é un orrore! O_o é la prima fic su Dragon ball che ho scritto ed é stata buttata giù in tutta fretta! =__= Spero cmq ke nn sia così terribile come credo!
About a Gohan and Piccolo
L’aria che gli accarezzava il viso era tiepida e annunciava l’imminente arrivo della primavera.
Piccolo aprì un occhio e osservò il paesaggio notturno sotto di sé,che si estendeva solitario per migliaia di kilometri...era una visione così spettacolare che chiunque avrebbe provato una sensazione di pace e armonia.
Non era così.
Non per lui.
Capiva che la storia non si basava su presentimenti,ma quello che gli pulsava nelle vene era una sensazione talmente sgradevole che era impossibile ignorarla.
Qualcosa non andava...
Forse un nuovo nemico?
Sentì dei passi dietro di sé e si voltò fulminio,pronto a colpire...ma davanti a chi era arrivato abbassò ogni difesa.
-Ah...sei tu...-
Mormorò,prima di tornare nella stessa posizione di prima,con gli occhi chiusi.
Gohan lo osservò in silenzio,stupito.
Perché mai aveva reagito con tanta irruenza?
Credeva che fosse un nemico?
-Cosa c’é che non va?-
Domandò timidamente il bambino sedendosi accanto a lui,con le gambe penzoloni nel vuoto.
Piccolo lo guardò con la coda dell’occhio,prima di sospirare un “niente” poco convinto.
Gli occhi scuri di Gohan si posarono sul profilo crucciato di Piccolo.
-Se...insomma...-
Non sapeva come formulare il pensiero senza apparire ridicolo.
Insomma,Piccolo era in grado di badare a se stesso! Che bisogno aveva lui,mocciosetto di sei anni,di dirgli: “Se hai un problema magari posso aiutarti a risolverlo”?
Piccolo notò l’indecisione del bambino e concentrò il suo sguardo su Gohan,incuriosito.
-Che hai da fare quella faccia?-
Domandò burbero. Il bambino,scosso dai suoi pensieri,lo guardò smarrito,ingoiando il resto della frase.
-Non importa-
Rispose mesto,osservando le stelle.
Piccolo stava per ribattere quando un’aura sconosciuta occupò ogni suo pensiero.
Anche Gohan se ne accorse e balzò in piedi,guardandosi intorno,ogni muscolo teso per fronteggiare una possibile battaglia.
Per una manciata di secondi non accadde nulla e l’unico rumore intorno a loro era il fruscio del vento.
Un fruscio più forte degli altri...e una figura coperta da un grande mantello comparve a pochi metri da loro,sorridendo maligna.
-Chi non muore si rivede eh,Piccolo?-
Gohan spostò il suo sguardo dal nuovo arrivato al suo maestro,che aveva un’espressione stupita quanto la sua.
-Cosa vuoi?-
Ringhiò,ignorando l’espressione attonita e desiderosa di risposte da parte di Gohan.
-Bhé,il motivo é un classico direi...vendetta!-
Una risata amara spezzò l’aria ma,con grande stupore dei presenti,non proveniva dal nuovo arrivato...ma da Piccolo.
-Vendetta? Tu? Certo,hai un’aura niente male...ma non sei così potente da permetterti l’arroganza di sfidarmi. Non dureresti due minuti-
La figura scosse la testa,si abbassò il cappuccio e mostrò il suo viso.
Gohan rimase a bocca aperta.
Era una ragazza!
Ma...il suo viso...era così rovinato...così vecchio...
-Non esiste solo la forza fisica. Si può battere un nemico in maniera molto più facile...e comoda!-
Disse con l’ombra di un sorriso,facendo ondeggiare i suoi folti capelli rossi.
Piccolo si fece serio e la guardò.
-Io non ti conosco. Cosa vuoi da me?-
-Mi conosci fin troppo bene invece...anche se sono passati diversi anni,lo ammetto...-
Piccolo provò a scavare tra i suoi ricordi ma quel viso proprio non gli diceva niente.
