Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una discussione su un altro forum (di cui taccio il nome per ovvi motivi). Si parlava di un manga non molto gradito alla maggior parte dell’utenza abituale, e qualcuno l’aveva apostrofato come “cagata” e che “faceva schifo”, naturalmente urtando la sensibilità di chi quel prodotto lo apprezzava.
Per esperienza passata come moderatore mi sarei aspettato che l’amministrazione censurasse o quantomeno richiamasse tale espressione, ed invece per voce dello stesso admin, site, c’è stata una esasperazione dei termini.
Ne è quindi scaturita una diatriba riguardo al “buonismo, censura e libertà di espressione.” Da un lato c’era chi affermava che si potesse tranquillamente usare certi epiteti in nome dell’onestà, libertà e lotta al buonismo, dall’altra chi invitava ad avere un atteggiamento più tollerante e diplomatico.
Mi sono chiesto allora dove possa finire “il diritto alla libertà di espressione” e dove inizi la semplice “maleducazione”. Evitare di dire pubblicamente che una cosa “fà schifo” è una delle prime regole di buon vivere che i nostri (almeno i miei) genitori ci hanno insegnato: ciò che a noi può non piacere, a qualcun’ altro può essere invece gradevolissimo.
Oggi in nome di una “libertà di espressione” e di “condanna al buonismo” si calpestano le più elementari norme del buon vivere comune. Il “Pollitically Scorrect” è figo ma dev’essere usato ad un fine educativo e con parsimonia, non a insultare semplicemente una persona rea solo di avere un’idea diversa. L’onestà è una grandissima dote, ma non vedo nulla di ipocrita ad esprimerla con educazione e rispetto del prossimo.
Per esperienza passata come moderatore mi sarei aspettato che l’amministrazione censurasse o quantomeno richiamasse tale espressione, ed invece per voce dello stesso admin, site, c’è stata una esasperazione dei termini.
Ne è quindi scaturita una diatriba riguardo al “buonismo, censura e libertà di espressione.” Da un lato c’era chi affermava che si potesse tranquillamente usare certi epiteti in nome dell’onestà, libertà e lotta al buonismo, dall’altra chi invitava ad avere un atteggiamento più tollerante e diplomatico.
Mi sono chiesto allora dove possa finire “il diritto alla libertà di espressione” e dove inizi la semplice “maleducazione”. Evitare di dire pubblicamente che una cosa “fà schifo” è una delle prime regole di buon vivere che i nostri (almeno i miei) genitori ci hanno insegnato: ciò che a noi può non piacere, a qualcun’ altro può essere invece gradevolissimo.
Oggi in nome di una “libertà di espressione” e di “condanna al buonismo” si calpestano le più elementari norme del buon vivere comune. Il “Pollitically Scorrect” è figo ma dev’essere usato ad un fine educativo e con parsimonia, non a insultare semplicemente una persona rea solo di avere un’idea diversa. L’onestà è una grandissima dote, ma non vedo nulla di ipocrita ad esprimerla con educazione e rispetto del prossimo.
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