Per tanto tempo, Toriyama è stato conosciuto come l'autore di Dragon Ball, mentre qualcun altro cataloga Toriyama come un autore comico, nella maniera più assoluta.
In realtà neanche la definizione di "autore comico" gli calza a pennello: Toriyama, a tutto tondo, è stato in realtà "solo" un ottimo disegnatore e designer, che per 16 anni circa è riuscito a farsi apprezzare da una vasta platea di lettori (e non solo) grazie al suo stile inconfondibile. Non vedo un thread che ne parli, tanto vale aprirlo una volta per tutte.
Gli inizi
Una premessa, come al solito: dei suoi inizi è Toriyama stesso a parlarne, nelle raccolte delle sue storie brevi, pubblicate (ovviamente) anche in italiano. L'ultima edizione italiana di queste raccolte è "Akira Toriyama Menù a la Carte", che in due volumi raccoglie tutte le storie brevi pubblicate finora in Giappone, in formato bunkoban. Come fatto con l'Evergreen Edition di DB, anche in questa edizione c'è stata una nuova opera di traduzione. Ma cominciamo.
Come noto, Toriyama aveva lavorato per due anni e mezzo in una compagnia di design, esperienza che per lui sarà tanto formativa quanto sgradevole. Dopo essersi licenziato si butta sui manga, e prova a vincere un concorso indetto da Monthly Young Jump con una storia chiamata Awawa World (un gag manga autoconclusivo ambientato nel Giappone medioevale). Non vince il premio e ritenta in una nuova edizione del concorso con Mysterious Rain Jack (un altro gag manga, e sostanzialmente una parodia di Star Wars).
Per quello che è possibile giudicare (di entrambi ci sono in circolazione solo poche tavole, per ora) sono due lavori orrendi e grezzi, per quanto conservino le trovate di Toriyama: il secondo sarà il lavoro grazie a cui, pur non vincendo il concorso, diventa un mangaka alla tenera età di 23 anni; viene infatti preso sotto l'ala di un editor della Shueisha, Kazuhiko Torishima (che ha appena 2 anni più di lui), colpito dalle onomatopee scritte in romaji (che erano originali e avevano un impatto brillante).
Così, Toriyama studierà presso il suo editore come mangaka, facendo pubblicare inizialmente solo alcuni fumetti comici. Che un aspirante mangaka studi presso il suo editor è una procedura completamente atipica, tuttavia il connubio tra i due sarà fruttifero, in quanto entrambi riescono ad assorbire vari aspetti del lavoro di un mangaka, creando però, allo stesso tempo, qualcosa di nuovo. Dei due, Toriyama è il disegnatore dotato (quanto cretino) che nelle sue storie riesce a trovare prima o poi qualcosa di appagante, Torishima è quello che lo sprona a dare sempre il meglio (rifiutando incessantemente quello che non ritiene interessante) e che può, meglio del suo assistito, intuire i gusti del pubblico.
Ad ogni modo, l'ascesa di Toriyama come mangaka non è costante, anzi.
Per mesi, varie storie di Toriyama vengono prontamente rifiutate dal suo editor, sino a quando gli fa pubblicare il suo primo lavoro: Wonder Island è uno sketch demenziale con protagonista un soldato giapponese che vuole andarsene dalla stramba isola in cui è precipitato durante la seconda guerra mondiale, ma, seppur originale, questa storia non riceve alcuna considerazione. Sarà così anche per Wonder Island 2, ambientato stavolta in un grottesco commissariato di polizia.
Messosi di impegno (per puro orgoglio) per migliorare come mangaka, i suoi lavori tuttavia vengono continuamente respinti dal suo editore, a parte Hairai Jima (noto come "una giornata ad Highlight Island") che comunque non ottiene ancora una volta molta considerazione. Tuttavia, Toriyama azzecca la successiva storia, Tomato Girl Detective, e soprattutto il personaggio femminile del titolo (dietro richiesta di Torishima).
Dr. Slump
Così, sulla base di questi due ultimi lavori, nasce Dr. Slump.
