Il governo fa arrabbiare i produttori elettrici che ricavano l’energia dal vento: un nuovo provvedimento che limita la possibilità di costruire impianti eolici ha sollevato le proteste di Assoelettrica, Aper (Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili) e Anev (Associazione nazionale energia del vento). E fin qui è già sorprendente che un governo che dice di voler sostenere l’energia verde metta i bastoni tra le ruote di chi vuol costruire gli impianti. Ma ieri ci si è messa anche Legambiente, notoriamente non lontana dall’attuale esecutivo, secondo la quale «il vento in Italia c’è e l’eolico è possibile, è il governo a non volerlo. Per far girare le pale non serve un tornado, ma un governo che non soffi in senso contrario. La verità - secondo Legambiente - è che questo governo non ha alcuna strategia per il futuro energetico dell’Italia e che l’eolico è assolutamente poco sfruttato».
Quanto ai produttori di «energia eolica», un comunicato afferma che «si annunciano nuove restrizioni sulla diffusione dell’eolico che risulta pesantemente penalizzato dal decreto, proposto dal ministero dell’Ambiente e approvato dalla Conferenza Stato Regioni, che stabilisce norme molto limitanti per l’inserimento dei parchi eolici nei Siti di importanza comunitaria (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps). Nuove restrizioni che impediscono di fatto la realizzazione di nuovi impianti su oltre il 19% del territorio nazionale».
A fine 2006 in Italia c’erano impianti eolici per 2.100 megawatt: l’obiettivo dichiarato del governo è arrivare a 15mila Mw entro il 2020. Come sia possibile raggiungere questo obiettivo è tutto da vedere: già oggi costruire un impianto eolico non è la cosa più semplice, tra i permessi (e veti) incrociati di tutti i possibili enti locali: «Il decreto - ha detto il presidente di Aper, Roberto Longo - è chiaramente in controtendenza rispetto agli obiettivi fissati dall’Unione europea al 2020. C’è una contraddizione di alcune fasce dell’ambientalismo che a parole promuovono la diffusione dell’eolico e nei fatti si oppongono a qualsiasi intervento sul territorio».
Quanto ai produttori di «energia eolica», un comunicato afferma che «si annunciano nuove restrizioni sulla diffusione dell’eolico che risulta pesantemente penalizzato dal decreto, proposto dal ministero dell’Ambiente e approvato dalla Conferenza Stato Regioni, che stabilisce norme molto limitanti per l’inserimento dei parchi eolici nei Siti di importanza comunitaria (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps). Nuove restrizioni che impediscono di fatto la realizzazione di nuovi impianti su oltre il 19% del territorio nazionale».
A fine 2006 in Italia c’erano impianti eolici per 2.100 megawatt: l’obiettivo dichiarato del governo è arrivare a 15mila Mw entro il 2020. Come sia possibile raggiungere questo obiettivo è tutto da vedere: già oggi costruire un impianto eolico non è la cosa più semplice, tra i permessi (e veti) incrociati di tutti i possibili enti locali: «Il decreto - ha detto il presidente di Aper, Roberto Longo - è chiaramente in controtendenza rispetto agli obiettivi fissati dall’Unione europea al 2020. C’è una contraddizione di alcune fasce dell’ambientalismo che a parole promuovono la diffusione dell’eolico e nei fatti si oppongono a qualsiasi intervento sul territorio».
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