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Blutrache

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  • Blutrache

    Visto che "Confessione D'Argento" è finita, posto questa ff ^^ O meglio, pubblico XD
    Questa ff è un misto tra una AU e una What if XD. Non so bene se considerarrla in un modo o in un altro, recensite perchè la continuo solo se vi pace ^^


    Capitolo Uno: Nuova vita

    I suoi occhi scrutavano intorno, ma non vedevano niente, il sentiero sul quale si trovava non era per niente illuminato, e per di più era notte fonda. Gohan era spaventato! Aveva solo 11 anni e si ritrovava a dover tornare a casa da solo, di notte, al buio. Inoltre non ricordava se per andare a casa sua bisognasse passare per quel sentiero, aveva paura di essersi perso. Il sentiero passava in mezzo alla foresta ed ogni rumore faceva sussultare il ragazzino, era veramente spaventato. Cercò di guardarsi intorno, per trovare un punto di riferimento, che gli dicesse con certezza che non si era perso…ma non riusciva a vedere niente, era troppo buio, in cielo vi era la luna nuova, quindi non aveva a disposizione nemmeno la fioca luce lunare per guidare il suo cammino. La sua paura di essersi perso iniziava a diventare una certezza. Iniziò a chiedersi perché diamine era uscito…perché non aveva aspettato l’indomani per allenarsi? Doveva proprio allenarsi di sera? No, logicamente avrebbe potuto rimandare, ma non aveva voluto…Gohan in quel momento si sentiva tremendamente stupido! Iniziava a esserci sempre più buio e a fare sempre più freddo, Gohan si strinse le braccia al petto, per riscaldarsi un po’, ma era inutile, era stanco, infreddolito, impaurito e aveva fame. Sentì un ululato nella foresta e iniziò a correre, se i lupi l’avessero preso l’avrebbero sbranato! Inciampò in un ramo e iniziò a piangere. Voleva sua madre, suo padre, il suo maestro, qualcuno! Andava bene chiunque, purché non fosse costretto a continuare il cammino da solo. Si alzò faticosamente e ricominciò a correre, finchè non fu troppo stanco e si buttò per terra, con le ginocchia e i palmi delle mani che toccavano il terreno. Si sedette, raccogliendo le gambe al petto e ricominciò a piangere. Sentiva che il buio lo avvolgeva sempre di più, e continuava a sentire gli ululati dei lupi, il suo stomaco iniziò a brontolare e lui a piangere ancora più forte, pensando a come era stato stupido ad andare ad allenarsi di sera, e a non chiedere al suo maestro di accompagnarlo a casa. Era ancora a terra, piangente, quando sentì dei rumori, come se qualcuno stesse correndo nella sua direzione, e vide un’ombra apparire dalla parte opposta del sentiero. Si alzò di scatto e si buttò dentro un cespuglio, per non essere visto.
    La sagoma si avvicinò, ma era troppo buio perché Gohan potesse vedere chi era, in effetti avrebbero anche potuto essere i suoi genitori, ma Gohan non voleva rischiare e preferì non uscire allo scoperto.
    “Hey, moccioso, guarda che ti ho visto. Dove ti sei nascosto? Esci fuori” disse la sagoma misteriosa. Gohan restò stupito, com’era possibile che quella persona l’avesse visto da così lontano?
    Comunque la voce era femminile, quindi Gohan si rincuorò, se era una donna non gli avrebbe fatto del male, giusto? Gohan non uscì dal cespuglio, ma, allontanandosi un po’ di più dal sentiero, stando comunque bene attento a rimanere sempre nascosto dalle foglie, chiese “Chi sei? Come hai fatto a vedermi?”. La persona iniziò a ridere “Io vedo anche al buio, moccioso…uhm…com’è che ti chiami? Qualcosa con la G, vero? Goro…no...Gohi…uhm, no, era diverso…ah, ecco, Gohan, giusto?”. Il ragazzo si spaventò, chi era questa donna? Come conosceva il suo nome?
