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Space Carrier "Hyulysses"

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  • Space Carrier "Hyulysses"

    Leggendo le regole, penso che si possa postare anche propri racconti. Il seguente è uno che stò ancora facendo. Se potete vi prego di postare dei commenti nel topic che creò appositamente. Vi ringrazio anticipatamente per vostri commenti e suggerimenti



    Prologo

    --Spazio, Galaxian Century 0125--

    L’umanità si è trasferita negli ultimi cento anni nello spazio. Questa necessità venne dettata dal sovraffollamento che si era venuto a creare sulla Terra. Le risorse idriche e alimentari inoltre avevano incominciato a scarseggiare, rendendo necessario l’istituzione di serre e di aree agricole in zone incontaminate e il più possibilmente ampie… un lusso che ormai sulla Terra cominciava a scarseggiare.
    Le prime colonie agricole e cittadine vennero costruite intorno all’GC35. La prima di queste, denominata Hope 1 riuscì a completare gli obiettivi che le United Nations si erano prefissate. Le ingenti quantità di cibo e di acqua che provennero dall’Hope convinsero le nazioni a erigere altre colonie non solo nell’orbita terrestre, ma di creare basi anche sulla Luna e nelle orbite di Saturno e Giove. La tecnologia della quale l’umanità poteva avvalersi era di enormi potenzialità e ben presto anche le colonie cominciarono a sviluppare un proprio tipo di governo.

    Nell’GC0075, Hope 2 e Hope 6 si alleano per formare un’alleanza commerciale. Ben presto, le tensioni fra le United Nations e le colonie cominciano ad aumentare. I primi rifornimenti di cibo e d’acqua non cominciano più ad arrivare a causa di alcuni blocchi perpetrati dalle armate dei due Hope. Altre basi e colonie cominciano a cadere nella sfera d’influenza delle colonie ribelli, anche a causa delle numerose pressioni che le United Nations imprimono con la forza sulle colonie. Ben presto un comunicato d’emergenza viene spedito in tutta la Terra con l’ordine di tagliare ogni tipo di mercato con gli Hope ribelli, nella speranza che la carenza di ossigeno e di altre materie prime a loro necessarie portassero ben presto fine alla loro ribellione.

    Nel GC 100 le previsioni delle United Nations cadono miseramente, in quanto diverse nazioni della Terra si schierano con le colonie. Nel frattempo vengono creati i primi modelli di Mobile Armour, macchine da guerra xenoformi in grado di portare con loro un ingente quantità di armi e in grado di distruggere una corazzata del tipo Phalanx.

    Nel GC125 la guerra scoppia in tutto il suo fragore. Le fazioni ribelli, unitesi sotto il nome di HLA (Hope Liberation Army) attaccano le basi della UN Spacy. Dopo nove mesi di lotta continua la guerra è giunta al punto di trasferirsi sulla terra….. lo scontro non accenna a fermarsi

    (to be continued…..)

  • #2
    Capitolo 1: “Helena”