Vedendolo indeciso,la ragazza fece schioccare la lingua infastidita.
-Il mio nome é Kurin. E tu hai sterminato tutta la mia famiglia più di diciotto anni fa-
Gohan guardò il suo maestro che non tradiva alcuna emozione.
-Ero solo un moccioso all’epoca-
Ribatté non staccando gli occhi da quelli color smeraldo di Kurin.
-Questo però non ti impedì di fare una strage nel mio villaggio! Tu forse non ricordi...-
Ad ogni parola si avvicinava sempre di più al namecciano.
-Ma le grida degli abitanti distrutti dalla tua furia sono ancora ben presenti nella mia mente,così come le ultime parole di mio padre...ti invocava pietà...ma tu lo hai ammazzato come un cane rognoso,senza un’esitazione!-
Ora la ragazza era davanti a Piccolo e lo fissava minacciosa dal basso verso l’alto.
-Ho passato la mia vita a prepararmi per questo incontro...sarò io a sconfiggerti...e nel peggiore dei modi!-
Piccolo era sconcertato.
Non ricordava assolutamente quel fatto...certo,quando era un moccioso aveva distrutto parecchi villaggi ma non ricordava di aver mai compiuto una strage come dipingeva la ragazzina davanti a lui.
-Senti io non so veramente di cosa...-
Un sorrisetto illuminò il viso della ragazza e poco dopo Piccolo si ritrovò schiena a terra,con la ragazza seduta comodamente sul suo stomaco.
Superato il primo momento di sconcerto il namecciano cercò di liberarsi...ma c’era qualcosa che non andava.
I suoi occhi erano incollati in quelli smeraldo della ragazzina...non riusciva a staccarli...era come affondare in un oceano di pace verde/azzurro.
Gohan osservò atterrito il suo maestro afflosciarsi al suolo,con gli occhi vuoti.
Cercò di correre da lui ma Kurin glielo impedì,afferrandolo per la casacca e sollevandolo senza alcuna fatica.
-Non si svegliano i bambini quando dormono...-
Gli soffiò queste parole a pochi centimetri dall’orecchio...e le palpebre di Gohan divennero improvvisamente pesanti...una parte della sua mente era conscia del fatto che piccolo era in pericolo...che bisognava restare svegli e fronteggiare il nemico...ma il torpore del sonno era così piacevole...così invitante...
Kurin sorrise malignamente e sbatté il ragazzino addormentato a terra.
Era stato più facile del previsto.
-Buon incubo mio caro-
Disse,rivolta a Piccolo,prima di sedersi su un masso e aspettare che la sua magia facesse effetto.
Tutto intorno a lui non c’era nient’altro che oscurità.
Piccolo socchiuse gli occhi cercando di capire almeno dove si trovava.
Niente.
Intorno a lui c’era il nulla assoluto.
Nessun rumore,nessuna vibrazione,niente di niente.
Ad un tratto Piccolo sentì una presenza alla sue spalle e si voltò di scatto,rimanendo interdetto per un attimo.
Quello che aveva davanti era ... la sua copia! Era come se qualcuno lo avesse dipinto aggiungendo al ritratto alcuni errori volontari. Quest’altro Piccolo aveva gli occhi venati di rosso e un’espressione diabolica.
-Chi sei?-
domandò il vero namecciano alla copia.
Questa lo guardò con aria assente,dando la risposta più ovvia che ci si potesse aspettare:
-Io sono te...il vero te!-
Piccolo si preparò a combattere,il cuore che pulsava furioso in fondo al suo petto.
-Non sopporto questi giochi...cosa vuoi?-
-Naturalmente riprendere ciò che é mio...tu non sei null’altro che un lembo del mio spirito diabolico che si é fatto strada quando io ero troppo debole per controllare il corpo...-
-Non dire sciocchezze!!-
Ringhiò Piccolo,mentre un rivolo di sudore gli colava lungo un sopracciglio.