In soldoni, Dr. Slump è una serie sci-fi demenziale: Toriyama stesso scherza sul fatto che è un manga completamente stupido, ma le gag e le battute vengono sparate una dopo l'altra ad un ritmo vertiginoso, e situazioni e parte dei personaggi sono così energici e dementi da risultare irresistibili. Toriyama si diverte spudoratamente a parodizzare, una dopo l'altra, diverse icone storico-popolari e tutte le convenzioni narrative possibili (quarto muro compreso), e il pubblico lo seguirà sempre più divertito e numeroso.
Le storie (che vanno dal semplice sketch comico a fumetti, ad avventure autoconclusive lunghe quanto una mini-saga) hanno come protagonisti Senbei Norimaki, un inventore geniale con un lato da perdente, e Arale la sua bambina robot, dotata di una forza e di un'energia travolgente e incontrollabile e un animo infantile. La serie è ambientata in una cittadina fuori mano detta Villaggio Pinguino. Toriyama basa Senbei Norimaki su sé stesso (un pervertito che ha idee tanto semplici, quanto grandiose e geniali, ma sulle quali perde spesso ogni controllo) e disegna Arale rovesciando come sempre lo stereotipo in voga (in questo caso, quello della ragazzina attraente e indifesa).
Toriyama pensava che la storia non sarebbe durata che pochi capitoli, ma con sua grandissima sorpresa, il personaggio di Arale diventa ben presto amatissimo, e la serie un successo clamoroso. Con il passare dei capitoli, altri personaggi sempre più improbabili si aggiungeranno sia nella casa di Senbei (come Gacchan, il compagno di giochi di Arale) che nel Villaggio Pinguino: uno scienziato da burletta che cerca di dominare il mondo eliminando i Norimaki, i compagni di scuola di Arale e i loro genitori, persino divinità scese sulla Terra... ma in realtà qualsiasi cosa può parlare e far parte della storia, anche le invenzioni di Senbei (e anche le cacche che Arale ama stuzzicare!). Altri personaggi ancora verranno conosciuti nelle tante avventure dei Norimaki.
Dr. Slump non è l'opera più matura di Toriyama (figuriamoci), e probabilmente nemmeno la migliore, ma bisogna ammettere che Dr. Slump è l'opera più vicina all'indole di Toriyama, e che tutta l'immaginazione di Toriyama è condensata nei circa 240 capitoli che costituiscono l'opera. E intendo TUTTA, ben oltre quelle 4-5 citazioni che si trovano su DBA nell'angolo del Boyakkate o come si chiama... quella è solo la roba più macroscopica che si trova tra gli ultimi volumi. Toriyama infatti ritornerà non solo in Dragon Ball, ma anche in altri lavori successivi a riproporre in altre salse quanto aveva già mostrato in questa serie.
Dopo circa una cinquantina di capitoli, Toriyama ha ormai rifinito il suo stile grafico... e i capitoli dell'opera, a carattere situazionale, hanno sempre più successo.
Ma poco oltre la metà dell'opera, Toriyama è sempre più in crisi di idee (su sua stessa ammissione, e nel suo stesso fumetto!), il suo repertorio comico si sta ormai prosciugando. Già prima era arrivato a proporre anche sé stesso come personaggio dell'opera (in quanto autore), i suoi assistenti (!), e il suo editore come antagonista. Andrà avanti introducendo nuovi personaggi (come gli Tsun), proponendo capitoli "speciali" in cui i personaggi interpretano favole e storie molto conosciute (e nei tanbokon, degli omake che spesso sono più gustosi dei capitoli in cui si interpongono), ma soprattutto allungando sempre più le varie avventure dei Norimaki: con la comparsa di Obotchaman siamo ormai a ritmi più simili a quelli di Dragon Ball.
Questo anche perché Torishima si è accorto che la popolarità per Dr. Slump addirittura aumenta, quando ci sono storie da più capitoli, soprattutto quando c'è una competizione sullo sfondo come il Grand Prix del Villaggio Pinguino o il Torneo Sekaichi.