    - Lo spazio non era mai stato così sporco - commentò un passeggero mentre stava intavolando un discorso con un proprio compagno di viaggio. - Da quando questa sporca guerra è iniziata non hanno fatto altro che sporcare questa parte dell’umanità. Lo spazio era l’ultima cosa pulita che ci era rimasta. - l’uomo in giacca e cravatta e coi capelli leggermente gellati stava agitando le mani mentre galleggiava allegramente all’interno della stanza dedicata al rilassamento dei passeggeri. Alcuni oblò rinforzati permettevano di vedere l’esterno, mentre un paio di computer davano l’opportunità di osservare anche le più lontane stelle grazie al loro ricco database. La “Helena” era uno shuttle che trasportava passeggeri e merci fra gli Hope neutrali al conflitto. Il simbolo dell’Hope di appartenenza unito ad un Verde smeraldo su tutta la fusoliera, la indicava come mezzo all’infuori del conflitto in corso. - Ma cosa stai dicendo? - continuò un altro passeggero - Come puoi pretendere che una guerra accada senza lasciare traccia di sé? - - Non m’importa - continuò l’altro, mentre si sistemava gli occhiali - La UN e la HLA dovrebbero finirla presto con questo conflitto senza senso. - - Oh beh, come se fosse semplice! - scuotendo la testa, Jack tornò ad osservare il testo che stava scorrendo sullo schermo. Aveva lasciato Hope 8 per motivi di lavoro… non ne trovava uno. Mentre leggeva l’ultimo bollettino delle notizie, si stava tormentando i capelli corti, era un’abitudine che non riusciva più a levarsi.
    Forze delle UN sono scappate davanti all’assalto di alcune unità del HLA, lasciando per la prima volta il territorio terrestre nelle mani delle forze avversarie* “Così l’ HLA è riuscita nel suo intendo di penetrare nella Terra con la forza” pensò Jack, per poi levare lo sguardo verso il soffitto di metallo. Sospirò pensando a quello che gli avevano detto i suoi genitori. Suo padre era andato via da Hope 8 per arruolarsi, ma da quando se ne era andato non avevano più ricevuto sue notizie. Sua madre lo aveva scongiurato di non andare su Hope 4 e di rimanere con lei, ma non poteva. In una situazione critica come quella nella quale l’Universo si era venuto a trovare lui non poteva stare con le mani in mano. Il lavoro su Hope 8 era stato tutto acquisito e per un ventenne senza esperienza di lavoro non si poteva altro che prospettare un futuro da disoccupato. Cancellando questi pensieri, appoggiò le mani velocemente sulla cintura del seggiolino e la stacco con un rapido movimento, per poi darsi una leggera spinta e aggrapparsi alla prima sporgenza che gli capitò a tiro. La tuta da ginnastica galleggiava come se fosse preda di un qualche strano vento interno. Da quando era entrato nella stanza ricreativa, altri passeggeri erano arrivati, e a parte il piccolo gruppetto dedito alle “lezioni filosofiche” sulla guerra in atto, alcuni erano dedichi a sorseggiare un cocktail al piccolo bar dello shuttle. Improvvisamente la rotta seguì un sussultò e cambiò radicalmente di 90° verso sinistra. - Ma cosa ? - disse Jack mentre si teneva aggrappato al tavolo. Alcuni passeggeri imprecarono mentre andavano a sbattere contro le paratie *Qui è il Capitano che parla. Ringraziamo i passeggeri per il tempo che ci dedicherete nei prossimi minuti che susseguiranno. Il cambiamento di rotta è stato dovuto a causa di un combattimento lungo la rotta. Attualmente dovremo allungare il nostro itinerario per..* - Ancora! - sbottò un ragazzo alzando il pugno verso il video dove il viso del Capitano ci stava fissando - E’ già la terza volta in due giorni che sta succedendo! - - E’ inutile che ti scaldi così Antonio, non ci possiamo fare niente. La guerra giunge ovunque e lo sai bene - disse una ragazza appoggiando al corpo del ragazzo una delle sue candide mani. I capelli lunghi e rossi le galleggiavano tutto intorno. - Al diavolo…. Perché quei bastardi dell’HLA non la finiscono? - - Hey tu modera i termini! Mio fratello è nell’HLA! - sbottò un altro. Avvertendo tensione nell’aria, Jack arretrò prontamente dalla scena nella quale si ritrovava completamente in mezzo, ma scoprì suo malgrado che non poteva andarsene. I pantaloni erano agganciati al tavolo! - Non m’importa nulla se tuo fratello è nell’ HLA, poteva fare a meno di andarci in mezzo a quegli idioti! - - Antonio… - Il ragazzo insultato lasciò la postazione dalla quale stava controllando i notiziari e si avvicinò ad Antonio. Ormai Jack si ritrovava in mezzo a quei due e non poteva scappare, tanto valeva tentare di mettere a posto le cose. - Avanti ragazzi calmatevi, non vale la pena di prendersela per cose del genere - mormorò allungando le mani verso entrambi. Il nuovo arrivato lo folgorò con lo sguardo. - Per “cose del genere” dici? Sarà, ma mio fratello sta rischiando la vita in un MA dell’ HLA e non permetto a nessuno di insultarlo - Antonio stette zitto mentre manteneva un’aria indifferente. Probabilmente stava cercando una possibile risposta che potesse renderlo ancora più attraente agli occhi della propria ragazza. Jack lo capì al volo e tentò di prevenire. - Sono convinto che.. Antonio - disse mentre cercava un senso d’accenno che ebbe dalla ragazza - non intendeva insultare tuo fratello. Vi ricordo anche che siamo su uno shuttle neutrale e che … - - Niente e nessuno è neutrale - mormorò il nuovo arrivato. - Ognuno di noi è schierato da una o dall’altra parte - sospirò, per poi continuare - Personalmente considero la faccenda chiusa, ma se sentirò ancora qualcosa contro mio fratello non te la farò passare liscia - gli occhi blu penetranti del ragazzo si rivolsero verso Jack. Improvvisamente seppe che conosceva quella persona da molto tempo. Mentre osservava la figura tornare al proprio posto, quella sensazione continuò ad aumentare. “Chi è?” pensò. - Grazie - sorpreso, Jack si voltò di scatto per ritrovarsi la faccia della ragazza di prima davanti alla sua. Era leggermente imbarazzato. Ora che poteva vederla bene, riusciva a vedere con chiarezza i tratti nordici che caratterizzavano il suo tondo e dolce viso. Occhi penetranti azzurri e lentiggini sotto gli stessi creavano una strana sensazione a Jack, per poi non parlare dei suoi capelli. I lunghi capelli rossi che avvolgevano il suo capo come una corona di fiamme dalle quali Jack sapeva di non poter più scappare. - Grazie per essere intervenuto - - D… di niente figurati - disse arrossendo il ragazzo. - Antonio è un po’ irascibile in questi giorni, ma non posso biasimarlo. Con la guerra alle porte degli Hope neutrali… oh ma che cafona, non mi sono neanche presentata. Il mio nome è Alistair McManara - aveva allungato la mano. - Jack… Jack Barrows piacere - disse di rimando stringendole la morbida mano. Non se la sentiva di stringere come faceva con tutti, gliene diede una normale. - Jack… bel nome, come quello di mio fratello - - Ah… beh grazie, anche il tuo non è male - “Cosa sto dicendo?!” pensò amaramente mentre ridacchiava nervosamente. - Sono semplicemente intervenuto perché mi sono trovato in mezzo alla questione e poi… - “Si e poi?!” - e poi siamo su uno shuttle neutrale, non dovremmo parlare di queste cose. - - Alistair!! Dove sei finita? - la voce di Antonio si avvicinò sempre di più ai due. - Ah eccoti - disse mentre si aggrappava pure lui ad un tavolo e squadrava Jack da capo a piedi con sguardo poco rassicurante - Cosa c’è Antonio? - - E’ giunta una chiamata in camera da parte dei tuoi, a quanto pare ci sono grosse novità - Gli occhi di Alistair brillarono di luce propria, una luce che dettava la speranza della realizzazione di un sogno. - I miei? Andiamo subito! Arrivederci Jack, è stato un piacere parlare assieme a te - - Ah… piacere mio Alistair - sorrise mentre salutava con la mano. Non notò lo sguardo pieno di odio nei suoi confronti da parte del ragazzo di lei… o meglio, lo volle evitare.
    Appena uscirono dalla stanza, Jack lasciò il proprio appiglio e guardò l’orologio. Era quasi ora di andare a dormire. Probabilmente il giorno successivo sarebbero arrivati a Hope 4… lo sperava con tutto il cuore, non ne poteva più di stare chiuso nell’”Helena” anche perché aveva la necessità di trovare un telefono e chiamare il più presto possibile a casa. Non poteva permettersi neanche una chiamata fugace tramite il telefono dello Shuttle… costava semplicemente troppo. Mentre stava per premere il bottone per uscire dalla stanza, volse lo sguardo dove pensava di vedere ancora seduto il ragazzo al quale aveva dato una mano e invece, con sua sorpresa non era lì. “Probabilmente se ne è andato quando parlavo con Alistair”. Appena si voltò verso la porta, si ritrovò la faccia di lui davanti agli occhi. D’improvviso si sentì preso per il collo e sbattuto contro la paratia del corridoio. - Sei Jack Barrows? - chiese mentre lo osservava con occhi penetranti ed interrogatori. Jack si sentiva soffocare. - Cosa vuoi da me? - - Rispondimi… sei o non sei Jack Barrows? - - S.. sono io - gli occhi di lui si incendiarono, per poi tornare calmi e tranquilli, mentre la presa veniva lasciata poco per volta. Sorrise e se ne andò, lasciando Jack a tossire per il corridoio.

