modo diverso.
                  La cara vecchia Wikipedia non sbaglia mai...
                  Last edited by Margera; 15 November 2007, 21:08.
                  sigpic
                  "...potesse poi, parlarti, prometterti partenze..
                  per posti paesi popoli in pace provenienze..."

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                  • #24
                    Originariamente Scritto da Deval Master Visualizza Messaggio
                    Io no. Un esperimento appropriato lo rallentò di milionesimi di secondo, misurati con un orologio nucleare, penso tu lo sappia.
                    Che tipo di esperimento? No, non so nulla al riguardo.
                    Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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                    • #25
                      Ragazzi me l'ha spiegato il professore di fisica, qualche volta lo sto ad ascoltare
                      In pratica, secondo la teoria della relatività, viaggiando su una astronave che viaggia alla velocità della luce si creerebbe una specie di paradosso per il quale il tempo di fermerebbe. In pratica, viaggiando a velocità che si vanno avvicinando a quelle della luce il tempo si rallenta progressivamente. In teoria anche quando viaggiamo in autostrada invecchiamo di meno rispetto a quando siamo fermi, seppur in una quantità non misurabile per il semplice fatto che è quasi del tutto nulla. Per cui, stante a quanto dice il professore, si mise su un aereo che viaggiava a velocità di circa 1200 Km/h un orologio nucleare, quindi con una precisione immane, infallibile. Uno stesso identico orologio restò a terra. Pertanto questi vennero fatti partire contemporaneamente al momento del decollo dell'aereo. Al termine dei giri dell'aereo a massima velocità, si poté vedere che l'orologio che era sull'aereo portava un anticipo di milionesimi di secondo rispetto a quello che era rimasto a terra. Questo poiché il tempo sull'aereo ha rallentato al crescere della velocità.

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                      • #26
                        Non si rallenta il tempo, ma la velocità delle attività biologiche.

                        L' esempio statomi fatto è: di due gemelli, ne viene scelto uno per partire nello spazio, andando alla velocità della luce. Dopo 50 anni i due si reincontrano, e vedranno che mentre quello sulla Terra è effettivamente invecchiato di 50 anni, quello nello spazio sarà invecchiato di 40 anni.

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                        • #27
                          Originariamente Scritto da Davyl Visualizza Messaggio
                          Non si rallenta il tempo, ma la velocità delle attività biologiche.
                          Non può essere. Moriremmo.

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                          • #28
                            Allora rendiamoci immortali, prima di viaggiare alla velocità della luce.
                            Last edited by Davyl; 15 November 2007, 23:01.

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                            • #29
                              Spiegazione Parte 1°
                              Spoiler:
                              Paradosso dei gemelli
                              Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
                              La comprensione ottimale dell'argomento trattato in questa voce presuppone la conoscenza dei seguenti concetti:

                              * Relatività ristretta
                              * Effetto Doppler relativistico

                              Il paradosso dei gemelli è un esperimento mentale che sembra rivelare una contraddizione nella teoria della relatività ristretta. L'analisi che porta a tale conclusione è però scorretta: un'analisi corretta mostra che non vi è alcuna contraddizione.


                              Storia [modifica]

                              Principale sostenitore della questione fu Herbert Dingle, filosofo inglese. Pur avendo ricevuto numerose confutazioni logiche da Einstein e Bohr, egli continuò a scrivere ai giornali, e quando questi ultimi cominciarono a rifiutare le pubblicazioni, parlò di un complotto ai suoi danni.

                              Enunciato del paradosso [modifica]

                              Consideriamo un'astronave che parta dalla Terra nell'anno 3000; che mantenendo una velocità costante v raggiunga la stella Wolf 359, distante 8 anni luce dal nostro pianeta; e che appena arrivata, inverta la rotta e ritorni sulla Terra, sempre a velocità v. Di una coppia di fratelli gemelli, l'uno salga sull'astronave, mentre l'altro rimanga a Terra.

                              Volutamente, nei calcoli trascuriamo per semplicità l'accelerazione e la decelerazione della navetta, anche se, per portarsi a velocità relativistiche in tempi brevi, occorrerebbero accelerazioni insostenibili per l'uomo e per la nave.

