Judas Priest, un nome, una leggenda. Una delle più longeve e importanti band che siano mai esistite, una band che quando gli immortali Iron Maiden esordivano su vinile avevano già da tempo composto canzoni come Victim of Changes, The Ripper, Sinner, Beyond the Realms of Death, una band il cui album Sad Wings of Destiny è da molti indicato come il primo vero album di Heavy Metal.
BIOGRAFIA, PRIMA PARTE:
BIOGRAFIA, PRIMA PARTE:
Spoiler:
Dobbiamo cominciare addirittura dal 1969, dove troviamo il già navigato cantante Al Atkins che, reduce da esperienze con varie band, fonda assieme all'amico Bruno Stapenhill (bassista) i Judas Priest, prendendo il nome dalla canzone di Bob Dylan "The ballad of Frankie Lee and Judas Priest". Gli altri componenti del gruppo sono Ernie Chataway alle chitarre (prende il posto di un certo KK Downing, ritenuto giovane e inesperto.....) e John Partridge alla batteria. Questa prima incarnazione della band non dura molto, nel 1970 già si sciolgono per problemi finanziari, e quindi Al Atkins cerca nuovi compagni e una nuova band... si unisce così a KK Downing, chitarrista "silurato" un anno prima, Ian Hill, bassista, e John Ellis, batterista. Atkins suggerisce di cambiare il nome proposto dai ragazzi, ovvero Freight, e così usarono quella della sua vecchia band: i Judas Priest come (parlando di membri ancora presenti oggi) li conosciamo tutti erano nati.
La band inizia a costruirsi una reputazione negli anni immediatamente a seguire, e riesce ad aprire per molti gruppi di livello dell'epoca, come Status Quo, Ufo e Thin Lizzy. Iniziano già adesso a verificarsi i primi di una lunga serie di cambi di batterista: John Ellis lascia e viene sostituito da Alan Moore, che a sua volta smetterà di picchiare le pelli per il gruppo e che verrà sostituito temporaneamente da Chris Campbell. Siamo nel 1973 quando Al Atkins per far fronte alle difficoltà economica lascia la band per un lavoro normale; il gruppo si mette alla ricerca di un sostituto, e trova nell'ex cantante della band Hiroshima il loro nuovo cantante: la leggenda, l'uomo che sarà ricordato in futuro come il Metal God: Robert John Halford, il cantante che porterà i Priest nella storia.
La nuova lineup viene completata col batterista di Rob, John Inch, e così i Judas Priest grazie a un demo che contiene primissime incarnazioni di canzoni come Caviar and Meths, Run of the Mill e Victim of Changes, si assicurano un contratto con la piccola e giovane Gull Records. Su suggerimento dell'etichetta, i Priest cercano un secondo chitarrista (cosa inconvenzionale all'epoca), e nella The Flying Hat Band trovano l'ultimo tassello mancante alla leggenda, ovvero il chitarrista Glenn Tipton. Stabilizzata la line-up, i Judas Priest registrano il loro album di debutto, Rocka Rolla (che presenta la prima di una lunga serie di copertine orride... un tappo di bottiglia con su scritto il titolo). L'album è ancora molto influenzato dal blues e soffre di una cattiva produzione, comunque non è affatto disprezzabile e contiene delle gemme nascoste, come la title track o Run of the Mill. Rob Halford si occupa anche dell'armonica, mentre viene fortunamente accantonata l'idea di una sezione di fiati... l'album successivo è del 1975 ed è il leggendario e famosissimo Sad Wings of Destiny: uno degli album con maggiore importanza per l'intera scena heavy metal, se non il più importante.
Alan Moore rientra alla batteria e suona in un album che contiene tantissimi classici dei Priest (la famosissima The Ripper, Victim of Changes, nata dall'unione tra una canzone di Al Atkins e una di Rob Halford, Dreamer Deceiver, Tyrant, Genocide giusto per citare alcuni brani) e che presenta un notevole indurimento del suono: i Judas Priest stavano iniziando a trovare la loro strada, stavano perfezionando sempre di più un genere inventato dai Black Sabbath. La situazione con la casa discografica però non è delle più idilliache: mancano i soldi e i fondi, quindi i Judas Priest sono costretti ad abbandonarla rinunciando per altro ai diritti sui primi due album... diritti sui quali la Gull si è costruita la pensione continuando a pubblicare ristampe dei primi due album travestendole da greatest hits e mascherandoli in tutti i modi possibili.