    *Avvertiamo i gentili passeggeri che Hope 4 è in fase di avvicinamento. ETA 10 minuti, vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e di restare nelle proprie camere*
    La voce del Capitano della “Helena” risuonava calma e rassicurante mentre la nave stava per attraccare alla colonia. Grazie allo schermo collegato con le telecamere esterne, Jack riusciva a vedere i contorni e le forme dell’Hope. Non cambiava molto da Hope 8, ma al momento non gli importava nulla. Aveva ancora davanti agli occhi la visione di quel ragazzo che lo stava strozzando. “Cosa voleva?” continuava a pensare.

    --END PART 1--

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    • #3
      --PART 2--

      |Cabina di pilotaggio|

      - Diminuire la velocità di venti nodi, accendere radio faro e guida laser. - - roger - - Accendere luci d’atterraggio e prepararsi all’attivazione dei retrorazzi - - Energia motori completamente funzionante. - - Accendere i retrorazzi - Le fiamme dei reattori anteriori si accesero all’uniscono mentre fermavano l’avanzata della “Helena” scuotendo l’intera struttura. - Velocità in leggera diminuzione - - Aumentare la potenza ai retrorazzi, se andiamo avanti così non faremo neanche in tempo ad entrare che ci scontreremo contro qualche struttura! - la potenza dei reattori venne aumentata e con essa anche la turbolenza. - Parametri nella norma, velocità ideale. Spegnere reattori - lentamente, il porto dell’Hope passò ai fianchi dell’”Helena”. - Hope 4 a “Helena” avete il permesso di attraccare al punto DC 23, ripeto DC 23 - - Grazie Hope 4, ci dirigiamo al punto convenuto -


      |Cabina|

      Jack sentì l’ultima scossa provenire dalle grandi ganasce d’acciaio che attanagliarono la fusoliera dell’”Helena”. Finalmente erano arrivato a Hope 4, la sua casa per molto tempo a venire. Pochi secondi dopo l’attracco, la spia con l’obbligo di tenere le cinture si spense e Jack si staccò dal proprio sedile. Tutte le suppellettili della camera erano accuratamente nascoste, pertanto non doveva stare attento a dove si dirigeva mentre galleggiava, doveva soltanto prendere lo zaino e la valigia che si era portato con sé e uscire. Il corridoio era già colmo di gente attaccata al passamano che correva appena sotto una lunga vetrata che dava vista sul porto. Numerose navi da crociera erano attraccate, ma anche una della UN. Molti passeggeri notarono la nave e la osservarono con occhi stupefatti. Non era una cosa sorprendente vedere navi da guerra ancorate a Hope neutrali, probabilmente aveva bisogno di approvvigionamenti. Non aveva neanche segni di battaglia sulla fusoliera, pertanto significava che non aveva combattuto di recente. Un piccolo gruppo di persone rimase fermo al proprio posto mentre osservavano la corazzata ancorata, così facendo lasciarono la possibilità a Jack di intravedere Alistair e il proprio ragazzo allontanarsi verso il portello per disimbarcarsi. Cogliendo l’occasione al volo, il ragazzo scattò in avanti superando il folto gruppo e seguendo la ragazza. - Grazie per aver viaggiato con noi, arrivederci - una hostess stava salutando i passeggeri. - Arrivederci e grazie - disse a Jack sorridendogli mentre lui passava oltre. Senza neanche rendersene conto stava camminando per la prima volta su una struttura che non fosse quella di Hope 8 o di una nave. Stava calpestando per la prima volta suolo straniero.

      (to be continued…)

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      • #4
        Capitolo 2: “HLA”


        “Hope 4” pensò Jack mentre usciva dal porto con I propri bagagli. Il sole artificiale della colonia risplendeva alto nel cielo, mentre alcune nuvole solitarie solcavano l’aria e l’azzurro, lasciando dietro loro nessuna scia. La strada che portava al porto brulicava di attività. Macchine di ogni genere e utilizzo passavano silenziose grazie ai motori a propulsione elettrica/nucleare. Molte persone camminavano tranquillamente per le strade, sembrava che la tensione provocata dalla guerra qui non fosse presente… come se il conflitto non esistesse nemmeno. Jack si mosse in avanti, doveva trovare un taxi e farsi portare immediatamente all’indirizzo che sua madre gli aveva dato, a quanto pareva l’appartamento che aveva affittato era a poca distanza dal centro. - Posso aiutarla signore? - la voce tipicamente metallica di un robot colse l’attenzione del ragazzo, che si voltò. Non era la prima volta che sentiva parlare di questi esseri antropomorfi, e sebbene ne avesse visti a centinaia durante i documentari era la prima volta che ne incontrava uno. A prima vista sembravano esseri umani, non presentavano nessun segno metallico eppure… - Posso aiutarla signore? - ripetè il robot. Probabilmente sarebbe andato avanti a ripetere la stessa frase fintanto che non avesse ricevuto un input di risposta. - Certamente, stavo cercando questa via… - disse porgendo il foglio all’automa, che lo prese con un movimento fluido, quasi umano. Gli occhi cominciarono a scrutare il pezzo di carta per poi levarsi e osservare il ragazzo, lasciando spazio ad un ampio sorriso. - Prenda il Flyer n°25 e scenda alla quinta fermata. Percorra per cento metri la via e troverà la zona che le interessa. - - La… la ringrazio - rispose riprendendo il foglio e allontanarsi lanciando ogni tanto qualche occhiata alle sue spalle per osservare il robot. “Ora consiste solo nel trovare il Flyer N°25” pensò.