Verso Dragon Ball
Proprio per questa crisi di idee, lui e Torishima sonderanno il pubblico con altre storie autoconclusive (cosa comune per un mangaka della sua generazione). Pola & Roid è un'altra parodia di Star Wars con cui aveva vinto un contest che gli aveva dato la possibilità di viaggiare in Europa, con Escape aveva portato al livello successivo il suo stile grafico.
Ora, con le sue nuove storie cerca di sperimentare nuove atmosfere e nuovi soggetti: con Mad Matic mescola il fantastico con i mecha, con Pink ritorna a soggetti in parte già visti con Mysterious Rain Jack (a partire dal sottotitolo), Chobit è essenzialmente una raccolta di gag scritta in fretta e in furia per cercare di vincere un altro contest, ma a parte il protagonista dalla faccia quasi identica a quella di Goku non si segnala per niente, come del resto con le altre storie. Da segnalare anche "Scuola di Manga" dove Toriyama (ironicamente) dà lezioni di disegno a bambini aspiranti mangaka. Anche da lì, si capisce come il suo umorismo sia basato da gag tanto semplici quanto puerili, e come il suo stile di disegno sia ispirato da... la sua pigrizia: predilige i deserti come ambientazione perché disegnare le città è troppo complesso, disegna balloon giganteschi in disegni a campo largo, solo per scriverci quattro parole (e quindi risparmiare tempo), toglie appena possibile particolari ricorrenti ed ingombranti per non doverli disegnare in continuazione, basa personaggi su suoi colleghi e su stesso perché è più facile ed immediato, e così via.
Le sue storie brevi comunque non ricevono grande considerazione (lo stesso Toriyama del resto, ammetterà in tempi recenti che a lui, ormai, questo tipo di lavori provocano quasi solo imbarazzo), sino a Dragon Boy: in questa storia Toriyama riesce ad unire un'ambientazione caratterizzata, umorismo, suspance, colpi di scena ed arti marziali. È un sostanziale cambio di rotta rispetto a Dr. Slump e alle sue precedenti storie autoconclusive, e finalmente funziona. Poco dopo Toriyama pubblica anche Le avventure di Tongpoo, virando stavolta verso il fantascientifico (con chiari richiami ad Alien): anche questa storia vedrà, in netto anticipo, parte del background di Dragon Ball.
In realtà neanche la definizione di "autore comico" gli calza a pennello: Toriyama, a tutto tondo, è stato in realtà "solo" un ottimo disegnatore e designer, che per 16 anni circa è riuscito a farsi apprezzare da una vasta platea di lettori (e non solo) grazie al suo stile inconfondibile. Non vedo un thread che ne parli, tanto vale aprirlo una volta per tutte.
Gli inizi
Una premessa, come al solito: dei suoi inizi è Toriyama stesso a parlarne, nelle raccolte delle sue storie brevi, pubblicate (ovviamente) anche in italiano. L'ultima edizione italiana di queste raccolte è "Akira Toriyama Menù a la Carte", che in due volumi raccoglie tutte le storie brevi pubblicate finora in Giappone, in formato bunkoban. Come fatto con l'Evergreen Edition di DB, anche in questa edizione c'è stata una nuova opera di traduzione. Ma cominciamo.
Come noto, Toriyama aveva lavorato per due anni e mezzo in una compagnia di design, esperienza che per lui sarà tanto formativa quanto sgradevole. Dopo essersi licenziato si butta sui manga, e prova a vincere un concorso indetto da Monthly Young Jump con una storia chiamata Awawa World (un gag manga autoconclusivo ambientato nel Giappone medioevale). Non vince il premio e ritenta in una nuova edizione del concorso con Mysterious Rain Jack (un altro gag manga, e sostanzialmente una parodia di Star Wars).
Per quello che è possibile giudicare (di entrambi ci sono in circolazione solo poche tavole, per ora) sono due lavori orrendi e grezzi, per quanto conservino le trovate di Toriyama: il secondo sarà il lavoro grazie a cui, pur non vincendo il concorso, diventa un mangaka alla tenera età di 23 anni; viene infatti preso sotto l'ala di un editor della Shueisha, Kazuhiko Torishima (che ha appena 2 anni più di lui), colpito dalle onomatopee scritte in romaji (che erano originali e avevano un impatto brillante).
