Visti alcuni miei proggetti, onde evitare guai legali, ho fatto un giretto su Internet per capire come funzionano alcune cose...
Questo uno spezzone da un articolo interessante (che potete trovare integralmente qui: http://www.liberliber.it/biblioteca/...html/testo.htm ) :
....
Ma il mio obiettivo non è quello di capire i manga. È quello di descrivere una variante sui manga che, dal punto di vista di un avvocato, appare strana, ma che dal punto di vista di Disney è invece piuttosto familiare.
Si tratta del fenomeno dei doujinshi. Anche questi sono fumetti, ma una sorta di fumetti-imitazione. Un'etica ricca di sfumature governa la creazione dei doujinshi. Se un fumetto è soltanto una copia non è doujinshi; l'artista deve fornire un contributo all'arte che imita, trasformandola in modo sottile oppure sostanziale. Un fumetto doujinshi può perciò prendere un soggetto noto e svilupparlo in maniera diversa - seguendo una trama differente. Oppure può mantenere lo stesso personaggio, modificandone però leggermente l'aspetto. Non esiste una formula sul modo di rendere “diverso” il doujinshi. Ma per poter essere considerati veri doujinshi i fumetti devono essere diversi. Ci sono persino dei comitati che controllano i doujinshi prima di ammetterli alle varie esposizioni e rifiutano qualsiasi imitazione che non sia altro che una copia.
Questi fumetti non rappresentano una piccola parte del mercato dei manga. Ne costituiscono una parte significativa. Oltre 33.000 “circoli” di autori in tutto il Giappone producono questi esempi di creatività alla Walt Disney. Due volte l'anno, più di 450.000 giapponesi partecipano alla maggiore esposizione nazionale, dove i doujinshi vengono scambiati e venduti. Questo mercato vive in parallelo al principale mercato professionale dei manga. In qualche modo si trova ovviamente a competere con questo, ma non esiste alcuno sforzo organizzato da parte di chi controlla il mercato dei manga per chiudere quello dei doujinshi. Il quale continua a prosperare, nonostante la concorrenza e nonostante la legge.
L'aspetto più imbarazzante del mercato dei doujinshi, almeno per chi pratica il diritto, è che ne venga consentita l'esistenza. Per la legislazione giapponese sul diritto d'autore, che in tal senso (sulla carta) riflette quella americana, il mercato dei doujinshi è illegale. I fumetti doujinshi sono chiaramente delle “opere derivate”. Non esiste alcuna pratica generalizzata da parte degli artisti doujinshi per garantirsi il permesso dei creatori di manga. L'usanza è invece semplicemente quella di prendere e modificare le creazioni altrui, come Walt Disney fece con Steamboat Bill, Jr. Secondo la normativa giapponese e americana, quel “prendere” senza il permesso del detentore del copyright originale è illecito. Fare una copia o un'opera derivata senza tale permesso è una violazione del copyright originale.
Eppure in Giappone questo mercato illegale esiste e anzi fiorisce, e molti ritengono che sia proprio la sua esistenza a far prosperare i manga. Come mi disse lo scrittore di fumetti americano Judd Winick, “nei primi tempi di vita dei fumetti in America accadeva qualcosa di simile a quel che avviene ora in Giappone... i fumetti americani nacquero copiandosi a vicenda... È così che [gli artisti] imparano a disegnare - immergendosi nei libri di fumetti e, anziché ricalcarli, osservandoli e ricopiandoli” ... e costruendovi sopra 05.
Ora i fumetti americani sono decisamente diversi, spiega Winick, in parte per via delle difficoltà imposte dalla legge alla possibilità di imitazione con le stesse modalità consentite ai doujinshi. Se si parla di Superman, aggiunge Winick, “esistono queste norme e si devono rispettare”. Ci sono cose che Superman “non può” fare. “Come artista, è frustrante dover aderire a parametri vecchi di cinquant'anni.”
La normativa giapponese tende a mitigare tale rigore legale. Alcuni ritengono che sia proprio il beneficio che ne deriva al mercato dei manga a spiegare questa permissività. Per esempio, secondo l'ipotesi di Salil Mehra, professore di legge alla Temple University, il mercato dei manga accetta queste violazioni tecniche perché lo stimolerebbero a diventare più ricco e produttivo. Sarebbe peggio per tutti se i doujinshi venissero vietati, perciò la legge non li proibisce 06.