    “Chi…chi sei? Come fai a conoscermi?” chiese spaventato “Oh ma anche tu mi conosci, non mi vedi?”. Gohan strabuzzò gli occhi per vedere meglio, ma era troppo buio, e non vedeva altro che una sagoma. “No…è troppo buio…”. La donna prese qualcosa dalla tasca, ma Gohan non riuscì a vedere cosa, sperava solo che non fosse un arma con la quale ucciderlo. Ma si rincuorò appena si accorse che si trattava di un accendino, che la donna usò per accendere un pezzo di legno che si trovava ai suoi piedi. Quindi lo fece scorrere per tutta la sua persona, e Gohan potè finalmente rendersi conto di chi gli stava di fronte, ma non si sentì affatto meglio, iniziò a tremare e si alzò di corsa per scappare, ma così facendo si mise in condizione di essere visto. Si sentì afferrare per il colletto della maglia e la paura iniziò ad impossessarsi di lui.
    “Lasciami C18, ti prego” piagnucolò, lei gli lasciò il colletto, ma lo fermò per un braccio “Stai calmo, moccioso, non ti farò del male…che ci fai qui?”. Gohan a quelle parole si rincuorò, e dovette ammettere a se stesso che non gli dispiaceva la compagnia di un adulta, adesso aveva meno paura. “Sono andato ad allenarmi dal mio maestro, e devo tornare a casa, ma temo di essermi perso” disse in tono mogio e abbassando la testa, C18 rimase un secondo pensierosa e poi chiese “Dove abiti?”. Gohan glielo spiegò con la maggior precisione possibile e la donna annuì “Sei completamente fuori strada, casa tua è da tutt’altra parte rispetto a qui…vuoi che ti accompagni io?”. Il ragazzino era entusiasta di questa proposta, e non lesinò nel dimostrarlo. La bionda sorrise e si incamminò lungo il sentiero insieme a Gohan, nella direzione opposta rispetto a quella da cui proveniva il ragazzino.
    Ad un tratto si sentì chiaro e distinto il rumore di zoccoli di cavallo sul sentiero. C18 si girò allarmata e sbiancò nel vedere delle figure a cavallo farsi strada lungo il sentiero, dalla direzione in cui proveniva lei. “Peter Duglos” disse con terrore. Diede una spinta al ragazzo, buttandolo in un cespuglio, e raccomandandogli di non uscire da lì per nessun motivo. Lei invece iniziò a correre, ma aveva perso troppo tempo a raccomandare il ragazzino, quindi in breve fu raggiunta dagli uomini a cavallo. Uno di questi nel raggiungerla le diede un calcio, facendola finire per terra, lei si rialzò prontamente e si mise in posizione di difesa, ma una voce spuntò dal gruppo degli uomini. “Tz, tz, 18…stai buona…nelle tue condizioni non puoi farci niente…sei stata colpita con una freccia nel tuo circuito principale, quello che dava forza ed energia a tutto il tuo corpo, adesso tu sei poco più forte di una comune donna, e lo sai…inutile opporre resistenza” “Che cosa vuoi da me, Peter?” chiese C18. Il terrore era evidente, nella sua voce.
    “Ehehe, secondo te?” chiese l’uomo scendendo dal cavallo e buttandola contro un albero, lei cercò di divincolarsi, ma l’uomo era molto forte e aveva iniziato a baciarla per tutto il corpo. Gohan non poteva sopportarlo! Uscì dal suo nascondiglio e diede una forte testata sul fianco all’uomo di nome Peter. Lui guardò il ragazzino con odio feroce e fece un gesto, C18 urlò qualcosa al piccolo, ma lui non riuscì ad udirlo, qualcosa di molto forte lo colpì alla testa e lui si sentì avvolgere dal nero.