I Judas Priest vanno avanti comunque per la loro strada; prodotti dal bassista dei Deep Purple, Roger Glover, escono nel 1977 con l'ottimo Sin After Sin (Alan Moore nel frattempo è già andato via, lo rimpiazza Simon Phillips): la loro canzone probabilmente più dura sino a quel momento, ovvero Sinner, dà il via ad un altro album fenomenale ed eccezionale per i suoi tempi: Starbreaker, Dissident Aggressor, la commovente Here Come the Tears, nonchè il grande adattamento di Diamonds and Rust di Joan Baez, sono tutti altissimi momenti di questo grande album, che vede il suo pronto seguito nel 1978, con l'album Stained Class: quarto album, quarto batterista, stavolta il mancino Les Binks, che collaborerà alla stesura di un riff di una delle canzoni più famose e più belle dei Judas Priest, ovvero l'immortale ballata Beyond the Realms of Death.
L'album comunque (il più pesante sinora realizzato dalla band) ha tanti altri punti di forza come la title track, la devastante opener Exciter (l'inizio dello speed metal?), e la tristemente famosa Better by you, better than me, una cover che genererà moltissimi problemi al gruppo, come vedremo in seguito. L'album, per adesso, di problemi non ne dà, anzi; continua a spingere il gruppo sempre più alto, il nome Judas Priest inizia ad essere veramente importante, i duelli di chitarra tra Glenn Tipton e KK Downing iniziano ad infuriare, e su tutto si staglia la carismatica figura del frontman Rob Halford, col suo look da "eroe della motocicletta" che troverà la sua massima esaltazione nell'album successivo, ovvero (inutile dire "il famoso" o "lo storico", lo sono tutti!!!!) Killing Machine, che negli USA viene intitolato Hell Bent for Leather, come la canzone (una delle più famose del gruppo) che racconta di un "eroe della moto" e durante la quale esecuzione dal vivo Rob Halford fa il suo ingresso in scena guidando un'Harley!!!!
Sull'onda dell'ormai travolgente successo, i Judas Priest registrano nel 1979 il loro primo album live, ennesimo lp da definire "storico": Unleashed in the East, uno dei live più famosi e più criticati della storia... perchè infatti i vari overdubs in studio gli hanno valso, appunto, l'appellativo di Unleashed in the Studio (come andò in realtà fu che Rob Halford per via di un'influenza cantò malissimo, e quindi registrò da capo, in una tirata unica, come se fosse dal vivo, le sue parti). Ritocchi a parte, quest'album presenta i migliori successi del gruppo nella loro dirompente carica live, e costituisce un interessante e importantissimo documento storico di come suonassero i Judas Priest degli anni '70.
Arriva il 1980, Les Binks che era durato addirittura per due album in studio e uno dal vivo lascia (arriva Dave Holland, che suonerà per i Priest per tutti gli anni '80), e dalle fonderie della band di Birghingham esce British Steel, album della definitiva consacrazione anche a livello di MTV e di vendite, e che presenta tutti i loro brani più famosi e (termine da prendere con le molle, ovviamente) "commerciali": le ultraconosciute Breaking the Law e Living After Midnight, ma anche Metal Gods, Rapid Fire (altro albore di speed metal!), Grinder, United, tutte famosissime, tutte dentro in questo British Steel che consacra a veri e propri mostri sacri del genere i Judas Priest. Ormai la loro importanza e fama è planetaria, Rob Halford è un'icona e già una leggenda, e l'accoppiata KK Downing / Glenn Tipton è ormai una delle coppie di chitarristi più rispettata ed ammirata del lotto.
Dopo un tour tremendamente positivo di supporto a British Steel, i Judas Priest registrano nel 1981 Point of Entry, ovvero il loro primo passo falso. La sperimentazione verso sonorità più blues non riesce completamente, e a parte qualche episodio fortunato l'album si dimostra una mezza delusione.
Non passa molto tempo prima che i Judas Priest si riprendano: nel 1982 esce difatti Screaming for Vengeance, album che riporta la band sui corretti binari grazie a capolavori come Electric Eye (preceduta dall'intro per eccellenza, The Hellion), la title track, o l'inno You've got another thing comin', scritta all'ultimo momento come riempinastro e diventata in seguito la canzone più famosa del gruppo... anche i concerti iniziano a diventare mastodontici, Rob inizia il concerto con un braccio meccanico che lo porta metri e metri al di sopra del pubblico, e gli effetti pirotecnici si sprecano... era certamente in pieno corso l'era d'oro dei Judas Priest, per quel che riguardava la popolarità e anche le vendite.