Il problema, tuttavia, come Mehra chiaramente ammette, è che il meccanismo che produce questa risposta di tipo “laissez faire” non è chiaro. Potrebbe davvero essere che nel complesso il mercato vada meglio se i doujinshi sono permessi anziché vietati, ma questo non spiega perché i singoli possessori del copyright non sporgano comunque querela. Se la legislazione non prevede alcuna eccezione generale per i doujinshi, e infatti in alcuni casi gli artisti manga ne hanno denunciato gli autori, perché non esiste un modello più generale per bloccare questo “libero prendere” da parte della cultura doujinshi?
Ho trascorso quattro mesi meravigliosi in Giappone, e ho posto questa domanda ogni volta che ho potuto. Forse alla fine la risposta migliore me l'ha data un amico che lavora in un importante studio legale giapponese. “Non abbiamo avvocati a sufficienza”, mi disse un pomeriggio. “Semplicemente non esistono le risorse sufficienti per perseguire casi come questi.”
....
Ora, letto questo, io mi chiedo, la legislatura italiana che rapporto ha con questo tipo di lavoro?
Rendere un proprio fanmanga gratuito e non trarne alcun profitto lo rende legale?
Un fananime distribuito gratuitamente avrebbe risvolti o complicanze differenti?
Ovviamente ritengo ingiusta l'estensione illimitata dei diritti di proprietà che porterebbe a una "feudalizzazione" della cultura, in cui nessuno sarebbe libero di esprimere la propria arte....
Persino DragonBall in certi punti è una scopiazzatura da altri lavori, ma dove sta il limite tra copia e non copia?
In Giappone questi lavori vengono perino venduti con il benestare delle autorità, anche se è illegale (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/D%C5%8Djinshi e http://en.wikipedia.org/wiki/Talk%C5%8Djinshi ).... non che mi interessi la vendita, ma una cosa distribuita gratuitamente, indicando i diritti originari, è legale o meno?
Pare poi di intuire che in america fare cose simili sia severamente vietato...
Aspetto opinioni e spero che qualcuno sappia di più su come questo argomento viene trattato in Italia dal punto di vista legale.
Questo uno spezzone da un articolo interessante (che potete trovare integralmente qui: http://www.liberliber.it/biblioteca/...html/testo.htm ) :
....
Ma il mio obiettivo non è quello di capire i manga. È quello di descrivere una variante sui manga che, dal punto di vista di un avvocato, appare strana, ma che dal punto di vista di Disney è invece piuttosto familiare.
Si tratta del fenomeno dei doujinshi. Anche questi sono fumetti, ma una sorta di fumetti-imitazione. Un'etica ricca di sfumature governa la creazione dei doujinshi. Se un fumetto è soltanto una copia non è doujinshi; l'artista deve fornire un contributo all'arte che imita, trasformandola in modo sottile oppure sostanziale. Un fumetto doujinshi può perciò prendere un soggetto noto e svilupparlo in maniera diversa - seguendo una trama differente. Oppure può mantenere lo stesso personaggio, modificandone però leggermente l'aspetto. Non esiste una formula sul modo di rendere “diverso” il doujinshi. Ma per poter essere considerati veri doujinshi i fumetti devono essere diversi. Ci sono persino dei comitati che controllano i doujinshi prima di ammetterli alle varie esposizioni e rifiutano qualsiasi imitazione che non sia altro che una copia.
Questi fumetti non rappresentano una piccola parte del mercato dei manga. Ne costituiscono una parte significativa. Oltre 33.000 “circoli” di autori in tutto il Giappone producono questi esempi di creatività alla Walt Disney. Due volte l'anno, più di 450.000 giapponesi partecipano alla maggiore esposizione nazionale, dove i doujinshi vengono scambiati e venduti. Questo mercato vive in parallelo al principale mercato professionale dei manga. In qualche modo si trova ovviamente a competere con questo, ma non esiste alcuno sforzo organizzato da parte di chi controlla il mercato dei manga per chiudere quello dei doujinshi. Il quale continua a prosperare, nonostante la concorrenza e nonostante la legge.