    Si risvegliò nello stesso punto in cui era caduto, in un primo momento non riuscì a ricordare cosa ci facesse lì, poi tutto gli tornò alla mente. Si alzò con terrore e si girò. Sbiancò per lo spettacolo che era costretto a vedere.
    Il corpo di C18 giaceva a terra, quasi completamente squartato…il ragazzino si avvicinò, e non gli ci volle molto a capire che la cyborg era stata anche violentata, prima o dopo essere stata uccisa.
    Il coltello insanguinato era ancora nel ventre di C18, e Gohan lo estrasse, mettendoselo in tasca. I suoi gesti erano spenti, stanchi, quasi programmati, non avevano vita propria. In quel momento qualcosa in Gohan si spezzò. Da una parte vi era la vita condotta fino ad allora, c’era il Gohan bambino, spensierato, senza pensieri. Dall’altra la vita che avrebbe avuto d’ora in poi, il ragazzo sapeva che sarebbe stata diversa…il vecchio Gohan non esisteva più…il ragazzo sentiva di essere cresciuto tutto in un colpo, si era appena reso conto che il male non era rappresentato solo da nemici come Freezer, ma il male lo fanno anche i terrestri, quelli che per Gohan erano sempre state le brave persone da difendere. Un pensiero in particolare colpì Gohan…quando suo padre aveva difeso la Terra da Napa e Vegeta, aveva sicuramente difeso anche quell’uomo…ne valeva la pena? Valeva la pensa rischiare la vita per proteggere persone del genere? No, per Gohan, no!
    In quel momento Gohan prese una decisione che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita, lui non sarebbe più tornato a casa, non avrebbe più difeso la Terra e i terrestri…ma anzi, l’avrebbe fatta pagare a quegli uomini che avevano osato fare tutto questo. Era una promessa, qui sul capezzale di C18, promise che la bionda cyborg avrebbe avuto vendetta per mano sua. Sganciò la collana di C18 dal suo collo e se la mise, per ricordarsi ogni giorno della sua vita la sua promessa, e per non aver pace finchè C18 non avesse avuto vendetta. Si alzò lentamente, il suo sguardo era determinato e duro, non era lo sguardo di un normale ragazzino di 11 anni, era lo sguardo di chi ha capito per la prima volta tutto il male che c’è al mondo, ed è deciso a ripagare il male con la stessa moneta.
    sigpic
    ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

  • #2
    bellissima,complimenti
    video di Vege_hc:http://video.google.it/videoplay?doc...41877519480466

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    • #3
      Continuala e sono convinto ke ne uscirà fuori una bella FF!

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      • #4
        A me piace molto, è interessante e mi piacerebbe leggere il continuo.
        "Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica"

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        • #5
          Bella, mi piace! Continuala!
          sigpic
          Leggete e commentate la mia Fanfic:Dragon Ball Fantastic

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          • #6
            Molto bella!
            Death is a promise, and your life is a fucking lie.

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            • #7
              bellissima!!!
              povera 18... l'inizio mi è piaciuto molto, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
              sigpic

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              • #8
                Il prossimo episodio???

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                • #9
                  Gohan che ha sconfitto Cell ed è ssj2 le prende da un essere umano?

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                  • #10
                    No, mi sembrava ovvio ke qui Gohan nn è SS2 e nn ha Sco fitto Cell ^^
                    Questo si svolge PRIMA, diciamo ke si svolge nel periodo tra C18 kle spakka un braccio a Vegeta e Gohan e Goku ke entrano nella Stanza dello Spirito e del tempo ^^
                    Infatti ho scritto ke Gohan ha 11 anni, quando esce dalla stanza dello spirito e del tempo ne ha 12 ^^
                    Quindi nn serviva nemmeno dirlo ke si svolge prima ke lui entri nella stanza dello spirito e del tempo ^^
                    sigpic
                    ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                    • #11
                      Ecco qui il secondo, lo posto ora perchè era già scritto, ma nn vi aspettate ke posti sempre con la stessa velocità XD
                      Questo capitolo è + corto degli altri xkè p un capitolo di passaggio ^^ Con questo capitolo si entra nel vivo della storia, dal prossimo Gohan inizierà a fare vendetta ^^

