Capitolo otto: Va tutto bene…
La diligenza si fermò a Winner Town e Gohan ne scese, si guardò intorno, finchè localizzo la discoteca che cercava.
Entrò a passo spedito, pagando il prezzo e, una volta dentro, si sentì mancare a causa del fumo, delle luci e della musica rimbombante.
Rintronato, si diresse al guardaroba “Scusi, dove posso trovare Miccha Barton?”
“Al suo ufficio, vieni”
Lo fece entrare e lo condusse in una stanzetta, dentro la quale vi erano delle scale “Entra e sali, ma dubito Miccha ti riceverà”.
Gohan fece spallucce ed iniziò a salire le scale, finchè arrivò ad una porticina marrone, lugubre, cercò di aprirla ma era chiusa, così busso.
“Che vuoi ragazzino?” quella voce burbera fece ribollire il sangue nelle vene di Gohan, che fosse quello Miccha?
“Devo parlare con Miccha Barton!”
La porta si aprì, ed un uomo alto, biondo e magro rimase fermo sull’uscio a guardare il ragazzino.
Gohan lo squadrò, sì, quello era sicuramente Miccha, era lui l’uomo del sogno.
“Sono io Miccha Barton, cosa vuoi da me?”
Gohan avrebbe voluto spaventarlo, come per gli altri, ma si sentiva stanco, sentiva che gli occhi gli si stavano chiudendo
“Tu eri con gli assalitori della mia amica C18, ricordi?”
“Sì” rispose Miccha con arroganza
“Quindi, devi morire!” ribattè Gohan con decisione.
“Pfui, morire per aver contribuito all’uccisione di un robot?”
Gohan in quel momento non ci vide più, una rabbia accecante l’avvolse e lui non controllò più il suo corpo.
Una grande aura dorata l’avvolse, sentì un calore nel suo corpo, come mai gli era capitato, i capelli, prima neri come la notte, divennero dorati, gli occhi marroni in un secondo si trasformarono in affascinanti occhi azzurri, Gohan si era trasformato in super sayan.
Affondò il coltello nel petto di Miccha e lo guardò morire, felice.
Aveva finito, li aveva uccisi tutti. Tornò normale e si rilassò, la trasformazione in super sayan gli aveva lasciato una vago stato di eccitazione.
Gohan uscì dalla discoteca e si diresse nuovamente verso una diligenza.
“Scusi, cocchiere, questa diligenza dov’è diretta?”
“A città dell’Ovest”
Gohan respirò profondamente, là c’era la Capsule Corporation, all’improvviso un’idea gli balenò in mente.
“Perfetto, vado là”
Salì sulla diligenza e si preparò ad affrontare Bulma. Erano tanti anni che non la vedeva, non voleva spiegarle tutto, bastava che lei gli desse il radar per cercare le sfere del drago.
L’arrivo a città dell’Ovest fu per il ragazzo un vero sollievo, si diresse subito verso la Capsule Corporation.
“Go-Gohan?! Oddio, sono quattro anni che sei sparito, se-sei ancora vivo! Devo dirlo subito a tua madre, la chiamo immediatamente!”
“Aspetta! La chiamerai dopo ora mi serve il radar per cercare le sfere!”
“Cosa? Ma…”
“Ti prego, è importante!”
Gohan aveva gli occhi lucidi, fu questo a convincere Bulma.
“Ecco, tieni”
“Bene, ora chiama pure mia madre! Intanto devo fare una cosa importante!”
Il moro uscì velocemente dall’edificio, volando, ed in breve riuscì a trovare tutte e sette le sfere.
“Bene, adesso ci siamo!”
Invocò il drago e si preparò ad esprimere il suo desiderio.
“Drago Scenron, ti ho chiamato per esprimere i miei due desideri”
“Bene, dimmeli, ed io li esaudirò”
“Bene, il mio primo desiderio è questo: voglio che resusciti C18”
Gli occhi del drago brillarono “Bene, il tuo desiderio è stato esaudito, qual è il tuo secondo desiderio?”
