Il titolo di questa discussione potrebbe sembrare, forse, equivocabile, quindi ve ne illustrerò subito l'argomento... (So che di solito non apro discussioni anche solo minimamente filosofiche, ma a volte si cambia...)
Penso possa capitare, a tutti, di perdere una persona cara, forse conosciuta per anni ed anni, forse facente parte solo in apparenza della nostra vita, forse in realtà lontana da noi, sebbene vicina... Mi riferisco a quegli individui che, anche se a volte abbiamo pochi rapporti con loro, vediamo spesso o sappiamo essere parte della nostra vita (Es. vicini di casa, amici di amici, amici lontani e, soprattutto, parenti). Come dicevo, può capitare a tutti di perdere una di queste persone, con cui forse hai pochi rapporti ma che, in fondo, speri, ti illudi o semplicemente immagini che saranno lì per sempre, che ti saranno d'aiuto in caso di bisogno, che ogni tanto ti illumineranno con le loro pillole di saggezza, che capiterà qualche volta di incontrarli... Magari anche tutti i giorni, se è un vicino di casa, un parente od un qualsiasi conoscente che vive nel vostro stesso palazzo o quartiere. Considerando che, parlando di perdere, mi riferisco alla scomparsa di una di queste persone, in poche parole alla loro "dipartita", i sentimenti che proverà colui che li ha conosciuti in questo modo insolito, ma piacevole di cui parlavo potrebbero essere contrastanti. E' normale, in realtà... Rabbia, dolore, dispiacere, depressione, quella tipica sensazione di sentire "un vuoto" dentro di noi, sono tutti sentimenti normali... Ma quello che prevarrà (forse in realtà accadrà anche con le perdite più gravi, ma, non avendolo mai provato, non posso affermarlo) è, semplicemente, l'incredulità, lo stupore... Sembrerà tutto irreale, forse folle... Anche solo la notizia, magari ricevuta in un momento felice, sarà capace di pietrificarci, di farci spalancare la bocca, di costringerci a sederci, di strapparci una, due lacrime, di dire "No, non è possibile..." Poi arriverà il momento di dare la notizia ad altri, forse provocandogli una reazione ben più drammatica... Infine il momento peggiore sarà indubbiamente il saluto con i familiari più stretti o gli amici più intimi del defunto, che vi abbracceranno, senza smettere per un istante di piangere, magari appena scesi da una macchina aperta da un autista, come nei film, magari in mezzo alla strada, dopo mezzanotte, con le nuvole che promettono pioggia, magari illuminati da una luce rosso sangue, creata dal fanale di un auto... Sembrerà tutto surreale, come era stato sentirlo o vederlo malato... Vederlo nella camera ardente, le mani giunte, il volto rilassato, il coperchio della bara in cui è appoggiato a pochi centimetri da lui, sembrerà che dorma... Ma non è così... Infine, il funerale, forse il primo a cui si partecipa, dopo una notte d'inferno, avendo ricevuto la notizia la sera, un giorno colmo di lacrime e depressione, essendo andati alla camera ardente ed avendo passato magari ore davanti alla porta, e forse anche molto altro... Come l'essere andati al lavoro od all'università od a scuola la mattina, prima dell'inizio della cerimonia, perchè bisognava esserci, perchè il capo lo voleva... O per un esame od un semplice compito in classe... Magari qualcuno ci andrà, in giacca e cravatta, rigorosamente nero, il volto triste, solo per essere adocchiato da tutti... Non riuscirà a dare tutto sè stesso, per l'esame, il compito o quello che è, nelle condizioni in cui si trova... Ma, in tutto questo, al funerale più che il dispiacere, sarà ancora una volta lo stupore ad impossessarsi di noi, facendoci quasi arrivare a chiedere "Ma perchè lo state facendo? L'uomo che dite trovarsi in quella tomba è ancora vivo, è qui in mezzo a noi, ne sono certo... Guardatevi intorno..." Ed invece niente, la realtà colpisce ancora, con la forza di un maglio... E non pensate che allora sia finita... C'è ancora una vita da vivere, anni ed anni da passare con la consapevolezza della morte, la visione, ogni tanto, di vedere i suoi parenti, a cui mancherà per sempre qualcosa, il desiderio di aiutarli, di consolarli, forse... E chissà quando arriverà il momento in cui davvero ci renderemo conto della sua scomparsa... Forse passeranno ore, forse giorni, forse anni, forse tutta la vita... Chissà... E magari, quando qualcuno ce lo ricorderà in qualche modo, a volte facendo il suo nome, a volte dicendo delle frasi, delle parole che ce lo fanno ricordare, magari, magari sgorgherà una lacrima, ancora una...