-Tu hai dimenticato chi sei. E soprattutto hai dimenticato qual’é la tua missione...guarda...-
About a Gohan and Piccolo
L’aria che gli accarezzava il viso era tiepida e annunciava l’imminente arrivo della primavera.
Piccolo aprì un occhio e osservò il paesaggio notturno sotto di sé,che si estendeva solitario per migliaia di kilometri...era una visione così spettacolare che chiunque avrebbe provato una sensazione di pace e armonia.
Non era così.
Non per lui.
Capiva che la storia non si basava su presentimenti,ma quello che gli pulsava nelle vene era una sensazione talmente sgradevole che era impossibile ignorarla.
Qualcosa non andava...
Forse un nuovo nemico?
Sentì dei passi dietro di sé e si voltò fulminio,pronto a colpire...ma davanti a chi era arrivato abbassò ogni difesa.
-Ah...sei tu...-
Mormorò,prima di tornare nella stessa posizione di prima,con gli occhi chiusi.
Gohan lo osservò in silenzio,stupito.
Perché mai aveva reagito con tanta irruenza?
Credeva che fosse un nemico?
-Cosa c’é che non va?-
Domandò timidamente il bambino sedendosi accanto a lui,con le gambe penzoloni nel vuoto.
Piccolo lo guardò con la coda dell’occhio,prima di sospirare un “niente” poco convinto.
Gli occhi scuri di Gohan si posarono sul profilo crucciato di Piccolo.
-Se...insomma...-
Non sapeva come formulare il pensiero senza apparire ridicolo.
Insomma,Piccolo era in grado di badare a se stesso! Che bisogno aveva lui,mocciosetto di sei anni,di dirgli: “Se hai un problema magari posso aiutarti a risolverlo”?
Piccolo notò l’indecisione del bambino e concentrò il suo sguardo su Gohan,incuriosito.
-Che hai da fare quella faccia?-
Domandò burbero. Il bambino,scosso dai suoi pensieri,lo guardò smarrito,ingoiando il resto della frase.
-Non importa-
Rispose mesto,osservando le stelle.
Piccolo stava per ribattere quando un’aura sconosciuta occupò ogni suo pensiero.
Anche Gohan se ne accorse e balzò in piedi,guardandosi intorno,ogni muscolo teso per fronteggiare una possibile battaglia.
Per una manciata di secondi non accadde nulla e l’unico rumore intorno a loro era il fruscio del vento.
Un fruscio più forte degli altri...e una figura coperta da un grande mantello comparve a pochi metri da loro,sorridendo maligna.
-Chi non muore si rivede eh,Piccolo?-
Gohan spostò il suo sguardo dal nuovo arrivato al suo maestro,che aveva un’espressione stupita quanto la sua.
-Cosa vuoi?-
Ringhiò,ignorando l’espressione attonita e desiderosa di risposte da parte di Gohan.
-Bhé,il motivo é un classico direi...vendetta!-
Una risata amara spezzò l’aria ma,con grande stupore dei presenti,non proveniva dal nuovo arrivato...ma da Piccolo.
-Vendetta? Tu? Certo,hai un’aura niente male...ma non sei così potente da permetterti l’arroganza di sfidarmi. Non dureresti due minuti-
La figura scosse la testa,si abbassò il cappuccio e mostrò il suo viso.
Gohan rimase a bocca aperta.
Era una ragazza!
Ma...il suo viso...era così rovinato...così vecchio...
-Non esiste solo la forza fisica. Si può battere un nemico in maniera molto più facile...e comoda!-
Disse con l’ombra di un sorriso,facendo ondeggiare i suoi folti capelli rossi.
Piccolo si fece serio e la guardò.
-Io non ti conosco. Cosa vuoi da me?-
-Mi conosci fin troppo bene invece...anche se sono passati diversi anni,lo ammetto...-
Piccolo provò a scavare tra i suoi ricordi ma quel viso proprio non gli diceva niente.
Vedendolo indeciso,la ragazza fece schioccare la lingua infastidita.
