Questa che riporto, di seguito, è una poesia scritta, qualche anno fa, per mia sorella. E' una cosa un po' infantile. Mia sorella dice che è bella. E' un ricordo di tanti anni fa (di molti anni prima che fosse scritta).
* (dalla finestra)
Volgeva la figura al compimento,
tra le tue mani che più non sentivi.
E la neve rifletteva e serrava
la luce, e credevi non ti mentisse.
"Ecco, è vestito!", con tappi e carota
i suoi occhi e il naso. "Ecco, sei pronto!, amico
del pomeriggio del giorno più freddo".
Segnavi, coi tuoi lunghissimi guanti,
il busto, il viso proteso al cielo,
tuo fratello, ricordi?, ti portava
gli stecchi, perchè braccia avesse, e mani
per stringervi forte e sentire il vostro
pio calore tra i capelli bagnati.
Ricordi?, aspra fu l'opera, ma ferma
e dolce la fine. Sorrideva, ora,
la nuova creatura alle tue carezze.
Ma fu tardi d'un tratto. E' ora di andare!
Tu un bacio schiudesti e un altro a metà
sulla sua guancia di luce rotonda.
Poi, rapida, ad inseguire corresti
tuo fratello, i passi lesti sul ghiaccio.
Lieve, ansiosa, ti voltavi a guardare.
Via Carnemarcia, 11 marzo 2002.
Volgeva la figura al compimento,
tra le tue mani che più non sentivi.
E la neve rifletteva e serrava
la luce, e credevi non ti mentisse.
"Ecco, è vestito!", con tappi e carota
i suoi occhi e il naso. "Ecco, sei pronto!, amico
del pomeriggio del giorno più freddo".
Segnavi, coi tuoi lunghissimi guanti,
il busto, il viso proteso al cielo,
tuo fratello, ricordi?, ti portava
gli stecchi, perchè braccia avesse, e mani
per stringervi forte e sentire il vostro
pio calore tra i capelli bagnati.
Ricordi?, aspra fu l'opera, ma ferma
e dolce la fine. Sorrideva, ora,
la nuova creatura alle tue carezze.
Ma fu tardi d'un tratto. E' ora di andare!
Tu un bacio schiudesti e un altro a metà
sulla sua guancia di luce rotonda.
Poi, rapida, ad inseguire corresti
tuo fratello, i passi lesti sul ghiaccio.
Lieve, ansiosa, ti voltavi a guardare.
Via Carnemarcia, 11 marzo 2002.
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