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Una città alla volta, oggi pubblicherò altre cosine su Ferrara poi dalla prossima cittá/paesino filtrerò il tutto cosi da mettere le storie più interessanti
Sul tuo comune c'e solo una storiella, la posterò stasera
Grazie, Kog! Se è quella su S.Lorenzo martire cotto sulla graticola, già la conosco, però...speriamo che trovi qualcos'altro...
QUANDO QUESTO GOVERNO DI TOSSICI CADRA' LE SARDINE SPARIRANNO!
Fu costruito verso la fine de 700 per volere di Pio VI, che diede cosi un tetto agli abitanti di San Lorenzo Vecchio(i cui resti si possono ancora vedere poco lontano), abbandonato a causa della malaria. Situato sulle rive del lago di Bolsena, il borgo si è conservato perfettamente ed è un interessante esempio di paese settecentesco.
Fu costruito verso la fine de 700 per volere di Pio VI, che diede cosi un tetto agli abitanti di San Lorenzo Vecchio(i cui resti si possono ancora vedere poco lontano), abbandonato a causa della malaria. Situato sulle rive del lago di Bolsena, il borgo si è conservato perfettamente ed è un interessante esempio di paese settecentesco.
Domani tocca a Rimini
Ci sarebbe anche la storia della Regina Amalasunta nell'isola Bizentina ...una triste storia, situata in mezzo al lago di Bolsena...ma mi accontento, grazie Kog! (però non è giusto, nel mio paese natale, che è più grande di quello di residenza...non c'è niente! Non dovevo traslocare! )
QUANDO QUESTO GOVERNO DI TOSSICI CADRA' LE SARDINE SPARIRANNO!
Il ponte di Tiberio si chiamava anche del Diavolo perché, secondo una leggenda, lo fece costruire al Maligno San Giovanni l'Ospitaliere, promettendogli l'anima del primo che vi fosse passato. Poi lo gabbò facendo rotolare sul ponte una forma di formaggio, la cui parte interna e molle è popolarmente chiamata <<l'anima>>.
Un tempio di pagani adoratori del diavolo
<<Sembra più un tempio di pagani adoratori del diavolo che un santuario cristiano>>, scrisse papa Pio II del tempio malatestiano. E in realtà, anche se si può dimostrare, come ha fatto D.Garattoni(Il Tempio Malatestiano, leggenda e realtà), che i temi iconografici profani sono in stretta relazione con i santi a cui erano dedicate le cappelle , la gloria di Sigismondo più che quella di Dio sembra lo scopo del tempio.
La presenza del committente è qui fin troppo viva e percettibile, non soltanto per la sigla ossessivamente ripetuta, ma perché ogni particolare della decorazione ci dice le sue intenzioni, i suoi gusti, i desideri, gli amori, i successi, le illusioni. Il tempio malatestiano è il tempio a un sogno, il sogno di grandezza e d'immortalità d'un signore di provincia cui audacia e fortuna hanno dato una grande potenza e che vuole il suo Pantheon per se, per i suoi, per l'amante, per i <<grandi>> di prima o di seconda mano che illustrano la sua corte, Roma e Atene riunite sull'Adriatico. La qualità, per cosi dire, onirica del tempio si rivela soprattutto all'interno, dove il gusto umanistico si sposa a quello tardogotico e simboli astrologici, virtù, stemmi, cimieri, personificazioni della arti, emblemi araldici, candidi marmi, fondi azzurri trapunti d'oro creano un'atmosfera per cui si è giustamente ricordata l'Hypnerotomachia Polyphili.
Poi il sogno fu bruscamente interrotto. Come spesso accade a simili sogni : per mancanza di fondi. Nel 1461 piove dal tetto; Sigismondo s'è impegnato perfino i gioielli e non può dar nulla; i frati ai quali è affidato il tempio devono vendersi una casa per provvedere alle riparazioni più urgenti.
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