                      Capitolo Due: Quindici anni

                      Sono passati quattro anni…
                      Stessa foresta…
                      Stessi lupi…
                      Stessa notte buia…
                      Ma qualcosa è cambiato…un nuovo inquilino abita quel luogo…
                      Sul corpo, una tuta ricavata con la pelle di un lupo
                      Nella cintura, un pugnale… “quel” pugnale
                      Al collo la collana…
                      Nel cuore la più cupa delle tempeste…

                      Non era più San Gohan quel ragazzino, ora quindicenne…era cambiato…e non lo si vedeva solo dall’aspetto, maturato nel tempo…il suo sguardo era diverso, dallo sguardo allegro e giocoso era passato ad uno sguardo tagliente e scrutatore, nelle sue iridi, nere come la notte, ardeva il fuoco della vendetta.

                      Aveva passato quattro lunghi anni della sua vita ad avvelenarsi il cuore di odio e rabbia, verso tutti i presenti quella notte. Il suo cuore diventava sempre più nero, man mano che passava il tempo, sempre più bramoso del sangue di quegli esseri.

                      Un solo, insistente nome esisteva nella testa di Gohan, e quel nome era Peter Duglos!

                      “Ti troverò Duglos…in qualche modo ti troverò…lo giuro sulla mia stessa vita…e giuro che la tua finirà prima!”

                      Gohan sentì il cigolio delle ruote di una carrozza, e vide una diligenza portata da tre cavalli. Subito saltò dall’albero su cui si trovava e vi si parò davanti.
                      Il conducente trasalì e si fermò, scendendo dal suo posto.

                      “Hey amico…”
                      Gohan impugnò il coltello.
                      “Non ti farò del male se rispondi ad una semplice domanda”.
                      Il conducente annuì con la testa, troppo spaventato per rispondere.
                      “Conosci un certo Peter Duglos?”.
                      Il conducente sospirò e rispose “Tutti lo conoscono a Pepper City…è il padrone della banca nazionale”
                      “Dove posso trovarlo?”
                      “Bè…a quest’ora di solito è al Bar Jolly, giù in città”
                      “Bene, amico, risali al tuo posto e vattene, e guai a te se parli a qualcuno del nostro incontro”
                      “Sempre pronto all’ubbidienza! Non ne parlerò a nessuno!”
                      Il conducente risalì e fece partire i cavalli a tutta velocità, mentre Gohan si girò verso la città, non molto distante da quella foresta, non la vedeva perché era troppo buio, ma sapeva che c’era…

                      Il ragazzo si svegliò il giorno dopo, nella sua casetta sull’albero che si era costruito per poter vivere lì. La bella giornata di sole contrastava con l’umore di Gohan, ogni giorno che passava si sentiva più male al ricordo di quella notte…ma oggi…oggi avrebbe avuto vendetta!

                      Scese dall’albero sul quale si trovava la sua casetta e iniziò a camminare lungo la strada che l’avrebbe portato al villaggio.

                      Mentre camminava rimuginava su quale metodo usare per farla pagare a Peter Duglos…Gohan aveva deciso di ucciderlo…ma prima doveva farsi dire i nomi degli altri uomini presenti, e i rispettivi ruoli nella vicenda…lui era stato colpito, quindi non sapeva come erano andate le cose dopo…e voleva saperlo!