                              Supponiamo che v sia di 240.000 km/sec, cioè v = 0.8 c. Per questa velocità si ha:
                              1/\gamma = \sqrt{1- \frac {v^2}{c^2}} = 0.6

                              per cui, secondo la teoria della relatività ristretta, nel sistema in movimento il tempo scorre al 60% del tempo nel sistema in quiete. Quindi:

                              * Nel sistema di riferimento della Terra, l'astronave percorre 8 anni luce in 10 anni nel viaggio di andata, e ne impiega altrettanti nel viaggio di ritorno: essa quindi ritorna sulla Terra nel 3020. Sull'astronave, però, il tempo scorre al 60% del tempo della Terra, quindi secondo l'orologio dell'astronauta il viaggio dura 6 anni per l'andata e altrettanti per il ritorno: all'arrivo, quindi, il calendario dell'astronave segna l'anno 3012. Il fratello rimasto sulla Terra è perciò, dopo il viaggio, di otto anni più vecchio del suo gemello.

                              * Nel sistema di riferimento dell'astronave, per effetto della contrazione relativistica delle lunghezze, la distanza fra la Terra e Wolf 359 si accorcia al 60%, cioè a 4.8 anni luce: alla velocità di 0.8 c, si impiegano quindi, secondo l'orologio dell'astronave, 6 anni per l'andata e 6 per il ritorno, coerentemente con quanto calcolato nel sistema di riferimento della Terra. Ma, poiché in questo sistema di riferimento è la Terra a muoversi, è il suo orologio che va al 60% del tempo dell'astronave: quando l'astronave fa ritorno, sulla Terra sono trascorsi solo 7.2 anni, perciò non è l'anno 3020, ma il 3007, ed è il fratello a bordo dell'astronave ad essere di 4.8 anni più vecchio.

                              Soluzione (nella relatività speciale) [modifica]

                              L'apparente contraddizione si risolve osservando che, mentre quello della Terra è un sistema di riferimento inerziale, quello dell'astronave non lo è. L'astronave non mantiene infatti una velocità costante per tutta la durata del viaggio, ma prima accelera fino alla velocità di crociera, poi frena, inverte la rotta e riaccelera per tornare indietro, e poi frena di nuovo.

                              Si devono quindi considerare non due, ma tre sistemi di riferimento inerziali: quello della Terra, quello dell'astronave nel viaggio di andata, che si muove rispetto alla Terra di velocità v, e quello dell'astronave nel viaggio di ritorno, che si muove rispetto alla Terra di velocità -v (cioè v nella direzione opposta), tralasciando i tempi di accelerazione/decelerazione, che per velocità così elevate sarebbero comunque significativi.
                              Diagramma di Minkowski
                              Diagramma di Minkowski

                              Nella figura è tracciato il diagramma di Minkowski per questi tre sistemi di riferimento (disegnati rispettivamente in nero, blu e rosso). I tre eventi indicati con le lettere A, B, C sono rispettivamente:

                              * la partenza dell'astronave dalla Terra
                              * l'arrivo dell'astronave a Wolf 359 e sua ripartenza
                              * il ritorno dell'astronave sulla Terra

                              I tre sistemi di riferimento non sono in accordo su quale sia, sulla Terra, l'evento simultaneo all'evento B: nel sistema di riferimento della Terra, esso è l'evento D; in quello del viaggio d'andata è l'evento D’; e in quello del viaggio di ritorno è l'evento D’’ (relatività della simultaneit&#224.

                              Così, quando l'osservatore a bordo dell'astronave calcola il tempo trascorso sulla Terra "dalla sua partenza al suo arrivo a Wolf 359", egli effettua il calcolo nel sistema di riferimento del viaggio di andata, e quindi calcola il tempo trascorso dall'evento A all'evento D’, che in quel sistema di riferimento è simultaneo a B; ma quando calcola il tempo trascorso "dalla sua ripartenza al suo arrivo sulla Terra", egli effettua il calcolo nel sistema di riferimento del viaggio di ritorno, nel quale è D’’ ad essere simultaneo a B. Perciò il tempo da lui calcolato non è uguale al tempo totale trascorso sulla Terra, ma soltanto alla somma dei due intervalli A-D’ e D’’-C, mentre l'intervallo D’-D’’ non viene conteggiato.

