Da leggere e diffondere questi sono la vergona del mondo...
IRAQ - Clara Durkin, 30 anni, era una soldatessa americana.
Specialista della Guardia Nazionale del Massachusetts.
Era stata mandata in Afghanistan a febbraio, dove si occupava - nell’aeroporto di Bagram - delle paghe dei soldati.
Doveva tornare a casa nel gennaio prossimo.
E’ stata trovata morta, uccisa con un singolo colpo di pistola a Bagram.
«L’ultima volta che ci ha telefonato ci ha detto che se le succedeva qualcosa, dovevamo investigare; ho creduto scherzasse», dice ora la sorella di Clara, Fiona Canavan, di 44 anni.
«L’ultima volta che è venuta in licenza ci accennò di aver scoperto qualcosa di sgradevole, di aver pestato i piedi a qualcuno».
Da principio le autorità militari hanno comunicato alla famiglia che Clara era stata «uccisa in azione», poi hanno cambiato versione e definito la sua morte causata da «ferite non da combattimento» (1).
Alcuni parlamentari si stanno occupando dell’inquietante vicenda.
Il senatore John Kerry ha scritto al proposito al ministro della difesa Robert Gates, e il senatore Edward Kennedy ha preso contatti con il segretario dell’armata di terra, Pete Garen.
Persino il ministero degli esteri irlandese s’è attivato, a nome dei parenti di Clara che vivono in Irlanda, contattando l’ambasciata Usa a Dublico; per adesso senza alcun esito.
Intanto tre soldati di una unità di tiratori scelti composta di 13 uomini, i Painted Demons, sono sotto processo militare per uccisioni indiscriminate di civili in Irak, nel cosiddetto triangolo della morte.
Uno di loro, il sergente Evan Vela, 23 anni, ha deposto di come avesse tra l’altro sparato a bruciapelo alla testa di un prigioniero iracheno, su ordine, dice, del superiore, sergente maggiore Michael Hensley.
Le deposizioni scritte dei tre imputati concordano su un punto: erano «premuti a produrre un più alto numero di morti».
Da chi?
Dal sergente maggiore Hensley, sostiene il procuratore militare; dai superiori dell’esercito, dice Hensley. Per essere più produttivo, dicono, gli ufficiali del 501mo reggimento di fanteria, primo battaglione, avevano escogitato una trappola: lasciavano delle armi sulla strada, e i cecchini dei Painted Demons uccidevano chiunque si avvicinava per raccoglierle.
Il Pentagono ha negato che fossero stati dati ordini per simili esche, e tratta i tre casi come casi separati di soldati stressati e criminali.
La produttività della squadra è aumentata con l’arrivo del sergente maggiore Hensley.
Prima, in oltre cinque mesi, l’unità poteva contare solo un iracheno ucciso.
Poi, fin dalla prima missione sotto Hensley, il gruppo ha «prodotto» cinque cadaveri.
Il 14 aprile Hensley uccise di persona un passante disarmato, e il 27 ordinò al soldato Jorge Sandoval di sparare a un uomo che tagliava l’erba con una falce; Sandoval poi ha sistemato della cordite sul corpo dell’ucciso per farlo apparire come un terrorista colto sul fatto.
L’11 maggio, Hensley e Vela hanno ucciso un iracheno la cui unica colpa era di essersi avvicinato troppo alla loro postazione di cecchinaggio.
Intanto proseguono le polemiche sulla sparatoria che le guardie private della Blackwater hanno compiuto il 16 settembre, aprendo il fuoco senza provocazione contro auto di passaggio a Nisur Square, Baghdad.
Un’auto guidata da Ahmed Haitem, che portava sua madre Mphassin all’ospedale locale dove lavorava il marito, un medico patologo, è stata colpita (da 40 proiettili, si constaterà dopo); il giovane alla guida, ucciso, s’è accasciato e il corpo ha premuto l’acceleratore, ha proseguito la corsa senza controllo, facendo strage nella strage.
L’auto poi ha preso fuoco - secondo i pliziotti iracheni perché un uomo della Blackwater ha gettato una granata nell’abitacolo - e la madre è morta mentre cercava di abbracciare il figlio: anch’essa risulta trapassata da proiettili.
