E' arrivata la condanna definitiva per Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona, e per gli altri cinque esponenti della Lega, che nel 2001 avviarono una campagna contro gli zingari. Allora erano i sinti veronesi, sgomberati dall'assessore Fabio Gamba della giunta Sironi. Famiglie che per tutta l'estate di quell'anno vagarono da uno spiazzo all'altro finché il presidente della Sesta Circoscrizione, Luigi Fresco, non accettò di ospitarli in un parcheggio di borgo Venezia. Un'odissea a cui si aggiunse la violentissima (nei toni dei manifesti e delle interviste di allora) campagna della Lega Nord, promossa dall'attuale sindaco. Un'avversione, quella verso la minoranza zingara, sinta o rom che sia, che Flavio Tosi ha anche evidenziato nel suo programma elettorale.Una delle sue promesse, se fosse stato eletto, riguardava appunto la chiusura dei campi rom. Promessa mantenuta. In un recente incontro della Lega alla Gran Guardia il sindaco si è vantato di quella campagna, affermando che riguardava campi abusivi. Falso perché i sinti del quartiere Stadio abitavano in quella zona da più di dieci anni, come testimoniarono al processo anche i dirigenti scolastici della circoscrizione. Il Circolo Pink accoglie questa condanna con vera soddisfazione, ricordando che, tra i firmatari dell'esposto presentato in Procura, c'era uno dei portavoce del Coordinamento laico antirazzista Cesar K., di cui il Pink faceva parte (anche come ospite). Quando l'amministrazione Zanotto diede l'assenso allo sgombero del campo rom de La Rizza, fu la sede del circolo Pink ad accogliere e nascondere (allora i rumeni non erano ancora "comunitari") nella sua sede le famiglie rom, composte per lo più da donne e bambini. Un atto di disobbedienza in nome dei più deboli, che saremmo pronti a rifare.
L'odio di questo sindaco razzista, ora si può finalmente dire, nei confronti delle popolazioni rom e sinte è inaccettabile. Un primo cittadino non può permettersi atteggiamenti razzisti e xenofobi ma certo questo non lo si può pretendere da un leghista rampante, che punta su un elettorato i cui valori dichiarati sono l'egoismo, l'odio, il razzismo, esplicitati quasi sempre con linguaggi particolarmente violenti, salvo poi dichiarare "era una battuta". Ma questo l'hanno imparato dal nostro presidente del consiglio.
Questa sentenza riordina le cose, restituendo dignità a tante persone perseguitate e costrette alla clandestinità.
Noi eravamo fra quelli che nel 2001 si opponevano alla raccolta di firme organizzata da Tosi e soci, tra cui un attuale parlamentare (Matteo Bragantini), un assessore comunale (Enrico Corsi), un consigliere comunale nonché vicepresidente della Provincia (Luca Coletto), la sorella del sindaco, Barbara, capogruppo della Lega in consiglio comunale, e il militante Filippi. Ci ricordiamo bene il loro atteggiamento ai "banchetti" di raccolta firme allo stadio mentre spargevano odio fra le persone del mercato.
Ora sarebbe bene che Flavio Tosi e gli altri condannati si dimettessero dalle loro cariche istituzionali.
Chissà, magari, al pari di altri veronesi in odor di condanna per fatti razzisti, potrebbero impiegare il loro tempo nei servizi sociali oppure nella pulizia della città dai tanti rifiuti ingombranti che vengono abbandonati in giro.
L'odio di questo sindaco razzista, ora si può finalmente dire, nei confronti delle popolazioni rom e sinte è inaccettabile. Un primo cittadino non può permettersi atteggiamenti razzisti e xenofobi ma certo questo non lo si può pretendere da un leghista rampante, che punta su un elettorato i cui valori dichiarati sono l'egoismo, l'odio, il razzismo, esplicitati quasi sempre con linguaggi particolarmente violenti, salvo poi dichiarare "era una battuta". Ma questo l'hanno imparato dal nostro presidente del consiglio.
Questa sentenza riordina le cose, restituendo dignità a tante persone perseguitate e costrette alla clandestinità.
Noi eravamo fra quelli che nel 2001 si opponevano alla raccolta di firme organizzata da Tosi e soci, tra cui un attuale parlamentare (Matteo Bragantini), un assessore comunale (Enrico Corsi), un consigliere comunale nonché vicepresidente della Provincia (Luca Coletto), la sorella del sindaco, Barbara, capogruppo della Lega in consiglio comunale, e il militante Filippi. Ci ricordiamo bene il loro atteggiamento ai "banchetti" di raccolta firme allo stadio mentre spargevano odio fra le persone del mercato.
Ora sarebbe bene che Flavio Tosi e gli altri condannati si dimettessero dalle loro cariche istituzionali.
Chissà, magari, al pari di altri veronesi in odor di condanna per fatti razzisti, potrebbero impiegare il loro tempo nei servizi sociali oppure nella pulizia della città dai tanti rifiuti ingombranti che vengono abbandonati in giro.
mi sarebbe piaciuto riuppare il topic sull'omicidio a sfondo razziale perpetrato qualche mese fa a verona, anche perchè ai tempi ci fu una discussione col simpatico hyde che neanche sapeva che tipo di personaggio fosse il proprio sindaco (qualcuno ci crede?).
ma naoto l'aveva giustamente chiuso.
qualcuno ha già cominciato a farne un martire... purtroppo in italia funziona così
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