                              Per l'osservatore sulla Terra, invece, l'evento simultaneo a B è sempre D, sia per il viaggio di andata sia per quello di ritorno: la somma dei due intervalli A-D e D-C è pari al tempo totale trascorso sulla Terra. Il calcolo di questo osservatore è quindi quello corretto: dopo il viaggio, il gemello rimasto sulla Terra è più vecchio (di 8 anni) di quello salito sull'astronave.


                              Last edited by ; 15 November 2007, 23:01.

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                              • #30
                                Spiegazione Parte 2°
                                Spoiler:
                                Analisi dettagliata [modifica]

                                Indicando con x, t le coordinate spaziale e temporale nel sistema di riferimento della Terra; con x’, t’ quelle nel sistema di riferimento dell'astronave nel viaggio di andata; e con x’’, t’’ quelle nel viaggio di ritorno, valgono le trasformazioni di Lorentz:
                                (1) \quad x' = \gamma \left( x - vt \right) \qquad\qquad (2) \quad t' = \gamma \left( t - \frac {vx}{c^2} \right)
                                (3) \quad x'' = \gamma \left( x - x_0 + vt \right) \qquad (4) \quad t'' = \gamma \left( t + \frac {v (x - x_0)}{c^2} \right)

                                dove il termine x0 appare nelle equazioni (3) e (4) in quanto i due sistemi di riferimento non hanno la stessa origine. Usando l'anno come unità di tempo e l'anno luce come unità di lunghezza, le costanti numeriche hanno i seguenti valori: v = 0.8, c = 1, x0 = 16 (quest'ultimo valore è scelto in modo da avere x’’ = 0 per l'astronave nel viaggio di ritorno).

                                Nel sistema di riferimento della Terra, le coordinate (x, t) degli eventi A, B, C, D sono rispettivamente: (0, 0), (8, 10), (0, 20), (0, 10). Le coordinate dell'evento D’ si possono calcolare in quanto detto evento avviene sulla Terra, per cui x=0, e simultaneamente a B nel sistema di riferimento del viaggio di andata, per cui t’=6: sostituendo tali valori nell'equazione (2) si ottiene t=3.6. Analogamente, le coordinate di D’’ si ottengono imponendo x=0 e t’’=6: dall'equazione (4) si ricava t=16.4.

                                Gli intervalli di tempo tra questi eventi, secondo l'orologio della Terra, sono quindi i seguenti: A-D’ = 3.6 anni, D’-D = 6.4 anni, D-D’’ = 6.4 anni, D’’-C = 3.6 anni (totale 20 anni).

                                Ora, applicando le trasformazioni (1) e (2), possiamo calcolare le coordinate di questi eventi nel sistema di riferimento dell'andata: A = (0, 0), B = (0, 6), C = (-26.6667, 33.3333), D = (-13.3333, 16.6667), D’ = (-4.8, 6), D’’ = (-21.8667, 27.3333). Come si può vedere, in questo sistema di riferimento D non è simultaneo a B, mentre lo è D’.

                                Gli intervalli di tempo sono quindi: A-D’ = 6 anni, D’-D = 10.6667 anni, D-D’’ = 10.6667 anni, D’’-C = 6 anni (totale 33.3333 anni). Ma l'orologio sulla Terra, in questo sistema di riferimento, va al 60% del tempo sull'astronave. Esso quindi misura: A-D’ = 3.6 anni, D’-D = 6.4 anni, D-D’’ = 6.4 anni, D’’-C = 3.6 anni (totale 20 anni), esattamente come si era calcolato in precedenza.

                                Allo stesso modo, applicando le trasformazioni (3) e (4), le coordinate nel sistema di riferimento del ritorno sono: A = (-26.6667, -21.3333), B = (0, 6), C = (0, 12), D = (-13.3333, -4.6667), D’ = (-21.8667, -15.3333), D’’ = (-4.8, 6). Gli intervalli di tempo sono: A-D’ = 6 anni, D’-D = 10.6667 anni, D-D’’ = 10.6667 anni, D’’-C = 6 anni (totale 33.3333 anni); e secondo l'orologio sulla Terra: A-D’ = 3.6 anni, D’-D = 6.4 anni, D-D’’ = 6.4 anni, D’’-C = 3.6 anni (totale 20 anni).