“Voglio che il corpo di C18 non abbia più i segni della violenza e che me la porti qui”
“Questi sono due desideri, ma non importa…” gli occhi del drago brillarono di nuovo, e C18 si ritrovò in quel posto “Il tuo desiderio è stato esaudito, ed ora, addio!” il drago scomparve e le sfere volarono via per distribuirsi nuovamente su tutto il pianeta.
“C-ciao 18!”
“Uh? Gohan?? Ma…quanto è passato??”
“Sono passati quattro anni da quando sei morta”
“Ohh, e…come mai mi hai fatto resuscitare?”
“Bè, non era giusto morissi così…io…ho ucciso tutti i tuoi assalitori…bè, non tutti…ma quasi”
La bionda cyborg non sapeva cosa ribattere, avrebbe voluto ringraziarlo, ma per orgoglio preferiva non farlo, tuttavia non poteva neppure insultarlo dopo che aveva fatto così tanto per lei.
Gohan sorrise “Sono contento tu sia di nuovo viva!”
“Oh, bè, anche io sono contenta di esserlo se è per questo…hai detto che li hai uccisi quasi tutti…quanti?”
“Bè, quattro…”
“Tu hai ucciso quattro persone??”.
Gli occhi di Gohan iniziarono a lacrimare, e la bionda se ne accorse subito
“Sì…ma fa male…io…”
Il ragazzo iniziò a piangere silenziosamente, il dolore lo stava uccidendo, aveva ucciso quattro persone, strappato quattro vite, senza averne il diritto.
C18 si alzò e si avvicinò a lui, quindi si inginocchiò per essere alla sua stessa altezza.
“Va tutto bene, Gohan…non è niente, va tutto bene…”
Gli passò una mano tra i capelli e lo tirò leggermente verso di sé.
Il ragazzo chiuse gli occhi continuando però a piangere e appoggiò la testa contro la spalla della ragazza, che lo cinse con le braccia, muovendo le mani lungo la sua schiena in un gesto di conforto.
“Sta calmo, va tutto bene, non piangere…”
C18 gli diede un bacio sulle nuca, tra i capelli e continuò ad accarezzargli la schiena.
Gohan smise finalmente di piangere e si staccò da lei, con un sorriso.
“Va tutto bene, Gohan?”
“Sì, adesso sì, grazie…credo che tornerò a casa, ora…tu?”
C18 lo guardò, in effetti non aveva idea di dove andare
“Non lo so…conosci qualche posto dove potrei stare?”
“Uhm…credo che alla Kame House ti accoglierebbero volentieri!”
“Va bene, allora portami là e sentiamo se mi tengono, conosco qualcuno là?”
Gohan sorrise “Bé, Crilin…ti ricordi chi è?”
“Sì! Quel ragazzo basso, pelato e con quell’aria così tenera. Sì, me lo ricordo, ci abita lui lì?”
“Bè, la casa non è sua, ma sta lì anche lui, e sono sicuro che ci potrai stare anche tu senza problemi!”
La ragazza sorrise e lo seguì, mentre lui la portava alla Kame House, prima di fare ritorno a casa sua.
All’improvviso Gohan si fermò, voleva fare una richiesta a C18, ma non sapeva come. Alla fine fece un bel respirò e si preparò.
“18…”
“Uhm?”
“Mi abbracceresti ancora?”
C18 rimase interdetta per un secondo, quindi si riabbassò e lo abbracciò come prima.
Gohan sorrise e si staccò poco dopo, quindi la scortò fino alla sua meta.
Il moro stava volando…C18 era stata accolta tranquillamente alla Kame House, anzi, Crilin sembrava stranamente su di giri al pensiero di abitare con lei.
Gohan sospirò, era il momento di arrivare a casa.
Entrò e sua madre si alzò non appena lo vide.
“Mamma…io…” Gohan si preparò ad una sfuriata, invece sua madre si gettò su di lui e lo abbracciò talmente stretto da soffocarlo.
“Gohan, piccolo mio! Temevo di non vederti mai più!”
“No mamma…sono tornato, e non ti lascerò mai più…”
Chichi portò il figlio in camera e lo fece sdraiare sul letto, quindi gli accarezzò i capelli mentre lui chiuse gli occhi e si addormentò sereno, per la prima volta dopo quattro anni, felice.