Penso possa capitare, a tutti, di perdere una persona cara, forse conosciuta per anni ed anni, forse facente parte solo in apparenza della nostra vita, forse in realtà lontana da noi, sebbene vicina... Mi riferisco a quegli individui che, anche se a volte abbiamo pochi rapporti con loro, vediamo spesso o sappiamo essere parte della nostra vita (Es. vicini di casa, amici di amici, amici lontani e, soprattutto, parenti). Come dicevo, può capitare a tutti di perdere una di queste persone, con cui forse hai pochi rapporti ma che, in fondo, speri, ti illudi o semplicemente immagini che saranno lì per sempre, che ti saranno d'aiuto in caso di bisogno, che ogni tanto ti illumineranno con le loro pillole di saggezza, che capiterà qualche volta di incontrarli... Magari anche tutti i giorni, se è un vicino di casa, un parente od un qualsiasi conoscente che vive nel vostro stesso palazzo o quartiere. Considerando che, parlando di perdere, mi riferisco alla scomparsa di una di queste persone, in poche parole alla loro "dipartita", i sentimenti che proverà colui che li ha conosciuti in questo modo insolito, ma piacevole di cui parlavo potrebbero essere contrastanti. E' normale, in realtà... Rabbia, dolore, dispiacere, depressione, quella tipica sensazione di sentire "un vuoto" dentro di noi, sono tutti sentimenti normali... Ma quello che prevarrà (forse in realtà accadrà anche con le perdite più gravi, ma, non avendolo mai provato, non posso affermarlo) è, semplicemente, l'incredulità, lo stupore... Sembrerà tutto irreale, forse folle... Anche solo la notizia, magari ricevuta in un momento felice, sarà capace di pietrificarci, di farci spalancare la bocca, di costringerci a sederci, di strapparci una, due lacrime, di dire "No, non è possibile..." Poi arriverà il momento di dare la notizia ad altri, forse provocandogli una reazione ben più drammatica... Infine il momento peggiore sarà indubbiamente il saluto con i familiari più stretti o gli amici più intimi del defunto, che vi abbracceranno, senza smettere per un istante di piangere, magari appena scesi da una macchina aperta da un autista, come nei film, magari in mezzo alla strada, dopo mezzanotte, con le nuvole che promettono pioggia, magari illuminati da una luce rosso sangue, creata dal fanale di un auto... Sembrerà tutto surreale, come era stato sentirlo o vederlo malato... Vederlo nella camera ardente, le mani giunte, il volto rilassato, il coperchio della bara in cui è appoggiato a pochi centimetri da lui, sembrerà che dorma... Ma non è così... Infine, il funerale, forse il primo a cui si partecipa, dopo una notte d'inferno, avendo ricevuto la notizia la sera, un giorno colmo di lacrime e depressione, essendo andati alla camera ardente ed avendo passato magari ore davanti alla porta, e forse anche molto altro... Come l'essere andati al lavoro od all'università od a scuola la mattina, prima dell'inizio della cerimonia, perchè bisognava esserci, perchè il capo lo voleva... O per un esame od un semplice compito in classe... Magari qualcuno ci andrà, in giacca e cravatta, rigorosamente nero, il volto triste, solo per essere adocchiato da tutti... Non riuscirà a dare tutto sè stesso, per l'esame, il compito o quello che è, nelle condizioni in cui si trova... Ma, in tutto questo, al funerale più che il dispiacere, sarà ancora una volta lo stupore ad impossessarsi di noi, facendoci quasi arrivare a chiedere "Ma perchè lo state facendo? L'uomo che dite trovarsi in quella tomba è ancora vivo, è qui in mezzo a noi, ne sono certo... Guardatevi intorno..." Ed invece niente, la realtà colpisce ancora, con la forza di un maglio... E non pensate che allora sia finita... C'è ancora una vita da vivere, anni ed anni da passare con la consapevolezza della morte, la visione, ogni tanto, di vedere i suoi parenti, a cui mancherà per sempre qualcosa, il desiderio di aiutarli, di consolarli, forse... E chissà quando arriverà il momento in cui davvero ci renderemo conto della sua scomparsa... Forse passeranno ore, forse giorni, forse anni, forse tutta la vita... Chissà... E magari, quando qualcuno ce lo ricorderà in qualche modo, a volte facendo il suo nome, a volte dicendo delle frasi, delle parole che ce lo fanno ricordare, magari, magari sgorgherà una lacrima, ancora una...
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