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La morte dell'Università

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  • La morte dell'Università

    Tutti parlano della riforma della scuola,
    ---si lamentano del maestro unico: giustissimo provvedimento invece, visto che non servono 3 professori per fare lezione a bambini delle elementari, e anzi il cambiamento porterà anche più responsabilità sulle spalle del singolo professore e quindi un suo minore menefreghismo (ora invece i 3 prof fanno a scarica barile uno con l'altro se gli alunni sono ignoranti)
    ---si lamentano della scuola separata per gli immigrati che non parlano la lingua, etichettando il provvedimento come razzismo; cioè, noi spendiamo soldi apposta per facilitare il loro apprendimento, e poi siamo razzisti? allora continuiamo così, con bravi studenti straniere che vengono in italia, vengono bocciati 2-3 volte perchè non conoscono la lingua e poi finiscono in qualche scuola professionale di quelle in cui si passano le giornate a rollare canne tanto per avere alla fine dei 5 (o a volte addirittura solo 3) anni il pezzo di carta e finire poi senza lavoro (ci sono invece altre scuole professionali che sono più serie. io parlo solo di quelle a tirare avanti)
    ---si lamentano del grembiule alle elementari, cosa che poi sarebbe anche facoltativa: bene, allora facciamo andare fin da subito i bambini a scuola a fare le sfilate di moda, facendo sentire a disagio chi invece non ha i vestitini di marca (che ormai 'sta cosa si sta espandendo anche alle elementari).

    questo lieve excursus iniziale per dire che tutti parlano e si lamentano della riforma alla scuola (elementare) ma nessun telegiornale parla o spiega chiaramente in che disastro stanno per mandare l'università italiana.

    ecco i provvedimenti:
    ---taglio di centinaia di milioni di euro, con la conseguenza che la didattica, non essendoci soldi per attività di laboratorio e cose del genere, ne risentirà grandemente.
    ---ogni 10 persone che se ne vanno (fra quelle che lavorano o in in generale stanno nell'ambiente accademico) una sola verrà assunta. Questo vuol dire che ragazzi laureati che sperano di diventare ricercatori avranno possibilità ancora più ridotte di quanto erano già ridotte prima
    ---abolite le scuole di specializzazione per insegnanti: i laureati che vogliano intraprendere la strada dell'insegnamento devono fare una scuola di specializzazione che li prepara ad insegnare. Ora questa scuola verrà abolita, ponendo i neo-laureati, privi delle conoscenze necessarie all'insegnamento, a trasmettere le loro conoscenze alle nuove generazioni
    ---trasformazione dell'Università in Fondazioni private, con la conseguenza che non esisteranno più università pubbliche, le tasse universitarie aumenteranno vertiginosamente (si pensi alla Bocconi di Milano, privata, che parte da un minimo di circa 4000 euro annui) e si decreterà la fine della libera ricerca. Ora infatti ogni università da spazio (esigue risorse economiche permettendo) alla libera scelta dell'oggetto su cui fare ricerca; con l'università diretta da ditte private le ricerche avranno un solo fine: fare soldi. Questo vuol dire che non si farà più ricerca per aumentare la nostra conoscenza, ma solo per trovare soluzioni pratiche a problemi immediati. Insomma, la fine della libera ricerca.

    L'università italiana già ora è fra gli ultimi posti in europa per quanto riguarda i soldi investiti nella ricerca, avremmo bisogno di un netto aumento di soldi, e invece che fanno? Drastico taglio ai fondi, ancora più di così!

    Inoltre con la privatizzazione dell'università e l'aumento delle tasse non tutti avranno più la possibilità di intraprendere una laurea, solo il ceto medio-alto potrà permetterselo, in alcuni casi anche con ardui sacrifici.

    A causa dei tagli e della conseguente precipitazione della didattica chi potrà permetterselo andrà a laurearsi all'estero, per cui molti auspicano non solo l'attuale ben nota fuga di cervelli, ma anche una fuga di studenti universitari (almeno per quelli che potranno permetterselo).

    Insomma uno schifo...

    Vi cito cosa dice a riguardo il blog di Beppe Grillo:
    Tagliare gli investimenti nella scuola equivale a segare il tronco di un albero stando seduti sul ramo più alto. Il futuro dell’Italia nasce nelle Università, nei licei, negli asili. Se ne uscirà spazzatura, il Paese rimarrà una discarica.
    Quando si parla di scuola si discute di occupazione, di ricercatori licenziati, di 50.000 insegnanti precari che rimarranno a casa. Sui nostri ragazzi però nessuno fiata. Sulle conseguenze per i loro studi. Meno investimenti vuol dire meno qualità, meno aule didattiche, meno laboratori, meno collegamenti in Rete, meno pc per gli studenti.
    In pochi anni siamo passati da Internet e Inglese del secondo governo Berlusconi (ricordate le tre I?) ai grembiulini della Gelmini del terzo governo Berlusconi. Il quarto, se ci sarà, introdurrà il pallottoliere in ogni classe.
    Lo psiconano taglia perché non ha più soldi. Non li ha per la scuola. Per altre spese invece il problema non sussiste.
    Catania, città fallita dell' ex sindaco Scapagnini, riceverà 150 milioni di euro. Non sarà neppure commissariata.
    Il Comune di Roma dissestato da Topo Gigio Veltroni ha ottenuto 500 milioni di euro per ripianare parte del deficit. E dal 2010 questa somma (CINQUECENTOMMILIONI) diventerà un finanziamento annuo permanente.
    Testa d’Asfalto non taglia le Province (da abolire), gli stipendi dei parlamentari (i più alti d’Europa), i parlamentari (il maggiore per numero di abitanti in Europa). Non accorpa i Comuni sotto i 5000 abitanti, non abolisce una delle Camere.
    Non può licenziare i politici e i loro portaborse.
    Agli studenti del Politecnico di Milano è arrivata una lettera per il nuovo Anno Accademico. Li informa che:
    “E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 112, che prevede per l’intero sistema universitario una forte riduzione del personale e del Fondo di Finanziamento Ordinario, ovvero di quelle risorse che ogni anno lo Stato investe nell’Università. Tale provvedimento comporterà per il Politecnico di Milano una notevole carenza di organico, e colpisce in particolar modo le aspettative di tutti quei collaboratori di ricerca che forniscono la loro opera in regime di precariato, in attesa dell’opportunità di un concorso. Rispetto alla riduzione dei fondi poi è evidente come il taglio stimato per l’Ateneo tra i 20 ed i 40 milioni di euro potrà incidere sulla sua politica nella didattica, nella ricerca e nello sviluppo.”
    Il federalismo fiscale della Lega sta producendo i suoi effetti. Fondi ai comuni del Sud falliti, tagli alle Università del Nord.

  • #2
    Questo decreto spazzatura sta eliminando l'unica istituzione che può risollevarci dalla latrina di Paese che siamo diventati. Complimenti Psiconano, non hai mancato nulla.
    Poi parlando di fuga di cervelli...

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    • #3
      Trovo inutile protestare, tanto su alcuni punti è talmente controversa che non passerà mai.

      Elusys

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