Originariamente Scritto da Gilgamesh
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Ho combattuto. Ho ucciso.
Temuto,odiato,invidiato,al di la del Tempo e della Vita, oltre la Morte, attraverso i cicli di ere ormai lontane.
Il mio regno era vasto, il mio potere sconfinato, i miei nemici innumerevoli : ma la mia brama di dominio andava oltre tutto questo. Ho regnato su di un trono di sangue, mentre cercavo il potere assoluto : tradito dai miei stessi generali, ho continuato a combattere da solo, spinto da un'odio antico come questa terra. Tale, era la forza del mio rancore, che i miei avversari non hanno potuto uccidermi, ma solo relegarmi in un sonno senza sogni, un limbo di semi-vita dal quale, alla fine, ho potuto risvegliarmi grazie alla mia brama di conquista.
Ho dimenticato il mio nome, il mio casato, i miei poteri. Quegli stessi uomini che avevano giurato di servirmi mi hanno reso debole, smemorato, vuoto. Ma non sconfitto. Sottovalutarmi è stato il loro più grande errore.
Ora so il mio nome,come so, con la stessa certezza, che tutti loro moriranno consumati dalla mia furia, piangeranno e si dispereranno per aver conosciuto la mia ira.
Io ho visto tutto questo, in un oscuro presagio di sangue.
Io sono un Vampiro.
Io sono Kain."E sul bianco dorso della balena egli scaricò la somma dell'odio e della rabbia provati da quelli della sua razza.Se il suo petto fosse stato un cannone,gli avrebbe sparato contro il suo cuore"
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Hm, riportiamo un po' in auge.
Il giullare ride, mentre migliaia di uomini urlano esalando il loro ultimo respiro. Il suo potere ormai è immenso, divino. Egli è oramai il sacro tiranno di questo mondo da lui stesso distrutto. La sua Luce del giudizio colpisce senza pietà, annientando ciò che fu costruito per durare in eterno. Ogni essere umano trema al solo sentir proferire quel nome, ricordando i terribili eventi che hanno portato alla distruzione del mondo, alla fine dell’equilibrio. Kefka, dall’alto, osserva con crudele ironia gli sforzi di quegli sciocchi mentre cercano di ricominciare a vivere, non capendo cosa li spinge ad andare avanti. Un misto di rabbia e divertimento si scorgono negli occhi della folle figura, mentre una risata stridula esce dalle sue labbra, echeggiando negli spazi vuoti della sua torre creata sulle ceneri del mondo. Tali idiozie non sono degne della sua attenzione, ma dentro di se il Clown sa che tornerà a spiare gli sforzi di quelle che oramai sono formiche, al suo confronto. Il divertimento sadico che prova a distruggere ciò che quegli stolti ricostruiscono è ineguagliabile, insuperabile. Si chiede quando perderanno le speranze, quando finalmente riuscirà a spegnere anche la più flebile luce di vita e amore, rendendo così il suo regno di disperazione e follia completo. “Fino a quel momento”, pensa Kefka, “rendiamo più piccante questa pazza festa!”
La mano del Malvagio si muove. Una luce intensa colpisce un villaggio, spazzandolo via.
Il giullare ride, mentre migliaia di uomini urlano.
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