Dell'Utri: Mangano e' stato il mio eroe
'Un contentino alla Procura' dice il senatore
29 giugno, 16:57
MILANO - Marcello Dell'Utri lo aveva detto in passato e lo ha ripetuto oggi: ''Vittorio Mangano e' stato il mio eroe''. Spiegandolo ai giornalisti che lo hanno incontrato per un commento sulla sentenza della Corte d'Appello che lo condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha citato anche i fratelli Karamazov, quando Andrej viene presentato come un furfante ma eroe.
''Era una persona in carcere, ammalata - ha detto - invitata piu' volte a parlare di Berlusconi e di me e si e' sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E' stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui''.
Una ''sentenza pilatesca'' dice ancora il senatore. ''Hanno dato un contentino alla procura palermitana - ha detto - e una grossa soddisfazione all'imputato, perche' hanno escluso tutto cio' che riguarda le ipotesi dal 1992 in poi''. ''Cerchero' il procuratore Gatto e gli faro' le condoglianze'' dice ancora il senatore.
Su quel periodo, pero', secondo Dell'Utri ''e' giusto indagare ma - ha proseguito - lo si faccia nella giusta direzione, non attaccando cose a persone che non c'entrano niente di niente''.
SENATORE CONDANNATO A 7 ANNI
Il senatore Marcello Dell'Utri e' stato condannato a sette anni di reclusione dai giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado al parlamentare del Pdl erano stati inflitti nove anni di reclusione.
La corte, riformando la sentenza di primo grado, ha invece assolto Dell'Utri limitatamente alle condotte contestate come commesse in epoca successiva al 1992 perche' ''il fatto non sussiste'', riducendo cosi' la pena da nove a sette anni di reclusione.
I giudici della seconda sezione della corte d'appello hanno infine dichiarato il non doversi procedere nei confronti dell'altro imputato, Gaetano Cina', che frattanto e' deceduto. La sentenza e' stata pronunciata dopo sei giorni di camera di consiglio. Il Pg Antonino Gatto aveva chiesto la condanna di Dell'Utri a 11 anni di reclusione.
I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo hanno anche condannato il senatore Marcello Dell'Utri, al quale sono stati inflitti sette anni di reclusione, per concorso esterno in associazione mafiosa, al pagamento delle spese sostenute dal Comune e dalla Provincia di Palermo che "si liquidano per ciascuna di esse in complessivi sette mila euro". La corte ha inoltre indicato in 90 giorni il termine per il deposito della sentenza.
DIFENSORE, PIETRA TOMBALE SU 'TRATTATIVA'
- "Con questa sentenza si mette una pietra tombale sulla presunta trattativa tra Stato e mafia durante il periodo delle stragi. Quello che ha detto Spatuzza non è stato evidentemente preso in considerazione come voleva l'accusa". Lo ha detto l'avvocato Nino Mormino, legale di Marcello Dell'Utri, sottolineando che la corte ha assolto il suo assistito per le condotte contestate in epoca successiva al 1992, escludendo cioé qualunque "patto" tra lo Stato e Cosa Nostra subito dopo le stragi.
"C'é stata una vera campagna di stampa tale da condizionare la Corte. Non si è mai vista una Corte fare un comunicato stampa". Lo ha detto l'avvocato Pietro Federico, uno dei legali del senatore Marcello Dell'Utri, condannato in appello a sette anni per Concorso esterno in associazione mafiosa. "L'appello è stato trasformato in un campo di battaglia - ha aggiunto l'avvocato Federico - è stato alquanto irrituale leggere oltre al comunicato della Corte anche quelli dell'Associazione nazionale magistrati e dell'Ordine degli avvocati".
Per l'avvocato Pietro Federico l'assoluzione di Marcello Dell'Utri dalle accuse contestate dal 1992 in poi dimostrano che "tra il senatore e i fratelli Graviano, boss di Brancaccio, non ci sono stati rapporti". Commentando la sentenza del processo di appello al senatore Dell'Utri, l'avvocato Federico aggiunge: "dal '92 in poi sono stati smentiti tutti i collaboratori di giustizia, ci auguriamo che il principio adottato dalla Corte per arrivare a questa sentenza sia applicato nel prossimo giudizio della Cassazione anche al periodo antecedente al '92, che presenta numerose contraddizioni".
DI PIETRO, SPERIAMO ORA NON DIVENTI MINISTRO - "Anno più, anno meno, il fatto resta quello che è, ossia che Marcello Dell'Utri ha avuto rapporti penalmente rilevanti con la mafia. Speriamo che Berlusconi adesso non faccia ministro pure lui". E' il commento del Presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, alla condanna di Marcello dell'Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa pronunciata della Corte di Appello di Palermo.