                      Dovevano morire tutti…e dovevano pagarla, non voleva semplicemente ucciderli.
                      Voleva che nei loro occhi si leggesse il terrore puro…voleva che i loro occhi assomigliassero a quelli di un cerbiatto spaventato…voleva che tremassero davanti a lui, che si inginocchiassero chiedendogli pietà…e lui sarebbe scoppiato a ridere loro in faccia…li avrebbe schermiti per la loro codardia…li avrebbe derisi per il loro comportamento…e poi li avrebbe uccisi come bestie, come meritavano di morire quegli esseri…per Gohan non erano persone, erano solo esseri viventi…che respiravano, decidevano, vivevano…
                      E avevano paura…e ne avrebbero avuta tanta di fronte a lui…
                      sigpic
                      ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                      • #12
                        bella
                        però parla molto di Gohan all'inizio 1°episodio
                        ancora bella
                        #1926 #ForzaNapoliSempre

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                        • #13
                          Ben fatto!
                          Tributo ai personaggi di DBZ

                          Superfanatico di Vegeta!

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                          • #14
                            fantastica!come tutte le altre che hai fatto!

                            Comment


                            • #15
                              Capitolo Tre: Peter Duglos

                              Gohan arrivò alla città, la via era polverosa, e per la strada non c’era nessuno.
                              Gohan non sapeva dove si trovava il Bar Jolly, avrebbe chiesto informazioni. Ma non voleva lasciare tracce, non voleva che qualcuno si insospettisse per la sua domanda, non voleva che qualcuno si ricordasse di lui.
                              Si guardò intorno, scrutò la gente, cercando di capire quale facesse al caso suo…
                              Prese in considerazione una donna col suo bambino…ma la scartò, si sarebbe sicuramente ricordata di un ragazzino di 15 anni, una madre, non andava bene per lui…
                              Scorse un tipo alto e slanciato, sulla cinquantina, appoggiato al muro di una casa, era intendo a bighellonare, anche quello non andava bene…sembrava annoiato, e per rallegrare la sua giornata avrebbe certamente tempestato Gohan di domande…
                              Alla fine il ragazzo vide il tipo che faceva per lui! Un tipo alto, giovane e muscoloso, ma, cosa molto più importante, sembrava avere una grande fretta. Di sicuro si sarebbe limitato a rispondere alla domanda di Gohan, senza fare domande.

                              “Hey, tu!”
                              “Dimmi, ragazzino”
                              “Sai dov’è il Bar Jolly?”
                              “Sì, è quello!” il giovane glielo indicò, e Gohan varcò la porta del bar.
                              Appena dentro sentì una sensazione sgradevole allo stomaco…era pieno di giocatori d’azzardo, fumatori incalliti e alcolizzati di ogni genere.
                              Gohan si avvicinò al bancone, dove il barista gli rivolse la parola.
                              “Hey, ragazzino! Questo non è posto per te, sloggia! Tornatene dalla mamma!” Gohan prese uno degli stuzzicadenti, che si trovavano in una tazza sul bancone e disse “Sono qui per vedere Peter Duglos!”.
                              Il barista scoppiò a ridere e, girandosi verso gli occupanti del bar, disse “Avete sentito? Il piccoletto vuole vedere il capo!” tutti i presenti scoppiarono a ridere, Gohan alzò un sopracciglio, si staccò dal bancone, e con un tiro veloce e preciso centrò con lo stuzzicadenti la carta di un giocatore.
                              Tutti i presenti ammutolirono per la precisione e la forza del colpo.
                              “Sì, voglio vedere Peter Duglos…problemi?” chiese con arroganza facendo vedere il pugnale che portava alla cintola.

