Traggo spunto da una discussione aperta su Free Talk, per introdurre un argomento che mi sta molto a cuore.
Secondo voi, quale ruolo ha, oggi, la cultura scientifica all'interno della nostra società?
Come è noto, la scuola italiana è ancora uniformata al modello crociano di stampo idealista e anti-scientifico. Le materie quali fisica, chimica e matematica sono viste come "tecniche" e secondarie, mentre si dà grande lustro e importanza a materie quali il greco, la filosofia, il latino e la storia.
I politici e i giornalisti, poi, hanno quasi tutti una formazione umanistica.
In questa situazione, lo studente che ama la matematica o altre materie scientifiche è quasi sempre visto come un "secchione" e il massimo che ci si aspetta da lui è che diventi un ingegnere.
Qualunque argomento che implichi matematica è visto, dai più, come "tecnica" e quindi escluso dagli interessi di un intellettuale, dimenticando che alcuni dei più grandi pensatori del passato (Pascal, Pitagora, Laibniz e Cartesio, tanto per citarne alcuni) erano anche grandi matematici.
Oggigiorno, l'opinione pubblica è influenzata da articoli e commenti fatti da persone prive di cultura scientifica, anche quando l'argomento richiede conoscenze specifiche.
Come esempio posso citare il dibattito (surreale) sugli OGM, quello sul nucleare o quello, ancora più paradossale, sul metodo Di Bella! Le argomentazioni sono quasi sempre di natura filosofica e morale, quasi mai legate a dati oggettivi e verificabili.
La vicenda dei referendum sulla legge 40, poi, ha esemplificato quanto l'opinione pubblica e la classe politica siano poco ricettivi ad argomentazioni scientifiche.
Secondo voi, quale ruolo ha, oggi, la cultura scientifica all'interno della nostra società?
Come è noto, la scuola italiana è ancora uniformata al modello crociano di stampo idealista e anti-scientifico. Le materie quali fisica, chimica e matematica sono viste come "tecniche" e secondarie, mentre si dà grande lustro e importanza a materie quali il greco, la filosofia, il latino e la storia.
I politici e i giornalisti, poi, hanno quasi tutti una formazione umanistica.
In questa situazione, lo studente che ama la matematica o altre materie scientifiche è quasi sempre visto come un "secchione" e il massimo che ci si aspetta da lui è che diventi un ingegnere.
Qualunque argomento che implichi matematica è visto, dai più, come "tecnica" e quindi escluso dagli interessi di un intellettuale, dimenticando che alcuni dei più grandi pensatori del passato (Pascal, Pitagora, Laibniz e Cartesio, tanto per citarne alcuni) erano anche grandi matematici.
Oggigiorno, l'opinione pubblica è influenzata da articoli e commenti fatti da persone prive di cultura scientifica, anche quando l'argomento richiede conoscenze specifiche.
Come esempio posso citare il dibattito (surreale) sugli OGM, quello sul nucleare o quello, ancora più paradossale, sul metodo Di Bella! Le argomentazioni sono quasi sempre di natura filosofica e morale, quasi mai legate a dati oggettivi e verificabili.
La vicenda dei referendum sulla legge 40, poi, ha esemplificato quanto l'opinione pubblica e la classe politica siano poco ricettivi ad argomentazioni scientifiche.
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