[http://ansa.it/web/notizie/rubriche/...47510190.html]
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29 Giu. Ore: 13.29 - DELL'UTRI: SOLO UN PO' MAFIOSO
Il senatore Marcello Dell'Utri, braccio destro di Berlusconi, è stato condannato a sette anni di reclusione dai giudici della Corte d'Appello di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado al parlamentare del Pdl erano stati inflitti nove anni di reclusione. La pena è stata ridotta perch secondo la corte Dell'Utri non sarebbe colpevole di quello che viene contestato dopo il 1992, perch il "fatto non sussiste". In sostanza, i rapporti con la mafia ci sono stati ma il "patto" basato sullo scambio politico no. Prima del 1992 insomma riguarda tutto il periodo che va dagli anni '70 al 1992 quando Dell'Utri, con la mediazione di Gaetano Cinà, morto tra il processo di primo grado e l'appello, avrebbe avuto rapporti con personaggi di spicco di Cosa nostra come Stefano Bontate, Mimmo Teresi, Vittorio Mangano poi finito come "stalliere" nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. Questi rapporti, secondo il teorema dell'accusa condiviso ora dai giudici, sono serviti a Dell'Utri per assicurarsi la "protezione" mafiosa alle operazioni finanziarie e imprenditoriali da lui gestite per s e nell'interesse delle società di Berlusconi. Lo stesso Dell'Utri oggi ha definito nuovamente un eroe il mafioso Mangano, dicendo che "Era una persona in carcere, ammalata, invitata più volte a parlare di Berlusconi e di me e si è sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E' stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui". Durante il processo, diversi testimoni avevano anche raccontato di una sorta di "trattativa" tra la mafia e i poteri politici, messa in atto con la minaccia e l'esecuzione di stragi, stragi che terminarono con la nascita e la presa del potere con le elezioni del 1994 di Forza Italia. In particolare il nuovo collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza nell'udienza del 4 dicembre 2009 a Torino ha parlato sia di Dell'Utri che di Berlusconi. Spatuzza ha riferito confidenze dei boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano. L'11 dicembre 2009 il primo si è rifiutato di rispondere e l'altro ha smentito Spatuzza. Oggetto del "patto" sarebbe stato uno scambio: sostegno elettorale agli uomini di Forza Italia - Dell'Utri compreso - come corrispettivo di una linea di governo e di scelte legislative "benevole" nei confronti della mafia.
[http://radiondadurto.org]
'Un contentino alla Procura' dice il senatore
29 giugno, 16:57
MILANO - Marcello Dell'Utri lo aveva detto in passato e lo ha ripetuto oggi: ''Vittorio Mangano e' stato il mio eroe''. Spiegandolo ai giornalisti che lo hanno incontrato per un commento sulla sentenza della Corte d'Appello che lo condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha citato anche i fratelli Karamazov, quando Andrej viene presentato come un furfante ma eroe.
''Era una persona in carcere, ammalata - ha detto - invitata piu' volte a parlare di Berlusconi e di me e si e' sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E' stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui''.
Una ''sentenza pilatesca'' dice ancora il senatore. ''Hanno dato un contentino alla procura palermitana - ha detto - e una grossa soddisfazione all'imputato, perche' hanno escluso tutto cio' che riguarda le ipotesi dal 1992 in poi''. ''Cerchero' il procuratore Gatto e gli faro' le condoglianze'' dice ancora il senatore.
Su quel periodo, pero', secondo Dell'Utri ''e' giusto indagare ma - ha proseguito - lo si faccia nella giusta direzione, non attaccando cose a persone che non c'entrano niente di niente''.
SENATORE CONDANNATO A 7 ANNI
Il senatore Marcello Dell'Utri e' stato condannato a sette anni di reclusione dai giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado al parlamentare del Pdl erano stati inflitti nove anni di reclusione.
La corte, riformando la sentenza di primo grado, ha invece assolto Dell'Utri limitatamente alle condotte contestate come commesse in epoca successiva al 1992 perche' ''il fatto non sussiste'', riducendo cosi' la pena da nove a sette anni di reclusione.
I giudici della seconda sezione della corte d'appello hanno infine dichiarato il non doversi procedere nei confronti dell'altro imputato, Gaetano Cina', che frattanto e' deceduto. La sentenza e' stata pronunciata dopo sei giorni di camera di consiglio. Il Pg Antonino Gatto aveva chiesto la condanna di Dell'Utri a 11 anni di reclusione.
I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo hanno anche condannato il senatore Marcello Dell'Utri, al quale sono stati inflitti sette anni di reclusione, per concorso esterno in associazione mafiosa, al pagamento delle spese sostenute dal Comune e dalla Provincia di Palermo che "si liquidano per ciascuna di esse in complessivi sette mila euro". La corte ha inoltre indicato in 90 giorni il termine per il deposito della sentenza.
