Ma va??
Da tiscali.it
"Era nell'aria e infatti è arrivato. L'emendamento al decreto legge sulla sicurezza - domani in Aula al Senato per la conversione -, contenente la cosiddetta norma salva-premier, è stato presentato questa mattina a palazzo Madama a firma di Carlo Vizzini e Filippo Berselli, rispettivamente presidenti delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato. Il testo introduce nel provvedimento di urgenza un'accelerazione per i reati che "creano allarme sociale" antecedenti al 2001, sospendendo gli altri procedimenti in corso. Tra questi rientra anche il processo Mills, nel quale risulta imputato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, davanti alla decima sezione del tribunale di Milano, per corruzione in atti giudiziari.
Il Quirinale e il Csm contrari - Una norma inserita quindi nel dl in corso di conversione in Senato ma che trova molti giudizi negativi. A cominciare da quello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che già si era espresso contro il tentativo di inserire il dettato in sede di emanazione del decreto legge,in quanto non rispettava i criteri di "estrema necessità e urgenza" chiesti dalla Costituzione. Veto aggirabile, come si può intuire, nel passaggio parlamentare. A queste riserve si aggiungono quelle del presidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, che si è detto "preoccupato" perché il provvedimento "scalfisce e attenua l'obbligatorietà dell'azione penale". In ballo ci sono infatti decine di processi che verrebbero "bloccati" con effetti sui tempi di prescrizione dei reati.
Prossimo passo, il Lodo Schifani - Nella stessa legge di conversione del decreto legge sulla sicurezza, il governo aveva tentato l'introduzione di quella norma che sospendeva i giudizi penali per le alte cariche dello Stato, già presentata durante il governo Berlusconi del 2001, poi bocciata dalla Corte Costituzionale, e nota con il nome di Lodo Schifani. Dopo aver scatenato le ire del Partito Democratico - Veltroni ha minacciato il premier di interrompere il dialogo tra maggioranza e opposizione - e la censura di Mancino ("si faccia una legge costituzionale"), l'emendamento è stato accantonato. Ma, assicurano a palazzo, se ne riparlerà presto."
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"Era nell'aria e infatti è arrivato. L'emendamento al decreto legge sulla sicurezza - domani in Aula al Senato per la conversione -, contenente la cosiddetta norma salva-premier, è stato presentato questa mattina a palazzo Madama a firma di Carlo Vizzini e Filippo Berselli, rispettivamente presidenti delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato. Il testo introduce nel provvedimento di urgenza un'accelerazione per i reati che "creano allarme sociale" antecedenti al 2001, sospendendo gli altri procedimenti in corso. Tra questi rientra anche il processo Mills, nel quale risulta imputato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, davanti alla decima sezione del tribunale di Milano, per corruzione in atti giudiziari.
Il Quirinale e il Csm contrari - Una norma inserita quindi nel dl in corso di conversione in Senato ma che trova molti giudizi negativi. A cominciare da quello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che già si era espresso contro il tentativo di inserire il dettato in sede di emanazione del decreto legge,in quanto non rispettava i criteri di "estrema necessità e urgenza" chiesti dalla Costituzione. Veto aggirabile, come si può intuire, nel passaggio parlamentare. A queste riserve si aggiungono quelle del presidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, che si è detto "preoccupato" perché il provvedimento "scalfisce e attenua l'obbligatorietà dell'azione penale". In ballo ci sono infatti decine di processi che verrebbero "bloccati" con effetti sui tempi di prescrizione dei reati.
Prossimo passo, il Lodo Schifani - Nella stessa legge di conversione del decreto legge sulla sicurezza, il governo aveva tentato l'introduzione di quella norma che sospendeva i giudizi penali per le alte cariche dello Stato, già presentata durante il governo Berlusconi del 2001, poi bocciata dalla Corte Costituzionale, e nota con il nome di Lodo Schifani. Dopo aver scatenato le ire del Partito Democratico - Veltroni ha minacciato il premier di interrompere il dialogo tra maggioranza e opposizione - e la censura di Mancino ("si faccia una legge costituzionale"), l'emendamento è stato accantonato. Ma, assicurano a palazzo, se ne riparlerà presto."
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