-Il mio nome é Kurin. E tu hai sterminato tutta la mia famiglia più di diciotto anni fa-
Gohan guardò il suo maestro che non tradiva alcuna emozione.
-Ero solo un moccioso all’epoca-
Ribatté non staccando gli occhi da quelli color smeraldo di Kurin.
-Questo però non ti impedì di fare una strage nel mio villaggio! Tu forse non ricordi...-
Ad ogni parola si avvicinava sempre di più al namecciano.
-Ma le grida degli abitanti distrutti dalla tua furia sono ancora ben presenti nella mia mente,così come le ultime parole di mio padre...ti invocava pietà...ma tu lo hai ammazzato come un cane rognoso,senza un’esitazione!-
Ora la ragazza era davanti a Piccolo e lo fissava minacciosa dal basso verso l’alto.
-Ho passato la mia vita a prepararmi per questo incontro...sarò io a sconfiggerti...e nel peggiore dei modi!-
Piccolo era sconcertato.
Non ricordava assolutamente quel fatto...certo,quando era un moccioso aveva distrutto parecchi villaggi ma non ricordava di aver mai compiuto una strage come dipingeva la ragazzina davanti a lui.
-Senti io non so veramente di cosa...-
Un sorrisetto illuminò il viso della ragazza e poco dopo Piccolo si ritrovò schiena a terra,con la ragazza seduta comodamente sul suo stomaco.
Superato il primo momento di sconcerto il namecciano cercò di liberarsi...ma c’era qualcosa che non andava.
I suoi occhi erano incollati in quelli smeraldo della ragazzina...non riusciva a staccarli...era come affondare in un oceano di pace verde/azzurro.
Gohan osservò atterrito il suo maestro afflosciarsi al suolo,con gli occhi vuoti.
Cercò di correre da lui ma Kurin glielo impedì,afferrandolo per la casacca e sollevandolo senza alcuna fatica.
-Non si svegliano i bambini quando dormono...-
Gli soffiò queste parole a pochi centimetri dall’orecchio...e le palpebre di Gohan divennero improvvisamente pesanti...una parte della sua mente era conscia del fatto che piccolo era in pericolo...che bisognava restare svegli e fronteggiare il nemico...ma il torpore del sonno era così piacevole...così invitante...
Kurin sorrise malignamente e sbatté il ragazzino addormentato a terra.
Era stato più facile del previsto.
-Buon incubo mio caro-
Disse,rivolta a Piccolo,prima di sedersi su un masso e aspettare che la sua magia facesse effetto.
Tutto intorno a lui non c’era nient’altro che oscurità.
Piccolo socchiuse gli occhi cercando di capire almeno dove si trovava.
Niente.
Intorno a lui c’era il nulla assoluto.
Nessun rumore,nessuna vibrazione,niente di niente.
Ad un tratto Piccolo sentì una presenza alla sue spalle e si voltò di scatto,rimanendo interdetto per un attimo.
Quello che aveva davanti era ... la sua copia! Era come se qualcuno lo avesse dipinto aggiungendo al ritratto alcuni errori volontari. Quest’altro Piccolo aveva gli occhi venati di rosso e un’espressione diabolica.
-Chi sei?-
domandò il vero namecciano alla copia.
Questa lo guardò con aria assente,dando la risposta più ovvia che ci si potesse aspettare:
-Io sono te...il vero te!-
Piccolo si preparò a combattere,il cuore che pulsava furioso in fondo al suo petto.
-Non sopporto questi giochi...cosa vuoi?-
-Naturalmente riprendere ciò che é mio...tu non sei null’altro che un lembo del mio spirito diabolico che si é fatto strada quando io ero troppo debole per controllare il corpo...-
-Non dire sciocchezze!!-
Ringhiò Piccolo,mentre un rivolo di sudore gli colava lungo un sopracciglio.
-Tu hai dimenticato chi sei. E soprattutto hai dimenticato qual’é la tua missione...guarda...-
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