                                In tutti e tre i sistemi di riferimento, quindi, si ottiene lo stesso risultato: durante il viaggio, sulla Terra trascorrono 20 anni.

                                Cosa vede l'astronauta [modifica]

                                Alcuni, per spiegare il paradosso dei gemelli, sostengono che per l'astronauta, nel viaggio di andata, l'orologio della Terra va più lentamente, ma nel viaggio di ritorno va più velocemente, e in questo modo "recupera" il tempo perso e si avvantaggia. Questo è vero soltanto da un certo punto di vista.

                                Come è spiegato sopra, sia nel viaggio di andata che in quello di ritorno, l'astronauta calcola che l'orologio della Terra va al 60% del tempo del suo. Tuttavia, quello che l'astronauta calcola è differente da quello che vede. Nel secondo caso, infatti, occorre considerare anche il tragitto che la luce compie dalla Terra all'astronave.

                                Infatti, quando l'astronauta raggiunge Wolf 359, per il suo orologio sono trascorsi 6 anni, ed egli calcola che sulla Terra siano trascorsi 3.6 anni; ma in quel momento, egli viene raggiunto dalla luce partita dalla Terra solo 2 anni dopo di lui, secondo l'orologio della Terra, o 1.2 anni dopo secondo il suo (infatti, nel sistema di riferimento della Terra, l'astronave impiega 10 anni per percorrere 8 anni luce, mentre la luce ne impiega 8; nel sistema dell'astronauta la distanza si contrae a 4.8 anni luce, e i tempi si riducono in proporzione). Perciò l'astronauta vede l'orologio sulla Terra andare non al 60% del suo, ma 3 volte più lento, cioè al 33.3333%.

                                Questo ulteriore rallentamento non è un effetto relativistico, ma si osserverebbe anche se valesse la fisica classica (anche se la sua entità sarebbe diversa). Per una trattazione di questo fenomeno si veda l'articolo effetto Doppler relativistico.

                                Nel viaggio di ritorno, l'astronauta va incontro alla luce proveniente dalla Terra, invece di allontanarsene: l'effetto è quindi opposto, per cui egli vede l'orologio della Terra andare più rapido. Precisamente, nei 6 anni (secondo il suo orologio) del viaggio di ritorno, egli vede trascorrere 18 anni sulla Terra (dal 3002 al 3020), per cui vede l'orologio della Terra andare 3 volte più rapido del suo. In questo senso, l'affermazione riportata sopra è vera.

                                Allo stesso modo, l'osservatore sulla Terra vede l'orologio sull'astronave andare 3 volte più lento del suo nel viaggio di andata, e 3 volte più veloce nel viaggio di ritorno; ma al contrario dell'astronauta, egli vede il viaggio di andata durare 18 anni e quello di ritorno solo 2 (in entrambi i casi l'orologio dell'astronave misura 6 anni), perché la luce emessa da Wolf 359 nell'anno 3010 raggiunge la Terra soltanto nel 3018.

                                Soluzione (nella relatività generale) [modifica]

                                Nella teoria della relatività generale, tutti i sistemi di riferimento, non solo quelli inerziali, sono ugualmente validi. La situazione, a prima vista, appare quindi simmetrica: non sembra esservi una ragione per cui l'orologio della Terra debba andare più veloce di quello dell'astronave, e non il contrario.

                                A ben guardare, però, una differenza esiste: un osservatore sull'astronave, nel momento in cui essa inverte la rotta, avverte un'accelerazione. Nel sistema di riferimento della Terra, si tratta dell'accelerazione che l'astronave sperimenta nel mutare la sua velocità da v a -v; nel sistema di riferimento dell'astronave, essa viene avvertita come un'accelerazione di gravità.

                                Ora, la relatività generale prevede che quanto più intensa è l'accelerazione che un osservatore avverte, tanto più il suo orologio rallenta (red-shift gravitazionale). Durante la fase di accelerazione, quindi, l'osservatore sull'astronave vede l'orologio sulla Terra andare molto più veloce del suo: si può calcolare che in questo tratto esso "recupera" il tempo perso nei tratti di moto uniforme, e il tempo totale corrisponde a quello calcolato nell'altro sistema di riferimento.



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