L'aspetto più imbarazzante del mercato dei doujinshi, almeno per chi pratica il diritto, è che ne venga consentita l'esistenza. Per la legislazione giapponese sul diritto d'autore, che in tal senso (sulla carta) riflette quella americana, il mercato dei doujinshi è illegale. I fumetti doujinshi sono chiaramente delle “opere derivate”. Non esiste alcuna pratica generalizzata da parte degli artisti doujinshi per garantirsi il permesso dei creatori di manga. L'usanza è invece semplicemente quella di prendere e modificare le creazioni altrui, come Walt Disney fece con Steamboat Bill, Jr. Secondo la normativa giapponese e americana, quel “prendere” senza il permesso del detentore del copyright originale è illecito. Fare una copia o un'opera derivata senza tale permesso è una violazione del copyright originale.
Eppure in Giappone questo mercato illegale esiste e anzi fiorisce, e molti ritengono che sia proprio la sua esistenza a far prosperare i manga. Come mi disse lo scrittore di fumetti americano Judd Winick, “nei primi tempi di vita dei fumetti in America accadeva qualcosa di simile a quel che avviene ora in Giappone... i fumetti americani nacquero copiandosi a vicenda... È così che [gli artisti] imparano a disegnare - immergendosi nei libri di fumetti e, anziché ricalcarli, osservandoli e ricopiandoli” ... e costruendovi sopra 05.
Ora i fumetti americani sono decisamente diversi, spiega Winick, in parte per via delle difficoltà imposte dalla legge alla possibilità di imitazione con le stesse modalità consentite ai doujinshi. Se si parla di Superman, aggiunge Winick, “esistono queste norme e si devono rispettare”. Ci sono cose che Superman “non può” fare. “Come artista, è frustrante dover aderire a parametri vecchi di cinquant'anni.”
La normativa giapponese tende a mitigare tale rigore legale. Alcuni ritengono che sia proprio il beneficio che ne deriva al mercato dei manga a spiegare questa permissività. Per esempio, secondo l'ipotesi di Salil Mehra, professore di legge alla Temple University, il mercato dei manga accetta queste violazioni tecniche perché lo stimolerebbero a diventare più ricco e produttivo. Sarebbe peggio per tutti se i doujinshi venissero vietati, perciò la legge non li proibisce 06.
Il problema, tuttavia, come Mehra chiaramente ammette, è che il meccanismo che produce questa risposta di tipo “laissez faire” non è chiaro. Potrebbe davvero essere che nel complesso il mercato vada meglio se i doujinshi sono permessi anziché vietati, ma questo non spiega perché i singoli possessori del copyright non sporgano comunque querela. Se la legislazione non prevede alcuna eccezione generale per i doujinshi, e infatti in alcuni casi gli artisti manga ne hanno denunciato gli autori, perché non esiste un modello più generale per bloccare questo “libero prendere” da parte della cultura doujinshi?
Ho trascorso quattro mesi meravigliosi in Giappone, e ho posto questa domanda ogni volta che ho potuto. Forse alla fine la risposta migliore me l'ha data un amico che lavora in un importante studio legale giapponese. “Non abbiamo avvocati a sufficienza”, mi disse un pomeriggio. “Semplicemente non esistono le risorse sufficienti per perseguire casi come questi.”
....
Ora, letto questo, io mi chiedo, la legislatura italiana che rapporto ha con questo tipo di lavoro?
Rendere un proprio fanmanga gratuito e non trarne alcun profitto lo rende legale?
Un fananime distribuito gratuitamente avrebbe risvolti o complicanze differenti?
Ovviamente ritengo ingiusta l'estensione illimitata dei diritti di proprietà che porterebbe a una "feudalizzazione" della cultura, in cui nessuno sarebbe libero di esprimere la propria arte....
Persino DragonBall in certi punti è una scopiazzatura da altri lavori, ma dove sta il limite tra copia e non copia?
In Giappone questi lavori vengono perino venduti con il benestare delle autorità, anche se è illegale (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/D%C5%8Djinshi e http://en.wikipedia.org/wiki/Talk%C5%8Djinshi ).... non che mi interessi la vendita, ma una cosa distribuita gratuitamente, indicando i diritti originari, è legale o meno?
Pare poi di intuire che in america fare cose simili sia severamente vietato...
Aspetto opinioni e spero che qualcuno sappia di più su come questo argomento viene trattato in Italia dal punto di vista legale.
Comment