La diligenza si fermò a Winner Town e Gohan ne scese, si guardò intorno, finchè localizzo la discoteca che cercava.
Entrò a passo spedito, pagando il prezzo e, una volta dentro, si sentì mancare a causa del fumo, delle luci e della musica rimbombante.
Rintronato, si diresse al guardaroba “Scusi, dove posso trovare Miccha Barton?”
“Al suo ufficio, vieni”
Lo fece entrare e lo condusse in una stanzetta, dentro la quale vi erano delle scale “Entra e sali, ma dubito Miccha ti riceverà”.
Gohan fece spallucce ed iniziò a salire le scale, finchè arrivò ad una porticina marrone, lugubre, cercò di aprirla ma era chiusa, così busso.
“Che vuoi ragazzino?” quella voce burbera fece ribollire il sangue nelle vene di Gohan, che fosse quello Miccha?
“Devo parlare con Miccha Barton!”
La porta si aprì, ed un uomo alto, biondo e magro rimase fermo sull’uscio a guardare il ragazzino.
Gohan lo squadrò, sì, quello era sicuramente Miccha, era lui l’uomo del sogno.
“Sono io Miccha Barton, cosa vuoi da me?”
Gohan avrebbe voluto spaventarlo, come per gli altri, ma si sentiva stanco, sentiva che gli occhi gli si stavano chiudendo
“Tu eri con gli assalitori della mia amica C18, ricordi?”
“Sì” rispose Miccha con arroganza
“Quindi, devi morire!” ribattè Gohan con decisione.
“Pfui, morire per aver contribuito all’uccisione di un robot?”
Gohan in quel momento non ci vide più, una rabbia accecante l’avvolse e lui non controllò più il suo corpo.
Una grande aura dorata l’avvolse, sentì un calore nel suo corpo, come mai gli era capitato, i capelli, prima neri come la notte, divennero dorati, gli occhi marroni in un secondo si trasformarono in affascinanti occhi azzurri, Gohan si era trasformato in super sayan.
Affondò il coltello nel petto di Miccha e lo guardò morire, felice.
Aveva finito, li aveva uccisi tutti. Tornò normale e si rilassò, la trasformazione in super sayan gli aveva lasciato una vago stato di eccitazione.
Gohan uscì dalla discoteca e si diresse nuovamente verso una diligenza.
“Scusi, cocchiere, questa diligenza dov’è diretta?”
“A città dell’Ovest”
Gohan respirò profondamente, là c’era la Capsule Corporation, all’improvviso un’idea gli balenò in mente.
“Perfetto, vado là”
Salì sulla diligenza e si preparò ad affrontare Bulma. Erano tanti anni che non la vedeva, non voleva spiegarle tutto, bastava che lei gli desse il radar per cercare le sfere del drago.
L’arrivo a città dell’Ovest fu per il ragazzo un vero sollievo, si diresse subito verso la Capsule Corporation.
“Go-Gohan?! Oddio, sono quattro anni che sei sparito, se-sei ancora vivo! Devo dirlo subito a tua madre, la chiamo immediatamente!”
“Aspetta! La chiamerai dopo ora mi serve il radar per cercare le sfere!”
“Cosa? Ma…”
“Ti prego, è importante!”
Gohan aveva gli occhi lucidi, fu questo a convincere Bulma.
“Ecco, tieni”
“Bene, ora chiama pure mia madre! Intanto devo fare una cosa importante!”
Il moro uscì velocemente dall’edificio, volando, ed in breve riuscì a trovare tutte e sette le sfere.
“Bene, adesso ci siamo!”
Invocò il drago e si preparò ad esprimere il suo desiderio.
“Drago Scenron, ti ho chiamato per esprimere i miei due desideri”
“Bene, dimmeli, ed io li esaudirò”
“Bene, il mio primo desiderio è questo: voglio che resusciti C18”
Gli occhi del drago brillarono “Bene, il tuo desiderio è stato esaudito, qual è il tuo secondo desiderio?”