                              “Hey, hey, calmo ragazzo!”
                              Gohan si girò.
                              Il bar era composto dal piano di sotto, dove si trovava Gohan, e dal piano di sopra. Dalle scale che collegavano i due piani, Gohan vide scendere un signore, indossava uno smoking grigio chiaro con righe grigie scure, e dei pantaloni anch’essi grigio chiaro, teneva in mano un bastone di legno, col manico in oro puro.
                              Gohan lo squadrò, la prima cosa che capì di quel tipo era che di certo i soldi non li guadagnava solo col locale, doveva avere altre entrate.
                              Ma della cosa non gli importava poi molto…la seconda cosa che notò gli interessava molto di più.
                              Erano passati quattro anni, e lui era cambiato, inoltre era buio quella sera, Gohan non poteva ricordare molto i tratti di Peter Duglos, ma guardando gli occhi di quel signore non ebbe dubbi. Era lui!
                              I suoi occhi non potevano tradire, Gohan non avrebbe mai dimenticato quegli occhi.
                              “Ho l’onore di parlare con Peter Duglos, vero?”
                              “Esatto, piccolo, ho sentito che mi cercavi”. Gohan alzò un sopracciglio, era evidente che Duglos non l’aveva riconosciuto.
                              “Sì, voglio parlare con te!” Peter Duglos si accigliò, come osava quel ragazzino dargli del tu?
                              “Cosa devi dirmi?” Gohan lo guardò con i suoi profondo occhi neri, ghiacciati.
                              “Devo parlarti…in privato!”
                              “Vieni su con me”.
                              Peter Duglos salì le scale, seguito da Gohan.

                              “Allora, entra ragazzo, questo è il mio ufficio”. Peter fece accomodare il ragazzo e chiuse la porta alle loro spalle.
                              “Di cosa dovevi parlarmi, ragazzino?”. Duglos portò le mani sui fianchi, in un evidente atto di impazienza.
                              “Riconosci questa?” così dicendo Gohan si sganciò la collana, e gliela mostrò. Duglos aggrottò le sopracciglia e la prese, rimase ad osservarla per qualche secondo, in viso un espressione confusa.
                              “Non mi dice niente” disse alla fine. Udita questa risposta Gohan lo scrutò a fondo, cercando di capire se stesse mentendo, ma capì presto che non stava mentendo. Veramente non ricordava quella collana, ma di lei doveva ricordarsi di sicuro.
                              “Il nome C18 ti dice niente?”
                              Peter Duglos sbiancò, non aveva mai pensato alla possibilità di riudire quel nome, non se l’aspettava.
                              “Sì…era…un amica” Gohan si staccò dal muro al quale si era appoggiato e lo guardò con uno sguardo carico d’odio. Duglos indietreggiò, aveva paura. Gohan ghignò.
                              “Un’amica? Caro signor Duglos…ero io…” questa frase bastò a Peter, aveva già capito che era lui quel bambino nel bosco, ma questa era la conferma.

                              Un raggio di sole entrò dalla finestra, illuminando la cintura di Gohan, Peter si accorse così del pugnale di Gohan, e non riusciva a smettere di fissarlo. Il ragazzo lo estrasse “Questo pugnale è quello con cui è stata uccisa C18, ricordi?”. Peter non potè fare altro che annuire.
                              “Ascoltami bene! Tu adesso raccontami com’è andata, chi l’ha violentata e chi l’ha uccisa! E io non ti farò del male…” .

                              Duglos fece un sospiro di sollievo.
                              “Oltre a me quella notte c’erano Filippo Lombi, Kevin Foster ed altri due” “E cos’è successo?” chiese maligno Gohan, intanto aveva appuntato quei due nomi pronunciati da Peter nella memoria, non li avrebbe dimenticati.
                              Peter Duglos iniziò a sudare freddo.
                              “Non sono stato io, né a violentarla, né ad ucciderla…dopo che sei stato colpito, io sono salito su cavallo, per andarmene. Ma Kevin non voleva andarsene…ha cercato di violentarla, e per tutta risposta lei gli ha dato un calcio nelle parti basse. Lui si è arrabbiato e l’ha uccisa con un colpo di pugnale al cuore…”
                              Gohan registrò mentalmente, ad ucciderla era stato Kevin Foster.
                              “…A quel punto Kevin avrebbe potuto violentarla, ma non voleva violentare un cadavere, mentre Filippo non aveva di questi problemi…”.
                              Gohan prese nota mentalmente del secondo dato, a violentarla, anche se da morta, era stato Filippo Lombi.
                              “…Siamo tutti saliti a cavallo, ma un altro del gruppo ha avuto la bella pensata di sfregiare il cadavere, per la resistenza che aveva opposto…così l’ha squartata.” Peter aveva concluso il suo racconto, e adesso guardava Gohan con ansia crescente.
                              Gohan era rimato pensieroso, gli facevano tutti schifo.
                              “Chi è questo? Chi l’ha sfregiata così?”
                              “Miccha Barton”
                              “E il quinto del gruppo chi era?”
                              Peter sbiancò “Il quinto non ha fatto niente, perché ti interessa?”
                              “Perché non ha impedito che tutto questo accadesse”
                              “Non ti dirò il suo nome…”. Gohan si accigliò
                              “Va bene, dimmi dove posso trovare Kevin Foster”
                              “Gestisce la Banca Nazionale di Rosie Town”
                              “Tutte città vicine…” pensò Gohan con sarcasmo.