Così, Toriyama studierà presso il suo editore come mangaka, facendo pubblicare inizialmente solo alcuni fumetti comici. Che un aspirante mangaka studi presso il suo editor è una procedura completamente atipica, tuttavia il connubio tra i due sarà fruttifero, in quanto entrambi riescono ad assorbire vari aspetti del lavoro di un mangaka, creando però, allo stesso tempo, qualcosa di nuovo. Dei due, Toriyama è il disegnatore dotato (quanto cretino) che nelle sue storie riesce a trovare prima o poi qualcosa di appagante, Torishima è quello che lo sprona a dare sempre il meglio (rifiutando incessantemente quello che non ritiene interessante) e che può, meglio del suo assistito, intuire i gusti del pubblico.
Ad ogni modo, l'ascesa di Toriyama come mangaka non è costante, anzi.
Per mesi, varie storie di Toriyama vengono prontamente rifiutate dal suo editor, sino a quando gli fa pubblicare il suo primo lavoro: Wonder Island è uno sketch demenziale con protagonista un soldato giapponese che vuole andarsene dalla stramba isola in cui è precipitato durante la seconda guerra mondiale, ma, seppur originale, questa storia non riceve alcuna considerazione. Sarà così anche per Wonder Island 2, ambientato stavolta in un grottesco commissariato di polizia.
Messosi di impegno (per puro orgoglio) per migliorare come mangaka, i suoi lavori tuttavia vengono continuamente respinti dal suo editore, a parte Hairai Jima (noto come "una giornata ad Highlight Island") che comunque non ottiene ancora una volta molta considerazione. Tuttavia, Toriyama azzecca la successiva storia, Tomato Girl Detective, e soprattutto il personaggio femminile del titolo (dietro richiesta di Torishima).
Dr. Slump
Così, sulla base di questi due ultimi lavori, nasce Dr. Slump.
In soldoni, Dr. Slump è una serie sci-fi demenziale: Toriyama stesso scherza sul fatto che è un manga completamente stupido, ma le gag e le battute vengono sparate una dopo l'altra ad un ritmo vertiginoso, e situazioni e parte dei personaggi sono così energici e dementi da risultare irresistibili. Toriyama si diverte spudoratamente a parodizzare, una dopo l'altra, diverse icone storico-popolari e tutte le convenzioni narrative possibili (quarto muro compreso), e il pubblico lo seguirà sempre più divertito e numeroso.
Le storie (che vanno dal semplice sketch comico a fumetti, ad avventure autoconclusive lunghe quanto una mini-saga) hanno come protagonisti Senbei Norimaki, un inventore geniale con un lato da perdente, e Arale la sua bambina robot, dotata di una forza e di un'energia travolgente e incontrollabile e un animo infantile. La serie è ambientata in una cittadina fuori mano detta Villaggio Pinguino. Toriyama basa Senbei Norimaki su sé stesso (un pervertito che ha idee tanto semplici, quanto grandiose e geniali, ma sulle quali perde spesso ogni controllo) e disegna Arale rovesciando come sempre lo stereotipo in voga (in questo caso, quello della ragazzina attraente e indifesa).
Toriyama pensava che la storia non sarebbe durata che pochi capitoli, ma con sua grandissima sorpresa, il personaggio di Arale diventa ben presto amatissimo, e la serie un successo clamoroso. Con il passare dei capitoli, altri personaggi sempre più improbabili si aggiungeranno sia nella casa di Senbei (come Gacchan, il compagno di giochi di Arale) che nel Villaggio Pinguino: uno scienziato da burletta che cerca di dominare il mondo eliminando i Norimaki, i compagni di scuola di Arale e i loro genitori, persino divinità scese sulla Terra... ma in realtà qualsiasi cosa può parlare e far parte della storia, anche le invenzioni di Senbei (e anche le cacche che Arale ama stuzzicare!). Altri personaggi ancora verranno conosciuti nelle tante avventure dei Norimaki.
