bellissima*.*
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Blutrache
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molto bello complimenti
però ho una domanda: alla fine gohan tornerà a casa dai suoi genitori?sigpic
DragonBall Power Line La mia Fanfiction
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Capitolo sette: La vendetta ha un senso?
Gohan uscì dalla locanda, il sole caldo del mattino gli batteva sulla faccia, ma si sentiva freddo come mai in vita sua.
Salì su una diligenza, diretto a Winner Town, da Miccha.
Un lampo, un flash, la testa iniziò a battergli sempre più forte, le tempie gli pulsavano senza sosta, gli sembrò di venire avvolto dal nero, vide C18 lontana, lui correva e non poteva raggiungerla, davanti a se il cadavere di Peter, poi quello di Kevin, lui correva più forte, il cadavere di un ragazzo biondo, poi quello di un ragazzo con i capelli dritti, rossi, correva senza sosta, e non riusciva a raggiungerla.
Ad un tratto aprì gli occhi di scatto, non si era accorto di essersi addormentato. Era turbato, il biondo e il rosso avrebbero potuto essere Miccha e l’altro ragazzo…ma dove aveva già visto il tipo dai capelli rossi? Non conosceva la sua identità…se non gliel’avesse detto Miccha non l’avrebbe mai trovato…ma dove l’aveva già visto? Adesso ricordava di averlo visto quella notte, ma era sicuro che l’aveva incontrato anche un’altra volta…ma dove?
La diligenza passò davanti a Pepper City, Gohan sospirò…dove aveva ucciso Peter, curioso come il passato, anche quello vicino, ci perseguiti.
Ad un tratto Gohan spalancò gli occhi…quel tipo…quello con i capelli rossi, adesso ricordava dove l’aveva visto!
Era il ragazzo che gli aveva indicato il Bar dove trovare Peter!
Adesso che ci pensava l’aveva visto uscire da una casa vicino al Bar, forse abitava lì!
Aprì il finestrino della diligenza e si buttò, nel cadere si strappò la tuta, ma non gli importava.
Si diresse verso quella casa e bussò, venne ad aprirgli una ragazza sui 20 anni, con i capelli castani e gli occhi color nocciola.
“Ciao ragazzino, desideri?”
“Ecco, cercavo una persona, ma effettivamente non sono sicuro abiti qui…un ragazzo alto, ben piazzato, con i capelli rossi, dritti”
“Uhm…forse cerchi Doug…”.
La ragazza si girò verso l’interno della casa, una casa semplice e bella, arredata con gusto, tutti i mobili erano di legno, ad eccezione di un tavolinetto in salotto, vicino ad una delle poltrone, interamente fatto di vetro.
“Doug! Vieni, forse c’è un ragazzino per te!”. La ragazza scomparve dentro casa per lasciare spazio ad un giovanotto molto attraente.
“Ciao ragazzino, cercavi me?”
“Sì…devo parlarti, in privato”. Doug stava per rispondere, quando la ragazza uscì velocemente.
“Potete restare in casa, tanto io devo uscire”. Il ragazzo fece un cenno d’assenso e fece entrare Gohan.
Si sedettero in poltrona.
“Bene, ragazzino, cosa volevi dirmi?”
“Io e te ci siamo già visti temo addietro, per essere più precisi, tu eri con degli uomini, che hanno ucciso e violentato la mia amica”. Doug abbassò lo sguardo ed iniziò a scuotere la testa.
“Sì…C18, giusto?”
“Sì…”
“Mi ricordo di te, ti ho riconosciuto appena ti ho visto, l’altra volta, sei quel bambino, sì. Sono io che ti ho colpito…mi dispiace, sia per la tua amica, sia per averti impedito di proteggerla…”
“Non so che farmene delle tue scuse!”.
Gohan si era alzato in piedi ed aveva estratto il coltello. Doug lo fissò.