        Una porta lucida, metallica apparve davanti agli occhi di Jack con il numero 325 stampato elettronicamente appena sotto il campanello e sulla superficie mobile della porta. Il corridoio che aveva percorso per arrivare fino all’appartamento era stretto e freddo e non poteva certamente dire che gli piaceva. Gli dava una sensazione di solitudine. Scosse leggermente la testa, era inutile pensarci. Tanta grazia se aveva un appartamento nel quale vivere e che sua madre era riuscito a procurargli quando era su Hope 8. Sospirando, lasciò a terra la valigia ed estrasse da una tasca della giacca la carta magnetica che gli avevano dato in portineria per poi passarla nell’apposito congegno. La spia rossa si spense di colpo per lasciare spazio a quella di colore verde unita ad un percettibile sonoro di conferma. La porta si mosse scomparendo all’interno del muro e lasciando spazio al ragazzo di entrare. Appena fu dentro, un sensore fece chiudere automaticamente l’apertura, lasciandolo completamente al buio all’interno della stanza. - Immagino che qui funzioni come su Hope 8….. tapparelle - disse. Lentamente, dalle finestre cominciò a filtrare della luce in maniera sempre maggiore, fino a che l’intera stanza non venne riempita dalla luce dei soli artificiali dell’Hope. La sala nella quale si trovava era ampia e al suo centro si trovava un tavolo con quattro sedie. Alcuni mobili erano presenti contro il muro mentre altre suppellettili erano appoggiate contro gli stessi. Un telefono visivo era attaccato appena all’interno sulla sinistra, mentre una specie di armadio (probabilmente l’appendiabiti) trovava locazione sulla destra. Jack appoggiò i propri bagagli e cominciò ad esplorare la sua nuova abitazione. La cucina era ridotta ai minimi essenziali, ma d’altronde quell’appartamento non era stato costruito per una famiglia, ma per persone singole, massimo una coppia. La camera da letto consisteva in un letto singolo, in un armadio e in una specie di divano. Quando tornò nella sala principale, Jack notò che il telefono stava lampeggiando. “Un messaggio?” pensò mentre si avvicinava. Schiacciò il bottone inerente alla segreteria e inserì il codice d’attivazione. - Attendere prego - passarono alcuni secondi - E’ presente un nuovo messaggio nella segreteria lasciato da un numero sconosciuto. Vuole visualizzare? - “Visualizza” pensò mentre schiacciava il pulsante inerente. Un paio di secondi dopo la faccia di Alistair comparve nello schermo - Salve, siamo i nuovi inquilini. Ci chiedevamo se era possibile incontrarci questa sera tanto per fare un paio di chiacchiere. Siamo nuovi di Hope 4 e gradiremmo fare un po’ di conversazione. Se possibile ci incontreremo al ristorante appena qui sotto. - - Alistair! - la voce di Antonio si sentì chiamare la sua ragazza - Sì Antonio non preoccuparti…. Dicevamo? Ah sì vi aspetteremo per le nove. Arrivederci - il messaggio si concluse con un sorriso della ragazza. Jack sospirò. - Perlomeno ho qualcuno che conosco nell’area…. Povero me -.

        |Nello spazio in territorio conteso fra la HLA e le UN|

        - Voglio un recording completo, non voglio solo delle supposizioni maledizione! – sbottò l’ufficiale mentre osservava lo schermo dell’operatore – Signore, è impossibile fare ciò che richiede, non possiamo registrare assolutamente niente. La traccia lasciata dalla nave nemica non è sufficiente per poter avere un tracking valido. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere anche una nave civile – L’ufficiale si alzò dallo schermo e fulminò con lo sguardo l’operatore – Non m’importa delle tue supposizioni Kryshna, fai quello che ti è stato ordinato! - - Signorsì – rispose l’operatore mentre tornava al lavoro sui propri strumenti. La HLAD “Krisantys” (Hope Liberation Army Destroyer “Krisantys”) era in missione esplorativa da circa un mese. Alcune tracce rilasciate da una nave sconosciuta delle UN avevano portato la nave dell’HLA a seguire probabilmente il nuovo prototipo di nave da guerra delle forze avversarie. Sebbene la nave fosse di poco maggiore alla “Krisantys” era riuscita a seminare i propri inseguitori e da alcuni giorni l’equipaggio brancolava nel buio. Il Capitano di Corvetta Tufien Aramis sapeva di essere sulla pista giusta, una pista che avrebbe condotto a diverse possibilità di scelta. Rapidamente selezionò dalla propria console la mappa della zona. Sebbene lo schermo visualizzatore non fosse quello della sala tattica, Aramis poteva con pochi movimenti raggiungere le più lontane zone esplorate dal genere umano, inoltre poteva benissimo usare la mappa per determinare le direzioni della nave nemica. Dove poteva essere andata a finire? Dove poteva essere scomparsa? La più vicina base delle UN era sulla Luna, pertanto era da escludere che si fossero diretti lì… l’unica altra alternativa erano i detriti di meteorite nelle vicinanze o lo spazio neutrale di Hope 4. Lentamente congiunse le mani sul mento appoggiando successivamente i gomiti sul pianoro dove lo schermo trovava locazione e cominciò a riflettere come faceva di solito.