L'onda del successo, già altissima, viene cavalcata con impeto anche nel 1984, con l'ennesimo album monumentale: Defenders of the Faith. il mostro Metallian troneggia sulla copertina di questo fenomenale lp che si apre con un doppio attacco, Freewheel Burning e Jawbreaker, capace di stendere chiunque, e che si snoda per capolavori come The Sentinel, la grande ballata Night Comes Down, o il combo finale Heavy Duty - Defenders of the Faith... il Metallian comparirà anche nei concerti del gruppo, dalla cui bocca uscirà Rob Halford per iniziare a cantare... altro esempio di come la spettacolarità la faceva da padrone nei concerti dei Judas Priest, che nel 1984 erano ormai mostruosamente famosi, importanti e ammirati. Dopo un periodo di riposo finito il tour di Defenders of the Faith, la band si riunisce per dare luce al prossimo album, e scrive così tante canzoni che si potrebbe fare un album doppio.
La band inizia a costruirsi una reputazione negli anni immediatamente a seguire, e riesce ad aprire per molti gruppi di livello dell'epoca, come Status Quo, Ufo e Thin Lizzy. Iniziano già adesso a verificarsi i primi di una lunga serie di cambi di batterista: John Ellis lascia e viene sostituito da Alan Moore, che a sua volta smetterà di picchiare le pelli per il gruppo e che verrà sostituito temporaneamente da Chris Campbell. Siamo nel 1973 quando Al Atkins per far fronte alle difficoltà economica lascia la band per un lavoro normale; il gruppo si mette alla ricerca di un sostituto, e trova nell'ex cantante della band Hiroshima il loro nuovo cantante: la leggenda, l'uomo che sarà ricordato in futuro come il Metal God: Robert John Halford, il cantante che porterà i Priest nella storia.
La nuova lineup viene completata col batterista di Rob, John Inch, e così i Judas Priest grazie a un demo che contiene primissime incarnazioni di canzoni come Caviar and Meths, Run of the Mill e Victim of Changes, si assicurano un contratto con la piccola e giovane Gull Records. Su suggerimento dell'etichetta, i Priest cercano un secondo chitarrista (cosa inconvenzionale all'epoca), e nella The Flying Hat Band trovano l'ultimo tassello mancante alla leggenda, ovvero il chitarrista Glenn Tipton. Stabilizzata la line-up, i Judas Priest registrano il loro album di debutto, Rocka Rolla (che presenta la prima di una lunga serie di copertine orride... un tappo di bottiglia con su scritto il titolo). L'album è ancora molto influenzato dal blues e soffre di una cattiva produzione, comunque non è affatto disprezzabile e contiene delle gemme nascoste, come la title track o Run of the Mill. Rob Halford si occupa anche dell'armonica, mentre viene fortunamente accantonata l'idea di una sezione di fiati... l'album successivo è del 1975 ed è il leggendario e famosissimo Sad Wings of Destiny: uno degli album con maggiore importanza per l'intera scena heavy metal, se non il più importante.
Alan Moore rientra alla batteria e suona in un album che contiene tantissimi classici dei Priest (la famosissima The Ripper, Victim of Changes, nata dall'unione tra una canzone di Al Atkins e una di Rob Halford, Dreamer Deceiver, Tyrant, Genocide giusto per citare alcuni brani) e che presenta un notevole indurimento del suono: i Judas Priest stavano iniziando a trovare la loro strada, stavano perfezionando sempre di più un genere inventato dai Black Sabbath. La situazione con la casa discografica però non è delle più idilliache: mancano i soldi e i fondi, quindi i Judas Priest sono costretti ad abbandonarla rinunciando per altro ai diritti sui primi due album... diritti sui quali la Gull si è costruita la pensione continuando a pubblicare ristampe dei primi due album travestendole da greatest hits e mascherandoli in tutti i modi possibili.
I Judas Priest vanno avanti comunque per la loro strada; prodotti dal bassista dei Deep Purple, Roger Glover, escono nel 1977 con l'ottimo Sin After Sin (Alan Moore nel frattempo è già andato via, lo rimpiazza Simon Phillips): la loro canzone probabilmente più dura sino a quel momento, ovvero Sinner, dà il via ad un altro album fenomenale ed eccezionale per i suoi tempi: Starbreaker, Dissident Aggressor, la commovente Here Come the Tears, nonchè il grande adattamento di Diamonds and Rust di Joan Baez, sono tutti altissimi momenti di questo grande album, che vede il suo pronto seguito nel 1978, con l'album Stained Class: quarto album, quarto batterista, stavolta il mancino Les Binks, che collaborerà alla stesura di un riff di una delle canzoni più famose e più belle dei Judas Priest, ovvero l'immortale ballata Beyond the Realms of Death.