“Vuoi uccidermi? Fai pure? Sono sempre costretto a vivere col rimorso, uccidermi, è forse la cosa migliore…avevo 16 anni all’epoca, ora ne ho 20…adesso mi rendo conto della c*****a che abbiamo fatto…ma allora…ero solo un ragazzetto…Peter Duglos è mio padre…o meglio, era mio padre…ed io ero soggetto a lui, non volevo andare con loro, quella notte, ma sono stato costretto. Ero completamente sotto il controllo di mio padre, avevo paura di lui e non osavo contraddirlo…ma mi dispiace”.
Gohan provava pena per lui, questo non poteva negarlo, ma non voleva lasciarsi sopraffare da quelle futili chiacchiere. Dopotutto, sebbene il padre gli facesse paura, lui gli aveva dato ascolto, non aveva avuto la forza di opporsi a lui.
“E tu l’hai avuto la forza di opporti a tuo padre?” disse una vocina dentro di lui, sapeva la risposta, non ne aveva mai avuta, ma in quel caso, anche lui sarebbe stato da uccidere.
Con un solo colpo colpì Doug al cuore, uccidendolo all’istante.
Non aveva sofferto, o meglio, aveva sofferto anche troppo.
Uscì da quella casa velocemente, ed iniziò a correre, voleva lasciarsi tutto alle spalle. Arrivò ad una fontana e si sciacquò il viso.
Adesso si sentiva meglio.
Scorse una diligenza diretta a Winner Town e decise di prenderla, gli mancava solo Miccha, e sarebbe stato implacabile.
Prese la diligenza, si sedette senza guardare gli altri passeggeri in faccia.
“Ma io che cosa sto facendo? Perché lo sto facendo? Sto veramente cambiando qualcosa? Ho ucciso Peter e Kevin, ho visto la paura nei loro occhi, li ho visti impotenti, li ho visti strisciare come dei vermi, come quello che sono…ma è veramente servito a qualcosa? Adesso io che cosa ho ottenuto? Assolutamente niente. Loro sono stati spaventati, ma poi li ho uccisi, e nel momento della morte senti solo una grande pace. Non gli ho fatto imparare la lezione, perché sono morti. Non ho ottenuto niente, da morti cosa gliene importa di non avere più la vita? E’ veramente giusta la mia vendetta? E uccidere Doug a cosa è servito? A niente, anzi, probabilmente gli ho fatto un piacere…soffriva, ed io ho messo fine alle sue sofferenze.
Mi sento così stanco…”.
Gohan si sentiva a pezzi, era tantissimo tempo che non si riposava per bene, quattro anni che non riusciva a dormire, e l’uccidere l’aveva forse fatto dormire meglio? No, anzi, anche peggio. Per quanto potesse sembrare freddo e implacabile nelle sue esecuzioni, il senso di colpa lo stava schiacciando, aveva ucciso…ucciso tre persone, si era preso la loro vita, per vendetta, sì, ma l’aveva fatto…allora, era veramente migliore di loro?
Ripensò a sua madre, così stanza, così…lontana…ecco, quella era la parola giusta, lontana. Sentiva tutto come lontano.
I suoi amici, la sua famiglia…tutto, era tutto lontano…Gohan si sentì solo, solo come non mai.
Avrebbe dato tutto per incontrare qualcuno che conosceva, anche un nemico andava bene, purché fosse un viso noto. In quel momento avrebbe pagato persino per rivedere Freezer, l’importante era che qualcuno o qualcosa lo aiutasse a ricordare tutto…a sentirlo vicino…casa sua non era poi così distante da dove si trovava ora, eppure…gli sembrava fosse lontanissima.sigpic~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~
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Originariamente Scritto da bulma! Visualizza MessaggioPoveretto Gohan, si sente solo Cmq stupendo capitolo!!!!!
Sn contenta ti sia piaciuto ^^
Ma nn commenta + nessuno?sigpic~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~
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