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Flessibilità

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  • Flessibilità

    Una qualità molto richiesta dalla aziende ai loro dipendenti. Ma quando sono i dipendenti a chiederla all'azienda, ecco cosa può succedere...

    http://www.repubblica.it/2006/12/sez...icenziata.html


    Una lavoratrice del cremasco chiedeva 30 minuti per riprendere la figlia a scuola
    Era disposta a un taglio in busta paga o a recuperare. Il caso in tribunale
    Mamma operaia chiede mezz'ora flessibile
    ma l'azienda è contraria e la licenzia


    MILANO - Aveva chiesto mezz'ora di lavoro flessibile per poter riprendere la figlia da scuola, ma l'azienda, la Ipc Faip di Vaiano Cremasco (Cremona), ha deciso di risolvere il problema più drasticamente, licenziandola. Raffaella, operaia di 40 anni, aveva fatto domanda per poter avere trenta minuti di flessibilità da utilizzare per accudire la sua bambina, ma dopo un lungo braccio di ferro è stata messa alla porta.

    Fino a qualche settimana fa la donna, divorziata e senza altri redditi se non la sua paga di mille euro, per prelevare la figlia a scuola aveva sempre usato la pausa pranzo. Recentemente un accordo sindacale l'ha accorciata però di mezz'ora. La signora aveva chiesto quindi una deroga, con la disponibilità a recuperare la mezzora o a perdere la retribuzione. Ma niente da fare: dopo una serie di iniziative, e dopo gli scioperi di mezzora indetti dalla Flm Uniti-Cub per consentire alla lavoratrice di accudire la figlia, l'azienda ha deciso il licenziamento.

    La decisione della Ipc Faip, azienda leader nella produzione di strumenti per la pulizia domestica e professionale ad acqua, è stato subito impugnata; la prima udienza davanti al giudice è fissata per il 9 gennaio a Crema.

    (20 dicembre 2006)
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  • #2
    Robe da matti

    Elusys

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    • #3
      Non ho parole
      I don't think about things, but I respect who does!*

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      • #4
        Attnezione, perchè secondo me la notizia è stata riportata male. Non credo che possano licenziare una persona solo per una richiesta di questo genere, in più l'articolo cita un non ben precisato "braccio di ferro" di cui però non specifica alcunchè.
        MrBix
        Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo.

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        • #5
          Originariamente Scritto da Mr bix Visualizza Messaggio
          Attnezione, perchè secondo me la notizia è stata riportata male. Non credo che possano licenziare una persona solo per una richiesta di questo genere, in più l'articolo cita un non ben precisato "braccio di ferro" di cui però non specifica alcunchè.
          Sì, ho cercato anche altrove prima di postare, ma non ho trovato altre fonti. Scritta così é un suicidio dell'azienda.
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          • #6
            Tutto dipende dal tipo di contratto che la lavoratrice aveva stipulato con l'azienda.
            Attualmente io ho un contratto che ad esempio non mi garantisce malattia. Se dovessi ammalarmi in determinati giorni e se i miei datori fossero "bastardi" potrebbero tranquillamente licenziarmi. Idem per permessi ed uscite varie; ovviamente non è che il datore di lavoro ci gode a licenziarti e farti star male quindi non succede nulla e ci si viene incontro, ma in termini di legge io non ho tutele.

            Il caso della signora l'ho letto pure io da qualche parte. Può benissimo esser successo che lei ha chiesto insistentemente di avere quella mezz'ora libera, l'azienda ha ripetutamente negato il permesso e poi ha deciso di licenziarla poichè non ritenuta idonea al lavoro dato che ha dimostrato di volerlo finire (od interrompere)mezz'ora prima. Ripeto: dipende dal contratto. Ovviamente sono comportamenti (quelli dell'azienda in questione) moralmente criticabili, ma non è detto che siano illegali.

            Altro esempio. A lavoro una ragazza che conosco da una vita mi ha raccontato la sua vicenda (supportandola da documentazione).
            Lei ha iniziato a lavorare in un supermercato, non era assunta come fissa ma con un co.co.co. o un apprendistato. Lavorava ai banconi ed in magazzino, niente cassa. Un giorno sta male e scopre di avere un problema all'utero: nulla di grave ma è inguaribile e soprattutto le viene prescritto di non fare lavori in cui deve stare molto in piedi ed in cui deve fare sforzi. Quindi non può continuare a lavorare ai banconi ed al magazzino del supermercato. Per non perdere il lavoro richiede di essere trasferita alle casse dove il lavoro è fisicamente meno faticoso e le permette di stare seduta. In un primo momento i capoccia del supermercato, convinti che la malattia sia una scusa per farsi trasferire, le chiedono la certificazione medica della sua malattia. Dopo esser stati accontentati ed aver visto che la malattia è reale, la fanno lavorare ancora una settimana e poi le danno il ben servito: inadatta al lavoro. Ha firmato un contratto per lavorare ai banchi del supermercato e dentro il magazzino ma la malattia (certificata) non le permette di fare questo lavoro.
            La mia amica ha intentato cause, messo in mezzo avvocati ecc ecc ma non c'è stato nulla da fare.
            A torme, di terra passarono in terra,
            Cantando giulive canzoni di guerra,
            Ma i dolci castelli pensando nel cor;
            Per valli petrose, per balzi dirotti,
            Vegliaron nell’arme le gelide notti,
            Membrando i fidati colloqui d’amor.

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            • #7
              se davvero è così, è incredibile
              sigpic
              Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare:
              perchè io, di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell'aria che respiro....

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              • #8
                Stavo leggendo che dopo la diminuzione dell'orario di pausa mensa, il sindacato cui aderiva la signora ha promosso uno sciopero di mezz'ora al giorno a oltranza, per permetterle di andare a prendere la figlia a scuola. Solo che a questo sciopero ha aderito solo la signora in questione; non c'è stata solidarietà da parte degli altri operai. L'azienda perciò l'ha licenziata considerando illegittima la forma di sciopero da lei praticata.
                Il problema è che non è l'azienda a poter stabilire quale sciopero sia giusto e quale no. E' una contraddizione. Per questo il sindacato sostiene la lavoratrice e intenta la causa al datore di lavoro.
                ... bello è il bosco, buio e profondo,
                ma io ho promesse da non tradire,
                miglia da percorrere prima di dormire,
                miglia da percorrere prima di dormire


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