Nel fuggi fuggi, auto e camion si tamponavano, la gente usciva dalle macchine e cercava di sottrarsi alla sparatoria dei mercenari, cadendo falciata.
Un camionista, Farid Walid Hassam, il cui mezzo era rimasto bloccato all’incrocio, ha raccontato di aver visto una mamma trascinare via il suo bambino, di forse dieci anni.
«Era già morto, ma lei lo trascinava per una mano, sperando che fosse solo ferito».
Gli eroici guerrieri poi hanno sparato sulla gente, anche poliziotti, che cercavano di soccorrere i feriti a terra.
Alla fine, 17 morti ammazzati e 24 feriti.
Non è la prima volta che questi allegri sparatori, assoldati per la protezione dei diplomatici USA, commettono omicidi gratuiti.
Uno di loro, la vigilia di Natale del 2006, ha ammazzato una guardia del corpo del vice-presidente iracheno.
Circolano su YouTube video, apparentemente ripresi da auto della Blackwater, dove questi eroi si divertono a crivellare auto irachene che li seguono sulla strada, e scoppiano in risate belluine quando le auto - il guidatore essendo colpito all’interno - finiscono senza controllo contro le palme ai lati, o tamponano altri veicoli.
I mercenari Blackwater sono implicati in almeno 195 sparatorie, nell’80 per cento dei casi senza provocazione.
In almeno un caso i guerrieri a noleggio, coi loro gipponi corazzati, si sono divertiti a tamponare deliberatamente una colonna di 18 veicoli civili iracheni.
Dopo il massacro di Nisur Square, riporta il Washington Post, «la Blackwater non ha voluto fornire informazioni sull’incidente ai militari Usa. Ufficiali dell’esercito che si sono recati nei quartieri della Blackwater nella Zona Verde si sono visti impedire l’accesso da direttori della ditta».
Vergogna su vergogna, per un esercito regolare.
Ma questo è il bello dell’impresa privata.
Maurizio Blondet www.effedeffe.com
AGGIUNGO QUESTO VIDEO AGGHIACCIANTE TRATTO DA YOUTUBE
http://www.youtube.com/watch?v=KZX1odzHdAo
IRAQ - Clara Durkin, 30 anni, era una soldatessa americana.
Specialista della Guardia Nazionale del Massachusetts.
Era stata mandata in Afghanistan a febbraio, dove si occupava - nell’aeroporto di Bagram - delle paghe dei soldati.
Doveva tornare a casa nel gennaio prossimo.
E’ stata trovata morta, uccisa con un singolo colpo di pistola a Bagram.
«L’ultima volta che ci ha telefonato ci ha detto che se le succedeva qualcosa, dovevamo investigare; ho creduto scherzasse», dice ora la sorella di Clara, Fiona Canavan, di 44 anni.
«L’ultima volta che è venuta in licenza ci accennò di aver scoperto qualcosa di sgradevole, di aver pestato i piedi a qualcuno».
Da principio le autorità militari hanno comunicato alla famiglia che Clara era stata «uccisa in azione», poi hanno cambiato versione e definito la sua morte causata da «ferite non da combattimento» (1).
Alcuni parlamentari si stanno occupando dell’inquietante vicenda.
Il senatore John Kerry ha scritto al proposito al ministro della difesa Robert Gates, e il senatore Edward Kennedy ha preso contatti con il segretario dell’armata di terra, Pete Garen.
Persino il ministero degli esteri irlandese s’è attivato, a nome dei parenti di Clara che vivono in Irlanda, contattando l’ambasciata Usa a Dublico; per adesso senza alcun esito.
Intanto tre soldati di una unità di tiratori scelti composta di 13 uomini, i Painted Demons, sono sotto processo militare per uccisioni indiscriminate di civili in Irak, nel cosiddetto triangolo della morte.
Uno di loro, il sergente Evan Vela, 23 anni, ha deposto di come avesse tra l’altro sparato a bruciapelo alla testa di un prigioniero iracheno, su ordine, dice, del superiore, sergente maggiore Michael Hensley.
Le deposizioni scritte dei tre imputati concordano su un punto: erano «premuti a produrre un più alto numero di morti».
Da chi?