L'album comunque (il più pesante sinora realizzato dalla band) ha tanti altri punti di forza come la title track, la devastante opener Exciter (l'inizio dello speed metal?), e la tristemente famosa Better by you, better than me, una cover che genererà moltissimi problemi al gruppo, come vedremo in seguito. L'album, per adesso, di problemi non ne dà, anzi; continua a spingere il gruppo sempre più alto, il nome Judas Priest inizia ad essere veramente importante, i duelli di chitarra tra Glenn Tipton e KK Downing iniziano ad infuriare, e su tutto si staglia la carismatica figura del frontman Rob Halford, col suo look da "eroe della motocicletta" che troverà la sua massima esaltazione nell'album successivo, ovvero (inutile dire "il famoso" o "lo storico", lo sono tutti!!!!) Killing Machine, che negli USA viene intitolato Hell Bent for Leather, come la canzone (una delle più famose del gruppo) che racconta di un "eroe della moto" e durante la quale esecuzione dal vivo Rob Halford fa il suo ingresso in scena guidando un'Harley!!!!
Sull'onda dell'ormai travolgente successo, i Judas Priest registrano nel 1979 il loro primo album live, ennesimo lp da definire "storico": Unleashed in the East, uno dei live più famosi e più criticati della storia... perchè infatti i vari overdubs in studio gli hanno valso, appunto, l'appellativo di Unleashed in the Studio (come andò in realtà fu che Rob Halford per via di un'influenza cantò malissimo, e quindi registrò da capo, in una tirata unica, come se fosse dal vivo, le sue parti). Ritocchi a parte, quest'album presenta i migliori successi del gruppo nella loro dirompente carica live, e costituisce un interessante e importantissimo documento storico di come suonassero i Judas Priest degli anni '70.
Arriva il 1980, Les Binks che era durato addirittura per due album in studio e uno dal vivo lascia (arriva Dave Holland, che suonerà per i Priest per tutti gli anni '80), e dalle fonderie della band di Birghingham esce British Steel, album della definitiva consacrazione anche a livello di MTV e di vendite, e che presenta tutti i loro brani più famosi e (termine da prendere con le molle, ovviamente) "commerciali": le ultraconosciute Breaking the Law e Living After Midnight, ma anche Metal Gods, Rapid Fire (altro albore di speed metal!), Grinder, United, tutte famosissime, tutte dentro in questo British Steel che consacra a veri e propri mostri sacri del genere i Judas Priest. Ormai la loro importanza e fama è planetaria, Rob Halford è un'icona e già una leggenda, e l'accoppiata KK Downing / Glenn Tipton è ormai una delle coppie di chitarristi più rispettata ed ammirata del lotto.
Dopo un tour tremendamente positivo di supporto a British Steel, i Judas Priest registrano nel 1981 Point of Entry, ovvero il loro primo passo falso. La sperimentazione verso sonorità più blues non riesce completamente, e a parte qualche episodio fortunato l'album si dimostra una mezza delusione.
Non passa molto tempo prima che i Judas Priest si riprendano: nel 1982 esce difatti Screaming for Vengeance, album che riporta la band sui corretti binari grazie a capolavori come Electric Eye (preceduta dall'intro per eccellenza, The Hellion), la title track, o l'inno You've got another thing comin', scritta all'ultimo momento come riempinastro e diventata in seguito la canzone più famosa del gruppo... anche i concerti iniziano a diventare mastodontici, Rob inizia il concerto con un braccio meccanico che lo porta metri e metri al di sopra del pubblico, e gli effetti pirotecnici si sprecano... era certamente in pieno corso l'era d'oro dei Judas Priest, per quel che riguardava la popolarità e anche le vendite.
L'onda del successo, già altissima, viene cavalcata con impeto anche nel 1984, con l'ennesimo album monumentale: Defenders of the Faith. il mostro Metallian troneggia sulla copertina di questo fenomenale lp che si apre con un doppio attacco, Freewheel Burning e Jawbreaker, capace di stendere chiunque, e che si snoda per capolavori come The Sentinel, la grande ballata Night Comes Down, o il combo finale Heavy Duty - Defenders of the Faith... il Metallian comparirà anche nei concerti del gruppo, dalla cui bocca uscirà Rob Halford per iniziare a cantare... altro esempio di come la spettacolarità la faceva da padrone nei concerti dei Judas Priest, che nel 1984 erano ormai mostruosamente famosi, importanti e ammirati. Dopo un periodo di riposo finito il tour di Defenders of the Faith, la band si riunisce per dare luce al prossimo album, e scrive così tante canzoni che si potrebbe fare un album doppio.
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