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Il consenso del PFR superiore a quello dell'antifascismo

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  • Il consenso del PFR superiore a quello dell'antifascismo

    Spero che anche questa discussione non venga chiusa, e se lo fosse chiedo di dirmi quale articolo del regolamento sto violando.

    "Passiamo ad un'altra leggenda da sfatare: quella che gli italiani fossero contrari al regime di Mussolini. Non è vero: l'Italia è stato un paese in grandissima parte attratto dal fascismo o senz'altro fascista. Almeno sino al nostro ingresso nella II GM. Nel ventennio gli antifascisti sono stati una piccola minoranza, molto piccola. E costituita quasi per intero dai comunisti: opositori solitari, avversari ostinati e spesso eroici.
    Molti italiani restarono fascisti anche dopo i disastri originati dalla guerra, dalla nostra alleanza con la Germania nazista e dalla catastrofe dell'8 settembre.
    La RSI ha avuto una consistente base di massa, in tutti i ceti sociali. Questo consenso, assai più ridotto ma ben più rischioso di quello del ventennio concluso dalla crisi del 25 luglio 1943, rimase intatto per i 20 mesi della guerra civile. Non si attenuò neppure quando risultò chiaro che Mussolini ormai aveva perso l'ultima battaglia. Sa da cosa l'ho capito?"
    - "Dagli elenchi dei giustiziati dopo il 25 aprile? [..]"
    "Sì, ma anche da quelli dei fascisti uccisi prima, nel corso della guerra interna. Non parlo soltanto dei militari delle divisioni del maresciallo Graziani e dei volontari dei reparti politici.
    Mi hanno colpito soprattutto le migliaia di civili, legati in modi diversi alla RSI. Uccisi o fatti sparire dai partigiani per tanti motivi diversi, ma spesso soltanto per la loro adesione al Partito Fascista Repubblicano. Era una tessera pericolosa, che poteva costare la vita. Eppure la presero in tanti.
    Quasi sempre era gente qualunque [..]: impiegati, insegnanti, artigiani, operai, pensionati, casalinghe, professionisti, contadini, piccoli propietari agricoli, sacerdoti e così via. Oggi diremmo: ecco una parte dell'Italia profonda, quella che sembra estranea alla grande storia. E che invece non lo era per la storia del fascismo.
    [....] La nostra guerra interna è stata combattuta soltanto da due minoranze: quella antifascista e quella legata alla RSI. E quest' ultima, soprattutto nelle grandi città dell'Italia settentrionale, era più robusta della prima."

    Da G. Pansa, "La grande bugia", pag. 190 e sgg.

    Questo piccolo estratto la dice lunga sul perchè il mal di Pansa sia acuto tra i negazionisti rossi... A lui non lo possono liquidare con un "luride baggianate fasciste", anche se ora anche lui (come tanti altri, spesso non fascisti) ha provato e sta provando la tolleranza e la democrazia dei sui (ex) amici...
    "L'uomo deve ridiventare, anzitutto, essere spirituale, teso verso tutto ciò che innalza e nobilita: se no, quantunque gradevole sia la decorazione, la vita risulta solo una mangiatoia, in cui ci si sazia e l'essenziale non esiste più"

  • #2
    Pansa, uno che scrive per la verità. Da la voce ai vinti, a quelli che persero la guerra e su alcuni di loro si scagliò una violenza immane. Queste verità sono state nascoste, queste verità vengono tenute nascoste da chi non vuole fare conoscere la verità agli italiani. Prima nascosero, poi scrissero la storia e così avviarono questa forma di menefreghismo e ripudio al fascismo. Questa gente è stata brava, inculcò nella mente della gente la storia scritta da loro senza aggiungere quella cosa che può fare più male. LA VERITà!!!!

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    • #3
      Originariamente Scritto da Super Perfect Cell Visualizza Messaggio
      Spero che anche questa discussione non venga chiusa, e se lo fosse chiedo di dirmi quale articolo del regolamento sto violando.
      Quello che questo è un forum di videogiochi e non storico-politico magari?

      Una-due discussioni vanno bene, aprire continuamente discussioni di questo genere invece non va bene.
      Dai piani alti approvano questa linea, per cui chiudo.
      A torme, di terra passarono in terra,
      Cantando giulive canzoni di guerra,
      Ma i dolci castelli pensando nel cor;
      Per valli petrose, per balzi dirotti,
      Vegliaron nell’arme le gelide notti,
      Membrando i fidati colloqui d’amor.

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