Dr. Slump non è l'opera più matura di Toriyama (figuriamoci), e probabilmente nemmeno la migliore, ma bisogna ammettere che Dr. Slump è l'opera più vicina all'indole di Toriyama, e che tutta l'immaginazione di Toriyama è condensata nei circa 240 capitoli che costituiscono l'opera. E intendo TUTTA, ben oltre quelle 4-5 citazioni che si trovano su DBA nell'angolo del Boyakkate o come si chiama... quella è solo la roba più macroscopica che si trova tra gli ultimi volumi. Toriyama infatti ritornerà non solo in Dragon Ball, ma anche in altri lavori successivi a riproporre in altre salse quanto aveva già mostrato in questa serie.
Dopo circa una cinquantina di capitoli, Toriyama ha ormai rifinito il suo stile grafico... e i capitoli dell'opera, a carattere situazionale, hanno sempre più successo.
Ma poco oltre la metà dell'opera, Toriyama è sempre più in crisi di idee (su sua stessa ammissione, e nel suo stesso fumetto!), il suo repertorio comico si sta ormai prosciugando. Già prima era arrivato a proporre anche sé stesso come personaggio dell'opera (in quanto autore), i suoi assistenti (!), e il suo editore come antagonista. Andrà avanti introducendo nuovi personaggi (come gli Tsun), proponendo capitoli "speciali" in cui i personaggi interpretano favole e storie molto conosciute (e nei tanbokon, degli omake che spesso sono più gustosi dei capitoli in cui si interpongono), ma soprattutto allungando sempre più le varie avventure dei Norimaki: con la comparsa di Obotchaman siamo ormai a ritmi più simili a quelli di Dragon Ball.
Questo anche perché Torishima si è accorto che la popolarità per Dr. Slump addirittura aumenta, quando ci sono storie da più capitoli, soprattutto quando c'è una competizione sullo sfondo come il Grand Prix del Villaggio Pinguino o il Torneo Sekaichi.
Verso Dragon Ball
Proprio per questa crisi di idee, lui e Torishima sonderanno il pubblico con altre storie autoconclusive (cosa comune per un mangaka della sua generazione). Pola & Roid è un'altra parodia di Star Wars con cui aveva vinto un contest che gli aveva dato la possibilità di viaggiare in Europa, con Escape aveva portato al livello successivo il suo stile grafico.
Ora, con le sue nuove storie cerca di sperimentare nuove atmosfere e nuovi soggetti: con Mad Matic mescola il fantastico con i mecha, con Pink ritorna a soggetti in parte già visti con Mysterious Rain Jack (a partire dal sottotitolo), Chobit è essenzialmente una raccolta di gag scritta in fretta e in furia per cercare di vincere un altro contest, ma a parte il protagonista dalla faccia quasi identica a quella di Goku non si segnala per niente, come del resto con le altre storie. Da segnalare anche "Scuola di Manga" dove Toriyama (ironicamente) dà lezioni di disegno a bambini aspiranti mangaka. Anche da lì, si capisce come il suo umorismo sia basato da gag tanto semplici quanto puerili, e come il suo stile di disegno sia ispirato da... la sua pigrizia: predilige i deserti come ambientazione perché disegnare le città è troppo complesso, disegna balloon giganteschi in disegni a campo largo, solo per scriverci quattro parole (e quindi risparmiare tempo), toglie appena possibile particolari ricorrenti ed ingombranti per non doverli disegnare in continuazione, basa personaggi su suoi colleghi e su stesso perché è più facile ed immediato, e così via.
Le sue storie brevi comunque non ricevono grande considerazione (lo stesso Toriyama del resto, ammetterà in tempi recenti che a lui, ormai, questo tipo di lavori provocano quasi solo imbarazzo), sino a Dragon Boy: in questa storia Toriyama riesce ad unire un'ambientazione caratterizzata, umorismo, suspance, colpi di scena ed arti marziali. È un sostanziale cambio di rotta rispetto a Dr. Slump e alle sue precedenti storie autoconclusive, e finalmente funziona. Poco dopo Toriyama pubblica anche Le avventure di Tongpoo, virando stavolta verso il fantascientifico (con chiari richiami ad Alien): anche questa storia vedrà, in netto anticipo, parte del background di Dragon Ball.
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