        Il rumore dei motori della “Krisantys” avevano un effetto soporifero per lui. Sebbene assonnato, il pilota si levò dal proprio letto appena il comunicatore interno suonò. – Kalman - - Sergente Kalman Yhugy è richiesto urgentemente negli hangar, la missione che avevamo programmato per le 05:00 Zulu è stata anticipata - - Anticipata? – chiese mezzo assonnato – Esattamente Sergente, per ordine del Capitano stesso. Richiediamo che il contrordine appena ricevuto venga ripetuto, altrimenti non potremo avviare l’inizio di missione – Mentre Kalman ripeteva l’ordine, i pensieri divagavano altrove. La procedura era sempre stata uguale e ormai era entrata nella sua mente fin dagli ultimi giorni d’addestramento. Appena l’attendente scomparve dallo schermo, sbuffò e si aprì il colletto dell’uniforme. “05:00 Zulu.. maledizione, non possiamo neanche dormire un poco” pensò amaramente mentre guardava il soffitto. Aveva circa un’ora di tempo, della cui gran parte sarebbe stata inerente al procedimento d’avviamento di ogni componente dell’Armour. Decidendo rapidamente che non aveva nient’altro da fare prima della missione, il pilota si alzò dal giaciglio e andò nel proprio bagno a sistemarsi. Il letto disposto al suo fianco giaceva ancora completamente bianco. “Tartan” pensò amaramente mentre aggiustava l’uniforme e usciva dalla stanza, per poi seguire il percorso che lo avrebbe portato in sala briefing.

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        • #5
          | Sala Radar della HLAD “Krisantys” |

          - Voglio un controllo sulla situazione della missione in corso - - Aggiornamento in corso Tenente, i dati dell’Armour in missione scouting stanno arrivando – La sala radar della Krysantis sebbene fosse di nuova concezione, era poco illuminata. Anche se erano passati molti anni dall’ultimo conflitto navale terrestre, le problematiche di riuscire a camuffare la Sala Radar (denominata anche Sala di Tiro o di Controllo Missione) erano primarie. Con l’avvento delle nuove armi e specialmente dei Mobile Armour, l’individuazione di fonti di luci intense come quelle dei computer di bordo erano facilmente identificabili. - Attuale posizione? – chiese il Tenente spostando lo sguardo sulla finestra della Sala mentre incrociava le mani dietro la schiena. – Attualmente è in prossimità del Side, il cloaking* stà funzionando perfettamente a quanto pare – (*Cloaking = sistema d’oscuramento per evitare l’individuazione da parte dei radar nemici e dagli occhi. Solo un computer o un occhio ben allenato può identificare il soggetto coperto da questo sistema. Diventa visibile se l’energia dell’MA scende sotto un determinato livello) Il Tenente si voltò verso il lato sinistro della stanza e sorrise – Prego Sergente entri pure e non si preoccupi, dobbiamo darle le ultime notizie a riguardo del Side che stiamo controllando. – Kalman scattò sugli attenti quando si avvicinò al proprio superiore. I capelli corti, neri e gellati leggermente davano il giusto tono ad un viso altrimenti fin troppo severo. A dispetto dell’età (20 anni), la presenza di una piccola cicatrice rovinava il bel viso del giovane. La divisa rossa col simbolo dei piloti di MA dell’HLA completava la figura che il Tenente si ritrovò davanti agli occhi. – Comandi – disse il giovane mentre abbassava la mano. – Riposo Sergente… a quanto pare l’ultimo rapporto che abbiamo appena ricevuto indica che i nostri sospetti erano ben posizionati. – Il Tenente si avvicinò ad uno schermo e schiacciò un bottone, richiamando le immagini della telecamera dell’MA in funzione di scouting. – Alle 22:00 Zulu eravamo riusciti a identificare una possibile traccia di quelli che stavamo cercando e forse siamo anche riusciti a registrare la traccia lasciata dai motori. - - A cosa corrisponde? Ad una Phalanx? – chiese il Sergente mentre osservava lo schermo – Se era una Phalanx l’avremmo identificata subito… il problema è che non è presente nei nostri archivi. Abbiamo spedito in direttiva i dati acquisiti al Comando, e il responso è stato “NON IDENTIFICATO”.. questo non può altro che convalidare le opinioni del Capitano. - - Senza ombra di dubbio Tenente, ma sospetto che bisogna avere anche una conferma… visiva se non erro giusto? – Il Tenente sorrise – Quello che mi piace di lei Sergente Kalman è l’acutezza, non per niente è uscito dall’Accademia e dall’addestramento con i massimi voti. Se l’HLA dovesse avere più gente come lei saremmo oltre modo sicuri della vittoria. Il suo compito è quello di avvicinarsi alla zona nella quale si trova l’Armour del Maresciallo e prepararsi a dargli il cambio. Sospettiamo che la corazzata uscirà fra poco. - - Come fa a… - - Un piccolo team è stato spedito in…. “avanscoperta” se così vogliamo chiamare la missione assegnatagli. Lei non si preoccupi e pensi soltanto al suo dovere - - Signorsì –

          Appena il Tenente Kalman arrivò nella zona, identificò subito che qualcosa non andava. La zona aveva cominciato a brulicare di strane interferenze. Appena prima di perdere definitivamente il contatto con la base, richiese ingenti forze, ben sapendo che la nave ne avrebbe potuti soltanto spedire 4 o 5 di Combat Armours. La corazzata/portaerei della UN Spacy uscì dalla Colonia con a bordo i coloni. La natura di questa evasione fu dovuta ad un attacco perpetrato dalle forze della HLA per mettere in guerra il resto delle colonie neutrali. Il Tenente Kalman attaccò la nave della UN Spacy cercando di eliminarla, ma per sua sfortuna entrarono in azione due delle nuove armi della UN, il Multi-Role Armour "Iridium" e il Combat Armour "Zakarus" che distrussero in poco tempo le forze che aveva con sè. Salvatosi per miracolo grazie alle proprie doti di pilota, Kalman tornò alla base con un rapporto dettagliato del nemico che aveva dovuto affrontare. La cosa che lo aveva lasciato più di stucco era stato vedere un caccia combattere con quell'efficacia e distruzione. Il Combat Armour era troppo lento ed impacciato.