Dal sergente maggiore Hensley, sostiene il procuratore militare; dai superiori dell’esercito, dice Hensley. Per essere più produttivo, dicono, gli ufficiali del 501mo reggimento di fanteria, primo battaglione, avevano escogitato una trappola: lasciavano delle armi sulla strada, e i cecchini dei Painted Demons uccidevano chiunque si avvicinava per raccoglierle.
Il Pentagono ha negato che fossero stati dati ordini per simili esche, e tratta i tre casi come casi separati di soldati stressati e criminali.
La produttività della squadra è aumentata con l’arrivo del sergente maggiore Hensley.
Prima, in oltre cinque mesi, l’unità poteva contare solo un iracheno ucciso.
Poi, fin dalla prima missione sotto Hensley, il gruppo ha «prodotto» cinque cadaveri.
Il 14 aprile Hensley uccise di persona un passante disarmato, e il 27 ordinò al soldato Jorge Sandoval di sparare a un uomo che tagliava l’erba con una falce; Sandoval poi ha sistemato della cordite sul corpo dell’ucciso per farlo apparire come un terrorista colto sul fatto.
L’11 maggio, Hensley e Vela hanno ucciso un iracheno la cui unica colpa era di essersi avvicinato troppo alla loro postazione di cecchinaggio.
Intanto proseguono le polemiche sulla sparatoria che le guardie private della Blackwater hanno compiuto il 16 settembre, aprendo il fuoco senza provocazione contro auto di passaggio a Nisur Square, Baghdad.
Un’auto guidata da Ahmed Haitem, che portava sua madre Mphassin all’ospedale locale dove lavorava il marito, un medico patologo, è stata colpita (da 40 proiettili, si constaterà dopo); il giovane alla guida, ucciso, s’è accasciato e il corpo ha premuto l’acceleratore, ha proseguito la corsa senza controllo, facendo strage nella strage.
L’auto poi ha preso fuoco - secondo i pliziotti iracheni perché un uomo della Blackwater ha gettato una granata nell’abitacolo - e la madre è morta mentre cercava di abbracciare il figlio: anch’essa risulta trapassata da proiettili.
Nel fuggi fuggi, auto e camion si tamponavano, la gente usciva dalle macchine e cercava di sottrarsi alla sparatoria dei mercenari, cadendo falciata.
Un camionista, Farid Walid Hassam, il cui mezzo era rimasto bloccato all’incrocio, ha raccontato di aver visto una mamma trascinare via il suo bambino, di forse dieci anni.
«Era già morto, ma lei lo trascinava per una mano, sperando che fosse solo ferito».
Gli eroici guerrieri poi hanno sparato sulla gente, anche poliziotti, che cercavano di soccorrere i feriti a terra.
Alla fine, 17 morti ammazzati e 24 feriti.
Non è la prima volta che questi allegri sparatori, assoldati per la protezione dei diplomatici USA, commettono omicidi gratuiti.
Uno di loro, la vigilia di Natale del 2006, ha ammazzato una guardia del corpo del vice-presidente iracheno.
Circolano su YouTube video, apparentemente ripresi da auto della Blackwater, dove questi eroi si divertono a crivellare auto irachene che li seguono sulla strada, e scoppiano in risate belluine quando le auto - il guidatore essendo colpito all’interno - finiscono senza controllo contro le palme ai lati, o tamponano altri veicoli.
I mercenari Blackwater sono implicati in almeno 195 sparatorie, nell’80 per cento dei casi senza provocazione.
In almeno un caso i guerrieri a noleggio, coi loro gipponi corazzati, si sono divertiti a tamponare deliberatamente una colonna di 18 veicoli civili iracheni.
Dopo il massacro di Nisur Square, riporta il Washington Post, «la Blackwater non ha voluto fornire informazioni sull’incidente ai militari Usa. Ufficiali dell’esercito che si sono recati nei quartieri della Blackwater nella Zona Verde si sono visti impedire l’accesso da direttori della ditta».
Vergogna su vergogna, per un esercito regolare.
Ma questo è il bello dell’impresa privata.
Maurizio Blondet www.effedeffe.com
AGGIUNGO QUESTO VIDEO AGGHIACCIANTE TRATTO DA YOUTUBE
http://www.youtube.com/watch?v=KZX1odzHdAo
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