“Voglio che il corpo di C18 non abbia più i segni della violenza e che me la porti qui”
“Questi sono due desideri, ma non importa…” gli occhi del drago brillarono di nuovo, e C18 si ritrovò in quel posto “Il tuo desiderio è stato esaudito, ed ora, addio!” il drago scomparve e le sfere volarono via per distribuirsi nuovamente su tutto il pianeta.
“C-ciao 18!”
“Uh? Gohan?? Ma…quanto è passato??”
“Sono passati quattro anni da quando sei morta”
“Ohh, e…come mai mi hai fatto resuscitare?”
“Bè, non era giusto morissi così…io…ho ucciso tutti i tuoi assalitori…bè, non tutti…ma quasi”
La bionda cyborg non sapeva cosa ribattere, avrebbe voluto ringraziarlo, ma per orgoglio preferiva non farlo, tuttavia non poteva neppure insultarlo dopo che aveva fatto così tanto per lei.
Gohan sorrise “Sono contento tu sia di nuovo viva!”
“Oh, bè, anche io sono contenta di esserlo se è per questo…hai detto che li hai uccisi quasi tutti…quanti?”
“Bè, quattro…”
“Tu hai ucciso quattro persone??”.
Gli occhi di Gohan iniziarono a lacrimare, e la bionda se ne accorse subito
“Sì…ma fa male…io…”
Il ragazzo iniziò a piangere silenziosamente, il dolore lo stava uccidendo, aveva ucciso quattro persone, strappato quattro vite, senza averne il diritto.
C18 si alzò e si avvicinò a lui, quindi si inginocchiò per essere alla sua stessa altezza.
“Va tutto bene, Gohan…non è niente, va tutto bene…”
Gli passò una mano tra i capelli e lo tirò leggermente verso di sé.
Il ragazzo chiuse gli occhi continuando però a piangere e appoggiò la testa contro la spalla della ragazza, che lo cinse con le braccia, muovendo le mani lungo la sua schiena in un gesto di conforto.
“Sta calmo, va tutto bene, non piangere…”
C18 gli diede un bacio sulle nuca, tra i capelli e continuò ad accarezzargli la schiena.
Gohan smise finalmente di piangere e si staccò da lei, con un sorriso.
“Va tutto bene, Gohan?”
“Sì, adesso sì, grazie…credo che tornerò a casa, ora…tu?”
C18 lo guardò, in effetti non aveva idea di dove andare
“Non lo so…conosci qualche posto dove potrei stare?”
“Uhm…credo che alla Kame House ti accoglierebbero volentieri!”
“Va bene, allora portami là e sentiamo se mi tengono, conosco qualcuno là?”
Gohan sorrise “Bé, Crilin…ti ricordi chi è?”
“Sì! Quel ragazzo basso, pelato e con quell’aria così tenera. Sì, me lo ricordo, ci abita lui lì?”
“Bè, la casa non è sua, ma sta lì anche lui, e sono sicuro che ci potrai stare anche tu senza problemi!”
La ragazza sorrise e lo seguì, mentre lui la portava alla Kame House, prima di fare ritorno a casa sua.
All’improvviso Gohan si fermò, voleva fare una richiesta a C18, ma non sapeva come. Alla fine fece un bel respirò e si preparò.
“18…”
“Uhm?”
“Mi abbracceresti ancora?”
C18 rimase interdetta per un secondo, quindi si riabbassò e lo abbracciò come prima.
Gohan sorrise e si staccò poco dopo, quindi la scortò fino alla sua meta.
Il moro stava volando…C18 era stata accolta tranquillamente alla Kame House, anzi, Crilin sembrava stranamente su di giri al pensiero di abitare con lei.
Gohan sospirò, era il momento di arrivare a casa.
Entrò e sua madre si alzò non appena lo vide.
“Mamma…io…” Gohan si preparò ad una sfuriata, invece sua madre si gettò su di lui e lo abbracciò talmente stretto da soffocarlo.
“Gohan, piccolo mio! Temevo di non vederti mai più!”
“No mamma…sono tornato, e non ti lascerò mai più…”
Chichi portò il figlio in camera e lo fece sdraiare sul letto, quindi gli accarezzò i capelli mentre lui chiuse gli occhi e si addormentò sereno, per la prima volta dopo quattro anni, felice.
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