          La UNS Carrier "Hyulysses" dopo lo scontro iniziale, si dirige verso la base della UN Spacy più vicina orbitante nella Luna. Il viaggio durerà quattro giorni e gli attacchi della HLA potrebbero arrivare in qualsiasi momento. I mezzi sono pronti per il combattimento e anche gli uomini, seppure però l'intero equipaggio sia stato reclutato fra i coloni di Hope 8 e pertanto inesperti. Il 65% dell'equipaggio normale perì durante l'attacco delle forze dell'HLA nella colonia. Il Capitano Michelle DeLafayette però riuscì a salvare il salvabile e a far tornare operativa la Hyulysses in poco tempo e durante lo scontro con i Combat Armour. Mentre Jack Barrows si rilassa all'interno della propria cabina tormentandosi per aver ucciso e versato sangue per la prima volta, il Tenente Rober Reslek è in perlustrazione all'esterno della Hyulysses per testare il nuovo caccia multi-ruolo della UN Spacy

          To be continued

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          • #6
            | Sala Radar della HLAD “Krisantys” |

            - Voglio un controllo sulla situazione della missione in corso - - Aggiornamento in corso Tenente, i dati dell’Armour in missione scouting stanno arrivando – La sala radar della Krysantis sebbene fosse di nuova concezione, era poco illuminata. Anche se erano passati molti anni dall’ultimo conflitto navale terrestre, le problematiche di riuscire a camuffare la Sala Radar (denominata anche Sala di Tiro o di Controllo Missione) erano primarie. Con l’avvento delle nuove armi e specialmente dei Mobile Armour, l’individuazione di fonti di luci intense come quelle dei computer di bordo erano facilmente identificabili. - Attuale posizione? – chiese il Tenente spostando lo sguardo sulla finestra della Sala mentre incrociava le mani dietro la schiena. – Attualmente è in prossimità del Side, il cloaking* stà funzionando perfettamente a quanto pare – (*Cloaking = sistema d’oscuramento per evitare l’individuazione da parte dei radar nemici e dagli occhi. Solo un computer o un occhio ben allenato può identificare il soggetto coperto da questo sistema. Diventa visibile se l’energia dell’MA scende sotto un determinato livello) Il Tenente si voltò verso il lato sinistro della stanza e sorrise – Prego Sergente entri pure e non si preoccupi, dobbiamo darle le ultime notizie a riguardo del Side che stiamo controllando. – Kalman scattò sugli attenti quando si avvicinò al proprio superiore. I capelli corti, neri e gellati leggermente davano il giusto tono ad un viso altrimenti fin troppo severo. A dispetto dell’età (20 anni), la presenza di una piccola cicatrice rovinava il bel viso del giovane. La divisa rossa col simbolo dei piloti di MA dell’HLA completava la figura che il Tenente si ritrovò davanti agli occhi. – Comandi – disse il giovane mentre abbassava la mano. – Riposo Sergente… a quanto pare l’ultimo rapporto che abbiamo appena ricevuto indica che i nostri sospetti erano ben posizionati. – Il Tenente si avvicinò ad uno schermo e schiacciò un bottone, richiamando le immagini della telecamera dell’MA in funzione di scouting. – Alle 22:00 Zulu eravamo riusciti a identificare una possibile traccia di quelli che stavamo cercando e forse siamo anche riusciti a registrare la traccia lasciata dai motori. - - A cosa corrisponde? Ad una Phalanx? – chiese il Sergente mentre osservava lo schermo – Se era una Phalanx l’avremmo identificata subito… il problema è che non è presente nei nostri archivi. Abbiamo spedito in direttiva i dati acquisiti al Comando, e il responso è stato “NON IDENTIFICATO”.. questo non può altro che convalidare le opinioni del Capitano. - - Senza ombra di dubbio Tenente, ma sospetto che bisogna avere anche una conferma… visiva se non erro giusto? – Il Tenente sorrise – Quello che mi piace di lei Sergente Kalman è l’acutezza, non per niente è uscito dall’Accademia e dall’addestramento con i massimi voti. Se l’HLA dovesse avere più gente come lei saremmo oltre modo sicuri della vittoria. Il suo compito è quello di avvicinarsi alla zona nella quale si trova l’Armour del Maresciallo e prepararsi a dargli il cambio. Sospettiamo che la corazzata uscirà fra poco. - - Come fa a… - - Un piccolo team è stato spedito in…. “avanscoperta” se così vogliamo chiamare la missione assegnatagli. Lei non si preoccupi e pensi soltanto al suo dovere - - Signorsì –

            Appena il Tenente Kalman arrivò nella zona, identificò subito che qualcosa non andava. La zona aveva cominciato a brulicare di strane interferenze. Appena prima di perdere definitivamente il contatto con la base, richiese ingenti forze, ben sapendo che la nave ne avrebbe potuti soltanto spedire 4 o 5 di Combat Armours. La corazzata/portaerei della UN Spacy uscì dalla Colonia con a bordo i coloni. La natura di questa evasione fu dovuta ad un attacco perpetrato dalle forze della HLA per mettere in guerra il resto delle colonie neutrali. Il Tenente Kalman attaccò la nave della UN Spacy cercando di eliminarla, ma per sua sfortuna entrarono in azione due delle nuove armi della UN, il Multi-Role Armour "Iridium" e il Combat Armour "Zakarus" che distrussero in poco tempo le forze che aveva con sè. Salvatosi per miracolo grazie alle proprie doti di pilota, Kalman tornò alla base con un rapporto dettagliato del nemico che aveva dovuto affrontare. La cosa che lo aveva lasciato più di stucco era stato vedere un caccia combattere con quell'efficacia e distruzione. Il Combat Armour era troppo lento ed impacciato.