DIFENSORE, PIETRA TOMBALE SU 'TRATTATIVA'
- "Con questa sentenza si mette una pietra tombale sulla presunta trattativa tra Stato e mafia durante il periodo delle stragi. Quello che ha detto Spatuzza non è stato evidentemente preso in considerazione come voleva l'accusa". Lo ha detto l'avvocato Nino Mormino, legale di Marcello Dell'Utri, sottolineando che la corte ha assolto il suo assistito per le condotte contestate in epoca successiva al 1992, escludendo cioé qualunque "patto" tra lo Stato e Cosa Nostra subito dopo le stragi.
"C'é stata una vera campagna di stampa tale da condizionare la Corte. Non si è mai vista una Corte fare un comunicato stampa". Lo ha detto l'avvocato Pietro Federico, uno dei legali del senatore Marcello Dell'Utri, condannato in appello a sette anni per Concorso esterno in associazione mafiosa. "L'appello è stato trasformato in un campo di battaglia - ha aggiunto l'avvocato Federico - è stato alquanto irrituale leggere oltre al comunicato della Corte anche quelli dell'Associazione nazionale magistrati e dell'Ordine degli avvocati".
Per l'avvocato Pietro Federico l'assoluzione di Marcello Dell'Utri dalle accuse contestate dal 1992 in poi dimostrano che "tra il senatore e i fratelli Graviano, boss di Brancaccio, non ci sono stati rapporti". Commentando la sentenza del processo di appello al senatore Dell'Utri, l'avvocato Federico aggiunge: "dal '92 in poi sono stati smentiti tutti i collaboratori di giustizia, ci auguriamo che il principio adottato dalla Corte per arrivare a questa sentenza sia applicato nel prossimo giudizio della Cassazione anche al periodo antecedente al '92, che presenta numerose contraddizioni".
DI PIETRO, SPERIAMO ORA NON DIVENTI MINISTRO - "Anno più, anno meno, il fatto resta quello che è, ossia che Marcello Dell'Utri ha avuto rapporti penalmente rilevanti con la mafia. Speriamo che Berlusconi adesso non faccia ministro pure lui". E' il commento del Presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, alla condanna di Marcello dell'Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa pronunciata della Corte di Appello di Palermo.
[http://ansa.it/web/notizie/rubriche/...47510190.html]
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29 Giu. Ore: 13.29 - DELL'UTRI: SOLO UN PO' MAFIOSO
Il senatore Marcello Dell'Utri, braccio destro di Berlusconi, è stato condannato a sette anni di reclusione dai giudici della Corte d'Appello di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado al parlamentare del Pdl erano stati inflitti nove anni di reclusione. La pena è stata ridotta perch secondo la corte Dell'Utri non sarebbe colpevole di quello che viene contestato dopo il 1992, perch il "fatto non sussiste". In sostanza, i rapporti con la mafia ci sono stati ma il "patto" basato sullo scambio politico no. Prima del 1992 insomma riguarda tutto il periodo che va dagli anni '70 al 1992 quando Dell'Utri, con la mediazione di Gaetano Cinà, morto tra il processo di primo grado e l'appello, avrebbe avuto rapporti con personaggi di spicco di Cosa nostra come Stefano Bontate, Mimmo Teresi, Vittorio Mangano poi finito come "stalliere" nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. Questi rapporti, secondo il teorema dell'accusa condiviso ora dai giudici, sono serviti a Dell'Utri per assicurarsi la "protezione" mafiosa alle operazioni finanziarie e imprenditoriali da lui gestite per s e nell'interesse delle società di Berlusconi. Lo stesso Dell'Utri oggi ha definito nuovamente un eroe il mafioso Mangano, dicendo che "Era una persona in carcere, ammalata, invitata più volte a parlare di Berlusconi e di me e si è sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E' stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui". Durante il processo, diversi testimoni avevano anche raccontato di una sorta di "trattativa" tra la mafia e i poteri politici, messa in atto con la minaccia e l'esecuzione di stragi, stragi che terminarono con la nascita e la presa del potere con le elezioni del 1994 di Forza Italia. In particolare il nuovo collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza nell'udienza del 4 dicembre 2009 a Torino ha parlato sia di Dell'Utri che di Berlusconi. Spatuzza ha riferito confidenze dei boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano. L'11 dicembre 2009 il primo si è rifiutato di rispondere e l'altro ha smentito Spatuzza. Oggetto del "patto" sarebbe stato uno scambio: sostegno elettorale agli uomini di Forza Italia - Dell'Utri compreso - come corrispettivo di una linea di governo e di scelte legislative "benevole" nei confronti della mafia.
[http://radiondadurto.org]
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