                              Il ragazzo era soddisfatto, aveva le informazioni che gli servivano, adesso quel verme non gli serviva più!
                              “Bene, Peter, mi hai dato informazioni utili…”
                              “Bene, adesso vattene! Hai avuto quello che volevi!”
                              “No, ti sbagli!”.
                              Dicendo così Gohan si avvicinò al volto di Peter Duglos, e gli sussurrò all’orecchio “Non ho tutto quello che voglio, manca una cosa…”
                              “Cosa?” chiese Duglos con terrore, per la prima volta in tutta la sua vita aveva veramente paura.
                              “Farti male…” sussurrò Gohan “Fartela pagare, per quello che le hai fatto, non la passerai liscia”
                              “Ma…avevi detto che non mi avresti fatto del male!”
                              Gohan ghignò, allontanandosi dal volto di Peter, ma rimanendogli accanto.
                              “Ho detto così? Io non me lo ricordo…”
                              “Non puoi farlo!!”
                              “Non mi ricordo di avertelo detto, per me non vale…”
                              Dicendo così la sua mano compì un movimento rapido e preciso.
                              Con la stessa rapidità e precisione con cui aveva centrato quella carta con lo stuzzicadenti, giù al bar, tagliò netto l’orecchio destro di Peter Duglos, che cadde sul pavimento, in un lago di sangue.
                              Peter si portò lentamente la mano al punto dove un tempo si trovava il suo orecchio, tremando.
                              Non riuscì a proferire una sola paura, il dolore era lancinante.
                              “Piaciuto Peter? Non è stato bello provare dolore? Ma come? Perché quella faccia? Ti piace provocare dolore, no? Allora perché non godi anche nel riceverlo?”.
                              Il secondo colpo andò dritto alla gola, la testa di Peter volò via dal collo, schizzando di sangue tutta la stanza.
                              Gohan si coprì la bocca. Gli veniva da vomitare.

                              Raccolse la collana di C18, caduta nel sangue, e la pulì alla maglietta.
                              Scese dal locale, nessuno gli chiese niente, nessuno avrebbe potuto immaginare.
                              Uscito dal locale adocchiò una diligenza che sembrava sul punto di partire.

                              “Hey, mi dai un passaggio?”
                              “Dipende, ragazzino, dove devi andare?”
                              “Rosie Town”
                              “Va bene, è sulla via, salta su”
                              Gohan salì sulla diligenza e si preparò ad affrontare il viaggio.
                              Con Peter aveva agito precisamente e con una freddezza unica, anche se alla vista del sangue gli era venuta voglia di correre in bagno.
                              Doveva agire così anche con Kevin Foster.
                              Anzi, Kevin doveva soffrire di più…era stato lui ad ucciderla, a toglierle la vita, e a metterla nelle mani di quel tale Filippo. Non l’avrebbe passata liscia, avrebbe sofferto anche più di Peter. Gohan non sapeva ancora cosa fare, ma era sicuro che avrebbe sofferto di più.
                              Il ragazzo strinse la collana della bionda cyborg. Presto la sua promessa sarebbe stata mantenuta a pieno!
                              Meno uno…ne mancavano quattro…
                              sigpic
                              ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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