            La UNS Carrier "Hyulysses" dopo lo scontro iniziale, si dirige verso la base della UN Spacy più vicina orbitante nella Luna. Il viaggio durerà quattro giorni e gli attacchi della HLA potrebbero arrivare in qualsiasi momento. I mezzi sono pronti per il combattimento e anche gli uomini, seppure però l'intero equipaggio sia stato reclutato fra i coloni di Hope 8 e pertanto inesperti. Il 65% dell'equipaggio normale perì durante l'attacco delle forze dell'HLA nella colonia. Il Capitano Michelle DeLafayette però riuscì a salvare il salvabile e a far tornare operativa la Hyulysses in poco tempo e durante lo scontro con i Combat Armour. Mentre Jack Barrows si rilassa all'interno della propria cabina tormentandosi per aver ucciso e versato sangue per la prima volta, il Tenente Rober Reslek è in perlustrazione all'esterno della Hyulysses per testare il nuovo caccia multi-ruolo della UN Spacy


            To be continued

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            • #7
              Chapter 3: “Il viaggio verso Luna 2”

              << “Iridium” a Hyulysses, chiedo il permesso di staccarmi dalla formazione per controllare il settore 5F >> << Permesso accordato Iridium, mantieni contatto IFF >> << Roger Hyulysses >>
              Sono passate 6 settimane da quando Jack mise piede per la prima volta su Hope 4…. << Tenente Reslek veda di non esporsi troppo, deve soltanto effettuare la scorta alla Hyulysses >> << Ricevuto Capitano, non si preoccupi. >> Il Capitano Michelle DeLafayette era il comandante dell’innovativa nave da combattimento delle UN. Nata dopo cinque lunghi anni di lavoro e di progetti, la Hyulysses era una nave che combinava le potenzialità di una destroyer di classe “Typhoon” con una portaerei. Dopo la distruzione di Hope 4 dovuta all’attacco da parte delle forze dell’HLA, la Hylysses non potè fare altro che scappare con a bordo il prezioso carico di civili e di progetti militari. Jack, Antonio e Alistair si salvarono salendo a bordo della nave stessa dopo che Barrows aveva preso il controllo di una delle nuove armi della UN, il Combat Armour “Zakarus” CA-125 XC (General Purpouse Combat Robot Vehicle) a forma umanoide. Sebbene la potenza del Zakarus fosse impressionante e superiore rispetto ai velivoli antropomorfi degli avversari, dovette essere aiutato da un’altra delle armi segrete della UN, il Multi-Role Armour “Iridium” guidato dal Tenente Robert Reslek un veterano della guerra e con numerosi abbattimenti alle spalle. Poco si sa del passato di questo pilota, a parte che è uno dei migliori assi dell’aviazione delle forze UN Spacy.

              << Al diavolo >> disse Robert mentre guardava con la coda dell’occhio la Hyulysses allontanarsi dietro di lui. << Quella donna mi manderà su una crisi nervosa prima o poi >>. La conversazione che aveva appena concluso con il Capitano DeLafayette lo aveva innervosito. Non ne poteva più di sentirsi dire di stare attento, specialmente dopo che il nemico era venuto a conoscenza delle loro armi segrete, delle armi che erano ancora in completo testing. Anche se odiava ammetterlo, non sapeva nemmeno lui le effettive potenzialità dell’”Iridium” visto e considerato che lo aveva preso in mano solo da quando il nemico aveva attaccato Hope 4. La presenza di un cannone vulcan da 17mm e di numerosi missili gli bastava per ora, anche se il sistema di scudi poteva anche essere utile impararlo prima o poi. Il cockpit dell’”Iridium” era stretto e affusolato, in linea con la visione antica dei vecchi caccia da combattimento atmosferici. La stessa presenza di ali ne confermava la diretta discendenza da uno di questi ancestrali velivoli. Reslek non poteva però certo dire che non gli piacevano quelle forme, anzi. Erano una ventata d’aria fresca in un insieme di mezzi spaziali orribili da vedersi anche se perfettamente funzionali. I doppi reattori dell’”Iridium” stavano dando piena potenza mentre il radar sondava lo spazio alla ricerca di una qualche traccia di energia in movimento. Non ne rivelava nessuna da un bel po’. Anche se era un periodo di calma non poteva per nulla allentare la tensione, se la perdeva quelli della HLA lo avrebbero ucciso in poco. << Iridium a Hyulysses, nessun nemico nei paraggi del settore 5F, settore pulito, ripeto, settore pulito >> << Roger Robert >> << Hey! Ma questa non è? >> il volto di Robert s’illuminò nel vedere sul proprio hud nell’angolo in alto a sinistra il volto di Sarah. << Sarah! >> esclamò sorridente << Ciao Robert, ho appena dato il cambio a Misami. >> << Finalmente vorrai dire! Non ne potevo più di sentire quella sua voce gracchiante al microfono! >> Sarah fece una smorfia << Adulatore, pensa piuttosto a fare il tuo lavoro invece di perdere tempo ad adularmi inutilmente e a farmi il filo >> << Oh suvvia Sarah….. mica ti ho invitata fuori appena finiamo entrambi il servizio… approposito che ne dici? >> << Robert! >> << Ok ok lascia stare >> << Sarà meglio.. ne riparleremo appena torni alla base >> La comunicazione s’interruppe di colpo, lasciando Reslek ad imprecare dentro di sé. Era sempre più difficile trattare con quella ragazza. < Valle a capire le donne > mormorò, per poi volgere lo sguardo a sinistra ed osservare le ali del proprio velivolo << Fortunatamente però te sì che ti capisco… impariamo a conoscerci poco per volta. Pertanto… che ne dici di spingerti un po’ al limite? >> senza aspettare una risposta che era anche retorica, Reslek spinse la leva dei thrusters al massimo applicando anche il boost. La velocità incrementò vertiginosamente, incollando al seggiolino il Tenente, il tutto mentre sul radar, il puntino della Hyulysses appariva sempre più vicino.
              << Non m’importa un accidenti se lei stava provando le funzionalità dell’X-125! Ha disobbedito ad un ordine diretto! >> << La velocità era troppo elevata Signore per cercare di attivare la procedura standard di sicurezza >> Il Capitano DeLafayette strinse gli occhi fino a farli diventare due piccole fessure << E di chi è la colpa se non la sua? E’ arrivato troppo veloce nell’hangar, non so neanche come ha fatto a non scontrarsi con gli altri mezzi. Non so se ciò è dovuto alla sua bravura o ad una sfortuna sfacciata che la stà seguendo da tempo Tenente. >> Reslek stette zitto mentre osservava il Capitano camminare per la propria stanza e soffermarsi sulla vetrata. << Non penso però neppure che sia un male averla con noi Tenente. Se l’hanno assegnata a effettuare il testing dell’X-125 ci saranno dei motivi validi. Lei è un elemento del quale questa nave, che io lo voglia o meno, ha necessariamente bisogno. Siamo pieni di reclute che devono volare su mezzi che hanno provato solo in simulazione, mentre lei è già stato a contatto con la realtà della guerra. Non mi deluda. Può anche andare >> Appena la porta si chiuse dietro di sé, Robert si voltò di scatto e diede un pugno sulla porta. “Ma come si permette?!” pensò colmo di rabbia. << Dare a me del fortunato… bah! La fortuna non esiste in combattimento, solo la bravura! >> A grandi passi cominciò ad andarsene dal corridoio degli ufficiali della nave. Voleva semplicemente tornarsene all’interno della propria camera e riposarsi. Sin da quando era entrato in quella nave il Capitano gli aveva dato contro in un modo assai strano, come se fosse lui la causa di ogni problema che quella donna incontrava all’interno della nave, ma cosa c’entrava?! < Donne > mormorò digrignando i denti. Appoggiandosi ad una leva anti-gravitazionale, il Tenente cominciò a muoversi velocemente per il corridoio, per poi lasciare il proprio trasporto appena vide il primo ascensore. Il rilascio avvenne nella completa assenza di gravità e Reslek fluttuò nell’aria per un poco, fino a che non si aggrappò ad una sporgenza e spinse il bottone di chiamata dell’ascensore. Il turbolifter arrivò dopo alcuni secondi, rivelando al suo interno la presenza di una persona che sorrise a Robert agitando la mano in segno di saluto. Reslek contrasse il viso in una smorfia. << Sembri contrariato o sbaglio? >> << Lasciami perdere >> disse Robert mentre spingeva via il proprio superiore in grado per farsi spazio all’interno del turbolifter << Avanti Bob, non fare lo scontroso >> << Alloggi >> disse il Tenente, mentre riceveva una conferma da parte del computer. Sbuffando si lasciò appoggiare alle pareti del turbolifter per poi osservare il Capitano. << Dannazione Lester, ti ho detto di lasciarmi stare, non sono cose che ti riguardano >> Il Capitano strinse gli occhi << Cose che non mi riguardano? Bob, ti ricordo che sono il comandante degli “Star Knights” e tu sei parte di loro ora che tu lo voglia o meno. Ancor prima però di essere il tuo comandante sono tuo amico e voglio sapere cosa ti è successo. Non è una cosa normale essere chiamati dal comandante proprio dopo essere rientrati da una missione, specialmente quando è QUESTO comandante. >> << Bah, non abbiamo parlato di niente >> << Robert! >> Lester cominciava ad innervosirsi. << Se t’interessa tanto sapere cos’è successo vatti ad informare dal comandante stesso e non da me. Comincio ad averne abbastanza di quella lì. Faccio il mio lavoro e lei non sa altro che sputare su tutto quello che faccio. >> << Certo che se continui a disobbedire agli ordini e a fare sconsideratezze… >> Robert fulminò il proprio superiore con lo sguardo, per poi calmarsi << Robert lo sai anche tu che il tuo comportamento è troppo…. Non sei disciplinato. Quando sali a bordo di qualsiasi mezzo ti trasformi in una persona assetata di .. di raggiungere il limite, il proprio limite >> << Penso che questo sia anche dentro il tuo animo Lester… tutti i piloti ce l’hanno >> Lester assentì col capo << Indubbiamente, ma ciò non cambia il fatto che questo istinto deve essere tenuto sotto controllo. Abbiamo perso troppe persone valide per colpa di incidenti a causa della sconsideratezza. E vorrei non dover vedere il tuo nome impresso nella lista dei KIA o dei MIA nel prossimo futuro, specialmente ora che hai anche quel nuovo caccia a tua disposizione. >> << Dubiti delle mie capacità come quell’arpia vero? >> << No, non dubito delle tue capacità, ma mi chiedo perché sei stato trasferito a fare il test pilot invece che essere assegnato in prima linea dove hanno bisogno di te >> Robert sorrise mentre il turbolift si fermava al ponte alloggi con un leggero fremito. << Lester…. Noi siamo in prima linea, te lo sei dimenticato? >> con un piccolo balzo Reslek uscì dal turbolifter galleggiando nel corridoio, mentre alle proprie spalle lasciava il Capitano Lester Swarz a rimuginare sul comportamento del suo sottoposto.

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